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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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censimento generale della popolazione, per 630 e <strong>di</strong>stribuendo i seggi in<br />

proporzione alla popolazione <strong>di</strong> ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti<br />

interi e dei più alti resti.<br />

La prima questione che si pose ai costituenti, riguardava la durata che<br />

avrebbero dovuto avere le due camere. I primi ad esporsi <strong>di</strong> fronte ad un<br />

problema <strong>di</strong> tale portata furono gli Onn. Nitti e Corbino, le cui posizioni,<br />

pur muovendosi entrambe all’interno <strong>di</strong> una concezione <strong>di</strong> continuità del<br />

sistema parlamentare e senatoriale, non collimavano; infatti, la prima, più<br />

conservatrice, ambiva ad un mantenimento in vita della Camera Alta, la<br />

seconda, moderatamente più innovatrice, tendeva ad una parziale rinnovabilità<br />

a scadenza fissa del senato. Contro questa proposta si schierarono gli<br />

On. Piccioni, il quale prospettava l’inopportunità <strong>di</strong> mettere in forse ogni due<br />

anni l’equilibrio politico, e, quin<strong>di</strong>, la stabilità del governo, e l’On. Clerici<br />

che aggiunse la <strong>di</strong>fficoltà che si sarebbe incontrata nella gestione del rinnovamento<br />

dei senatori eletti dalle regioni, obiettando, inoltre alla proposta<br />

avanzata in precedenza, <strong>di</strong> una <strong>di</strong>versa durata delle due camere, sostenendo<br />

che l’istituto della prorogatio, grazie al quale non si sarebbe mai venuta a<br />

creare una situazione <strong>di</strong> vacatio legislativa, facesse mancare questa necessità.<br />

Questa infatti, secondo Ruini, era partita dal bisogno <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziare le<br />

due camere, non tanto funzionalmente, quanto costitutivamente; proprio per<br />

questo motivo fu adottata un’uguale durata per la due camere. “Tutto il<br />

progetto – proseguì l’On. Ruini – è informato ad un criterio <strong>di</strong> simmetria e<br />

<strong>di</strong> equilibrio, che verrebbe meno con la <strong>di</strong>versa durata; non si avrebbero<br />

più, ad esempio, la legislatura, il funzionamento parallelo e sincrono delle<br />

due camere. La commissione, pur non respingendo la bicameralità, ha<br />

tenuto presente che il Parlamento deve essere concepito con una logica<br />

connessione e con una corrispondenza <strong>di</strong> funzioni che implica anche uguaglianza<br />

<strong>di</strong> durata... La nuova democrazia vuole due camere <strong>di</strong>fferenziate,<br />

ma funzionanti in parallelo. Si aggiunga che le frequenti rinnovazioni parziali<br />

del Senato e la <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> durata delle due camere, farebbero sorgere<br />

la necessità <strong>di</strong> continue elezioni, complicate e costosissime per lo Stato, e<br />

terrebbero in continua febbre elettorale il popolo, né gioverebbero a quella<br />

stabilità dei Governi che è necessaria all’interno dello Stato”.<br />

Posto in votazione, il principio <strong>di</strong> rinnovabilità dal Senato fu respinto.<br />

Pur essendo approvata una durata <strong>di</strong> cinque anni per la Camera, fu poi<br />

votata, su proposta dell’On. Lucifero, una <strong>di</strong>versa durata (<strong>di</strong> sei anni) per il<br />

Senato. A tal riguardo espresse il suo <strong>di</strong>sappunto il presidente della Commissione,<br />

sostenendo che in tal modo si sarebbe venuto ad intaccare il con-<br />

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