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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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quin<strong>di</strong>, salvaguardare i nuclei conoscitivi essenziali che ogni <strong>di</strong>sciplina riconosce<br />

come fondanti; accanto a questa operazione è necessario, però, ridefinire<br />

la “mappa dei saperi”, ponendo attenzione alla loro spen<strong>di</strong>bilità sociale.<br />

La scuola si pone, quin<strong>di</strong>, il compito <strong>di</strong> colmare il <strong>di</strong>vario che esiste tra la<br />

cultura propria <strong>di</strong> ogni <strong>di</strong>sciplina e la cultura dell’allievo, della quale peraltro,<br />

egli è spesso portatore inconsapevole. È quin<strong>di</strong> in<strong>di</strong>spensabile partire dall’allievo,<br />

creando le con<strong>di</strong>zioni perché sia possibile un’interazione tra il soggetto<br />

che apprende, la <strong>di</strong>sciplina oggetto <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento e il contesto dove avviene<br />

questo incontro. All’insegnante spetta, quin<strong>di</strong>, la funzione del me<strong>di</strong>atore,<br />

che costituisce un ponte tra le caratteristiche dello studente, a cui garantisce<br />

il riconoscimento della sua specifica in<strong>di</strong>vidualità e le caratteristiche<br />

della <strong>di</strong>sciplina, a cui assicura il rigore nella trasmissione dei suoi contenuti<br />

e del suo metodo <strong>di</strong> indagine. Apprendere risulta, quin<strong>di</strong>, nella <strong>di</strong>dattica<br />

orientativa una complessa operazione al centro della quale vi è l’allievo che<br />

elabora e costruisce la propria cultura, acquisendo la capacità <strong>di</strong> prendere<br />

decisioni autonome, vale a <strong>di</strong>re <strong>di</strong> orientarsi da solo, imparando a conoscere<br />

le proprie risorse, i propri limiti, le proprie <strong>di</strong>fficoltà, le proprie modalità<br />

<strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento e i propri stili cognitivi (è importante, infatti, che ogni insegnante<br />

solleciti processi <strong>di</strong> metacognizione nel proprio campo d’indagine).<br />

Nella ricerca – LSFOL “Maturare per orientarsi” –, l’orientamento<br />

formativo viene definito come “un processo continuo, volto a sostenere la<br />

maturazione personale e la formazione dell’in<strong>di</strong>viduo a saper gestire con<br />

consapevolezza (capacità riflessiva), con autonomia (capacità <strong>di</strong> autodefinizione:<br />

definizione <strong>di</strong> sé in or<strong>di</strong>ne alle decisioni e alle situazioni) e responsabilità<br />

(<strong>di</strong> sé verso gli altri) le proprie scelte”.<br />

L’obiettivo è quello <strong>di</strong> favorire la crescita della persona, promuovendone<br />

il potenziamento <strong>di</strong> abilità e “meta-competenze” (anzitutto cognitive e<br />

riflessive) necessarie per l’attivazione <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> scelta autonomi, e per<br />

relazionarsi positivamente con la realtà esterna.<br />

L’orientamento formativo possiede infatti una “duplice natura”, in<br />

quanto azione finalizzata da un lato a sostenere lo sviluppo della persona<br />

(e per questo capace <strong>di</strong> “riportare” il soggetto a se stesso) e, dall’altro, a<br />

promuovere il suo essere sociale, il suo essere in relazione (e per questo<br />

tesa all’apertura del soggetto al confronto con l’“altro da sé”).<br />

La costruzione dell’identità implica tanto un processo <strong>di</strong> “identificazione”<br />

quanto uno <strong>di</strong> “in<strong>di</strong>viduazione”: mentre tramite il primo ci riconosciamo<br />

uguali ad altri, e dunque ci scopriamo in grado <strong>di</strong> identificarci in un<br />

“noi”, sviluppando il senso <strong>di</strong> appartenenza a una collettività definita, me-<br />

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