MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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ANNA: Sei solo un demonio venuto sulla terra a far del male agli uomini innocenti... GLOUCESTER: Ma suvvia, Lady Anna, non siate così piena d’ira, concedetemi un po’ della vostra pazienza affinché io possa giustificarmi. ANNA: Non puoi trovare altra scusa valida se non impiccandoti. GLOUCESTER: E se ti dicessi che non li ho uccisi io? ANNA: Avresti il coraggio di dire una cosa simile? Ti hanno visto con il pugnale ancora sporco di sangue. Sei ancora convinto di voler giurare di non aver ucciso il re? GLOUCESTER: Fu la vostra bellezza a provocare tutto ciò. Credevo così di poter vivere almeno un’ora sul vostro petto. ANNA: Allora preferirei sfigurarmi piuttosto che stare con te anche solo per un attimo. GLOUCESTER: Ascoltate, signora, voi siete rimasta sola e dovreste cercarvi un marito migliore come... me! ANNA: Solo una pazza potrebbe innamorarsi di un essere ignobile quale sei! GLOUCESTER: Non parlare di me con disprezzo. Se il tuo cuore cerca vendetta, tieni, questa è una spada con la quale potrai trafiggere il corpo di questo essere che ti adora. (Lady Anna esita e lascia cadere la spada) Non esitare sono stato io a uccidere tuo marito ma lo feci solo per te. ANNA: Riprenditi la tua spada... (rassegnata) GLOUCESTER: Se vuoi che mi uccida lo farò, basterà che me lo comandiate... ANNA: L’ho già detto. GLOUCESTER: Sì, ma con l’ira dentro... ANNA: Riponi quell’arma. GLOUCESTER: E tu prendi quest’anello, segno della mia devozione... ANNA: Prenderlo non vuole dire per forza ricambiare il tuo amore. GLOUCESTER: Vi prego di credere che mi pentirò sulla sua tomba (indica Enrico VI) e poi tornerò da voi... ANNA: Solo allora sarò pronta ad accogliervi. GLOUCESTER: Ma allora avrò qualche speranza? ANNA: Non meritate tanto, ma visto che mi insegnate ad adularvi, immaginate che vi abbia già detto addio e poi... vedremo... – 378 –

FRANCESCA RUBINI - CLASSE III L L’ultimo sguardo cieco Il racconto nasce dalla rielaborazione personale della “Rime of the Ancient Mariner” di S.T. Coleridge e coglie il nesso profondo tra la violenza cieca che è al centro della ballata e la furia omicida che ha originato la strage della Columbine High School il 20 aprile 1999. Prof.ssa Simonetta Clementi Il motore è fermo. Ascolto le foglie secche sussurrare sotto le ruote della macchina. La luce del mattino sfiora la scuola come un muto velo bianco. L’orologio è tre minuti avanti. “Da quel momento, a un’ora precisa, quell’angoscia mi torna...”. Ricordo la sua voce. E le sue parole: “...e fino a che non ho detta la mia storia di morti, dentro mi brucia il cuore”. La scorsa notte un vecchio mi ha fermato davanti al bowling – il mio orologio va tre minuti avanti: c’è ancora molto tempo. Stava accasciato sulle gambe, mi fissava catturando invisibili mosche con le dita unte. “Chi sei vecchio? Che stai facendo?” “Come la notte, passo di terra in terra, e ho una strana potenza di parola”. Il suo corpo sembrava sul punto di sbriciolarsi come una statua di cenere, ma i suoi occhi bruciavano agitati. Sono le undici. Finalmente attraverso il cortile. Entriamo in azione. La borsa è pesante, non importa. Perché dovrei essere spaventato? Non c’è nulla da temere se non la paura. Che poi è niente. La sua bocca appiccicosa mi dava i brividi, così gli ho detto: “Mi fai paura, Vecchio Marinaio! Ho paura di te e dei lampi nei tuoi occhi e della tua mano ossuta, tanto bruna”. Si era nascosto dietro il cappotto macchiato: “O ragazzo! Quest’anima è stata tutta sola su di un mare grande grande, talmente sola che Dio stesso a momenti sembrava non esserci”. Cominciava a raccontarmi la sua storia. Lasciamo la borsa nera nella caffetteria. Il locale è affollato, sembrano tutti sconosciuti. C’è odore di mostarda e un brusio insopportabile, come se la stanza avesse il singhiozzo. “C’era una nave. Allegramente prendemmo il largo”. – 379 –

ANNA: Sei solo un demonio venuto sulla terra a far del male agli uomini<br />

innocenti...<br />

GLOUCESTER: Ma suvvia, Lady Anna, non siate così piena d’ira, concedetemi<br />

un po’ della vostra pazienza affinché io possa giustificarmi.<br />

ANNA: Non puoi trovare altra scusa valida se non impiccandoti.<br />

GLOUCESTER: E se ti <strong>di</strong>cessi che non li ho uccisi io?<br />

ANNA: Avresti il coraggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>re una cosa simile? Ti hanno visto con il<br />

pugnale ancora sporco <strong>di</strong> sangue. Sei ancora convinto <strong>di</strong> voler giurare<br />

<strong>di</strong> non aver ucciso il re?<br />

GLOUCESTER: Fu la vostra bellezza a provocare tutto ciò. Credevo così<br />

<strong>di</strong> poter vivere almeno un’ora sul vostro petto.<br />

ANNA: Allora preferirei sfigurarmi piuttosto che stare con te anche solo per<br />

un attimo.<br />

GLOUCESTER: Ascoltate, signora, voi siete rimasta sola e dovreste<br />

cercarvi un marito migliore come... me!<br />

ANNA: Solo una pazza potrebbe innamorarsi <strong>di</strong> un essere ignobile quale<br />

sei!<br />

GLOUCESTER: Non parlare <strong>di</strong> me con <strong>di</strong>sprezzo. Se il tuo cuore cerca<br />

vendetta, tieni, questa è una spada con la quale potrai trafiggere il corpo<br />

<strong>di</strong> questo essere che ti adora. (Lady Anna esita e lascia cadere la spada)<br />

Non esitare sono stato io a uccidere tuo marito ma lo feci solo per te.<br />

ANNA: Ripren<strong>di</strong>ti la tua spada... (rassegnata)<br />

GLOUCESTER: Se vuoi che mi uccida lo farò, basterà che me lo coman<strong>di</strong>ate...<br />

ANNA: L’ho già detto.<br />

GLOUCESTER: Sì, ma con l’ira dentro...<br />

ANNA: Riponi quell’arma.<br />

GLOUCESTER: E tu pren<strong>di</strong> quest’anello, segno della mia devozione...<br />

ANNA: Prenderlo non vuole <strong>di</strong>re per forza ricambiare il tuo amore.<br />

GLOUCESTER: Vi prego <strong>di</strong> credere che mi pentirò sulla sua tomba (in<strong>di</strong>ca<br />

Enrico VI) e poi tornerò da voi...<br />

ANNA: Solo allora sarò pronta ad accogliervi.<br />

GLOUCESTER: Ma allora avrò qualche speranza?<br />

ANNA: Non meritate tanto, ma visto che mi insegnate ad adularvi, immaginate<br />

che vi abbia già detto ad<strong>di</strong>o e poi... vedremo...<br />

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