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“PERSONA E DEMOCRAZIA” L’uso non strettamente analitico che la Zambrano fa della ragione era proprio già del suo principale maestro, José Ortega y Gasset. Passando in rassegna la storia della civiltà occidentale, la Zambrano sofferma la sua attenzione sulla centralità della persona e l’importanza che le viene data. Un’attenta analisi della storia la spinge a sottolineare come gli assolutismi partoriti dall’Europa, culla della civiltà, non abbiano affievolito in alcun modo le tensioni etiche insite nella cultura occidentale. Lo spirito del tempo appare, al contrario, sempre aperto alle trasformazioni democratiche, pur in aperta lotta con la decadenza totalitaria. La persona costituisce il cuore della vita, il punto da cui parte la riscossa della libertà; solo la persona conta, solo sulla sua realtà di creatura libera e responsabile può contare la democrazia del futuro. Non è la società in sé che deve accogliere la persona, ma il contrario: “La persona deve includere nella sua area la società”. Con il Dio Incarnato, osserva con chiarezza cristallina la Zambrano, la persona si scopre luce e movimento autocosciente della vita; da questo momento in poi, nessuno potrà mai attaccare impunemente la persona: il totalitarismo è, dunque, il crimine assoluto. Maria Zambrano scrisse che “il modo migliore di trattare con la persona è la fiducia, fondamento della fede”. 17 E quando questa va perduta, il rapporto personale diventa impossibile. La fede è l’atteggiamento che corrisponde al futuro, è il modo di gestirlo, di aprirgli il cammino. Le radici dovrebbero avere fede nel fiore, se la pianta realizzasse il suo sforzo in maniera cosciente. La coscienza corrisponde dunque ad un futuro che siamo in parte noi a dover costruire; ad un futuro che è quindi creazione dell’uomo, anche soltanto perché può chiuderlo o aprirlo, perché gli serve come passaggio e può rifiutarlo o mettersi al suo servizio. È per questo che siamo responsabili. La coscienza non è contraria alla fede: si può dire che appartiene allo stesso mondo, alla stessa struttura vitale. Se il tempo che si apre davanti a noi non ci potesse portare nulla di diverso da ciò che è già stato, la coscienza non servirebbe. Se esiste la coscienza, questo dipende anche dal futuro. Un futuro, che è il tempo della libertà. Quando ci sentiamo privati della libertà, della libertà più intima che sgorga da dentro, il risveglio della coscienza è semplicemente un inferno. 17 Dallo scambio epistolare di M. Zambrano e Cristina Campo. – 274 –
Per “democrazia” si intende quella forma di governo e di società in cui si persegue l’uguaglianza, senza però scadere nel mero conformismo e nel livellamento: non si tratta di dare a ciascuno lo stesso, ma di dare a ciascuno ciò che gli spetta. Condizione necessaria perché possa esserci un’effettiva democrazia, è che i cittadini siano consapevoli della loro condizione di “persone”. Ingrediente, al contrario, indispensabile del regime totalitario, è l’assoluta mancanza di questa consapevolezza e la tendenza dell’uomo a rientrare piuttosto nella categoria dell’“uomo-massa”. RIFLESSIONI CONCLUSIVE L’estrema varietà e molteplicità di temi che la Zambrano affronta, ha un filo conduttore comune che può essere individuato nella centralità del rapporto fra il soggetto, inteso come spirito e corpo, come pensiero ed azione, e la realtà del mondo in cui vive. Il pensiero della Zambrano, pur inserendosi nella cultura filosofica contemporanea ed aderendo agli insegnamenti dei suoi maestri, possiede uno slancio e una vitalità molto “femminili”. La sua spiritualità non è solo spiritualità dell’anima o del pensiero, ma diventa spiritualità del corpo e del vivere. La sua ricerca della verità non si basa sulle spiegazioni razionali, né sulle dimostrazioni logiche, ma sul vivere pienamente e fino in fondo “appassionatamente” (cioè con la mente, con il cuore e con il