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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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truppe, non aveva fatto riscontro il ritrovamento del corpo del Führer, che<br />

pareva essersi volatilizzato nel nulla. Inviato dagli alleati a Berlino per<br />

cercare <strong>di</strong> chiarire la fine <strong>di</strong> Hitler e soprattutto sfatare la <strong>di</strong>ceria, alimentata<br />

da Stalin, <strong>di</strong> una sua ipotetica fuga da Berlino, Trevor-Roper si imbattè in<br />

una schiera <strong>di</strong> presunti testimoni, in buona e cattiva fede, che davano Hitler<br />

o morto per morti <strong>di</strong>verse o vivo e vegeto nei luoghi più <strong>di</strong>sparati della<br />

Germania e anche fuori <strong>di</strong> essa. Con un duro e tenacemente scrupoloso<br />

lavoro <strong>di</strong> ricerca il giovane storico inglese riuscì a sgombrare il campo dalle<br />

menzogne e dagli errori, assodando quella che resta a tutt’oggi l’unica verità<br />

accettata dagli storici (pur con qualche riserva su certi particolari), ossia il<br />

suici<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Hitler nel bunker della Cancelleria, il 30 aprile 1945, per veleno<br />

e colpo <strong>di</strong> pistola. 7<br />

Il <strong>di</strong>scorso sulla testimonianza orale chiama in causa quello, più delicato,<br />

sul rapporto tra storia e memoria. Come ha osservato <strong>di</strong> recente in un suo<br />

articolo il prof. Scotto <strong>di</strong> Luzio, «stu<strong>di</strong>are il passato e ricordare sono operazioni<br />

<strong>di</strong>fferenti che non vanno confuse. La memoria è strettamente connessa<br />

all’identità. La storia è una presa <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dal <strong>di</strong>scorso identitario. La<br />

storia critica le identità in quanto ne fa oggetto <strong>di</strong> conoscenza. Negli ultimi<br />

anni si è insistito molto sul rapporto tra storia e memoria. Più complicato<br />

<strong>di</strong>venta specificare la natura <strong>di</strong> questo rapporto. Diverse sono le ragioni<br />

del successo del tema della memoria. Non ultima è che la fine del Novecento<br />

ha assistito alla lenta scomparsa dei testimoni degli eventi della<br />

prima metà del secolo. Salvare la memoria ha voluto <strong>di</strong>re, soprattutto, raccogliere<br />

la testimonianza delle vittime della Shoah e più in generale della<br />

generazione maturata tra le due guerre mon<strong>di</strong>ali». 8 Proprio la memoria dei<br />

fatti relativi alla seconda guerra mon<strong>di</strong>ale è quella che più si è impressa<br />

nella mente delle generazioni che l’hanno vissuta, e che oggi, dal punto <strong>di</strong><br />

vista anagrafico, corrispondono a quelle degli attuali nonni.<br />

Vi è una memoria collettiva del secondo conflitto mon<strong>di</strong>ale, come<br />

punto centrale della storia del Novecento, che oggi si affievolisce perché,<br />

per il decorso del tempo, vanno scomparendo coloro che ne sono portatori.<br />

È questa memoria collettiva, composta dai tanti ricor<strong>di</strong> dei singoli, che deve<br />

essere, ma non sempre lo è, preservata e tramandata nella forma della testi-<br />

7 Frutto della ricerca fu un’opera, uscita nel 1947, che è un classico della storiografia moderna<br />

(Hugh Trevor-Roper, Gli ultimi giorni <strong>di</strong> Hitler, trad. <strong>di</strong> Celestino Terzi, Rizzoli, Milano 1999<br />

[rist. della VI ed. 1987]).<br />

8 Adolfo Scotto Di Luzio, Il sapere della <strong>di</strong>stanza, in «Nuova Secondaria», n. 1, 15 settembre<br />

2006, p. 56.<br />

–74–

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