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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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I teoremi fondamentali <strong>di</strong> Banach<br />

7.3. Corollario. Siano V e W due spazi <strong>di</strong> Banach e sia L : D(L) ⊆ V → W un operatore<br />

lineare chiuso. Allora L è iniettivo e ha immagine chiusa in W se e solo se esiste M tale che<br />

�u� ≤ M�Lu� per ogni u ∈ D(L) . (7.4)<br />

Dimostrazione. Supponiamo L iniettivo con immagine chiusa. Allora, per il Teorema 7.2, vale la (7.2).<br />

Ma questa coincide con la (7.4) dato che L è iniettivo. Dunque vale la (7.4). Viceversa, supponiamo che<br />

valga la (7.4). Allora N(L) si riduce al vettore nullo. Segue che L è iniettivo. Ma allora vale anche la (7.2),<br />

dato che essa viene a coincidere con la (7.4) valida per ipotesi. Conclu<strong>di</strong>amo che L ha anche immagine<br />

chiusa per il Teorema 7.2.<br />

7.4. Osservazione. Notiamo che la (7.2) viene spesso scritta in una forma <strong>di</strong>versa, precisamente<br />

<strong>di</strong>st(u, N(L)) ≤ M�Lu� per ogni u ∈ D(L)<br />

equivalente alla (7.2). Fissato infatti u ∈ D(L) , un elemento v ∈ V appartiene a D(L) e verifica<br />

Lv = Lu se e solo se ha la forma v = u − z con z ∈ N(L) , per cui abbiamo<br />

inf{�v� : v ∈ D(L) e Lv = Lu} = inf{�u − z� : z ∈ N(L)} = <strong>di</strong>st(u, N(L)).<br />

Tornando a un’ottica vicina alla (7.2), possiamo scrivere in modo equivalente<br />

esiste M > 0 tale che, per ogni u ∈ D(L), esista v ∈ D(L) tale che<br />

Lv = Lu e �v� ≤ M�Lu�. (7.5)<br />

Infatti questa con<strong>di</strong>zione implica la (7.2) con lo stesso M ; viceversa, se la (7.2) vale con un certo<br />

M > 0 , possiamo prendere 2M al posto <strong>di</strong> M nella (7.5), semplicemente applicando la definizione<br />

<strong>di</strong> estremo inferiore se Lu �= 0 e scegliendo v = 0 se Lu = 0 . La (7.4), poi, resta chiaramente<br />

un caso particolare della (7.5), quello in cui è possibile scegliere proprio v = u . Notiamo che la<br />

verifica della (7.5) corrisponde a considerare l’equazione Lv = f <strong>di</strong> incognita v , ipotizzando a<br />

priori che una soluzione u esista e <strong>di</strong> cercare z ∈ N(L) in modo che v = u + z realizzi la stima<br />

voluta con M in<strong>di</strong>pendente da f . La (7.4), invece, corrisponde a considerare l’equazione Lu = f<br />

e a cercare una stima a priori del tipo �u�V ≤ M�f�W , sempre con M in<strong>di</strong>pendente da f , per<br />

ogni eventuale soluzione u , anche senza preoccuparsi dell’esistenza o meno delle soluzioni.<br />

7.5. Applicazione. Combiniamo l’uso del Teorema 7.3 con la riflessività degli spazi <strong>di</strong> Hilbert<br />

(Teorema VI.1.2) per dare una <strong>di</strong>mostrazione alternativa del Teorema IV.1.24 <strong>di</strong> Lax-Milgram.<br />

Conservando le ipotesi e le notazioni del teorema citato, applichiamo la Proposizione III.2.8 e<br />

introduciamo l’operatore L ∈ L(H; H ∗ ) , che è chiuso in quanto continuo, associato alla forma a .<br />

Abbiamo pertanto 〈Lu, v〉 = a(u, v) per ogni u, v ∈ H . Deduciamo che 〈Lu, u〉 = a(u, u) ≥ α�u� 2<br />

per ogni u ∈ H e quin<strong>di</strong> che<br />

�u� 2 ≤ 1 1<br />

〈Lu, u〉 ≤<br />

α α �Lu�∗ �u� da cui �u� ≤ 1<br />

α �Lu�∗ per ogni u ∈ H .<br />

Dunque vale la (7.4) e conclu<strong>di</strong>amo sia che L è iniettivo sia che l’immagine R(L) è chiusa in H ∗ .<br />

In particolare vale la (5.4). Consideriamo l’aggiunto L ∗ ∈ L(H ∗∗ ; H ∗ ) . Risulta<br />

〈L ∗ u ∗∗ , v〉 = 〈u ∗∗ , Lv〉 per ogni u ∗∗ ∈ H ∗∗ e v ∈ H .<br />

Supponiamo ora L ∗ u ∗∗ = 0 e, detto J : H → H ∗∗ l’isomorfismo canonico, che è suriettivo per la<br />

riflessività <strong>di</strong> H , pren<strong>di</strong>amo u = v = J −1 u ∗∗ . Abbiamo allora<br />

0 = 〈L ∗ u ∗∗ , v〉 = 〈L ∗ Ju, v〉 = 〈Ju, Lv〉 = 〈Lv, u〉 = a(v, u) = a(u, u) ≥ α�u� 2 = α�u ∗∗ � 2 ∗∗<br />

e deduciamo che u ∗∗ = 0 . Conclu<strong>di</strong>amo che N(L ∗ ) = {0} e la (5.4) fornisce R(L) = H ∗ .<br />

<strong>Analisi</strong> <strong>Funzionale</strong><br />

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