MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...
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Non abbiamo avuto nessuna difficoltà, sin dall’inizio, ad approvare la prima parte dell’articolo, quella nella quale si dice che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. Non solo non abbiamo avuto difficoltà, ma i colleghi della prima Sottocommissione ricordano senza dubbio che questa formulazione è stata data da me stesso. E qui permettetemi un ricordo. L’onorevole Dossetti, riferendosi a questa prima parte dell’articolo che stiamo discutendo, cercando di darne una giustificazione dottrinaria, diceva che questa si può trovare in un corso di Diritto ecclesiastico, tenuto precisamente nel 1912, all’Università di Torino, dal senatore Francesco Ruffini. Prima affermazione fondamentale: la rivendicazione delle libertà di coscienza, di fede, di culto, di propaganda religiosa e di organizzazione religiosa. Il progetto di Costituzione, per questa parte, ci soddisfa... – 236 – Voi mi consentirete di ricordare all’onorevole Dossetti che sono stato allievo di quel corso, che l’ho frequentato quel corso, che ho dato l’esame di Diritto ecclesiastico su quelle dispense che egli ha citato e lodato. È, forse, per questo che non ho trovato difficoltà a dare quella formulazione. Ricordo però anche che quelle lezioni non erano frequentate soltanto da me. Veniva alle volte e si sedeva in quell’aula un uomo, un grande scomparso, amico e maestro mio, Antonio Gramsci, e uscendo dalle lezioni e passeggiando in quel cortile dell’Università di Torino, oggi semidistrutto dalla guerra, egli parlava con me anche del problema che ci occupa in questo momento, del problema dei rapporti fra la Chiesa cattolica e lo Stato italiano. Eravamo allora entrambi giovanissimi, entrambi all’inizio della nostra vita politica e ci sforzavamo di individuare quali erano le origini e quali avrebbero potuto essere le sorti future di quel contrasto tra lo Stato e la Chiesa che allora era ancora per gran parte in atto in Italia, ma che in parte era superato o si stava superando, e ricordo che Gramsci mi diceva che il giorno in cui si fosse formato in Italia un governo socialista, in cui fosse sorto un regime socialista, uno dei principali compiti di questo governo, di questo regime, sarebbe stato di liquidare completamente la questione romana garantendo piena libertà alla Chiesa cattolica. Ripeto che la prima parte di questo articolo non offre per noi nessuna difficoltà. E vengo alla seconda parte, che è quella a proposito della quale hanno avuto luogo i più ampi dibattiti ed avrà luogo lo schieramento più importante
in quest’aula. Qui si tocca il fondo del problema dei rapporti fra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica. Ora, di questo problema noi non ci siamo interessati soltanto oggi né soltanto nel corso delle discussioni della prima Sottocommissione e della Commissione dei settantacinque. Fin dall’inizio del 1946, quando si tenne in Roma il V Congresso del nostro partito, dedicammo una parte non trascurabile dei nostri dibattiti all’esame di questo problema, e la nostra posizione venne allora definita così nel rapporto che io tenni al congresso. Permettetemi di citare. «Poiché l’organizzazione della Chiesa» dicevo io allora «continuerà ad avere il proprio centro nel nostro Paese e poiché un conflitto con essa turberebbe la coscienza di molti cittadini, dobbiamo regolare con attenzione la nostra posizione nei confronti della Chiesa cattolica e del problema religioso. La nostra posizione è anche a questo proposito conseguentemente democratica. Rivendichiamo e vogliamo che nella Costituzione italiana vengano sancite le libertà di coscienza, di fede, di culto, di propaganda religiosa e di organizzazione religiosa. Consideriamo queste libertà come le libertà democratiche fondamentali, che devono essere restaurate e difese contro qualunque attentato da qualunque parte venga. Oltre a questo, però, esistono altre questioni che interessano la Chiesa e sono state regolate coi Patti del Laterano. Per noi la soluzione data alla questione romana è qualcosa di definitivo, che ha chiuso e liquidato per sempre un problema. Al Trattato del Laterano è però indissolubilmente legato il Concordato. Questo è per noi uno strumento di carattere internazionale, oltre che nazionale, e comprendiamo benissimo che non potrebbe essere riveduto se non per intesa bilaterale, salvo violazioni che portino l’una parte o l’altra a denunciarlo. Questa nostra posizione è chiara e netta. Essa toglie ogni possibilità di equivoco e impedisce che fondandosi