MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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II.3 - La crisi del soggetto: Herbert Marcuse In questo clima storico-culturale e precisamente nel 1922 nasce la scuola di Francoforte presso il celebre “Istituto per la ricerca sociale” di tale città, fondato da Felix Weil e diretto da Karl Grunberg, uno storico che ha fondato l’Archivio per la storia del socialismo e del movimento operaio. Attorno all’Istituto gravitano varie eminenti personalità specializzate in molteplici campi del sapere quali l’economia, la sociologia, la politologia, la filosofia e la critica letteraria. Gli obiettivi della cosiddetta Scuola di Francoforte possono essere individuati nella teoria critica della società contemporanea operata alla luce di quell’ideale rivoluzionario di un’umanità libera e disalienata e che trova la sua espressione peculiare nel pensiero negativo, volto cioè alla negazione delle contraddizioni presenti. Infatti in vista di tali finalità i pensatori francofortesi si rifanno a filosofi come Hegel, Marx e Freud. Dai primi due ereditano il metodo d’indagine, ossia quello dialettico e totalizzante che in un primo momento evidenzia le contraddizioni intrinseche alla società per poi restituirne una visione globale ed unitaria. Freud invece influisce sul loro operato per quanto riguarda non solo lo studio della personalità e dei meccanismi di introiezione dell’autorità, ma anche i concetti di ricerca del piacere e di libido. Dal punto di vista storico la Scuola si trova ad affrontare le diverse realtà che in questo periodo si vanno determinando: l’avvento del fascismo e del nazismo inducono alla riflessione sull’autorità e sulle relazioni con la società industriale moderna, l’affermazione del comunismo sovietico d’altra parte è esempio di una rivoluzione fallita e rappresenta un aspetto alternativo del capitalismo, il trionfo della società tecnologica, infine, offre lo spunto per le meditazioni sull’“industria culturale” e sull’“individuo ad una dimensione”. La prima di tali componenti storiche comporterà tra le altre conseguenze anche l’emigrazione della Scuola prima a Ginevra, poi a Parigi ed infine a New York. L’esponente più rilevante ai fini della nostra riflessione è Herbert Marcuse. Infatti, sebbene la sua analisi parta da spunti sociologici e politici, il suo pensiero si può inserire in quel filone che tratta la problematica della crisi del soggetto. Marcuse nasce a Berlino il 19 luglio del 1898 da famiglia ebrea benestante. Lì frequenta il Mommsen-Gymnasium e si diploma nel 1916. Nel 1917 si iscrive al Partito Socialdemocratico Tedesco per poi distaccarsene l’anno successivo. Partecipa alla rivoluzione tedesca. Dal ’19 al ’22 studia alle Università di Friburgo e di Berlino dove conosce Heidegger e Husserl. – 286 –

Agli inizi degli anni ’30, entra in contatto con l’Istituto di Francoforte e collabora con Horkheimer alla stesura di Studi sull’autorità e la famiglia. Dopo l’avvento del nazismo emigra negli Stati Uniti. Dal 1954 insegna all’Università di San Diego in California. Nel 1966 è docente onorario dell’Università di Berlino Ovest, dove partecipa ad un dibattito sul movimento studentesco che nei mesi del ’68 vede in lui uno dei suoi ispiratori. Nel ’72 pubblica Controrivoluzione e rivolta e nel ’77 La permanenza dell’arte che poi diventerà La dimensione estetica. Muore in Germania il 29 luglio del 1979. Come abbiamo in parte anticipato, Marcuse collabora all’elaborazione critica sulla società all’interno della Scuola di Francoforte. Il termine “teoria critica” era stato coniato da Horkheimer in un suo rapporto sulla società totalitaria del periodo nazista e, dopo la seconda guerra mondiale, esso sarà applicato anche a tutto il mondo capitalistico. Tale teoria vuole essere uno studio globale della società nei suoi vari aspetti e una critica spietata a quegli elementi che in essa erano irrazionali e quindi inaccettabili. Inizialmente Marcuse con il suo scritto “Eros e civiltà” evidenzia, riprendendo il pensiero di Freud, che questa è fondata sulla repressione degli istinti e in particolare della ricerca del piacere. Ma a differenza del fondatore della psicoanalisi, che riteneva la repressione un costo inevitabile della civiltà, egli, invece, crede che non sia la civiltà in sé ad essere repressiva, ma questo particolare tipo di società, ossia quella di classe affermatasi in Occidente. Infatti quest’ultima si basa sul “principio di prestazione”, ovvero sull’imperativo di impiegare le energie psico-fisiche dell’individuo per scopi produttivi e lavorativi. Tale principio, riducendo il singolo ad un entità il cui fine è la produzione, reprime le richieste umane di felicità e di piacere. Un esempio per tutti: l’uomo finisce per vivere la sua sessualità con fini puramente procreativi. Così l’unico scopo della vita è il lavoro. La repressione degli istinti umani non può eliminarli completamente, infatti essi riaffiorano nell’inconscio e trovano la loro espressione nel mondo dell’arte. La dimensione estetica per Marcuse trova le sue figure più caratteristiche in Orfeo e Narciso: il primo, infatti, è “la voce che non comanda, ma canta “poiché intuisce nel mondo un ordine più alto – un mondo senza repressione”, mentre il secondo vive “una vita di bellezza, e la sua esistenza è contemplazione”. 28 Tutti e due esprimono, dunque, la ribellione simbolica contro la logica del lavoro e della fatica, che trova la sua icona in Prometeo. Posto che l’ideale della storia è quello di far tornare i corpi degli uomini strumenti di piacere e non di fatica, Marcuse cerca di 28 Tratto da Eros e civiltà. – 287 –

