MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

facendo riferimento ai principi dell’internazionalismo proletario e al concetto
fondamentale che la guerra è comunque e sempre a discapito dei popoli.
Togliatti, dunque, promuove insieme al fronte antifascista italiano all’estero,
un’articolata ed estesa azione di propaganda.
Egli trovandosi in Francia viene arrestato dal governo Daladier, quindi
rilasciato per poi raggiungere in modo fortunoso l’Urss. Da quel momento
la sua attività si svolge essenzialmente per radio. Togliatti è artefice, infatti,
di una serie di discorsi agli italiani da “Radio Mosca” i cui temi facevano
leva sul sentimento nazionale, sulla rivendicazione delle libertà politiche e
sui disagi materiali provocati dalla guerra. Dando prova di grande maturità
politica, spirito di collaborazione e soprattutto prudenza, egli invita tutte
le forze politiche a mettere da parte le differenze ideologiche per contribuire
al processo di liberazione.
Si interessa frattanto della forma istituzionale da acquisire convinto che
fare della monarchia il perno della vita del paese non avrebbe portato alcun
miglioramento. Si doveva dunque accantonare la questione. Il popolo italiano
avrebbe deciso in seguito, democraticamente a liberazione avvenuta.
Il 19 dicembre del ’43 i rappresentanti delle federazioni comuniste delle
Puglie della Calabria e della Campania, riunitesi a Napoli, chiedono al comitato
consultivo alleato per l’Italia il rientro in patria del loro compagno
capo del partito comunista e del proletariato italiano. Togliatti infatti
avrebbe potuto giocare un ruolo estremamente nella mobilitazione del popolo
italiano nella lotta contro il Fascismo. Approvata la richiesta delle federazioni
comuniste, Togliatti il 27 marzo del ’44 rientra in Italia sbarcando
a Napoli.
Già prima che l’Italia entrasse in guerra la linea tracciata dal PCI era
volta alla sconfitta delle forze nazifasciste, anche nel caso in cui fosse stato
necessario l’appoggio di un movimento monarchico.
È con la svolta di Salerno, nell’aprile del ’44, che il leader comunista, a
seguito del suo rientro dopo aver preso in mano la direzione del partito, imprime
un improvviso mutamento alla resistenza.
La rivolta è stata ed è considerata un movimento patriottico compiuto
per unire le forze contro il comune nemico; ma il reale obiettivo di Togliatti
non è militare bensì politico: l’inserimento dei comunisti nella legalità, nel
governo.
La svolta di Salerno è “l’applicazione all’Italia nel bene e nel male,
dell’antica linea comunista” (G. Bocca). Togliatti accetta la guerra partigiana
da politico, ma senza crederci fino in fondo, persuaso che ciò che
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