MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

gi. Durante il ventennio fascista fu uno dei massimi dirigenti del socialismo
e dell’antifascismo italiano ed internazionale. Durante la guerra
di Spagna nel 1936 fu commissario politico nelle Brigate Internazionali
e combattè al fianco di democratici provenienti da tutto il mondo. Confinato
a Ponza, dopo la caduta del Duce andò a Roma e nel periodo
della Resistenza assunse, con Sandro Pertini, Giuseppe Saragat e Lelio
Basso la guida del PSI finalmente riunificatori con il nome di Partito
Socialista di Unità Proletaria (PSIUP). Dopo la Liberazione, fu Ministro
degli Esteri nei governi di unità nazionale antifascista nella primavera
del 1947 e la scissione della destra riformista e socialdemocratica
di Giuseppe Saragat, con la politica del Fronte Popolare, dette al PCI il
primato all’interno della sinistra italiana. Da allora, elettoralmente, il
Partito Comunista fu un grande partito ed il Partito Socialista un medio
partito. Dopo l’invasione sovietica dell’Ungheria (1956) quando si riavvicinò
a Saragat, proponendo ed ottenendo la temporanea riunificazione
tra le due diverse anime del socialismo italiano e, dopo aver intrapreso
la via dell’autonomismo, giunse a collaborare con la DC di Fanfani e di
Moro, con il PSDI di Saragat ed il PRI di Ugo La Malfa ed Oronzo
Reale nei governi di centrosinistra, diventando Vicepresidente del Consiglio
e poi Ministro degli Esteri. Subì la scissione del PSIUP (1964) e
promosse nel 1966 la riunificazione con il PSI di Saragat, destinata a
durare solo tre anni. L’ultimo suo significativo atto politico fu l’appoggio
al fronte divorzista nel referendum del 1974 e la carica di Presidente
del PSI nel 1972. Morì il 1° gennaio del 1980.
Bibliografia:
GIORGIO BOCCA, Storia della Repubblica Italiana, Milano1982.
INDRO MONTANELLI, Storia d’Italia: L’Italia della Repubblica, Milano 1985.
PAOLO SPRIANO, Storia del Partito Comunista italiano: Togliatti e il partito
nuovo, Torino 1975.
GIULIANO PROCACCI, Storia degli italiani, Roma 1991.
GIORGIO BOCCA, Palmiro Togliatti, Roma 1992.
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