MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...
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qualcosa nella nostra società (sia dal punto di vista istituzionale, che da quello culturale) che influenza negativamente la partecipazione politica femminile. Tuttavia, quando si parla di basso coinvolgimento delle donne in politica, ci si riferisce alle sedi tradizionali del potere dello Stato, con riferimento specifico al Parlamento. Se infatti la percentuale delle donne in questo organo istituzionale è tra le più basse in Europa, ciò non esclude però che le italiane siano presenti in altre sedi politiche. Numerose sono le donne che partecipano nelle amministrazioni locali, dove prevale un approccio pratico nella gestione del potere dello Stato. 20% Parlamento 18% 16% Province 14% 12% Regioni 10% 8% Parlamento 6% 4% Governo D’Alema 2% 0% Comuni Le donne, infatti, sono molto presenti nelle organizzazioni di utilità sociale, di volontariato, che agiscono direttamente sul territorio. Il contatto con delle realtà quali la scuola, la parrocchia, gli ospedali, maturato durante la propria esperienza personale di figlia, moglie e madre, ha dato alle donne una singolare capacità di analizzare la società, per capirne i problemi e tentare di risolverli, spesso con successo. Dunque le donne, mostrando ancora una volta un forte senso civico e grande caparbietà hanno saputo scegliere altre sedi politiche in cui operare. Nei Paesi della UE la composizione di genere della rappresentanza politica è spesso più equilibrata rispetto alla situazione italiana. L’Italia infatti si pone avanti solo alla Grecia, dove la partecipazione femminile è pari a solo il 6% degli eletti, e alla Francia. Nei rimanenti Paesi europei, in particolare in quelli anglosassoni e scandinavi, le donne hanno conquistato spazi politici più ampi, come è esemplificato da questi dati: – 304 –
Paesi 1987 1994 oggi Confronti Austria 11% 21% 25,5% (+)4,5% Belgio Camera bassa Camera bassa Camera bassa Camera bassa 8% 9% 11,3% (+)2,3% Camera alta Camera alta Camera alta 11% 23,6% (+)11,3% Danimarca 29% 33% 26,9% (-)6,1% Finlandia 32% 39% 34% (-)5% Francia Assemblea Nazionale Assemblea Nazionale Assemblea Nazionale Assemblea Nazionale 6% 6,1% 10,23% (+)4,1% Senato Senato Senato 5,6% 5,6% (=) Germania Rft Dieta Federale 15% 20.7% 26,3% –– Rdt Consiglio Federale 32 19,1% Grecia 4% 5,7% 6% (+)0,3% Attualmente è stata dunque raggiunta la parità dei diritti, ma questa è diversa dall’esercizio degli stessi. Sussiste infatti non poca differenza tra la semplice promulgazione di una legge e la concreta attuazione di essa. È per questo che ancora oggi numerose donne, femministe e non, continuano a lavorare assiduamente per portare avanti e perfezionare il processo di emancipazione avviato nel secolo scorso. Un esempio dell’impegno messo nel conseguire questo obiettivo è la Casa delle Donne, un unicum in Italia, che fa di Roma, più di quanto non lo sia già per le grandi battaglie del Movimento Femminista Romano, uno dei più importanti centri di riferimento per le donne italiane. Nata dalla collaborazione di 40 tra le più rinomate associazioni femministe, l’A.F.F.I. (Associazione Federativa Femminista Internazionale) su tutte, la Casa delle Donne racchiude la storia ed i successi del movimento di liberazione delle donne e svolge, sin dalla sua inaugurazione nel 1985, l’importante funzione di coniugare, attraverso un’intensa attività divulgativa con conferenze,corsi e seminari, la riflessione e l’arricchimento culturale con l’azione concreta nella vita di tutti i giorni. È possibile, dunque, nonché doveroso, continuare a lottare, dal momento che “la storia ha i suoi tempi e non si può, da un giorno all’altro, rovesciare abitudini, culture, sentimenti, che sono stati così profondamente consolidati”. 41 41 Trasmissione Il Grillo, intervista a Miriam Mafai. – 305 –
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qualcosa nella nostra società (sia dal punto <strong>di</strong> vista istituzionale, che da<br />
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Tuttavia, quando si parla <strong>di</strong> basso coinvolgimento delle donne in politica,<br />
ci si riferisce alle se<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zionali del potere dello Stato, con riferimento<br />
specifico al Parlamento. Se infatti la percentuale delle donne in questo<br />
organo istituzionale è tra le più basse in Europa, ciò non esclude però che<br />
le italiane siano presenti in altre se<strong>di</strong> politiche.<br />
Numerose sono le donne che partecipano nelle amministrazioni locali,<br />
dove prevale un approccio pratico nella gestione del potere dello Stato.<br />
20% Parlamento<br />
18%<br />
16% Province<br />
14%<br />
12% Regioni<br />
10%<br />
8% Parlamento<br />
6%<br />
4% Governo D’Alema<br />
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Le donne, infatti, sono molto presenti nelle organizzazioni <strong>di</strong> utilità<br />
sociale, <strong>di</strong> volontariato, che agiscono <strong>di</strong>rettamente sul territorio. Il contatto<br />
con delle realtà quali la scuola, la parrocchia, gli ospedali, maturato durante<br />
la propria esperienza personale <strong>di</strong> figlia, moglie e madre, ha dato alle donne<br />
una singolare capacità <strong>di</strong> analizzare la società, per capirne i problemi e tentare<br />
<strong>di</strong> risolverli, spesso con successo. Dunque le donne, mostrando ancora<br />
una volta un forte senso civico e grande caparbietà hanno saputo scegliere<br />
altre se<strong>di</strong> politiche in cui operare.<br />
Nei Paesi della UE la composizione <strong>di</strong> genere della rappresentanza politica<br />
è spesso più equilibrata rispetto alla situazione italiana. L’Italia infatti si<br />
pone avanti solo alla Grecia, dove la partecipazione femminile è pari a solo<br />
il 6% degli eletti, e alla Francia.<br />
Nei rimanenti Paesi europei, in particolare in quelli anglosassoni e<br />
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