13.01.2013 Views

G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Capitolo 6<br />

ove J è l’isomorfismo canonico <strong>di</strong> V e (con la notazione (2.1)) J1⊗J2 è l’applicazione definita dalla formula<br />

(J1 ⊗ J2)(v1, v2) = (J1v1, J2v2) per vi ∈ V1 e v2 ∈ V2 .<br />

Siccome J1 ⊗ J2 è ovviamente un isomorfismo, L∗ è un isomorfismo come abbiamo osservato e L∗ è un<br />

isomorfismo grazie al per il Teorema V.8.10, deduciamo che anche J è un isomorfismo se <strong>di</strong>mostriamo che<br />

il <strong>di</strong>agramma è commutativo. Controlliamo dunque questo fatto. Per (v1, v2) ∈ V e (f1, f2) ∈ V ∗<br />

1 × V ∗<br />

2<br />

abbiamo<br />

〈L∗(J1 ⊗ J2)(v1, v2), (f1, f2)〉 = 〈L∗(J1v1, J2v2), (f1, f2)〉 = 〈J1v1, f1〉 + 〈J2v2, f2〉 = 〈f1, v1〉 + 〈f2, v2〉.<br />

D’altra parte<br />

〈L ∗ J(v1, v2), (f1, f2)〉 = 〈J(v1, v2), L(f1, f2)〉 = 〈L(f1, f2), (v1, v2)〉 = 〈f1, v1〉 + 〈f2, v2〉.<br />

Dunque il <strong>di</strong>agramma è commutativo e la <strong>di</strong>mostrazione è conclusa.<br />

2.8. Esercizio. Si inverta il risultato precedente <strong>di</strong>mostrando che, se il prodotto V1 × V2 è<br />

riflessivo, allora sono riflessivi entrambi gli spazi V1 e V2 <strong>di</strong> partenza.<br />

2.9. Teorema. Siano V e W due spazi normati immersi con continuità in uno spazio vettoriale<br />

topologico Z . Se V e W sono riflessivi, allora anche V ∩ W e V + W lo sono.<br />

Dimostrazione. Infatti l’intersezione e la somma sono spazi isomorfi a sottospazi chiusi del prodotto<br />

V × W e, rispettivamente, del quoziente <strong>di</strong> V × W rispetto a un suo sottospazio chiuso (si vedano il<br />

Teorema I.6.1 e la <strong>di</strong>mostrazione del Teorema II.1.6).<br />

2.10. Osservazione. Vi è un’altra costruzione canonica, <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>amo solo un cenno e che riprenderemo<br />

più tar<strong>di</strong>, che pure porta a uno spazio riflessivo se si parte da spazi riflessivi. Siano V e<br />

W due spazi normati, L : D(L) ⊆ V → W un operatore lineare e G(L) il suo grafico. Siccome<br />

l’applicazione I : D(L) → G(L) data da Iv = (v, Lv) è un isomorfismo algebrico, scelta la norma<br />

nel prodotto V × W fra quelle naturali e considerata la norma indotta su G(L) , possiamo considerare<br />

la norma � · �G (detta norma del grafico) in D(L) che rende I isomorfismo isometrico:<br />

�v�G = �(v, Lv)�V ×W per v ∈ D(L) . Supponiamo ora che G(L) sia un sottospazio chiuso del<br />

prodotto (in tali con<strong>di</strong>zioni si <strong>di</strong>ce che L è un operatore chiuso). Allora, se V e W sono spazi<br />

riflessivi, anche D(L) , munito della norma del grafico, è uno spazio riflessivo. Infatti, per i risultati<br />

precedenti, sono riflessivi l’uno dopo l’altro gli spazi V × W , G(L) e D(L) .<br />

Combiniamo i risultati <strong>di</strong> questo capitolo per <strong>di</strong>mostrare la riflessività degli spazi <strong>di</strong> Sobolev<br />

per p ∈ (1, +∞) , riflessività che, invece, è falsa nei casi estremi (si riveda l’Osservazione 2.5).<br />

2.11. Teorema. Gli spazi <strong>di</strong> Sobolev W k,p (Ω) sono riflessivi per ogni k ≥ 0 e p ∈ (1, +∞) .<br />

Dimostrazione. Ripren<strong>di</strong>amo velocemente la <strong>di</strong>mostrazione del Teorema II.2.11 <strong>di</strong> completezza dello<br />

spazio <strong>di</strong> Sobolev W k,p (Ω) : esiste un isomorfismo <strong>di</strong> W k,p (Ω) su un sottospazio chiuso V0 <strong>di</strong> una certa<br />

potenza L p (Ω) N <strong>di</strong> L p (Ω) . Siccome p ∈ (1, +∞) , lo spazio L p (Ω) è riflessivo per il Teorema 1.3. Allora<br />

i Teoremi 2.7, 2.3 e 2.2 forniscono, nell’or<strong>di</strong>ne, la riflessività <strong>di</strong> L p (Ω) N , <strong>di</strong> V0 , <strong>di</strong> W k,p (Ω) .<br />

2.12. Esercizio. Siano Ω un aperto <strong>di</strong> Rd , e siano k ≥ 0 intero e p ∈ (1, +∞) . Sia poi {un}<br />

una successione limitata in W k,p (Ω) tale che, per |α| ≤ k e per ogni v ∈ C∞ c (Ω) , la successione<br />

numerica costituita dagli integrali �<br />

Ω (Dαun) v dx converga. Si <strong>di</strong>mostri che {un} converge<br />

debolmente in W k,p (Ω) . Consigliamo il lettore <strong>di</strong> rivedere l’Esercizio V.2.3 e il Corollario V.6.2.<br />

2.13. Esercizio. Sia Ω un intervallo. Si <strong>di</strong>mostri che W 1,1 (Ω) non è riflessivo. Si consiglia <strong>di</strong><br />

ragionare per assurdo e <strong>di</strong> utilizzare il Teorema V.7.2 <strong>di</strong> compattezza debole sequenziale. Si estenda<br />

il risultato <strong>di</strong> non riflessività allo spazio W k,1 (Ω) con k ≥ 0 arbitrario.<br />

2.14. Esercizio. Sia Ω un intervallo limitato e sia L : W 1,∞ (Ω) → L∞ (Ω) × R l’applicazione<br />

data da v ↦→ (v ′ , �<br />

Ω v dx) . Si <strong>di</strong>mostri che L è un isomorfismo e si deduca che W 1,∞ (Ω) non è<br />

riflessivo. Si consiglia <strong>di</strong> usare l’Esercizio 2.8. Per induzione, si generalizzi a W k,∞ (Ω) , k ∈ N .<br />

152<br />

Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!