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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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agionata fiduciosa <strong>di</strong>chiarazione quale: “Forse non è presuntuoso credere<br />

che questi pochi sono ancora numerosi nel nostro tempo”. 26 E ciò, anche se<br />

probabilmente <strong>di</strong> scarsa rilevanza per quanto concerne il futuro del mondo è<br />

massimamente importante per il futuro dell’uomo. Nelle ultime pagine <strong>di</strong><br />

Vita activa Hannah Arendt pone le premesse de La vita della mente, il suo<br />

ultimo lavoro.<br />

LA VITA DELLA MENTE<br />

Hannah Arendt morì una sera del <strong>di</strong>cembre 1975; pochi giorni prima<br />

portò a termine il secondo volume de La Vita della Mente. L’opera era progettate<br />

in tre parti (Pensare, Volere, Giu<strong>di</strong>care); del terzo volume, il Giu<strong>di</strong>zio,<br />

de<strong>di</strong>cato al suo tema pre<strong>di</strong>letto, la facoltà del giu<strong>di</strong>zio e la fondazione<br />

dell’agire, restano solo un frammento ed un ciclo <strong>di</strong> sue lezioni sulla filosofia<br />

politica <strong>di</strong> Kant all’Università <strong>di</strong> Chicago e alla New School. Hannah<br />

Arendt <strong>di</strong>ceva agli amici che questo terzo volume sarebbe stato molto più<br />

breve degli altri due, sia perché più facile da trattare sia per la mancanza <strong>di</strong><br />

fonti e materiali su cui lavorare: solo Kant scrisse sul giu<strong>di</strong>zio trattandone<br />

come una facoltà autonoma, non limitata all’ambito dell’estetica in cui era<br />

stata relegata dai filosofi precedenti.<br />

La Vita della Mente doveva essere una raccolta sistematica delle riflessioni<br />

<strong>di</strong> una vita: è quin<strong>di</strong> un’opera strettamente filosofica in cui Hannah<br />

Arendt si sofferma sui principali no<strong>di</strong> della filosofia occidentale per superarli<br />

ed allontanarsene. A spingerla ad uscire dai protettivi e relativamente<br />

sicuri terreni della teoria e della scienza politica per avventurarsi per<br />

l’impervio ed arduo cammino che la mente compie, furono due esperienze<br />

che la filosofa visse. “Lo stimolo imme<strong>di</strong>ato” le venne assistendo alle 120<br />

sedute del processo a Eichmann a Gerusalemme. Otto Adolf Eichmann era<br />

stato responsabile della sezione IV-B4 (competente sugli affari concernenti<br />

gli ebrei) dell’ufficio centrale per la sicurezza del Reich (RSHA). Eichmann<br />

non superò mai il grado <strong>di</strong> tenente-colonnello ma ricoprì un ruolo fondamentale<br />

nella complessa macchina nazista: coor<strong>di</strong>nava l’organizzazione dei<br />

trasferimenti degli ebrei verso i vari campi <strong>di</strong> concentramento e sterminio.<br />

Eichmann fu catturato in un sobborgo <strong>di</strong> Buenos Aires e, quin<strong>di</strong>, trasportato<br />

a Israele. Fu, dunque, in un grigio burocrate che si epifanizzò il male: egli<br />

26 Ibid.<br />

– 282 –

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