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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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fabbrica. Da questa visione Antonio ebbe la certezza che un tempio de<strong>di</strong>cato<br />

ai sette Angeli doveva sorgere proprio in quelle maestose rovine termali.<br />

Recatosi nel luogo della visione, segnò col nome dei sette Angeli (Michele,<br />

Raffaele, Gabriele, Jeu<strong>di</strong>ele, Salatiele, Barachiele e Uriele) le colonne della<br />

grande sala dell’antico tepidarium. Cominciò così a delinearsi l’idea <strong>di</strong> trasformare<br />

la grande sala in una chiesa da de<strong>di</strong>care ai Sette Angeli e ai Sette<br />

Martiri. Il solerte Antonio incominciò subito a pensare all’e<strong>di</strong>ficazione, ma<br />

invano inoltrò suppliche all’allora pontefice Paolo III.<br />

Si conserva una lettera <strong>di</strong> Antonio del Duca alla Signora Lucrezia<br />

Rovere-Colonna perché intercedesse da Paolo III il permesso <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care al<br />

culto cristiano l’aula centrale delle Terme <strong>di</strong> Diocleziano.<br />

Nel 1543, dopo un pellegrinaggio alla Santa Casa <strong>di</strong> Loreto, recatosi a<br />

Venezia per far stampare il libretto con la sua Messa, le orazioni e le immagini<br />

angeliche, si fece <strong>di</strong>pingere un quadro con la Vergine tra i Sette Angeli,<br />

copia <strong>di</strong> un mosaico esistente nella Basilica <strong>di</strong> San Marco, che adorna oggi<br />

il centro dell’abside <strong>di</strong>etro l’altare maggiore della nostra Basilica. Tornato a<br />

Roma ed accettato il rettorato degli Orfanelli <strong>di</strong> Santa Maria in Aquiro, continuò<br />

a frequentare le Terme sempre con l’idea <strong>di</strong> trasformarle in Chiesa, ma<br />

inutilmente propose a Paolo III la consacrazione della gran<strong>di</strong>osa fabbrica<br />

alla “Beatissima Vergine dei Sette Arcangeli” e la creazione <strong>di</strong> un collegio<br />

per gli orfanelli.<br />

Fu alla morte <strong>di</strong> Papa Farnese che il nuovo pontefice Giulio III Del<br />

Monte, amico <strong>di</strong> Antonio fin dai tempi in cui era stato cappellano dello zio,<br />

nel 1550 or<strong>di</strong>nò al Vicario <strong>di</strong> Roma, monsignore Filippo Archinto, che fu<br />

poi Arcivescovo <strong>di</strong> Milano, <strong>di</strong> firmare il decreto <strong>di</strong> consacrazione della<br />

Chiesa con il titolo <strong>di</strong> Santa Maria dei Sette Angeli. Il vescovo <strong>di</strong> Sebaste<br />

bene<strong>di</strong>sse e consacrò il nuovo tempio.<br />

L’entusiasmo per la realizzazione del suo sogno, però, fu infranto dai<br />

nipoti del papa che scacciarono Antonio dalle Terme, facendole <strong>di</strong>ventare<br />

loro terreno <strong>di</strong> caccia e luogo <strong>di</strong> maneggio per i cavalli.<br />

Dopo il breve pontificato (22 giorni) <strong>di</strong> Marcello II e quello <strong>di</strong> Paolo IV<br />

Carafa, il nuovo pontefice Pio IV Me<strong>di</strong>ci realizzò finalmente nella maniera<br />

più maestosa e solenne il sogno <strong>di</strong> Antonio. Con una Bolla datata 27 Luglio<br />

1561, il Papa or<strong>di</strong>nava, infatti, la nascita <strong>di</strong> una chiesa nelle antiche Terme<br />

<strong>di</strong> Diocleziano, che intitolava alla “Beatissimae Virgini et omnium Angelorum<br />

et Martyrum”.<br />

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