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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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Capitolo 7<br />

Dimostrazione. Sia {fn} una successione convergente debolmente* nel duale V ∗ <strong>di</strong> uno spazio <strong>di</strong> Banach<br />

V . Consideriamo l’insieme S ∗ = {fn : n = 1, 2, . . .} , immagine della successione. Questo rientra<br />

nella prima parte del Corollario 2.2 dato che, per ogni x ∈ V , la successione {〈fn, x〉} è limitata in quanto<br />

convergente. Deduciamo che S ∗ è limitato in V ∗ , cioè che è limitata in V ∗ la successione data.<br />

Sia ora {xn} una successione debolmente convergente in uno spazio normato V . Consideriamo l’insieme<br />

S = {xn : n = 1, 2, . . .} , immagine della successione. Questo rientra nella seconda parte del Corollario 2.2<br />

dato che, per ogni f ∈ V ∗ , la successione {〈f, xn〉} è limitata in quanto convergente. Deduciamo che S è<br />

limitato, cioè che è limitata in V ∗ la successione data.<br />

Più in generale, per quanto riguarda la convergenza debole*, abbiamo il risultato <strong>di</strong>mostrato<br />

<strong>di</strong> seguito, nel quale l’appartenenza <strong>di</strong> f a V ∗ è nella tesi e non nell’ipotesi. Esso viene spesso<br />

enunciato nella forma: se V è uno spazio <strong>di</strong> Banach, allora V ∗ è sequenzialmente completo rispetto<br />

alla convergenza debole*. Infatti, data la completezza <strong>di</strong> K , la convergenza della successione <strong>di</strong><br />

scalari che compare nell’ipotesi equivale alla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Cauchy. Ne deduciamo un risultato <strong>di</strong><br />

convergenza debole in spazi riflessivi che, per un motivo analogo, viene anche enunciato nella forma:<br />

ogni spazio <strong>di</strong> Banach riflessivo è sequenzialmente completo rispetto alla convergenza debole.<br />

2.5. Corollario. Siano V uno spazio <strong>di</strong> Banach e {fn} una successione <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> V ∗ tale<br />

che per ogni v ∈ V la successione {〈fn, v〉} converga. Allora {fn} converge debolmente* in V ∗ .<br />

Dimostrazione. Il can<strong>di</strong>dato limite è il funzionale f definito dalla formula f(v) = limn→∞〈fn, v〉 per<br />

v ∈ V , formula che ha senso per ipotesi. Allora f è lineare come subito si verifica. Controlliamo che<br />

f ∈ V ∗ . Per ogni v ∈ V la successione {〈fn, v〉} è limitata in quanto convergente. Per il Teorema <strong>di</strong><br />

Banach-Steinhaus esiste una costante M ≥ 0 tale che |〈fn, v〉| ≤ M�v� per ogni v ∈ V e per ogni n .<br />

Passando al limite si ha subito |f(v)| ≤ M�v� per ogni v ∈ V . Dunque f ∈ V ∗ e fn ∗ ⇀ f in V ∗ .<br />

2.6. Corollario. Siano V uno spazio <strong>di</strong> Banach riflessivo e {vn} una successione <strong>di</strong> elementi<br />

<strong>di</strong> V tale che per ogni f ∈ V ∗ la successione {〈f, vn〉} converga. Allora la successione {vn}<br />

converge debolmente in V .<br />

Dimostrazione. Detto J l’isomorfismo canonico, la successione {Jvn} è nelle ipotesi del Corollario 2.5<br />

relativamente allo spazio <strong>di</strong> Banach V ∗ . Dunque essa converge debolmente* in V ∗∗ a un certo elemento<br />

F ∈ V ∗∗ . Siccome V è riflessivo, abbiamo F = Jv per un certo v ∈ V e deduciamo che vn ⇀ v in V .<br />

La completezza <strong>di</strong> V nel Teorema <strong>di</strong> Banach-Steinhaus e in ciascuna delle conseguenze che<br />

abbiamo derivato è essenziale, come mostra l’esempio che ora costruiamo.<br />

2.7. Esempio. Pren<strong>di</strong>amo V = C 0 [0, 1] munito della (restrizione della) norma � · �1 , così che<br />

V non è completo, il suo completamento essendo L 1 (0, 1) . Per ogni n > 0 intero consideriamo<br />

il funzionale lineare fn : V → R definito da fn(v) = √ n � 1/n<br />

v(x) dx . Esso è continuo in quanto<br />

0<br />

|fn(v)| ≤ √ n�v�1 per ogni v ∈ V . Dunque fn ∈ V ∗ e �fn�∗ ≤ √ n . Più precisamente vale<br />

l’uguaglianza, dato che la funzione vn definita da vn(x) = 2n(1 − nx) + appartiene a V e verifica<br />

�vn�1 = 1 e 〈fn, vn〉 = √ n . In particolare la successione {fn} non è limitata in V ∗ . Ciò<br />

nonostante {fn} converge a 0 in V ∗ in quanto<br />

〈fn, v〉 = 1<br />

� 1/n<br />

� 1/n<br />

√ v(x) dx e lim v(x) dx = v(0) per ogni v ∈ C<br />

n<br />

n→∞<br />

0 [0, 1] .<br />

0<br />

0<br />

2.8. Osservazione. Naturalmente la scelta dello spazio completo V = L 1 (0, 1) in sostituzione <strong>di</strong><br />

C 0 [0, 1] non avrebbe dato contrad<strong>di</strong>zioni: con la definizione <strong>di</strong> fn formalmente identica avremmo<br />

avuto ancora fn ∈ V ∗ e �fn�∗ = √ n , ma non la convergenza debole* dato che la successione<br />

{〈fn, v〉} <strong>di</strong>verge se v è data da v(x) = x −1/4 (che ora appartiene a V ). Conclu<strong>di</strong>amo in particolare<br />

che, se V non è completo, sebbene i duali <strong>di</strong> V e del completamento siano identificabili in<br />

modo canonico (ve<strong>di</strong> l’Esercizio III.3.9), le corrispondenti convergenze deboli* hanno un significato<br />

<strong>di</strong>verso (il che pone un’ombra sul modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re convergenza debole* in V ∗ comunemente usato;<br />

<strong>di</strong> fatto, nei due casi, V ∗ è dotato <strong>di</strong> due topologie). Si noti che la nuova fn è l’immagine tramite<br />

la mappa <strong>di</strong> Riesz R1 : L ∞ (0, 1) → (L 1 (0, 1)) ∗ della funzione un ∈ L ∞ (0, 1) data da un(x) = √ n<br />

se x < 1/n e un(x) = 0 altrove, la quale verifica appunto �un�∞ = √ n .<br />

158<br />

Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>

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