sopra un equivoco si possano avvelenare o intorbidare i rapporti fra le forze più avanzate della democrazia, che seguono il nostro partito e la Chiesa cattolica». Come vedete, vi sono qui alcune affermazioni fondamentali, alle quali abbiamo il dovere di rimanere coerenti, alle quali ci siamo sforzati di rimanere coerenti, alle quali credo che siamo rimasti coerenti fino ad ora. Prima affermazione fondamentale: la rivendicazione delle libertà di coscienza, di fede, di culto, di propaganda religiosa e di organizzazione religiosa. Il progetto di Costituzione, per questa parte, ci soddisfa. Noi appoggeremo tutte quelle proposte le quali tenderanno a rendere sempre più tranquille le coscienze di tutti i credenti di tutte le fedi, garantendo loro tutte le libertà di cui hanno bisogno per esplicare il loro culto e svolgere la loro propaganda. – 237 –
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in quest’aula. Qui si tocca il fondo del problema dei rapporti fra lo Stato italiano<br />
e la Chiesa cattolica. Ora, <strong>di</strong> questo problema noi non ci siamo interessati<br />
soltanto oggi né soltanto nel corso delle <strong>di</strong>scussioni della prima Sottocommissione<br />
e della Commissione dei settantacinque. Fin dall’inizio del<br />
1946, quando si tenne in Roma il V Congresso del nostro partito, de<strong>di</strong>cammo<br />
una parte non trascurabile dei nostri <strong>di</strong>battiti all’esame <strong>di</strong> questo problema, e<br />
la nostra posizione venne allora definita così nel rapporto che io tenni al congresso.<br />
Permettetemi <strong>di</strong> citare. «Poiché l’organizzazione della Chiesa» <strong>di</strong>cevo<br />
io allora «continuerà ad avere il proprio centro nel nostro Paese e<br />
poiché un conflitto con essa turberebbe la coscienza <strong>di</strong> molti citta<strong>di</strong>ni, dobbiamo<br />
regolare con attenzione la nostra posizione nei confronti della Chiesa<br />
cattolica e del problema religioso. La nostra posizione è anche a questo proposito<br />
conseguentemente democratica. Riven<strong>di</strong>chiamo e vogliamo che nella<br />
Costituzione italiana vengano sancite le libertà <strong>di</strong> coscienza, <strong>di</strong> fede, <strong>di</strong> culto,<br />
<strong>di</strong> propaganda religiosa e <strong>di</strong> organizzazione religiosa. Consideriamo queste<br />
libertà come le libertà democratiche fondamentali, che devono essere restaurate<br />
e <strong>di</strong>fese contro qualunque attentato da qualunque parte venga. Oltre a<br />
questo, però, esistono altre questioni che interessano la Chiesa e sono state<br />
regolate coi Patti del Laterano. Per noi la soluzione data alla questione romana<br />
è qualcosa <strong>di</strong> definitivo, che ha chiuso e liquidato per sempre un problema.<br />
Al Trattato del Laterano è però in<strong>di</strong>ssolubilmente legato il Concordato.<br />
Questo è per noi uno strumento <strong>di</strong> carattere internazionale, oltre che<br />
nazionale, e compren<strong>di</strong>amo benissimo che non potrebbe essere riveduto se<br />
non per intesa bilaterale, salvo violazioni che portino l’una parte o l’altra a<br />
denunciarlo. Questa nostra posizione è chiara e netta. Essa toglie ogni possibilità<br />
<strong>di</strong> equivoco e impe<strong>di</strong>sce che fondandosi sopra un equivoco si possano<br />
avvelenare o intorbidare i rapporti fra le forze più avanzate della democrazia,<br />
che seguono il nostro partito e la Chiesa cattolica».<br />
Come vedete, vi sono qui alcune affermazioni fondamentali, alle quali<br />
abbiamo il dovere <strong>di</strong> rimanere coerenti, alle quali ci siamo sforzati <strong>di</strong> rimanere<br />
coerenti, alle quali credo che siamo rimasti coerenti fino ad ora.<br />
Prima affermazione fondamentale: la riven<strong>di</strong>cazione delle libertà <strong>di</strong><br />
coscienza, <strong>di</strong> fede, <strong>di</strong> culto, <strong>di</strong> propaganda religiosa e <strong>di</strong> organizzazione religiosa.<br />
Il progetto <strong>di</strong> Costituzione, per questa parte, ci sod<strong>di</strong>sfa. Noi appoggeremo<br />
tutte quelle proposte le quali tenderanno a rendere sempre più tranquille<br />
le coscienze <strong>di</strong> tutti i credenti <strong>di</strong> tutte le fe<strong>di</strong>, garantendo loro tutte<br />
le libertà <strong>di</strong> cui hanno bisogno per esplicare il loro culto e svolgere la loro<br />
propaganda.<br />
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