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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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Capitolo 5<br />

Per como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>ciamo che due quadrati Q, Q ′ ∈ Qn <strong>di</strong>stinti sono a<strong>di</strong>acenti quando le loro chiusure hanno<br />

intersezione non vuota e poniamo δn = d1/2 /n , così che |x − y| ≤ δn per ogni coppia <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> uno<br />

stesso quadrato Q ∈ Qn e |x − y| ≤ 2δn se x e y appartengono a due quadrati a<strong>di</strong>acenti. Denotiamo<br />

con Ωn l’interno dell’unione delle chiusure <strong>di</strong> tutti i Q ∈ Qn che intersecano Ω e osserviamo che Ωn è un<br />

aperto che include il compatto Ω . Per la Proposizione A.1.21, esiste εn ∈ (0, δn) tale che Bεn (x) ⊆ Ωn<br />

per ogni x ∈ Ω , in particolare per ogni x ∈ Ω . Introduciamo l’insieme Sn delle funzioni v : R d → R<br />

verificanti le due con<strong>di</strong>zioni seguenti: i) v|Q è (q.o. uguale a una) costante per ogni Q ∈ Qn ; ii) v|Q = 0<br />

se Q ∈ Qn non interseca Ω . Siccome Ω è limitato, Sn è uno spazio vettoriale <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione finita.<br />

Costruiamo ora un’applicazione Rn : Sn → C ∞ (R d ) lineare usando la procedura <strong>di</strong> regolarizzazione introdotta<br />

nell’Osservazione I.5.51. Fissiamo ρ : R d → R <strong>di</strong> classe C ∞ verificante le (I.5.28) e definiamo la<br />

regolarizzata Rnv <strong>di</strong> v ∈ Sn e il sottospazio Vn <strong>di</strong> C0 �<br />

(Ω) me<strong>di</strong>ante le formule<br />

(Rnv)(x) = v(x + εn y) ρ(y) dy, per v ∈ Sn e x ∈ Rd , e Vn = {(Rnv)|Ω : v ∈ Sn}.<br />

B1(0)<br />

Allora Vn è uno spazio vettoriale e verifica le prime due delle (5.1). Dimostriamo che l’unione <strong>di</strong> tutti i Vn è<br />

densa in C 0 (Ω) . Fissiamo dunque u ∈ C 0 (Ω) e ε > 0 e costruiamo n e un ∈ Vn tali che �u−un�∞ ≤ 2ε .<br />

Siccome u è uniformemente continua, possiamo scegliere δ > 0 tale che |u(x) − u(y)| ≤ ε per ogni coppia<br />

<strong>di</strong> punti x, y ∈ Ω verificanti |x − y| ≤ δ . Fissiamo n in modo che δn ≤ δ/2 , così che, se due punti x, y ∈ Ω<br />

appartengono allo stesso quadrato Q ∈ Qn oppure a due quadrati a<strong>di</strong>acenti, risulta |x − y| ≤ δ e quin<strong>di</strong><br />

|u(x) − u(y)| ≤ ε . Denotiamo con sn l’unico elemento <strong>di</strong> Sn che verifica la con<strong>di</strong>zione: se Q ∈ Qn e Q<br />

interseca Ω , il valore costante che assume sn è la me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> u in Q ∩ Ω . Poniamo un = (Rnsn)|Ω così che<br />

un ∈ Vn e <strong>di</strong>mostriamo che �u − un�∞ ≤ 2ε .<br />

Sia Q ∈ Qn che interseca Ω e siano M± gli estremi superiore e inferiore <strong>di</strong> u in Q ∩ Ω . Allora<br />

M+ − M− ≤ ε e la me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> u su Q ∩ Ω è compresa fra M− e M+ . Segue che |u(x) − sn(x)| ≤ ε per<br />

ogni x ∈ Q ∩ Ω . Data l’arbitrarietà <strong>di</strong> Q risulta �u − sn�∞ ≤ ε . Quin<strong>di</strong> resta da valutare �un − sn�∞ .<br />

