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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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Capitolo 5<br />

Segnaliamo che, in situazioni <strong>di</strong> questo tipo, si parla spesso <strong>di</strong> convergenza debole anziché debole*.<br />

Ad esempio, se x0 ∈ Ω , posto Bn = B 1/n(x0) , possiamo considerare la misura µn definita da<br />

µn(ω) = n d |ω ∩ Bn| per ω ∈ B(Ω) , ove | · | denota la misura <strong>di</strong> Lebesgue. (4.8)<br />

Allora {µn} converge debolmente* in C0 (Ω) ∗ alla misura µ = |B1(0)|δx0 , ove δx0 è la massa <strong>di</strong><br />

Dirac concentrata in x0 . Per v ∈ C0 (Ω) abbiamo infatti<br />

�<br />

lim v dµn = lim<br />

n→∞<br />

n→∞ nd<br />

�<br />

�<br />

�<br />

1<br />

v dx = |B1(0)| lim v dx = |B1(0)| v(x0) = v dµ.<br />

n→∞ |Bn|<br />

Ω<br />

Bn<br />

Segnaliamo infine che, grazie a un risultato <strong>di</strong> Riesz, ogni funzionale f ∈ C 0 (Ω) ∗ , almeno nel<br />

caso reale, si riesce a rappresentare come <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> funzionali simili ai precedenti: occorre però<br />

considerare Ω anziché Ω come ambiente. Tuttavia non approfon<strong>di</strong>amo oltre.<br />

Vogliamo invece immergere L 1 (Ω) in C 0 (Ω) ∗ attraverso la corrispondenza introdotta sopra<br />

fra misure e funzionali. Se w ∈ L1 (Ω) , consideriamo la misura µ definita dalla formula<br />

�<br />

µw(B) = w dx per B ∈ B(Ω)<br />

B<br />

che, effettivamente, è una misura <strong>di</strong> Borel finita. Mostriamo che la corrispondenza che a ogni<br />

funzione w ∈ L1 (Ω) associa la misura corrispondente è iniettiva: infatti, se w1, w2 ∈ L1 (Ω) e<br />

se le corrispondenti misure coincidono, allora w1 e w2 hanno lo stesso integrale su ogni insieme<br />

<strong>di</strong> Borel, per cui w1 = w2 q.o. in Ω . Dunque identifichiamo ogni w ∈ L1 (Ω) con la misura µw<br />

associata. Ma questa, a sua volta, è identificata a un elemento <strong>di</strong> C0 (Ω) ∗ tramite la (4.7) ove si<br />

legga µ = µw , per cui w resta identificata a tale elemento. Riassumendo, la funzione w ∈ L1 (Ω)<br />

è identificata al funzionale<br />

�<br />

v ↦→ 〈µw, v〉 =<br />

�<br />

w dµw =<br />

Ω<br />

Ω<br />

Ha senso, pertanto, chiedersi se una successione {un} <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> L1 (Ω) converga debolmente*<br />

in C0 (Ω) ∗ a una funzione <strong>di</strong> L1 (Ω) , oppure a una misura <strong>di</strong> Borel finita µ , o più in generale a un<br />

elemento f ∈ C0 (Ω) ∗ . Ad esempio, se x0 ∈ Ω e un = nd χn ove χn è la funzione caratteristica<br />

<strong>di</strong> B1/n(x0) , la misura µn associata è esattamente quella data dalla (4.8) e possiamo <strong>di</strong>re che {un}<br />

converge debolmente* in C0 (Ω) ∗ alla misura µ = |B1(0)|δx0 .<br />

Bn<br />

wv dx, per v ∈ C 0 (Ω) .<br />

Confrontiamo ora la convergenza debole in uno spazio normato V con la convergenza debole*,<br />

nel biduale, delle immagini tramite l’isomorfismo canonico J : ve<strong>di</strong>amo che esse hanno esattamente<br />

lo stesso significato semplicemente esplicitando la definizione <strong>di</strong> J . Inoltre, ancora semplicemente<br />

esplicitando le definizioni <strong>di</strong> convergenze forte, debole e debole* nel duale <strong>di</strong> V si vedono chiaramente<br />

i loro legami. Valgono pertanto i due risultati che seguono.<br />

4.14. Proposizione. Siano V uno spazio normato, J l’isomorfismo canonico <strong>di</strong> V , {xn} una<br />

successione <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> V e x ∈ V . Allora<br />

xn ⇀ x in V se e solo se Jxn ∗ ⇀ Jx in V ∗∗ . (4.9)<br />

4.15. Proposizione. Siano V uno spazio normato, {fn} una successione <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> V ∗ f ∈ V<br />

e<br />

∗ . Allora valgono le conclusioni seguenti:<br />

i) da fn → f in V ∗ segue fn ⇀ f in V ∗ ;<br />

ii) da fn ⇀ f in V ∗ segue fn ∗ ⇀ f in V ∗ ;<br />

iii) se V è riflessivo, fn ⇀ f in V ∗ se e solo se fn ∗ ⇀ f in V ∗ .<br />

4.16. Osservazione. Vale l’implicazione<br />

da fn ∗ ⇀ f in V ∗ segue �f�∗ ≤ lim inf<br />

n→∞ �fn�∗ . (4.10)<br />

Si ha infatti<br />

|〈f, x〉| = lim<br />

n→∞ |〈fn, x〉| ≤ lim inf<br />

n→∞ �fn�∗�x� per ogni x ∈ V<br />

da cui subito la (4.10). Da questa, usando il Teorema 4.4 e la (4.9), riotteniamo la (V.2.3).<br />

108<br />

Ω<br />

Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>

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