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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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DEGENERAZIONE DELLE TERME<br />

Già a partire dal II secolo a.C. nei bagni pubblici vi era la tendenza ad<br />

associare al momento del bagno l’esercizio fisico: compaiono nelle terme le<br />

prime figure <strong>di</strong> maestri <strong>di</strong> ginnastica. Di conseguenza con il passare del<br />

tempo i “balnea” persero la loro funzione <strong>di</strong> luoghi esclusivamente finalizzati<br />

all’igiene e alla pulizia del corpo per <strong>di</strong>venire dei veri e propri centri<br />

ricreativi polifunzionali. La maggior parte delle terme includeva palestre,<br />

biblioteche, teatri, ristoranti... erano una città nella città, costituivano il principale<br />

luogo <strong>di</strong> incontro per la popolazione romana. Ma a tale ampliamento<br />

della funzione delle terme corrispose una graduale degenerazione degli<br />

e<strong>di</strong>fici termali dove gli elementi decorativi e quin<strong>di</strong> inutili all’architettura del<br />

luogo erano <strong>di</strong> gran lunga maggiori rispetto a quelli strettamente funzionali:<br />

“Quantum statuari, quantum columnarum est nihil sustinientium sed in<br />

ornamentum positarum impensae causa!” (Quante statue, quante colonne<br />

che non sostengono niente, ma sono solo elemento ornamentale e <strong>di</strong>mostrazione<br />

della spesa sostenuta!) (Seneca, Epistulae 86.7).<br />

Ed è sempre Seneca che tramite un confronto tra i “mores Scipionis ac<br />

nostros”, i costumi <strong>di</strong> P. Cornelio Scipione Africano e quelli della Roma del<br />

I secolo d.C., sottolinea i profon<strong>di</strong> mutamenti che le terme hanno subito.<br />

Infatti “ex consuetu<strong>di</strong>ne antiqua” le terme erano anguste e oscure,<br />

“balneolum angustum, tenebricosum...”.<br />

Inoltre se “At olim et pauca erant balnea nec ullo cultu exornata” (Ma<br />

un tempo i bagni erano pochi e <strong>di</strong>sadorni), adesso invece sono considerati<br />

poveri “nisi parietes magnis et pretiosis orbibus refulserunt, nisi Alexandrina<br />

marmora Numi<strong>di</strong>cis crustis <strong>di</strong>stincta sunt, nisi illis un<strong>di</strong>que operosa<br />

et in picturae modum variata circumlitio praetexitur...” (Se le pareti non risplendono<br />

<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> e preziosi specchi, se i marmi alessandrini non sono<br />

adornati <strong>di</strong> rivestimenti numi<strong>di</strong>ci e la vernice, data con perizia e varia come<br />

un <strong>di</strong>pinto, non li ricopre da ogni parte...).<br />

Interessante è la netta contrapposizione tra le “minimae... fenestrae”<br />

della lavatrina <strong>di</strong> Scipione e le “fenestris amplissimis” dei contemporanei<br />

bagni pubblici, che paradossalmente consentono <strong>di</strong> vedere contemporaneamente<br />

la campagna e il mare (“agros ac maria prospiciunt”).<br />

A sottolineare la completa degenerazione dei balnea possiamo anche<br />

citare la temperatura delle terme del I sec. d.C. “similis incen<strong>di</strong>o” a <strong>di</strong>ffe-<br />

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