Osserviamo che, se Q, Q ′ ∈ Qn intersecano Ω e sono a<strong>di</strong>acenti, allora la <strong>di</strong>fferenza dei due valori costanti<br />

che sn assume in Q e in Q ′ ha modulo ≤ ε . Basta infatti ripetere quanto ci ha portato alla stima appena<br />

fatta sostituendo Q con Q ∪ Q ′ nella definizione <strong>di</strong> M± e ricordare che 2δn ≤ δ . Sia x ∈ Ω e sia Q ∈ Qn<br />

un quadrato la cui chiusura contiene x . Allora si danno due casi: i) la palla Bεn (x) è inclusa in Q ; ii) la<br />

palla Bεn (x) non è inclusa in Q . Denotiamo con c il valore costante che sn assume su Q . Nel primo<br />

caso si ha sn(x + εn y) = c per ogni y ∈ B1(0) e quin<strong>di</strong> un(x) = c = sn(x) . Nel secondo osserviamo<br />

che Bεn (x) ⊆ Ωn , per cui i valori che sn può assumere in Bεn (x) sono tutti me<strong>di</strong>e su Q′ ∩ Ω ove Q ′ è<br />

Q oppure un quadrato a<strong>di</strong>acente a Q . Segue che c − ε ≤ sn(x + εn y) ≤ c + ε per ogni y ∈ B1(0) , per<br />

cui c − ε ≤ un(x) ≤ c + ε , cioè |un(x) − sn(x)| ≤ ε . Conclu<strong>di</strong>amo quin<strong>di</strong> che �un − sn�∞ ≤ ε , da cui<br />

�u − un�∞ ≤ 2ε , e la <strong>di</strong>mostrazione è conclusa.<br />

5.4. Osservazione. Si noti che, grazie alla (5.1), abbiamo che<br />

per ogni aperto Ω ⊂ R d limitato C ∞ (Ω) è denso in C 0 (Ω) . (5.2)<br />

5.5. Esercizio. Dimostrare la separabilità <strong>di</strong> C 0 [a, b] come segue. Per ogni n , si sud<strong>di</strong>vida<br />

[a, b] in n intervalli <strong>di</strong> uguale ampiezza e si consideri il sottospazio delle funzioni v : [a, b] → K<br />

la cui restrizione a ciascuno degli intervalli della sud<strong>di</strong>visione è un polinomio <strong>di</strong> grado ≤ 1 .<br />

5.6. Esercizio. Adattare il <strong>di</strong>scorso dell’esercizio precedente al caso in cui Ω è un poligono<br />

<strong>di</strong> R 2 . Per ogni n , si sud<strong>di</strong>vida Ω in triangoli aventi tutti i lati <strong>di</strong> lunghezza ≤ 1/n .<br />

5.7. Proposizione. Sia Ω un aperto <strong>di</strong> R d . Allora lo spazio L p (Ω) è separabile se p < +∞ .<br />

Dimostrazione. Se A ⊆ Ω è un insieme misurabile, denotiamo con |A| la sua misura <strong>di</strong> Lebesgue.<br />

Sia R la famiglia, che è numerabile, costituita dai rettangoli inclusi in Ω i cui vertici hanno coor<strong>di</strong>nate<br />

razionali. Consideriamo l’insieme X delle funzioni caratteristiche degli elementi <strong>di</strong> R , che è, come R ,<br />

numerabile. Mostriamo che span X è denso in L p (Ω) . Siano v ∈ L p (Ω) e ε > 0 . Siccome p < +∞ , per<br />

l’Osservazione 2.9 esiste una funzione a scala s tale che �s − v�p ≤ ε . Si fissino i rettangoli R1, . . . , Rn in<br />

numero finito e fra loro <strong>di</strong>sgiunti e altrettante costanti c1, . . . , cn tali che s assuma il valore costante ci in<br />

110<br />

Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>

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