MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

Dopo la guerra si dedica all’attività giornalistica (“Il Mondo” di Mario
Pannunzio, 1910-1968, e il “Contemporaneo”) con note di costume e di vita
quotidiana della Maremma, tanto che s’induce a scrivere I minatori della
Maremma nel 1956, un libro inchiesta sui minatori della sua terra.
A segnare un momento di maggior respiro nella vita appartata che egli
conduce a Grosseto è il viaggio in Cina del 1955, da cui trae un diario d’impressioni
Viaggio in Cina (1956). Da Grosseto poi si trasferisce a Cecina e a
Volterra.
Fino al 1955 il successo ottenuto rimane limitato ad una cerchia di specializzati,
ma con le opere seguenti Cassola attira un pubblico più vasto.
Con Il soldato vince il premio Salerno 1956. Con una raccolta di tutti i suoi
racconti, intitolata Il taglio del bosco ottiene il premio Marzotto 1959 e finalmente
con La ragazza di Bube, anch’esso ispirato alla Resistenza, vince
il premio Strega per il 1960.
Ad un terzo periodo letterario (il primo va fino al 1956, il secondo tra
1956 e il 1960 con la raggiunta popolarità; il terzo dal 1960 in poi) potremmo
far risalire l’approfondimento e la maturazione teorica della sua problematica
e della sua poetica, ciò anche attraverso pronunciamenti critici e polemici.
Egli in questo modo costruisce una poetica propria da cui sboccia un insieme
di opere, quali Un cuore arido nel 1961, Il cacciatore nel 1964,
Tempi memorabili nel 1966, Storia di Ada nel 1967, Ferrovia locale nel
1968, Paura e tristezza nel 1970, Monte Mario nel 1973, Gisella nel 1974,
Fogli di diario nel 1974 e L’antagonista nel 1976, Vita di artista, 1979,
Il ribelle, 1980.
Negli ultimi anni della sua vita, Carlo Cassola, morto il 29 gennaio
1987, a Montecarlo, in provincia di Lucca, ha trattato temi di impegno antimilitarista:
La lezione della storia, 1978; Diritto alla sopravvivenza, 1982;
Contro le armi, 1980; La rivoluzione disarmista,1983, rimanendo però
lontano dall’attività politica ufficiale.
4. La poetica cassoliana
Dovendo ritrovare gli ascendenti o i maestri di Cassola, bisognerebbe
risalire più che alle esperienze ermetico-novecentesche, ai grandi romanzieri
russi dell’800, ma, soprattutto, al Flaubert di Un cuore semplice e ai racconti
dublinesi di Joyce, il cui influsso appare chiaramente nei racconti de La visita,
1942. “In Joyce – dice Cassola – scoprii il primo scrittore che concentrasse la
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