MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

sfondo dell’asse di via Nazionale. Nel 1888, nell’area designata, venne
costruita l’attuale fontana, su disegno dell’ingegnere Guerrieri: quattro
modesti leoni “di gesso” furono sistemati sulla fontana, in occasione della
visita a Roma dell’imperatore di Germania. Doveva essere una sistemazione
provvisoria, ma vi rimasero ben tredici anni. Nel 1897, fu approvato
il progetto per l’allestimento della fontana di Mario Rutelli, che preparò
quattro colossali gruppi bronzei, raffiguranti quattro ninfe, ognuna di esse
sdraiata su un animale acquatico, che simboleggiava l’acqua nelle sue
diverse forme: un cavallo marino per la Ninfa degli Oceani, un serpente
d’acqua per la Ninfa dei Fiumi, un cigno per la Ninfa dei Laghi, una
lucertola per la Ninfa dei fiumi sotterranei. Nel 1912, sempre ad opera del
Rutelli, fu aggiunto il gruppo centrale del Glauco (alto 5 metri) che simboleggia
la dominazione dell’uomo sulla forza bruta della natura. È costituito
da un uomo nudo, di struttura atletica, che stringe, tra le braccia vigorose,
un guizzante delfino, dalla cui bocca si eleva, altissimo, un getto d’acqua
che ricade sui numerosi zampilli laterali con magnifico effetto, pari all’effetto
spendido che produce, di sera, la piazza, abbellita dalla sapiente
illuminazione notturna.
ORIGINE E SVILUPPO
DELLE TERME A ROMA
(TRAMITE LO STUDIO DEGLI SCRITTI DEI GRANDI AUTORI LATINI)
Seppur di derivazione ellenistica, le terme sono divenute col passare del
tempo uno dei principali “habitus” della romanità. In Roma infatti i primi
bagni pubblici apparvero a partire dalla fine del III secolo a.C., traendo diretta
ispirazione dal ginnasio greco; inizialmente costituivano una semplice
alternativa alle abluzioni casalinghe, effettuate in “lavatrinae” (ambienti di
ridotte dimensioni, poco luminosi e generalmente posti in prossimità delle
cucine per sfruttarne il calore emesso, secondo la descrizione contenuta
nella LXXXVI delle “Epistulae morales ad Lucilium” di Seneca). In un secondo
momento invece la vastissima diffusione che videro le terme a Roma
determinò la quasi totale scomparsa delle “lavatrinae”, e con queste ultime
il carattere privato del bagno. Era prerogative delle sole classi più agiate
avere all’interno della propria “villa” o “domus” bagni privati, formati però
da pochi ambienti. Al contrario le terme pubbliche erano aperte a tutti:
uomini, donne, anziani, bambini, schiavi...
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