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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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La nascita delle Regioni (che dovranno attendere oltre un ventennio per<br />

essere realizzate) quale riaffermazione dei principi dell’autonomia e del decentramento<br />

contro lo Stato accentratore, espressione del regime monarchico<br />

e fascista, fu sostenuta vittoriosamente da Giovanni Conti e da Oliviero Zuccarini<br />

contro lo stesso Partito comunista che allora si <strong>di</strong>chiarava contrario<br />

alle autonomie.<br />

PARTITO SOCIALISTA DEMOCRATICO ITALIANO<br />

La socialdemocrazia è un’ideologia politica, dovuta ad una frattura<br />

all’interno del movimento socialista, emersa tra la fine del XIX secolo e<br />

l’inizio del XX ad opera <strong>di</strong> sostenitori del marxismo convinti che la transizione<br />

verso una società socialista potesse essere attuata attraverso un processo<br />

democratico e non me<strong>di</strong>ante una svolta rivoluzionaria. La socialdemocrazia<br />

sostiene inoltre la necessità <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> graduali riforme legislative<br />

del sistema capitalistico, al fine <strong>di</strong> rendere quest’ultimo più equo.<br />

Questa visione fu fortemente osteggiata dai socialisti rivoluzionari, convinti<br />

dell’inevitabile fallimento <strong>di</strong> ogni tentativo <strong>di</strong> riforma del capitalismo,<br />

poiché i riformatori sarebbero stati gradualmente corrotti e, probabilmente,<br />

trasformati in capitalisti essi stessi. Malgrado le <strong>di</strong>vergenze, i socialisti<br />

riformisti e quelli rivoluzionari rimasero uniti fino allo scoppio della Prima<br />

Guerra Mon<strong>di</strong>ale. Il conflitto, infatti, acuì le tensioni fino alla rottura definitiva.<br />

I socialisti riformisti scelsero <strong>di</strong> appoggiare i rispettivi governi nazionali<br />

in occasione dell’entrata in guerra, cosa che per i socialisti rivoluzionari<br />

significò un vero e proprio tra<strong>di</strong>mento ai danni della classe operaia. Si ebbero<br />

perciò violenti scontri fra i due schieramenti. Del resto, subito dopo la<br />

rivoluzione russa, gran parte dei partiti socialisti subirono profonde lacerazioni.<br />

I socialriformisti, infatti, mantennero la denominazione <strong>di</strong> “socialdemocratici”,<br />

mentre i socialrivoluzionari incominciarono a chiamarsi “comunisti”.<br />

A partire dagli anni Venti, le <strong>di</strong>fferenze fra socialdemocratici e comunisti<br />

<strong>di</strong>vennero sempre più marcate. Sulla falsariga della <strong>di</strong>visione fra socialdemocratici<br />

e comunisti, un’altra frattura sconvolse nuovamente la socialdemocrazia:<br />

da un lato, coloro che ancora ritenevano necessario abolire il capitalismo<br />

sostituendo ad esso un sistema socialista costruito attraverso l’uso<br />

degli strumenti offerti dalla democrazia parlamentare; dall’altro, coloro i<br />

quali sostenevano che fosse possibile mantenere il sistema capitalistico, apportando<br />

i miglioramenti necessari, quali la nazionalizzazione <strong>di</strong> determinate<br />

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