G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica
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Capitolo 5<br />
chiuso epi f , troviamo un suo intorno I <strong>di</strong>sgiunto da epi f . Ma I contiene un prodotto cartesiano del tipo<br />
J × (λ − δ, λ + δ) , ove J ∈ I(x0) e δ > 0 . Supponiamo ora x ∈ J . Allora (x, λ) ∈ I , da cui (x, λ) �∈ epi f ,<br />
cioè f(x) > λ e la (10.7) è stata verificata.<br />
Siccome le con<strong>di</strong>zioni iii) e iv) sono ovviamente equivalenti, per concludere <strong>di</strong>mostriamo l’equivalenza<br />
fra la i) e la iii) .<br />
Supponiamo che f sia s.c.i. e, fissato α ∈ R , <strong>di</strong>mostriamo che l’insieme Aα = {x ∈ S : f(x) > α} è<br />
aperto. Sia x0 ∈ Aα . Essendo f(x0) > α possiamo scegliere λ ∈ (α, f(x0)) e applicando la (10.7) troviamo<br />
J ∈ I(x0) tale che f(x) ≥ λ > α per ogni x ∈ J . Dunque J ⊆ Aα .<br />
Supponiamo infine che valga la iii) e, fissato x0 ∈ S , <strong>di</strong>mostriamo che f è s.c.i. in x0 provando<br />
la (10.7). Sia λ < f(x0) ad arbitrio. Siccome l’insieme Aλ dei punti x ∈ S tali che f(x) > λ è aperto e<br />
x0 ∈ Aλ , troviamo J ∈ I(x0) incluso in Aλ . Allora f(x) > λ per ogni x ∈ J .<br />
10.11. Esercizio. Per c ∈ (−∞, +∞] , sia fc : R → (−∞, +∞] definita dalle formule f(x) =<br />
sign x se x �= 0 e f(0) = c . Determinare per quali valori <strong>di</strong> c la funzione fc è s.c.i. applicando<br />
sia la definizione, sia la Proposizione 10.8, sia le con<strong>di</strong>zioni del Teorema 10.10.<br />
10.12. Osservazione. La funzione in<strong>di</strong>catrice (10.1) del sottoinsieme C è s.c.i. se e solo se C<br />
è chiuso e la somma <strong>di</strong> due funzioni s.c.i. è s.c.i. In particolare la somma <strong>di</strong> una funzione s.c.i. e<br />
della funzione in<strong>di</strong>catrice <strong>di</strong> un chiuso è s.c.i. Infine, se {fα : α ∈ A} è una famiglia non vuota <strong>di</strong><br />
funzioni tutte s.c.i., è s.c.i. anche la funzione f : S → (−∞, +∞] definita dalla formula<br />
che viene detta inviluppo superiore della famiglia considerata.<br />
f(x) = sup fα(x) per x ∈ S (10.8)<br />
α∈A<br />
10.13. Esercizio. Dimostrare le affermazioni dell’osservazione precedente.<br />
Le funzioni continue trasformano compatti in compatti. In particolare ogni funzione reale<br />
continua su un compatto ha massimo e minimo (Teorema <strong>di</strong> Weierstrass). Se però si è interessati<br />
all’esistenza del solo minimo, l’ipotesi <strong>di</strong> continuità può essere indebolita, come mostra il risultato<br />
dato <strong>di</strong> seguito. Le due ipotesi prese in considerazione, equivalenti nel caso degli spazi metrici, sono<br />
in<strong>di</strong>pendenti nel caso generale.<br />
10.14. Teorema. Siano S uno spazio topologico e f : S → (−∞, +∞] una funzione propria.<br />
Allora f ha minimo in ciascuno dei due casi seguenti: i) S è compatto e f è s.c.i.; ii) S è<br />
sequenzialmente compatto e f è sequenzialmente s.c.i.<br />
Dimostrazione. Sia λ = infx∈S f(x) . Si ha λ < +∞ perché f è propria, ma per ora non possiamo<br />
escludere che λ = −∞ . Ciò nonostante, un punto x0 ∈ S è <strong>di</strong> minimo se e solo se f(x0) ≤ λ . Dimostriamo<br />
appunto che, in ciascuna delle due ipotesi dell’enunciato, esiste x0 ∈ S tale che f(x0) ≤ λ . Valga i) . Sia<br />
{λn} una successione decrescente <strong>di</strong> numeri reali λn > λ che tende a λ . Posto Cn = {x ∈ S : f(x) ≤ λn} ,<br />
ciascuno dei Cn è non vuoto perché λn > λ e chiuso per il Teorema 10.10. Inoltre, se n1, . . . , nk sono interi<br />
positivi e m è il loro massimo, si ha � k<br />
i=1 Cni = Cm , che non è vuoto come ogni Cn . Siccome S è compatto,<br />
l’intersezione <strong>di</strong> tutti i Cn non è vuota (Proposizione A.1.17). Sia x0 un punto <strong>di</strong> tale intersezione. Allora<br />
f(x0) ≤ λn per ogni n e dunque f(x0) ≤ λ . Valga ora ii) . Sia {xn} una successione minimizzante, cioè<br />
una successione <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> S tale che limn→∞ f(xn) = λ . Siccome per ipotesi S è sequenzialmente<br />
compatto, possiamo estrarre da {xn} una sottosuccessione {xnk } convergente a un certo punto x0 ∈ S . Per<br />
la semicontinuità inferiore sequenziale abbiamo allora f(x0) ≤ lim infk→∞ f(xnk ) = limn→∞ f(xn) = λ .<br />
11. Funzioni convesse<br />
La definizione ricalca quella nota per funzioni reali definite sullo spazio euclideo. In tutto il paragrafo<br />
supponiamo che tutti gli spazi normati che intervengono siano reali.<br />
11.1. Definizione. Siano V uno spazio vettoriale e f : V → (−∞, +∞] . Diciamo che f è<br />
convessa quando epi f è un sottoinsieme convesso <strong>di</strong> V × R .<br />
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Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>