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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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dell’ideologia, qualsiasi verità è <strong>di</strong>ventata una menzogna. È quanto si può<br />

<strong>di</strong>mostrare nel marxismo: la lotta <strong>di</strong> classe, generalizzata in un fenomeno<br />

che viene simulato in paesi e tempi in cui esso non esisteva. Di qui nasce<br />

l’ideologia contraria: la lotta <strong>di</strong> classe non esiste. Chi vuole <strong>di</strong>re la verità è<br />

messo a confronto con le persone che <strong>di</strong>cono: non svignartela sei con noi o<br />

contro <strong>di</strong> noi? Due menzogne”. 27<br />

Hannah Arendt fu sempre un’osservatrice in<strong>di</strong>pendente, riluttante a<br />

farsi attribuire identità e appartenenze; sociali, religiose, accademiche e<br />

politiche. E così, da pariah consapevole, da ebrea priva <strong>di</strong> una ra<strong>di</strong>ce sicura<br />

su questa terra o <strong>di</strong> vincoli <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione specifica, Hannah Arendt si<br />

misura con le soluzioni che la saggezza dei secoli ha offerto ai problemi<br />

morali ed al problema del male in particolare.<br />

Ecco, quin<strong>di</strong>, la seconda esperienza che è servita da pietra miliare alla<br />

Arendt per scrivere questo libro: Hannah Arendt è, per <strong>di</strong>rla kantianamente,<br />

entrata in possesso <strong>di</strong> un concetto (la banalità del male) e, domandandosi<br />

come possederlo e utilizzarlo, si trova <strong>di</strong> fronte a un interrogativo vecchio<br />

come l’uomo: “Che cos’è pensare?”, “Che cosa facciamo quando non<br />

stiamo facendo altro che pensare?”, “Dove siamo noi, circondati normalmente<br />

dai nostri simili, quando siamo soltanto noi stessi?”, “Che cosa ci fa<br />

pensare?”<br />

Il pensare ha come oggetto e scopo il significato e la ragione, per suo<br />

conto, investiga su qualunque dato fornitole dal nostro apparato sensoriale<br />

senza curarsi che i suoi problemi sono privi <strong>di</strong> significato per il senso<br />

comune.<br />

Gli uomini sono nel mondo delle apparenze, lì stanno e più non si domandano;<br />

o meglio, corrono <strong>di</strong>etro all’implacabile successione <strong>di</strong> domande<br />

e risposte che il Progresso della scienza moderna corregge continuamente<br />

e accettano il suo concetto <strong>di</strong> verità, improntato all’esperienza del senso<br />

comune <strong>di</strong> una evidenza senza errori né illusioni.<br />

Ma, oltre quei problemi cognitivi a cui l’uomo risponde, vi sono quegli<br />

interrogativi senza risposte da sempre denunciati quali oziosi; eppure, solo<br />

continuando a porsi domande senza risposte, gli uomini continueranno a<br />

produrre enti <strong>di</strong> pensiero quali le opere d’arte ed a porsi quegli interrogativi<br />

suscettibili <strong>di</strong> risposta su cui si fonda la civiltà e la sua evoluzione. In tal<br />

senso, l’attività del pensiero è la con<strong>di</strong>zione a priori della conoscenza e<br />

della verità.<br />

27 H. Arendt, Denktagebuch 1950 bis 1973.<br />

– 284 –

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