MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

zione della necessità della lotta aperta contro le posizioni che si riferivano
alla strategia di lotta rivoluzionaria e alla costruzione di un’egemonia della
classe operaia e perciò ad una sua alleanza con i contadini.
Tale impegno lo occupa dal ’23 al ’26. Partecipa al 3° Congresso a
Lione nel 1926. Le tesi ripetono le idee guida di Gramsci al comitato centrale:
“Il nostro compito è quello di organizzare gli operai del Nord e i contadini
meridionali e saldare la loro alleanza rivoluzionaria” (A. Gramsci).
Dopo l’arresto di quest’ultimo, Togliatti inizia a manifestare tutta la sua statura
di dirigente, anche se dall’estero, continuando la lotta del sua predecessore
contro la concezione borghidiana di partito che si intrecciò allo sforzo
del PCI di calarsi più profondamente nella situazione specifica creatasi in
Italia con l’avvento del Fascismo. Nel 6° Congresso del 1928 Togliatti delinea
una linea di attacco frontale alla politica social democratica. Intervenne
dunque preoccupato da un lato, per la tendenza a sostituire all’analisi
differenziata e concreta delle situazioni le definizioni generali; dall’altro,
per l’insufficiente chiarezza con cui si procedeva alla formazione dei gruppi
dirigenti dell’Internazionale e dei partiti comunisti. Egli avvertiva un impoverimento
nella vita democratica delle organizzazioni comuniste e una pericolosa
tendenza al dottrinarismo e al dogmatismo.
Nel corso del ’27-’28 il PCI aveva intanto subito duri colpi ad opera
della polizia fascista: i suoi quadri migliori erano o in prigione o in esilio.
Nel 1928 erano ormai persi i contatti tra la direzione del partito (Togliatti
compreso) che operava all’estero e i militanti all’interno.
Nel 1935 torna a lavorare nell’esecutivo dell’Internazionale. Operava
su di lui un’esperienza di sei mesi in Francia ed ebbe grandi conseguenze
l’incontro con Dimitrov. 21
Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale rese vani i tentativi di
Togliatti e degli altri esponenti della sinistra che osteggiavano il conflitto
21 Dimitrov, Georgj Michailoviè (Radomir, Sofia 1882-Mosca 1949), uomo politico bulgaro
e leader comunista; primo ministro della Bulgaria (1946-1949). Operaio tipografo, divenne
membro del comitato centrale del Partito operaio comunista nel 1909 e presto ne divenne uno dei
leader. Nel 1923, dopo il fallimento di un’insurrezione comunista da lui organizzata, fu costretto
a lasciare il paese. Arrestato a Berlino con l’accusa di complicità nell’incendio del Reichstag
(1933), si guadagnò una grande notorietà a livello mondiale grazie alla sua abile difesa, nella
quale accusò il regime nazista di aver organizzato l’incendio e il processo per scopi politici. Assolto,
Dimitrov si stabilì in Unione Sovietica. Fu segretario generale (1935-1940) del Comintern
e membro (1937-1945) del Soviet Supremo dell’URSS. Nel 1946 divenne primo ministro della
Repubblica popolare di Bulgaria e mantenne la carica fino alla morte. Nel 1947 fu tra i fondatori
del Cominform.
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