G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica
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Capitolo 5<br />
Osserviamo che, pur <strong>di</strong> estrarre ulteriormente, vale la convergenza uε → u q.o. in Ω . Allora dalla<br />
prima delle (12.20) deduciamo che ϕ(u(x)) ≤ lim infε→0 ϕε(uε(x)) q.o. in Ω . Usando anche il<br />
Lemma <strong>di</strong> Fatou, abbiamo allora<br />
�<br />
�<br />
ϕ(u) dx + (ξ, v − u) ≤ lim inf<br />
Ω<br />
Ω ε→0 ϕε(uε) dx + (ξ, v) − (ξ, u)<br />
�<br />
≤ lim inf<br />
ε→0<br />
= lim inf<br />
ε→0<br />
Ω<br />
� �<br />
ϕε(uε) dx + lim(ξε,<br />
v) − lim(ξε,<br />
uε)<br />
ε→0 ε→0<br />
Ω<br />
�<br />
ϕε(uε) dx + (ξε, v) − (ξε, uε)<br />
≤ lim inf<br />
ε→0<br />
�<br />
Ω<br />
�<br />
ϕε(v) dx ≤<br />
Ω<br />
ϕ(v) dx.<br />
Dunque la (12.18) è <strong>di</strong>mostrata e la Proposizione 12.22 assicura che ξ ∈ ∂ϕ(u) q.o. in Ω .<br />
Per quanto riguarda le (12.20), presentiamo due esempi: per ciascuno dei due, accanto alla<br />
definizione <strong>di</strong> ϕ , <strong>di</strong>amo una scelta <strong>di</strong> ϕε che realizza le con<strong>di</strong>zioni (12.20) appunto.<br />
ϕ(r) = cosh r − 1 (da cui ϕ ′ � r sinh s<br />
(r) = sinh r) e ϕε(r) =<br />
ds (12.21)<br />
0 1 + ε sinh s<br />
� r<br />
ϕ(r) = I (−∞,0](r) e ϕε(r) = 1<br />
2ε (r+ ) 2 =<br />
0<br />
s +<br />
ε ds ove ( · )+ è la parte positiva. (12.22)<br />
Si noti, nella seconda, il legame con la regolarizzata <strong>di</strong> Yosida <strong>di</strong> ∂ϕ cui accenneremo tra breve.<br />
Ora torniamo a considerazioni <strong>di</strong> carattere generale. Dimostriamo un risultato molto semplice,<br />
che generalizza il fatto che la derivata f ′ è una funzione non decrescente se f : R → R è una<br />
funzione convessa <strong>di</strong>fferenziabile. Questa con<strong>di</strong>zione, infatti, si può riscrivere come segue<br />
(f ′ (x) − f ′ (y))(x − y) ≥ 0 per ogni x, y ∈ R<br />
cioè in termini <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong> incrementi anziché <strong>di</strong> quozienti.<br />
12.24. Proposizione. Siano V uno spazio normato e f : V → (−∞, +∞] una funzione convessa<br />
propria s.c.i. Allora il suo sotto<strong>di</strong>fferenziale verifica la seguente con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> monotonia<br />
〈ξ − η, x − y〉 ≥ 0 per ogni x, y ∈ V , ξ ∈ ∂f(x) e η ∈ ∂f(y) . (12.23)<br />
Dimostrazione. Siano infatti x, y, ξ, η come specificato nella (12.23). Allora<br />
f(x) + 〈ξ, y − x〉 ≤ f(y) e f(y) + 〈η, x − y〉 ≤ f(x).<br />
Sommando membro a membro e rior<strong>di</strong>nando si ottiene la (12.23).<br />
12.25. Definizione. Sia V uno spazio normato. Una funzione A : V → 2V ∗<br />
monotono quando<br />
è detta operatore<br />
〈ξ − η, x − y〉 ≥ 0 per ogni x, y ∈ V , ξ ∈ A(x) e η ∈ A(y) . (12.24)<br />
Il grafico <strong>di</strong> A è l’insieme G(A) = {(x, ξ) ∈ V × V ∗ : ξ ∈ A(x)} .<br />
Il risultato che segue e che <strong>di</strong>amo solo nel caso hilbertiano generalizza quanto detto all’inizio<br />
del paragrafo circa la derivata <strong>di</strong> una funzione convessa <strong>di</strong>fferenziabile. Si noti che esso implica<br />
imme<strong>di</strong>atamente che D(∂f) non è vuoto se f è anche s.c.i.: basta infatti applicare il teorema,<br />
ad esempio, con z = 0 . Ma il corollario che seguirà <strong>di</strong>ce molto <strong>di</strong> più, dato che esso lascia intuire<br />
che il grafico <strong>di</strong> un sotto<strong>di</strong>fferenziale è un insieme molto ricco.<br />
142<br />
Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>