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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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Capitolo 5<br />

Applicando il Corollario 2.11 deduciamo x − y = 0 , cioè x = y . Supponiamo ora xn ⇀ x e sia f ∈ V ∗<br />

tale che �f�∗ = �x� e 〈f, x〉 = �x� 2 . Allora, notato che 〈f, x〉 è reale ≥ 0 , si ha<br />

da cui la tesi.<br />

�x� 2 = 〈f, x〉 = |〈f, x〉| = | lim<br />

n→∞ 〈f, xn〉| = lim inf<br />

n→∞ |〈f, xn〉| ≤ lim inf<br />

n→∞ �f�∗�xn� = �x� lim inf<br />

n→∞ �xn�<br />

3. L’applicazione <strong>di</strong> dualità<br />

Il Corollario 2.10 assicura che, fissato ad arbitrio x ∈ V , non è mai vuoto l’insieme dei funzionali<br />

f ∈ V ∗ che verificano le (2.2). La corrispondenza che a ogni x ∈ V associa l’insieme <strong>di</strong> tali<br />

funzionali svolge un ruolo <strong>di</strong> particolare rilievo soprattutto in <strong>Analisi</strong> Nonlineare.<br />

3.1. Definizione. Se V è uno spazio normato, l’applicazione F : V → 2V ∗<br />

che a ogni x ∈ V<br />

associa il sottoinsieme <strong>di</strong> V ∗ definito da F(x) = {f ∈ V ∗ : valgano le (2.2)} si chiama applicazione<br />

<strong>di</strong> dualità dello spazio V .<br />

3.2. Esercizio. Siano V uno spazio <strong>di</strong> Hilbert reale, F l’applicazione <strong>di</strong> dualità e R : V → V ∗<br />

l’isomorfismo <strong>di</strong> Riesz. Dimostrare che Rx ∈ F(x) per ogni x ∈ V . Tra breve sarà chiaro che,<br />

più precisamente, F coincide con x ↦→ {Rx} .<br />

Chiaramente F(0) = {0} senza ipotesi particolari. Il risultato che segue fornisce con<strong>di</strong>zioni<br />

sufficienti perché, per ogni x ∈ V , l’insieme F(x) (che, riba<strong>di</strong>amo, non è mai vuoto) abbia<br />

esattamente un elemento. In tali con<strong>di</strong>zioni si interpreta F come un’applicazione <strong>di</strong> V in V ∗<br />

anziché nell’insieme delle parti <strong>di</strong> V ∗ . Ad esempio F = R se V è uno spazio <strong>di</strong> Hilbert reale.<br />

3.3. Definizione. Uno spazio normato (V, � · �) è strettamente convesso quando �x + y� < 2<br />

per ogni coppia <strong>di</strong> punti <strong>di</strong>stinti x, y ∈ V <strong>di</strong> norma unitaria.<br />

Notiamo che la definizione si riferisce a una scelta precisa della norma. Due norme equivalenti<br />

possono infatti fornire due spazi normati dei quali uno solo è strettamente convesso, come si vede<br />

facilmente già nel caso <strong>di</strong> R 2 . Si <strong>di</strong>mostra che, qualunque sia lo spazio <strong>di</strong> misura σ -finito,<br />

lo spazio L p (Ω) con la norma usuale è strettamente convesso se p ∈ (1, +∞) (3.1)<br />

mentre gli spazi L 1 (Ω) e L ∞ (Ω) (con le loro norme usuali) sono strettamente convessi solo in<br />

situazioni estreme e prive <strong>di</strong> interesse (si veda l’esercizio proposto tra breve). Segnaliamo un<br />

risultato, che enunciamo soltanto. La nozione <strong>di</strong> riflessività è definita nel paragrafo successivo e<br />

<strong>di</strong>scussa in dettaglio in un apposito capitolo.<br />

3.4. Teorema (<strong>di</strong> Asplund). Sia V uno spazio <strong>di</strong> Banach riflessivo. Allora esiste una norma<br />

� · � in V che genera la topologia data e tale che entrambi gli spazi normati (V, � · �) e (V ∗ , � · �∗)<br />

siano strettamente convessi.<br />

3.5. Esercizio. Dimostrare che è equivalente alla stretta convessità dello spazio normato<br />

(V, � · �) ciascuna delle con<strong>di</strong>zioni seguenti: i) per ogni coppia <strong>di</strong> punti <strong>di</strong>stinti x, y ∈ V aventi<br />

la stessa norma si ha �x + y� < 2�x� ; ii) per ogni coppia <strong>di</strong> punti <strong>di</strong>stinti x, y ∈ V <strong>di</strong> norma<br />

unitaria e per ogni t ∈ (0, 1) si ha �tx + (1 − t)y� < 1 ; iii) per ogni coppia <strong>di</strong> punti <strong>di</strong>stinti<br />

x, y ∈ V aventi la stessa norma e per ogni t ∈ (0, 1) si ha �tx + (1 − t)y� < �x� .<br />

3.6. Esercizio. Dimostrare che ogni spazio prehilbertiano è strettamente convesso.<br />

3.7. Esercizio. Sia (Ω, M, µ) uno spazio <strong>di</strong> misura σ -finito. Dimostrare quanto segue: i) se<br />

esistono due sottoinsiemi A, B ∈ M <strong>di</strong>sgiunti e <strong>di</strong> misura positiva e finita, allora L 1 (Ω) e L ∞ (Ω)<br />

non sono strettamente convessi; ii) L 1 (Ω) è strettamente convesso se e solo se <strong>di</strong>m L 1 (Ω) ≤ 1 ;<br />

iii) L ∞ (Ω) è strettamente convesso se e solo se <strong>di</strong>m L ∞ (Ω) ≤ 1 .<br />

3.8. Esercizio. Si consideri lo spazio normato (R n , | · |p) (ve<strong>di</strong> (I.5.1) e (I.5.17) per le definizioni<br />

della norma) con n ≥ 1 e p ∈ [1, +∞] . Si <strong>di</strong>mostri che esso è strettamente convesso i) per ogni p<br />

se n = 1 ; ii) se e solo se p ∈ (1, +∞) se n > 1 .<br />

102<br />

Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>

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