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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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CAPITOLO I<br />

L’ASSEMBLEA COSTITUENTE<br />

Il bisogno <strong>di</strong> sostituire alla fittizia costituzione, lo Statuto Albertino, una<br />

Costituzione reale si avvertì solamente quando il fascismo smise <strong>di</strong> avere, nei<br />

confronti del suddetto, anche riguar<strong>di</strong> formali, ossia quando l’elasticità della<br />

carta concessa da Carlo Alberto permise alla <strong>di</strong>ttatura <strong>di</strong> trasformare le istituzioni<br />

previste da una costituzione liberale in un regime che <strong>di</strong> liberale non<br />

aveva alcuna parvenza.<br />

In questo clima gli elettori furono chiamati ad esprimersi: l’Italia dovette<br />

scegliere il 2 giugno 1946 tra la monarchia e la repubblica, ed eleggere<br />

l’assemblea che avrebbe dovuto re<strong>di</strong>gere ed approvare la nuova costituzione.<br />

Ciò che bisognava fare era, infatti, secondo l’On. Ruini, “ricostruire alle basi<br />

anche l’or<strong>di</strong>namento costituzionale”. Gli esiti del voto riflessero il reale<br />

panorama politico italiano del momento: nonostante la Democrazia Cristiana<br />

stesse assumendo un peso preponderante e, sul versante opposto, il Partito<br />

Comunista si manifestasse come il suo reale antagonista, giocava il ruolo <strong>di</strong><br />

partito satellite quello Socialista che conservava una forza rilevante, mentre<br />

si determinava la scarsa consistenza dei partiti minori (Partito d’Azione, Repubblicani<br />

ecc.) che pure avevano partecipato attivamente al CLN. All’esarchia<br />

che aveva caratterizzato quest’ultimo si sostituì il tripartitismo ed ebbe<br />

inizio il confronto <strong>di</strong>retto tra marxisti e cattolici che avrebbe marcato indelebilmente<br />

la storia politica repubblicana. L’assemblea si inse<strong>di</strong>ò il 25 giugno<br />

1946 ed elesse come suo Presidente Giuseppe Saragat; solo tre giorni dopo fu<br />

nominato capo provvisorio dello stato il liberale Enrico de Nicola. Un primo<br />

problema si pose all’attenzione dell’Assemblea Costituente: secondo la legge<br />

istitutiva, infatti, essa avrebbe dovuto darsi un proprio regolamento interno<br />

utilizzando, nel frattempo, quello della Camera dei Deputati. Quando tuttavia<br />

il consesso rinunciò ad or<strong>di</strong>nare autonomamente la propria attività, le<br />

conseguenze furono molteplici: non furono influenzati solo i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> votazione,<br />

accettando <strong>di</strong> favorire le richieste <strong>di</strong> scrutinio segreto, ma anche lo svolgimento<br />

dei lavori, improntato su una strutturazione in Commissioni preparatorie<br />

che rispecchiassero la proporzione dei gruppi parlamentari, tratto che<br />

<strong>di</strong>venne essenziale nel percorso <strong>di</strong> formazione della Carta Costituzionale. Pochi<br />

giorni dopo il 28 giugno, il ministro per la costituente, Pietro Nenni, consegnò<br />

all’Assemblea il lavoro per la commissione per quanto concerneva la<br />

riorganizzazione dello stato e la regolamentazione della propria attività “La<br />

commissione medesima potrà provvedere alla ripartizione dei vari gruppi <strong>di</strong><br />

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