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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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fu lui <strong>di</strong>fatti il primo ad attribuire al linguaggio un’origine del tutto naturale<br />

e spontanea, assolutamente non convenzionale. Ed è proprio attraverso il<br />

linguaggio – afferma Herder –, linguaggio che <strong>di</strong>viene subito poesia, che si<br />

esprime l’animo, l’indole propria <strong>di</strong> un popolo.<br />

Libri, pubblicazioni, circoli e riviste offrono, in Italia, un importante sostegno<br />

per la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> ideali nazionalistici ed imperialistici, in netta polemica<br />

con la tra<strong>di</strong>zione del positivismo italiano, la quale rimane anzi<br />

sempre debole, non riuscendo mai ad affermarsi del tutto, per poi esser finalmente<br />

soppiantata dalle nuove, imperanti tendenze irrazionalistiche e<br />

spiritualistiche. Prendono invece sempre più piede l’antisocialismo, il militarismo<br />

ed il nazionalismo più esasperato: basti pensare a riviste come “Il<br />

Regno”, “La voce” o ancora “Il Leonardo”, attraverso cui si esprimono personalità<br />

quali Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini ed Enrico Corra<strong>di</strong>ni.<br />

Scrittori e poeti come Alfredo Oriani e Gabriele D’Annunzio inneggiano all’attivismo,<br />

al gesto esemplare e alla violenta virilità, il primo interpretando,<br />

nel corso degli eventi storici, un in<strong>di</strong>scutibile compito <strong>di</strong> “civilizzazione”<br />

che l’Italia avrebbe nei confronti delle altre nazioni (a che scopo, altrimenti,<br />

l’avvenuta unificazione nazionale?), il secondo facendo proprio, più o meno<br />

legittimamente, il superomismo <strong>di</strong> Nietzsche.<br />

La nascita, la <strong>di</strong>ffusione ed infine la vittoria del fascismo è senza<br />

dubbio resa possibile dalla drammatica esperienza che l’Italia vive negli<br />

anni del primo conflitto mon<strong>di</strong>ale (1914-1918), le cui conseguenze, dal<br />

punto <strong>di</strong> vista economico-sociale, colpiscono in profon<strong>di</strong>tà la popolazione,<br />

la quale si mostra sempre meno tollerante nei confronti dello stato liberale e<br />

del movimento socialista.<br />

Diverse sono le opinioni riguardo il peso che il fascismo ha nell’economia<br />

della storia italiana: c’è chi lo interpreta come una semplice parentesi,<br />

da chiudersi il prima possibile per poter così ricominciare il <strong>di</strong>scorso da<br />

dove è stato interrotto (Luigi Einau<strong>di</strong>); chi lo ritiene una semplice malattia<br />

dalla quale un organismo fondamentalmente sano è riuscito a guarire<br />

(Croce); o, ancora, c’è chi è dell’opinione che esso sia un movimento politico-ideologico<br />

dalle ben salde ra<strong>di</strong>ci nella tra<strong>di</strong>zione italiana, un movimento<br />

che finisce col prevalere grazie a molteplici fattori. Non si <strong>di</strong>mentichi,<br />

a proposito, la debolezza cronica dello stato liberale italiano; l’appoggio<br />

consapevole offerto da imponenti personalità, o quello meno consapevole,<br />

illusorio <strong>di</strong> molti altri; ed infine la scarsa esperienza del movimento<br />

socialista, ancora <strong>di</strong> nascita troppo fresca per resistere alle declamatorie rimostranze<br />

degli esponenti <strong>di</strong> destra.<br />

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