MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

di stampa soppressi. Ma il PCI fu l’unico dei partiti italiani capace di mantenere
in piedi una struttura organizzativa clandestina con una direzione interna
ed una all’estero. In contraddizione con l’identificazione fra fascismo
e socialdemocrazia, proposta dal IV Congresso dell’IC con la cosiddetta
“svolta a sinistra”, il PCI si rese protagonista di una politica unitaria nei
confronti del più ampio fronte antifascista italiano, del quale fa ora parte il
movimento Giustizia e Libertà, fondato nel 1929 da Lussu, 11 Rosselli, 12
Nitti 13 ed altri.
Nell’agosto 1934 venne stipulato un patto d’unità d’azione tra PCI e
PSI. In seguito all’esperienza spagnola delle Brigate Internazionali, maturò
un nuovo antifascismo, del quale è sintomo una carta d’unità d’azione tra
PCI e PSI: i due partiti s’impegnarono a condurre un’azione per unire sul
terreno della lotta antifascista tutti i partiti e le organizzazioni antifasciste
esistenti nel Paese e nell’emigrazione, avendo per obiettivo finale l’abbattimento
del fascismo e del capitalismo e l’avvento di una società socialista,
mediante l’instaurazione di una repubblica democratica. La seconda guerra
mondiale segnò un momento di crisi per l’unità antifascista italiana, ma nel
1943, all’indomani degli scioperi operai di marzo contro il fascismo e la
guerra, comunisti, socialisti e appartenenti a “Giustizia e Libertà” firmarono
a Tolosa un documento, nel quale si affermava che la libertà politica dovrà
costituire la maggiore conquista, presidiata e difesa da una democrazia del
lavoro. Si trattò, dopo la caduta di Mussolini (25 luglio 1943), della definizione
di una prospettiva post-fascista alternativa a quella badogliana.
Il giorno dopo l’8 settembre 1943 e l’armistizio con gli angloamericani,
nacque a Roma il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), composto da
PCI, Partito d’Azione-Giustizia e Libertà, DC e PSI. Iniziava la stagione
della Resistenza. L’importanza del contributo dato dai comunisti italiani alla
11 Emilio Lussu (Armungia [CA] 1890-Roma 1975) Laureato in Giurisprudenza, fondò nel
1921 il Partito Sardo d’Azione a sostegno delle istanze proletarie. Eletto deputato nel 1921 e
1923, a causa delle sue idee contrarie al regime fascista, venne perseguitato e confinato a Lipari.
A seguito della scissione del Partito d’Azione, Lussu si pose a capo dei filo-socialisti. Deputato
alla Costituente divenne senatore di diritto.
12 Carlo Rosselli, uomo politico italiano (Roma 1899-Bagnoles-de-l’Orne, Alençon, 1937),
figlio della scrittrice Amelia. Laureatosi nel 1923 all’Istituto superiore di scienze sociali di Firenze,
collaboratore della Rivoluzione liberale, fu professore incaricato all’Istituto superiore di
Genova (dal 1924). Entrò nel partito socialista unitario dopo l’assassinio di Matteotti.
13 Francesco Saverio Nitti (1868-1953). Grande studioso, uomo politico e uno statista tra i
più importanti del suo tempo, si interessò alla questione meridionale; divenne Ministro del Tesoro
e in quanto democratico fu tra i maggiori avversari del fascismo.
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