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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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Il Teorema <strong>di</strong> Hahn-Banach<br />

Dimostrazione. Sia ξ = f ′ (x) : mostriamo che vale la (12.3). Fissiamo dunque y ∈ D(f) ad arbitrio.<br />

Allora x + t(y − x) ∈ D(f) per ogni t ∈ (0, 1) e risulta<br />

f(x + t(y − x)) ≤ f(x) + t � f(y) − f(x) � per ogni t ∈ (0, 1) , da cui 〈ξ, y − x〉 ≤ f(y) − f(x).<br />

Sia ora ξ ∈ ∂f(x) , cioè verificante la (12.3): mostriamo che ξ = f ′ (x) . Sia v ∈ V non nullo. Se r > 0 è<br />

tale che Br(x) ⊆ D(f) e t ∗ = r/�v� , allora x ± tv ∈ D(f) per t ∈ (0, t ∗ ) . Per tali t abbiamo allora<br />

f(x) + 〈ξ, ±tv〉 ≤ f(x ± tv) da cui<br />

f(x − tv) − f(x)<br />

−t<br />

≤ 〈ξ, v〉 ≤<br />

f(x + tv) − f(x)<br />

t<br />

e prendendo t → 0 deduciamo 〈f ′ (x), v〉 ≤ 〈ξ, v〉 ≤ 〈f ′ (x), v〉 . Dunque ξ = f ′ (x) . Ciò conclude la <strong>di</strong>mostrazione<br />

della prima parte. L’altra affermazione dell’enunciato si ottiene poi applicando il Teorema 12.10.<br />

12.17. Osservazione. Nell’ambito del risultato precedente, dunque, la (12.5) <strong>di</strong>venta f ′ (x) = 0 ,<br />

cioè un’equazione anziché un’inclusione come nel caso generale. Di equazione <strong>di</strong> Eulero-Lagrange<br />

(Osservazione 12.11) si parla più propriamente esattamente in situazioni <strong>di</strong> questo tipo.<br />

Consideriamo ora la somma <strong>di</strong> due funzioni f, g : V → (−∞, +∞] convesse proprie s.c.i.: essa<br />

è comunque convessa e s.c.i., ma in generale non propria. Precisamente f + g è propria se e solo se<br />

l’intersezione D(f) ∩ D(g) è non vuota. In tali con<strong>di</strong>zioni ha senso considerare il sotto<strong>di</strong>fferenziale<br />

<strong>di</strong> f + g ed è imme<strong>di</strong>ato verificare che<br />

∂f(x) + ∂g(x) ⊆ ∂(f + g)(x) per ogni x ∈ V (12.8)<br />

ove la somma al primo membro è la somma vettoriale, cioè l’insieme descritto da ξ + η al variare<br />

<strong>di</strong> ξ ed η nei due sotto<strong>di</strong>fferenziali rispettivamente. Notiamo che, in generale, l’inclusione non<br />

è un’uguaglianza, come mostra l’esempio seguente. Siano C± = B1(±1, 0) ⊂ R 2 e f± = IC± le<br />

corrispondenti in<strong>di</strong>catrici. Allora f− + f+ è l’in<strong>di</strong>catrice dell’insieme {(0, 0)} e l’origine è l’unico<br />

punto che ha senso considerare. Abbiamo<br />

∂f−(0, 0) = [0, +∞)×{0} e ∂f+(0, 0) = (−∞, 0]×{0} da cui ∂f−(0, 0)+∂f+(0, 0) = R×{0}<br />

mentre il sotto<strong>di</strong>fferenziale della somma è tutto R 2 .<br />

Il risultato successivo, che riguarda una situazione particolare ma <strong>di</strong> indubbio interesse, assicura<br />

che nella (12.8) vale l’uguaglianza. Segnaliamo che la con<strong>di</strong>zione<br />

V è riflessivo ed esiste x0 ∈ D(∂f) ∩ D(∂g) interno a D(∂f) o a D(∂g) (12.9)<br />

è sufficiente perché valga l’uguaglianza ad<strong>di</strong>rittura per ogni x ∈ V .<br />

12.18. Proposizione. Siano V uno spazio normato, f, g : V → (−∞, +∞] due funzioni convesse<br />

proprie s.c.i. e x ∈ D(f) ∩ D(g) . Se x è interno a D(f) e f è <strong>di</strong>fferenziabile secondo<br />

Gâteaux in x , allora vale la formula<br />

∂(f + g)(x) = f ′ (x) + ∂g(x). (12.10)<br />

In particolare x è <strong>di</strong> minimo per la funzione f + g se e solo se −f ′ (x) ∈ ∂g(x) .<br />

Dimostrazione. Dimostriamo le due inclusioni. Se ζ appartiene al secondo membro, allora ζ = f ′ (x) + η<br />

con η ∈ ∂g(x) . Grazie alla Proposizione 12.16 e alla (12.8), deduciamo che ζ ∈ ∂(f + g)(x) . Supponiamo<br />

ora che ζ appartenga al primo membro della (12.10): dobbiamo <strong>di</strong>mostrare che ζ appartiene al secondo,<br />

cioè che ζ − f ′ (x) ∈ ∂g(x) . Sia y ∈ D(g) . Siccome x è interno a D(f) , esiste t ∗ ∈ (0, 1) tale che<br />

x + t(y − x) ∈ D(f) per ogni t ∈ (0, t ∗ ) . Per tali t abbiamo allora x + t(y − x) ∈ D(f) ∩ D(g) . Usando<br />

l’ipotesi ζ ∈ ∂(f + g)(x) e la convessità <strong>di</strong> g abbiamo dunque<br />

f(x) + g(x) + 〈ζ, t(y − x)〉 ≤ f(x + t(y − x)) + g(x + t(y − x)) ≤ f(x + t(y − x)) + g(x) + t � g(y) − g(x) � .<br />

Semplificando fra primo e ultimo membro, rior<strong>di</strong>nando e <strong>di</strong>videndo per t , deduciamo<br />

f(x + t(y − x)) − f(x)<br />

〈ζ, y − x〉 ≤ + g(y) − g(x) da cui 〈ζ, y − x〉 ≤ 〈f<br />

t<br />

′ (x), y − x〉 + g(y) − g(x).<br />

Ma ciò significa, per l’arbitrarietà <strong>di</strong> y , che ζ − f ′ (x) ∈ ∂g(x) . Ciò conclude la <strong>di</strong>mostrazione della prima<br />

parte. L’altra affermazione dell’enunciato si ottiene poi applicando il Teorema 12.10.<br />

<strong>Analisi</strong> <strong>Funzionale</strong><br />

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