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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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GIUSEPPE D’AVINO 1<br />

Il romanzo storico<br />

<strong>di</strong> Walter Scott e <strong>di</strong> Alessandro Manzoni<br />

Prima <strong>di</strong> affrontare l’argomento centrale del tema è opportuno chiarire<br />

che, pur con le connotazioni specifiche ed originali che lo <strong>di</strong>stinguono, il<br />

romanzo storico appartiene <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto, e vi rimane, all’ambito del genere<br />

letterario proprio del romanzo. Non viene a costituire, cioé, un genere a sé,<br />

se non nella specificità impressale dal carattere storico.<br />

Il motivo fondamentale che giustifica questa affermazione non è solo<br />

il fatto che la tecnica <strong>di</strong> cui il romanzo storico fa uso è quella propria del<br />

romanzo, ma la convinzione che il romanzo in genere, incluso quello <strong>di</strong><br />

ambientazione storica, segue sempre, anche nella forma espressiva, le idee<br />

culturali <strong>di</strong> fondo dell’epoca cui appartiene, per cui per gran parte del secolo<br />

XIX non poteva non essere se non «storico». 2 In questo modo rispondeva<br />

alla domanda del pubblico che aspirava ad una narrativa moderna e<br />

ispirata all’ideale romantico.<br />

Se si ammette che lo spirito <strong>di</strong> un’epoca (Zeitgeist) si manifesta anche<br />

nella scelta delle espressioni letterarie, oltre che artistiche, politiche, scientifiche,<br />

economiche, filosofiche, sociali, imponendo loro strutture, forme,<br />

tecniche e contenuti, è naturale che sin dai primi anni del secolo XIX la<br />

realtà sociale e politica oltre che filosofica doveva condurre alla rifondazione<br />

del romanzo. I tempi, infatti, erano ispirati ad un nuovo senso della<br />

storia che doveva prima o poi influenzare fortemente la struttura stessa del<br />

romanzo.<br />

Il primo a sostenere teoricamente il nuovo genere fu Pietro Borsieri<br />

nello scritto «Avventure letterarie <strong>di</strong> un giorno» (1816), mentre sul piano<br />

realizzativo fu Walter Scott.<br />

In Italia il modo narrativo dell’autore scozzese fu subito ben accolto ed<br />

imitato. Nel 1822 con «L’isoletta dei cipressi» e nel 1823 con «La calata<br />

degli Ungheri in Italia nel Novecento» <strong>di</strong> Davide Bertolotti e poi <strong>di</strong> seguito<br />

1 Dirigente Scolastico del <strong>Liceo</strong> «<strong>Orazio</strong>» fino all’anno <strong>2005</strong>-2006.<br />

2 Walter Schulz, Le nuove vie della filosofia contemporanea, vol. 4: Storicità, Marietti,<br />

Genova, 1987, pp. 32 ss.<br />

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