G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica
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Capitolo 5<br />
12.12. Definizione. Siano V uno spazio normato, x ∈ V e f : Br(x) → R . Diciamo che f è<br />
<strong>di</strong>fferenziabile secondo Gâteaux, o G-<strong>di</strong>fferenziabile, in x quando esiste ξ ∈ V ∗ tale che<br />
f(x + tv) − f(x)<br />
〈ξ, v〉 = lim<br />
t→0 t<br />
per ogni v ∈ V . (12.6)<br />
L’elemento ξ è detto derivata <strong>di</strong> Gâteaux <strong>di</strong> f in x e denotato con f ′ (x) o ∇f(x) .<br />
Naturalmente, nella (12.6), t è la variabile reale. Si riconosce l’estensione del concetto <strong>di</strong><br />
derivata <strong>di</strong>rezionale, qui rispetto a un vettore <strong>di</strong> norma non necessariamente unitaria, ma con la<br />
richiesta ulteriore che la derivata stessa <strong>di</strong>penda dal vettore in modo lineare e continuo. Si noti<br />
che la (12.6) in<strong>di</strong>vidua univocamente il valore 〈ξ, v〉 per ogni v ∈ V , per cui il funzionale ξ è<br />
necessariamente unico e l’ultima parte della definizione ha senso.<br />
12.13. Osservazione. Per quanto riguarda la verifica della <strong>di</strong>fferenziabilità secondo Gâteaux e<br />
il calcolo della derivata, si noti che il secondo membro della (12.6) non è altro che la derivata in<br />
t = 0 della funzione (definita in un intorno <strong>di</strong> t = 0 appunto) t ↦→ f(x + tv) . Basta allora vedere<br />
se tale derivata esiste e se essa <strong>di</strong>pende da v in modo lineare e continuo.<br />
12.14. Osservazione. Non possiamo tacere sull’estensione della <strong>di</strong>fferenziabilità, che, come è<br />
ben noto, è una con<strong>di</strong>zione più restrittiva dell’esistenza delle derivate <strong>di</strong>rezionali, anche se questa<br />
viene accompagnata da una richiesta <strong>di</strong> linearità rispetto al vettore. Nelle con<strong>di</strong>zioni della Definizione<br />
12.12, <strong>di</strong>ciamo che f è <strong>di</strong>fferenziabile secondo Fréchet in x quando esiste ξ ∈ V ∗ tale che<br />
f(x + h) − f(x) − 〈ξ, h〉<br />
f(x + h) = f(x) + 〈ξ, h〉 + o(�h�) per h → 0 , cioè lim<br />
= 0. (12.7)<br />
h→0 �h�<br />
L’elemento ξ è necessariamente unico e viene detto derivata <strong>di</strong> Fréchet <strong>di</strong> f in x . Come nel caso<br />
elementare degli spazi euclidei, si vede subito che la <strong>di</strong>fferenziabilità secondo Fréchet implica quella<br />
secondo Gâteaux e che le due derivate coincidono. In particolare, per vedere se f è <strong>di</strong>fferenziabile<br />
secondo Fréchet e calcolare la derivata, si può controllare la <strong>di</strong>fferenziabilità secondo Gâteaux<br />
calcolando, per ogni v ∈ V , il secondo membro della (12.6) e provando che esso <strong>di</strong>pende da v in<br />
modo lineare e continuo; se tutto ciò ha successo, si cerca <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare che la derivata <strong>di</strong> Gâteaux<br />
verifica la (12.7), il che può essere vero o meno.<br />
12.15. Osservazione. Anche se in questa sede non siamo interessati all’estensione, notiamo che<br />
le definizioni <strong>di</strong> derivate <strong>di</strong> Gâteaux e <strong>di</strong> Fréchet si possono dare allo stesso modo nel caso in cui la<br />
funzione in gioco assuma valori in uno spazio normato W : in tal caso la derivata è un elemento<br />
<strong>di</strong> L(V ; W ) . In particolare, se Ω è un aperto <strong>di</strong> V e f : Ω → W è <strong>di</strong>fferenziabile secondo<br />
Fréchet (questo è il tipo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziabilità che è più opportuno considerare) in tutti i punti <strong>di</strong> Ω ,<br />
allora possiamo introdurre la funzione f ′ : Ω → L(V ; W ) che a ogni x ∈ Ω associa la derivata <strong>di</strong><br />
Fréchet f ′ (x) e iterare la procedura <strong>di</strong> derivazione: se ciò riesce in un punto x , abbiamo la derivata<br />
<strong>di</strong> Fréchet seconda f ′′ (x) ∈ L(V ; L(V ; W )) = L2(V 2 ; W ) , lo spazio delle applicazioni bilineari e<br />
continue da V × V in W . In generale, la derivata <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne n <strong>di</strong> f nel punto x è un operatore<br />
f (n) (x) : V n → W n -lineare e continuo. Si può allora generalizzare buona parte dell’usuale calcolo<br />
<strong>di</strong>fferenziale. Ad esempio valgono l’estensione del Teorema <strong>di</strong> Schwarz (se f è <strong>di</strong>fferenziabile due<br />
volte secondo Fréchet in x , allora f ′′ (x) è un operatore simmetrico) e della formula <strong>di</strong> Taylor<br />
con il resto <strong>di</strong> Peano (in una versione astratta che appare formalmente identica a quella consueta<br />
delle funzioni reali <strong>di</strong> variabile reale, con l’avvertenza <strong>di</strong> interpretare la scrittura f (k) (x)h k come<br />
il valore che f (k) (x) assume sulla k -upla formata da k vettori tutti uguali ad h ).<br />
12.16. Proposizione. Siano V uno spazio normato e f : V (−∞, +∞] una funzione convessa<br />
propria s.c.i. Se x è un punto interno a D(f) e f è <strong>di</strong>fferenziabile secondo Gâteaux in x , allora<br />
il sotto<strong>di</strong>fferenziale ∂f(x) coincide con l’insieme {f ′ (x)} . In particolare, il punto x è <strong>di</strong> minimo<br />
per f se e solo se f ′ (x) = 0 .<br />
134<br />
Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>