corpo), la realtà personale e storica. L’unico modo per arrivare alla conoscenza è vivere consapevolmente, darsi alla vita e farsene compenetrare per arrivare a capirla. Maria Zambrano opera una sorta di capovolgimento dell’approccio filosofico classico, che utilizza la razionalità e la logica come strumenti per arrivare alla verità, mediante un processo di classificazione e di suddivisione in categorie che porta alla semplificazione della realtà. E lo fa ricollocando invece l’uomo nella sua complessa realtà e privilegiando come strumenti di comprensione e conoscenza (mai definitiva o data una volta per tutte), l’esperienza, l’intuizione e la partecipazione alla vita. Non è possibile un sapere separato dal sentire perché l’essenza della natura umana non è la ragione né il sentimento, ma l’integrazione fra questi due aspetti, una sorta di pensiero viscerale o, come direbbe la Zambiano, un pensiero appassionato. – 275 –
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Per “democrazia” si intende quella forma <strong>di</strong> governo e <strong>di</strong> società in cui<br />
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livellamento: non si tratta <strong>di</strong> dare a ciascuno lo stesso, ma <strong>di</strong> dare a ciascuno<br />
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Con<strong>di</strong>zione necessaria perché possa esserci un’effettiva democrazia, è<br />
che i citta<strong>di</strong>ni siano consapevoli della loro con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> “persone”.<br />
Ingre<strong>di</strong>ente, al contrario, in<strong>di</strong>spensabile del regime totalitario, è l’assoluta<br />
mancanza <strong>di</strong> questa consapevolezza e la tendenza dell’uomo a rientrare<br />
piuttosto nella categoria dell’“uomo-massa”.<br />
RIFLESSIONI CONCLUSIVE<br />
L’estrema varietà e molteplicità <strong>di</strong> temi che la Zambrano affronta, ha un<br />
filo conduttore comune che può essere in<strong>di</strong>viduato nella centralità del rapporto<br />
fra il soggetto, inteso come spirito e corpo, come pensiero ed azione,<br />
e la realtà del mondo in cui vive.<br />
Il pensiero della Zambrano, pur inserendosi nella cultura filosofica<br />
contemporanea ed aderendo agli insegnamenti dei suoi maestri, possiede<br />
uno slancio e una vitalità molto “femminili”. La sua spiritualità non è solo<br />
spiritualità dell’anima o del pensiero, ma <strong>di</strong>venta spiritualità del corpo e del<br />
vivere. La sua ricerca della verità non si basa sulle spiegazioni razionali,<br />
né sulle <strong>di</strong>mostrazioni logiche, ma sul vivere pienamente e fino in fondo<br />
“appassionatamente” (cioè con la mente, con il cuore e con il corpo), la<br />
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vivere consapevolmente, darsi alla vita e farsene compenetrare per arrivare<br />
a capirla.<br />
Maria Zambrano opera una sorta <strong>di</strong> capovolgimento dell’approccio filosofico<br />
classico, che utilizza la razionalità e la logica come strumenti per arrivare<br />
alla verità, me<strong>di</strong>ante un processo <strong>di</strong> classificazione e <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>visione<br />
in categorie che porta alla semplificazione della realtà. E lo fa ricollocando<br />
invece l’uomo nella sua complessa realtà e privilegiando come strumenti<br />
<strong>di</strong> comprensione e conoscenza (mai definitiva o data una volta per tutte),<br />
l’esperienza, l’intuizione e la partecipazione alla vita.<br />
Non è possibile un sapere separato dal sentire perché l’essenza della<br />
natura umana non è la ragione né il sentimento, ma l’integrazione fra questi<br />
due aspetti, una sorta <strong>di</strong> pensiero viscerale o, come <strong>di</strong>rebbe la Zambiano, un<br />
pensiero appassionato.<br />
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