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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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«Ricordo che i tedeschi ammazzarono gli italiani per ven<strong>di</strong>carsi delle morti<br />

dei loro compatrioti. I tedeschi mi avevano chiamato come traduttore per<br />

l’italiano e arrivato alle Fosse Ardeatine, vi<strong>di</strong> che i tedeschi avevano<br />

appena ucciso cinque italiani perché erano andati a rubare sui corpi dei<br />

martiri. Di quella giornata ricordo la gente massacrata e la paura <strong>di</strong> fare la<br />

loro stessa fine anche per motivi <strong>di</strong>versi.» Forse il signor Giulio P. poté<br />

vedere la scena dell’ecci<strong>di</strong>o prima che i genieri tedeschi facessero saltare con<br />

la <strong>di</strong>namite le gallerie che portavano al luogo dell’esecuzione, all’interno<br />

delle Cave. La sua risposta, comunque, contiene una chiara definizione<br />

della rappresaglia delle Ardeatine (...ammazzarono gli italiani per ven<strong>di</strong>carsi<br />

delle morti dei loro compatrioti), che nient’altro fu se non una feroce<br />

vendetta in spregio a qualsiasi norma <strong>di</strong> umanità, e allusivamente rievoca il<br />

clima <strong>di</strong> paura in cui la citta<strong>di</strong>nanza romana era piombata. 27<br />

5. Testimonianze sulla liberazione <strong>di</strong> Roma (risposte alla domanda n. 1).<br />

Il 4 giugno 1944 le truppe alleate, al comando del generale Mark Wayne<br />

Clark, entravano trionfalmente in Roma liberata, nel tripu<strong>di</strong>o della popolazione<br />

romana che usciva da mesi <strong>di</strong> sofferenze e terrore. 28 Anche nelle<br />

27 La migliore documentazione sul clima <strong>di</strong> paura che si viveva a Roma durante i mesi dell’occupazione<br />

nazista è data dalla raccolta a cura <strong>di</strong> Enzo Piscitelli, I ban<strong>di</strong> tedeschi e fascisti, cit.,<br />

pp. 73-232. I 177 ban<strong>di</strong> ivi raccolti (appelli, decreti, or<strong>di</strong>nanze, comunicati stampa) emessi dal 10<br />

settembre 1943 al 30 maggio 1944, dalle autorità civili e militari tedesche e fasciste, mostrano il<br />

progressivo inasprimento delle <strong>di</strong>sposizioni (come, ad esempio, il <strong>di</strong>vieto assoluto <strong>di</strong> circolazione<br />

delle biciclette, del 29 <strong>di</strong>cembre 1943, e l’estensione del coprifuoco dalle ore 17 alle ore 6, del<br />

26 gennaio 1944) e delle sanzioni a carico dei trasgressori, con il frequente ricorso alla minaccia<br />

della pena <strong>di</strong> morte. Tra l’altro, dalla lettura dei testi si nota che prima dell’attentato <strong>di</strong> via Rasella<br />

(23 marzo) non era stato emesso alcun bando con la minaccia <strong>di</strong> una eventuale rappresaglia sui<br />

civili nel caso <strong>di</strong> attacchi alle forze <strong>di</strong> occupazione. Invece, nel caso dell’uccisione <strong>di</strong> un militare<br />

tedesco, avvenuta qualche giorno prima (il 10 marzo) a piazza dei Mirti, la Questura aveva promesso<br />

un premio <strong>di</strong> 50.000 lire a chi fosse stato in grado <strong>di</strong> fornire informazioni utili all’identificazione<br />

dei responsabili (vd. il bando n. 138, Premio promesso per l’identificazione dell’autore<br />

<strong>di</strong> un attentato, pp. 189-190).<br />

28 Anche la memorialistica sulla liberazione <strong>di</strong> Roma è molto nutrita. La città riservò in<br />

quei giorni alle truppe alleate accoglienze entusiastiche, soprattutto da parte delle donne, come<br />

ricorda Curzio Malaparte (allora al seguito delle truppe americane come ufficiale <strong>di</strong> collegamento),<br />

in La pelle, Garzanti, Milano 1967 (I ed. 1949), p. 286: «Un’immensa folla scendeva<br />

contro <strong>di</strong> noi, urlando, per la Via dell’Impero. Erano donne, in gran parte, e parevano muovessero<br />

all’assalto della nostra colonna. Scendevan <strong>di</strong> corsa, <strong>di</strong>scinte, scarmigliate, deliranti, agitando<br />

le braccia, ridendo, piangendo, gridando: in un attimo fummo circondati, assaliti, soverchiati,<br />

e la colonna sparì sotto un groviglio inestricabile <strong>di</strong> gambe e <strong>di</strong> braccia, sotto una foresta<br />

<strong>di</strong> capelli neri, sotto una tenera montagna <strong>di</strong> seni flori<strong>di</strong>, <strong>di</strong> bocche carnose, <strong>di</strong> spalle<br />

bianche. («Come al solito,» <strong>di</strong>sse il giorno dopo, nella sua pre<strong>di</strong>ca, il giovane curato della<br />

–90–

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