II.3 - La crisi del soggetto: Herbert Marcuse<br />

In questo clima storico-culturale e precisamente nel 1922 nasce la<br />

scuola <strong>di</strong> Francoforte presso il celebre “Istituto per la ricerca sociale” <strong>di</strong> tale<br />

città, fondato da Felix Weil e <strong>di</strong>retto da Karl Grunberg, uno storico che ha<br />

fondato l’Archivio per la storia del socialismo e del movimento operaio.<br />

Attorno all’Istituto gravitano varie eminenti personalità specializzate in<br />

molteplici campi del sapere quali l’economia, la sociologia, la politologia,<br />

la filosofia e la critica letteraria. Gli obiettivi della cosiddetta Scuola <strong>di</strong><br />

Francoforte possono essere in<strong>di</strong>viduati nella teoria critica della società contemporanea<br />

operata alla luce <strong>di</strong> quell’ideale rivoluzionario <strong>di</strong> un’umanità<br />

libera e <strong>di</strong>salienata e che trova la sua espressione peculiare nel pensiero<br />

negativo, volto cioè alla negazione delle contrad<strong>di</strong>zioni presenti. Infatti in<br />

vista <strong>di</strong> tali finalità i pensatori francofortesi si rifanno a filosofi come Hegel,<br />

Marx e Freud. Dai primi due ere<strong>di</strong>tano il metodo d’indagine, ossia quello<br />

<strong>di</strong>alettico e totalizzante che in un primo momento evidenzia le contrad<strong>di</strong>zioni<br />

intrinseche alla società per poi restituirne una visione globale ed unitaria.<br />

Freud invece influisce sul loro operato per quanto riguarda non solo<br />

lo stu<strong>di</strong>o della personalità e dei meccanismi <strong>di</strong> introiezione dell’autorità, ma<br />

anche i concetti <strong>di</strong> ricerca del piacere e <strong>di</strong> libido.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista storico la Scuola si trova ad affrontare le <strong>di</strong>verse<br />

realtà che in questo periodo si vanno determinando: l’avvento del fascismo<br />

e del nazismo inducono alla riflessione sull’autorità e sulle relazioni con la<br />

società industriale moderna, l’affermazione del comunismo sovietico d’altra<br />

parte è esempio <strong>di</strong> una rivoluzione fallita e rappresenta un aspetto alternativo<br />

del capitalismo, il trionfo della società tecnologica, infine, offre lo<br />

spunto per le me<strong>di</strong>tazioni sull’“industria culturale” e sull’“in<strong>di</strong>viduo ad una<br />

<strong>di</strong>mensione”. La prima <strong>di</strong> tali componenti storiche comporterà tra le altre<br />

conseguenze anche l’emigrazione della Scuola prima a Ginevra, poi a Parigi<br />

ed infine a New York. L’esponente più rilevante ai fini della nostra riflessione<br />

è Herbert Marcuse. Infatti, sebbene la sua analisi parta da spunti<br />

sociologici e politici, il suo pensiero si può inserire in quel filone che tratta<br />

la problematica della crisi del soggetto.<br />

Marcuse nasce a Berlino il 19 luglio del 1898 da famiglia ebrea benestante.<br />

Lì frequenta il Mommsen-Gymnasium e si <strong>di</strong>ploma nel 1916. Nel<br />

1917 si iscrive al Partito Socialdemocratico Tedesco per poi <strong>di</strong>staccarsene<br />

l’anno successivo. Partecipa alla rivoluzione tedesca. Dal ’19 al ’22 stu<strong>di</strong>a<br />

alle Università <strong>di</strong> Friburgo e <strong>di</strong> Berlino dove conosce Heidegger e Husserl.<br />

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