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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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Capitolo 5<br />

5.12. Teorema. Sia V uno spazio normato. Se V ∗ è separabile, allora anche V lo è.<br />

Dimostrazione. Sia {fn : n = 1, 2, . . .} un sottoinsieme numerabile denso <strong>di</strong> V ∗ . Per ogni n sia xn ∈ V<br />

tale che �xn� = 1 e |〈fn, xn〉| ≥ (1/2)�fn�∗ . Dimostriamo che il sottospazio V0 = span{xn : n = 1, 2, . . .}<br />

è denso in V , cioè la ii) del Teorema 5.2. Ma ciò segue dal Corollario 2.7 se <strong>di</strong>mostriamo che l’unico<br />

elemento f ∈ V ∗ che si annulla su V0 è il funzionale nullo. Sia dunque f ∈ V ∗ tale che 〈f, v〉 = 0 per<br />

ogni v ∈ V0 . Fissato ε > 0 ad arbitrio, scegliamo n tale che �f − fn�∗ ≤ ε . Allora<br />

da cui f = 0 per l’arbitrarietà <strong>di</strong> ε .<br />

�f�∗ ≤ �f − fn�∗ + �fn�∗ ≤ ε + �fn�∗ ≤ ε + 2|〈fn, xn〉|<br />

= ε + 2|〈fn − f, xn〉| ≤ ε+ ≤ 2�fn − f�∗�xn� ≤ 3ε<br />

5.13. Corollario. Se V è uno spazio <strong>di</strong> Banach riflessivo, allora esso è separabile se e solo se il<br />

suo duale è separabile.<br />

Dimostrazione. Se V ∗ è separabile, anche V lo è per il teorema precedente. Supponiamo ora V separabile.<br />

Siccome V è riflessivo, V ∗∗ è isomorfo a V , dunque separabile. Applicando il teorema precedente<br />

a V ∗ , deduciamo che esso è separabile.<br />

6. Compattezza debole* sequenziale<br />

Questo paragrafo è de<strong>di</strong>cato principalmente a un fondamentale risultato <strong>di</strong> compattezza sequenziale,<br />

analogo, dunque, al Teorema IV.5.1. Esso riguarda la convergenza debole*. Premettiamo un<br />

risultato propedeutico, la proposizione enunciata <strong>di</strong> seguito, che è anche utile <strong>di</strong> per sé, come<br />

mostrano le applicazioni significative che <strong>di</strong>amo tra breve. Altrettanto utile è poi il corollario che<br />

la segue e che costituisce una sorta <strong>di</strong> duale della proposizione stessa.<br />

6.1. Proposizione. Siano V uno spazio normato e D un sottoinsieme denso <strong>di</strong> V . Sia inoltre<br />

{fn} una successione limitata in V ∗ tale che, per ogni x ∈ D , la successione {〈fn, x〉} converga.<br />

Allora {fn} converge debolmente* in V ∗ .<br />

Dimostrazione. Sia M tale che �fn�∗ ≤ M per ogni n . Sia ora x ∈ V : proviamo che la successione<br />

numerica {〈fn, x〉} converge. A tale scopo basta controllare che essa è <strong>di</strong> Cauchy. Fissiamo dunque ε > 0 .<br />

Siccome D è denso in V , possiamo scegliere y ∈ D tale che �x − y� ≤ ε . Per ogni n, m abbiamo allora<br />

|〈fn, x〉 − 〈fm, x〉| ≤ |〈fn, x〉 − 〈fn, y〉| + |〈fn, y〉 − 〈fm, y〉| + |〈fm, y〉 − 〈fm, x〉|<br />

≤ �fn� �x − y� + �fm� �y − x� + |〈fn, y〉 − 〈fm, y〉| ≤ 2Mε + |〈fn, y〉 − 〈fm, y〉|.<br />

Ma la successione {〈fn, y〉} è <strong>di</strong> Cauchy in quanto convergente. Allora esiste n ∗ tale che, per ogni coppia<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci n, m ≥ n ∗ , l’ultimo termine della catena precedente sia ≤ ε . Per n, m ≥ n ∗ , dunque, abbiamo<br />

che |〈fn, x〉 − 〈fm, x〉| ≤ (2M + 1)ε . Controllata la convergenza della successione {〈fn, x〉} per ogni x ,<br />

possiamo definire f : V → R me<strong>di</strong>ante la formula<br />

f(x) = lim<br />

n→∞ 〈fn, x〉 per x ∈ V .<br />

Si controlla imme<strong>di</strong>atamente che f è lineare. D’altra parte si ha |〈fn, x〉| ≤ M�x� per ogni x ∈ V e<br />

n ≥ 1 . Dunque, passando al limite, otteniamo |f(x)| ≤ M�x� per ogni x ∈ V . Ciò mostra che f ∈ V ∗ .<br />

Allora la definizione stessa <strong>di</strong> f fornisce fn ∗ ⇀ f in V ∗ .<br />

6.2. Corollario. Siano V uno spazio <strong>di</strong> Banach riflessivo e D ∗ un sottoinsieme denso <strong>di</strong> V ∗ .<br />

Sia inoltre {xn} una successione limitata in V tale che, per ogni f ∈ D ∗ , la successione {〈f, xn〉}<br />

converga. Allora la successione {xn} converge debolmente in V .<br />

Dimostrazione. Si consideri la successione {Jxn} immagine tramite l’isomorfismo canonico: essa è una<br />

successione limitata in V ∗∗ tale che, per ogni f ∈ D ∗ , la successione numerica {〈Jxn, f〉} converge. Per<br />

il risultato precedente, applicato a V ∗ e a D ∗ , la successione {Jxn} converge debolmente* in V ∗∗ a un<br />

certo F ∈ V ∗∗ . Siccome V è riflessivo, risulta F = Jx per un certo x ∈ V e la conclusione precedente<br />

<strong>di</strong>venta: Jxn ∗ ⇀ Jx in V ∗∗ . Allora la tesi segue dalla (4.9).<br />

112<br />

Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>

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