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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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nel “sostrato dei reietti e degli stranieri, degli sfruttati e dei perseguitati <strong>di</strong><br />

altre razze e <strong>di</strong> altri colori, dei <strong>di</strong>soccupati e degli inabili”, insomma <strong>di</strong> tutti<br />

coloro rimangono al <strong>di</strong> fuori della società opulenta. A questo livellamento<br />

economico corrisponde un livellamento delle strutture logiche, per cui viene<br />

meno il pensiero critico, la creatività, l’autodeterminazione, la capacità <strong>di</strong><br />

scelte libere e prevale sempre più il conformismo, l’eteronomia, l’accettazione<br />

dei bisogni imposti e l’in<strong>di</strong>fferenza. Marcuse scrive: “in questa società<br />

l’apparato produttivo tende a <strong>di</strong>ventare totalitario nella misura in cui determina<br />

non soltanto le occupazione, le abilità e gli atteggiamenti socialmente<br />

richiesti, ma anche i bisogni e le aspirazioni in<strong>di</strong>viduali”. 29 Anzi il sistema,<br />

pur identificandosi con “l’amministrazione totale” dell’esistenza, si ammanta<br />

<strong>di</strong> forme pluralistiche e democratiche che però sono puramente illusorie<br />

in quanto le decisioni sono sempre nelle mani <strong>di</strong> pochi: “una confortevole,<br />

levigata, ragionevole, democratica non libertà prevale nella società<br />

industriale avanzata, segno <strong>di</strong> progresso tecnico”. 30 La stessa tolleranza <strong>di</strong><br />

cui si vanta tale società è unicamente, a ben riflettere, una “tolleranza<br />

repressiva”, poiché il suo permissivismo funziona soltanto a proposito <strong>di</strong> ciò<br />

che non mette in <strong>di</strong>scussione il sistema stesso. “L’apparato produttivo, i beni<br />

e i servizi che esso produce, vendono o impongono il sistema sociale come<br />

un tutto. I mezzi <strong>di</strong> trasporto e <strong>di</strong> comunicazione <strong>di</strong> massa, le merci che si<br />

usano per abitare, nutrirsi e vestirsi, il flusso irresistibile dell’industria del<br />

<strong>di</strong>vertimento e dell’informazione, recano con sé atteggiamenti ed abiti prescritti,<br />

determinate reazioni intellettuali ed emotive, che legano i consumatori,<br />

più o meno piacevolmente, ai produttori, e, tramite questi, all’insieme.<br />

I prodotti indottrinano e manipolano, promuovono una falsa coscienza che è<br />

immune dalla propria falsità. E a mano a mano che questi prodotti benefici<br />

sono messi alla portata <strong>di</strong> un numero crescente <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui in un maggior<br />

numero <strong>di</strong> classi sociali, l’indottrinamento <strong>di</strong> cui essi sono veicoli cessa <strong>di</strong><br />

essere pubblicità: <strong>di</strong>venta un modo <strong>di</strong> vivere. È un buon modo <strong>di</strong> vivere<br />

– assai migliore <strong>di</strong> un tempo – e come tale milita contro un mutamento qualitativo.<br />

Per tale via emergono forme <strong>di</strong> pensiero e <strong>di</strong> comportamento ad una<br />

<strong>di</strong>mensione”. 31 Le forme <strong>di</strong> controllo <strong>di</strong> tale società “esigono che si sviluppi<br />

il bisogno ossessivo <strong>di</strong> produrre e <strong>di</strong> consumare lo spreco; il bisogno <strong>di</strong> lavorare<br />

fino all’istupi<strong>di</strong>mento, quando ciò non è più una necessità reale; il<br />

29 Tratto da L’uomo a una <strong>di</strong>mensione.<br />

30 Ibid.<br />

31 Ibid.<br />

– 289 –

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