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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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1. Il conservatorismo <strong>di</strong> Scott è paradossalmente causa del suo riconoscimento<br />

della natura <strong>di</strong>alettica della storia. Il conservatorismo <strong>di</strong><br />

Scott è, infatti, proprio <strong>di</strong> chi vede la povertà stessa con occhio illuminato,<br />

ma non sa reagire, se non ricorrendo esclusivamente ad una<br />

riflessione onesta, ma non interventrice sulle cause, in<strong>di</strong>viduabili nel<br />

passato del paese, che l’hanno determinata.<br />

2. L’idea della storia in W. Scott, <strong>di</strong> fatto, viene a <strong>di</strong>alettizzarsi secondo<br />

lo schema hegeliano, che è alla base dello storicismo marxista.<br />

3. La scoperta dell’eroe-me<strong>di</strong>o è il geniale strumento <strong>di</strong> cui si serve Scott,<br />

che lo vede come punto d’incontro e <strong>di</strong> conciliazione delle <strong>di</strong>verse<br />

forze o correnti che agitano la società.<br />

4. L’accertamento estetico è subor<strong>di</strong>nato a quello storico-sociale.<br />

A questo punto si può meglio comprendere la forza drammatica che alla<br />

vicenda del romanzo imprime la storia intesa non più come un continuum<br />

(come nel tra<strong>di</strong>zionale romanzo <strong>di</strong> contenuto storico), ma <strong>di</strong>aletticamente,<br />

come sintesi <strong>di</strong> crisi.<br />

Durante le crisi gli uomini appaiono segnati in modo particolare dalle<br />

molteplici e contrastanti tendenze dell’animo, che manifestano con crudezza<br />

e, a volte, con ferocia. Niente, dunque, è più drammatico e romanzesco<br />

<strong>di</strong> quel che una crisi storica, ormai conclusa, offre al romanziere.<br />

Ciò avviene per la prima volta in filosofia con Hegel, nella letteratura<br />

con Scott.<br />

È evidente dunque che la semplice introduzione del contenuto storico<br />

(romanzo storico tra<strong>di</strong>zionale) non è sufficiente, bensi’occorre che se ne<br />

abbia una coscienza <strong>di</strong>alettica (romanzo storico scottiano).<br />

Sorge, ora, un problema: come si deve comportare l’autore <strong>di</strong> fronte alla<br />

necessità <strong>di</strong> obiettività storica, da un lato, e alla urgenza della sua ispirazione<br />

poetica, dall’altro lato? In che modo egli può rispettare nello stesso tempo la<br />

sua ispirazione e i fatti storici?<br />

Si tratta qui <strong>di</strong> definire l’obiettività storica, limitatamente all’ambito<br />

del romanzo storico. Nel romanzo per obiettività storica non s’intende, infatti,<br />

il trasferire i fatti come sono accaduti o, almeno, come li trascrivono<br />

gli storici <strong>di</strong> professione, nella loro presunta oggettività, ma incarnare in<br />

personaggi, in temi, e in eventi verosimili il loro «significato» più vero e<br />

profondo. Lo scrittore, cioè, può in qualche modo mo<strong>di</strong>ficare il fatto storico<br />

e arricchirlo con la sua fantasia in funzione del fine drammatico del suo<br />

romanzo, ma non ne può tra<strong>di</strong>re il senso. Non va, dunque, <strong>di</strong>menticato che<br />

il prodotto finale sarà «storico», ma rimarrà pur sempre «romanzo».<br />

–29–

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