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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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Il Teorema <strong>di</strong> Hahn-Banach<br />

Dimostrazione. Poniamo V1 = span(V0 ∪ {x0}) . Siccome, in particolare, x0 �∈ V0 , ogni elemento <strong>di</strong> V1<br />

si scrive come v + tx0 per una e una sola coppia (v, t) ∈ V0 × K e ha senso definire ϕ : V1 → K me<strong>di</strong>ante<br />

la formula ϕ(v + tx0) = t . Allora ϕ ∈ Hom(V1; K) . Inoltre ϕ(v) = 0 per ogni v ∈ V0 e ϕ(x0) = 1 .<br />

Mostriamo che ϕ ∈ V ∗<br />

1 . Siccome x0 non appartiene alla chiusura <strong>di</strong> V0 , possiamo fissare r > 0 tale che<br />

Br(x0) non intersechi V0 . Dunque �x0 − v� ≥ r per ogni v ∈ V0 . Siano ora v ∈ V0 e t ∈ K non nullo.<br />

Osservato che −v/t ∈ V0 , abbiamo<br />

�v + tx0� = |t| �x0 − (−v/t)� ≥ |t|r da cui |ϕ(v + tx0)| = |t| ≤ 1<br />

�v + tx0�.<br />

r<br />

D’altra parte la stessa <strong>di</strong>suguaglianza vale banalmente anche se t = 0 in quanto ϕ si annulla in tal caso.<br />

Dunque ϕ è limitato. Pertanto ϕ ∈ V ∗<br />

0 e possiamo applicare il Teorema <strong>di</strong> Hahn-Banach (Corollario 2.1):<br />

troviamo f ∈ V ∗ che, in particolare, prolunga ϕ . Dunque f , come ϕ , si annulla su V0 e non in x0 .<br />

Segue imme<strong>di</strong>atamente il risultato successivo:<br />

2.7. Corollario. Siano V uno spazio normato e V0 un suo sottospazio vettoriale. Allora V0 è<br />

denso in V se e solo se l’unico elemento f ∈ V ∗ che si annulla su V0 è il funzionale nullo.<br />

2.8. Esempio. Siano Ω un aperto <strong>di</strong> Rd . Dimostriamo che lo spazio C∞ c (Ω) delle funzioni <strong>di</strong><br />

classe C∞ a supporto compatto (Definizione I.5.50) è denso in Lp (Ω) per p ∈ [1, +∞) (Esempio<br />

II.3.9). Grazie al Teorema III.3.4 <strong>di</strong> Riesz, posto q = p ′ , la tesi <strong>di</strong>venta: l’unica funzione<br />

u ∈ Lq (Ω) che verifica �<br />

Ω uv dx = 0 per ogni funzione v ∈ C∞ c (Ω) è la funzione nulla q.o. Sia<br />

dunque u come detto. Siccome Lq (Ω) ⊆ L1 loc (Ω) per l’Esercizio I.5.48, u verifica l’ipotesi del<br />

Lemma I.5.53 e si conclude che u = 0 q.o.<br />

2.9. Osservazione. Si noti che lo stesso <strong>di</strong>scorso fornisce la densità in L p (Ω) per 1 ≤ p < +∞<br />

del sottospazio delle funzioni a scala (Definizione A.2.17 e Osservazione A.2.18).<br />

2.10. Corollario. Siano V uno spazio normato e x ∈ V . Allora esiste f ∈ V ∗ tale che<br />

�f�∗ = �x� e 〈f, x〉 = �x� 2 . (2.2)<br />

Dimostrazione. Se x = 0 si può prendere f = 0 e questa è l’unica scelta possibile. Se x �= 0 ,<br />

consideriamo il sottospazio V0 = span{x} e il funzionale ϕ : V0 → K definito da ϕ(tx) = t�x�2 per t ∈ K .<br />

Chiaramente ϕ è lineare, dunque ϕ ∈ V ∗<br />

0 perché <strong>di</strong>m V0 = 1 , per cui possiamo applicare il Teorema <strong>di</strong><br />

Hahn-Banach (Corollario 2.1): troviamo f ∈ V ∗ che prolunga ϕ , da cui 〈f, x〉 = 〈ϕ, x〉 = �x� 2 , e verifica<br />

�f�∗ = �ϕ�∗ . Ma un calcolo imme<strong>di</strong>ato mostra che �ϕ�∗ = �x� .<br />

Il Corollario 2.10 è particolarmente ricco <strong>di</strong> conseguenze e nei paragrafi imme<strong>di</strong>atamente successivi<br />

ve<strong>di</strong>amo come esso svolga un ruolo fondamentale in connessione con vari concetti: la cosiddetta<br />

applicazione o mappa <strong>di</strong> dualità, l’isomorfismo canonico su un sottospazio del biduale, la nozione<br />

<strong>di</strong> operatore aggiunto. In corrispondenza ad alcuni <strong>di</strong> questi daremo anche qualche elemento dello<br />

sviluppo della teoria. Presentiamo ora due applicazioni imme<strong>di</strong>ate del corollario le quali forniscono<br />

l’una una caratterizzazione dello zero e l’altra sia l’unicità del limite debole sia l’estensione al caso<br />

degli spazi normati della <strong>di</strong>suguaglianza (IV.4.4) vista nel caso hilbertiano.<br />

2.11. Corollario. Siano V uno spazio normato e x ∈ V . Allora x = 0 se e solo se ogni f ∈ V ∗<br />

verifica 〈f, x〉 = 0 .<br />

Dimostrazione. La necessità della con<strong>di</strong>zione è ovvia. Ve<strong>di</strong>amo la sufficienza ragionando per assurdo. Sia<br />

dunque x �= 0 . Scelto f in base al Corollario 2.10, troviamo f ∈ V ∗ che non si annulla in x .<br />

2.12. Proposizione. In ogni spazio normato il limite debole è unico. Inoltre abbiamo che<br />

xn ⇀ x implica �x� ≤ lim inf<br />

n→∞ �xn� . (2.3)<br />

Dimostrazione. Siano x, y ∈ V due limiti deboli della successione xn . Per ogni f ∈ V ∗ abbiamo allora<br />

<strong>Analisi</strong> <strong>Funzionale</strong><br />

〈f, x − y〉 = 〈f, x〉 − 〈f, y〉 = lim<br />

n→∞ 〈f, xn〉 − lim<br />

n→∞ 〈f, xn〉 = 0.<br />

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