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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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Capitolo 7<br />

7.6. Esempio (un problema <strong>di</strong> Neumann non coercivo). Come applicazione concreta stu<strong>di</strong>amo<br />

un problema ellittico ancora nell’ottica dell’Esempio IV.1.25, ma ora non coercivo. Supponiamo<br />

che Ω sia un aperto limitato connesso e regolare <strong>di</strong> R d , poniamo per como<strong>di</strong>tà Γ = ∂Ω e<br />

denotiamo con n la normale esterna. Supponiamo che la matrice A , con coefficienti aij ∈ L ∞ (Ω) ,<br />

sia uniformemente ellittica (ve<strong>di</strong> (IV.1.15)) e scegliamo b = 0 e c = 0 . Assegnate due funzioni f<br />

e g definite in Ω e su Γ rispettivamente, cerchiamo una funzione u definita in Ω e verificante<br />

− <strong>di</strong>v(A∇u) = f in Ω e (A∇u) · n = g su Γ . (7.6)<br />

Segnaliamo che la con<strong>di</strong>zione al bordo nella (7.6) è detta con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Neumann. Tutto ciò è formale<br />

a va precisato. Tuttavia noi inten<strong>di</strong>amo costruire la formulazione variazionale del problema, per cui<br />

proce<strong>di</strong>amo formalmente come segue. Supponiamo che u sia una una soluzione regolare <strong>di</strong> (7.6),<br />

moltiplichiamo per la generica funzione regolare v i due membri dell’equazione (7.6) e integriamo<br />

l’uguaglianza ottenuta su Ω . Allora, grazie alla (I.5.35) con w = A∇u , otteniamo<br />

� �<br />

�<br />

�<br />

fv dx = (− <strong>di</strong>v(A∇u)) v dx = (A∇u) · ∇v dx − (A∇u) · n v dS<br />

Ω�<br />

Ω �<br />

Ω<br />

Γ<br />

= (A∇u) · n v dS − gv dS<br />

Γ<br />

per cui u verifica<br />

�<br />

�<br />

(A∇u) · ∇v dx =<br />

Ω<br />

Ω<br />

Γ<br />

�<br />

fv dx + gv dS per ogni funzione regolare v . (7.7)<br />

Γ<br />

Siccome il primo membro della (7.7) ha senso non appena u e v appartengano ad H1 (Ω) dato che<br />

stiamo supponendo i coefficienti <strong>di</strong> A misurabili e limitati, siamo indotti a precisare non tanto il<br />

sistema (7.6) quanto piuttosto il problema (7.7). Dunque, il problema variazionale che consideriamo<br />

è quello <strong>di</strong> trovare u verificante<br />

u ∈ H 1 �<br />

(Ω) e (A∇u) · ∇v dx = 〈F, v〉 per ogni v ∈ H1 (Ω) (7.8)<br />

Ω<br />

ove, in generale, il dato F è assegnato in H1 (Ω) ∗ e il caso particolare del secondo membro<br />

della (7.7) si ottiene supponendo f ∈ L2 (Ω) e g ∈ L2 (Γ) e definendo F me<strong>di</strong>ante la formula<br />

�<br />

F (v) =<br />

Ω<br />

�<br />

fv dx +<br />

Γ<br />

gv dS per v ∈ H 1 (Ω) . (7.9)<br />

Controlliamo che, effettivamente, tale formula definisce F ∈ H 1 (Ω) ∗ . Dobbiamo verificare che<br />

il secondo membro ha senso e <strong>di</strong>pende da v in modo lineare e continuo rispetto alla topologia<br />

<strong>di</strong> H 1 (Ω) . A questo proposito ricor<strong>di</strong>amo il Teorema <strong>di</strong> traccia (III.1.1), in base al quale ad ogni<br />

v ∈ H 1 (Ω) è associato un ben definito elemento v|Γ ∈ L 2 (Γ) (questo è il senso del secondo fattore<br />

dell’integrando dell’integrale su Γ della (7.9) e l’integrale ha senso) in modo che l’operatore <strong>di</strong><br />

traccia v ↦→ v|Γ sia lineare e continuo da H 1 (Ω) in L 2 (Γ) . Dunque F (v) ha senso e, ovviamente,<br />

<strong>di</strong>pende linearmente da v . Detta M la norma dell’operatore <strong>di</strong> traccia, abbiamo poi<br />

|F (v)| ≤ �f� L 2 (Ω)�v� L 2 (Ω) + �g� L 2 (Γ)�v� L 2 (Γ) ≤ (�f� L 2 (Ω) + M�g� L 2 (Γ))�v� H 1 (Ω)<br />

e quin<strong>di</strong> F è anche continuo, cioè appartiene ad H 1 (Ω) ∗ . Stu<strong>di</strong>amo dunque il problema (7.8). La<br />

scelta naturale del quadro in cui operare è la seguente:<br />

D(L) = V = H 1 (Ω), W = V ∗<br />

�<br />

e 〈Lu, v〉 = (A∇u) · ∇v dx per u, v ∈ V . (7.10)<br />

174<br />

Ω<br />

Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>

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