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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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Scrive G. Vasari: “...e il medesimo (Michelagnolo) fece, richiesto dal<br />

medesimo pontefice (Pio IV), per far la nuova chiesa <strong>di</strong> Santa Maria degli<br />

Angioli nelle terme Diocleziane per ridurle a tempio a uso dei cristiani, e<br />

prevalse un suo <strong>di</strong>segno, che fece, a molti altri fatti da eccellenti architetti, con<br />

tante belle considerazioni per como<strong>di</strong>tà de’ frati Certosini, che l’hanno ridotto<br />

oggi quasi a perfezione, che fè stupire sua Santità e tutti i prelati e signori <strong>di</strong><br />

corte delle bellissime considerazioni che aveva fatte con giu<strong>di</strong>zio, servendosi<br />

<strong>di</strong> tutte l’ossature <strong>di</strong> quelle terme; e se ne vedde cavato un tempio bellissimo,<br />

ed una entrata fuor dell’opinione <strong>di</strong> tutti gli architetti; dove ne riportò lode e<br />

onore infinito” (Le vite dei più celebri pittori, scultori e architetti, II).<br />

L’antico tepidarium, attuale transetto, fu il vasto ambiente su cui Michelangelo<br />

intervenne con più attenzione, lasciando, però, quale asse ortogonale,<br />

il vestibolo (in origine ninfeo <strong>di</strong> passaggio verso il calidarium) ed il coro (ricavato<br />

nell’arena del frigidarium) in modo da ottenere una pianta a croce greca.<br />

La nuova chiesa ebbe tre ingressi: due ai lati del transetto ed una verso<br />

l’esedra. I lavori iniziarono subito e proseguirono dopo la morte <strong>di</strong> Michelangelo<br />

(1564) seguiti dal nipote <strong>di</strong> Antonio Lo Duca, Jacopo, che era stato<br />

allievo ed aiuto del grande artista fiorentino.<br />

Si prolungarono, comunque, per secoli concludendosi verso la metà del<br />

’700 quando, dopo la chiusura dell’entrata <strong>di</strong> sinistra, sull’attuale via Cernaia,<br />

con la grande cappella <strong>di</strong> San Bruno, <strong>di</strong>segnata da Carlo Maratta, fu<br />

chiamato l’architetto Clemente Orlan<strong>di</strong> a dare sistemazione ai primi gran<strong>di</strong><br />

quadri provenienti dalla Basilica Vaticana ed a chiudere l’ingresso sulla destra<br />

del transetto con la cappella de<strong>di</strong>cata al beato Niccolò Albergati.<br />

IL PROGETTO DI VANVITELLI<br />

Intervenne Luigi Vanvitelli con un progetto risolutivo che ebbe lo scopo<br />

<strong>di</strong> ricreare quell’unità architettonica ormai andata perduta nel corso delle<br />

varie fasi costruttive. Il suo fu un lavoro simile a quello che il Bernini aveva<br />

operato un secolo prima in San Pietro: amalgamò con un lavoro, soprattutto<br />

<strong>di</strong> decorazione plastica, i vari corpi <strong>di</strong> fabbrica.<br />

Con otto colonne in muratura, identiche alle originali del transetto, realizzò<br />

un’unità compositiva anche nel passaggio dal vestibolo rotondo alla<br />

grande crociera ed in quello che immette nel presbiterio. Con l’esclusione<br />

<strong>di</strong> questi due ambienti, legò con un’unica trabeazione, identica a quella in<br />

parte esistente nel transetto, l’intero perimetro dell’e<strong>di</strong>ficio basilicale.<br />

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