MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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LICEO CLASSICO ORAZIO ROMA Un contributo significativo della sinistra alla stesura della Costituzione: La figura di Palmiro Togliatti (anno scolastico 2005-2006) CLASSE II B Coordinatrice: Prof.ssa Licia Fierro - Collaboratrice: Prof.ssa Paola Peretti GLI ALUNNI: Luisa Annibali - Irene Balestreri - Fabio Bertero - Ilaria Catalano - Sara Colonnelli Francesca De Rosa - Ilaria De Rosa - Flaminia Di Iorio - Andrea Farace - Noemi Fasano Paolo Giacomino - Veronica Giulianelli - Benedetta Lombardi - Marta Mancuso Letizia Martella - Fabiana Mattia - Flaminia Micheli - Michele Mura - Beatrice Saccone Claudia Tagliaferri - Simone Trementini. INTRODUZIONE Prima di affrontare il tema della Resistenza italiana, è necessario che venga posta una questione pregiudiziale sollevata a più riprese con intenti di polemica politica oltre che di approfondimento storiografico. Come tutti gli avvenimenti storici, infatti, la Resistenza può assumere i caratteri di leggenda, essendo sempre in agguato una pericolosa retorica, che porta inevitabilmente ad una conoscenza distorta del reale. Le ragioni di questo pericolo risiedono in una specifica difficoltà che la cultura italiana incontra nell’inserire la conoscenza della Resistenza in onde di lungo periodo della storia nazionale; nella tendenza della nostra cultura a pensare la storia per catastrofi e per illuminazioni. Dunque per non costruire un discorso astratto, è opportuno cercare di cogliere le caratteristiche della Resistenza italiana nell’ambito di un fenomeno che non fu solo italiano, e al tempo stesso cercare di definire la natura di un movimento che si iscrive nella storia della liberazione nazionale e sociale del popolo italiano. Al momento della svolta decisiva della seconda guerra mondiale, segnata sul piano militare dalle grandi battaglie di Stalingrado e di El Alamein, – 178 –

l’esercito nazista, che aveva invaso e occupato l’Europa, non si trovava a combattere soltanto contro le armate della coalizione antihitleriana, ma aveva di fronte a sé in tutti i paesi occupati una forza nuova. Si trattava di un movimento di opposizione attiva, che si esprimeva in forme e manifestazioni diverse: dalla disobbedienza agli ordini delle autorità di occupazione, al collegamento con la direzione militare e politica delle potenze dell’alleanza antifascista; dal sabotaggio, alla lotta di massa. Il movimento prendeva denominazioni diverse da paese a paese: «lotta clandestina» in Polonia; «guerra partigiana» nei territori occupati dell’Unione Sovietica; «Resistenza» in Francia, da dove il termine si diffuse anche negli altri paesi per mediazioni successive. Sebbene siano stati pochi i contemporanei capaci di riconoscere il fatto in tutta la sua portata, oggi però nessuno disconosce che esso fu, nelle sue diverse e composite realtà, non soltanto elemento rilevante della guerra, non riducibile a funzione meramente ausiliaria nello scontro degli eserciti, ma forza di popoli che cementò l’alleanza tra gli Stati. Una peculiarità della Resistenza consistette nel fatto che essa non si manifestò esclusivamente nei paesi occupati; anche i paesi dominati dalla dittatura fascista conobbero un movimento di resistenza, a dimostrazione del fatto che l’intreccio di liberazione nazionale e di lotta politica contro il fascismo costituiva dappertutto il tessuto connettivo comune della Resistenza. Il posto occupato dall’Italia in questo contesto è assai particolare. Cronologicamente, infatti, la Resistenza iniziò qui assai più tardi che altrove, quando ormai erano sbarcati nel Sud della penisola gli eserciti alleati e la svolta decisiva della guerra aveva già avuto luogo. Essa espresse tuttavia una intensità tra le più forti che un movimento di liberazione abbia conosciuto, dando vita a un grande esercito partigiano, a forti lotte sociali e a forme originali di direzione politica. È stata posta di recente, ed è termine di discussione aperta, la questione dei «limiti storici» dell’antifascismo italiano. Questi indubbiamente vi furono ed emersero particolarmente nella lotta contro il fascismo e nella capacità di dirigere la fase conclusiva della crisi del regime; si delineò, in altri termini, la dialettica di spinte e iniziative spesso di segno opposto. Ciò è possibile notarlo proprio nella realizzazione di due differenti tipi di Resistenza nati dallo sfacelo dell’8 settembre 1943: l’una segnata dall’intreccio di attesismo e spontaneità, quale emerse, per esempio, il 27 settembre, nella sollevazione vittoriosa del popolo napoletano contro i tedeschi; l’altra strutturata nelle forme di un’estesa organizzazione politico-militare e profondamente marcata – 179 –

LICEO CLASSICO ORAZIO ROMA<br />

Un contributo significativo della sinistra<br />

alla stesura della Costituzione:<br />

La figura <strong>di</strong> Palmiro Togliatti<br />

(anno scolastico <strong>2005</strong>-2006)<br />

CLASSE II B<br />

Coor<strong>di</strong>natrice: Prof.ssa Licia Fierro - Collaboratrice: Prof.ssa Paola Peretti<br />

GLI ALUNNI:<br />

Luisa Annibali - Irene Balestreri - Fabio Bertero - Ilaria Catalano - Sara Colonnelli<br />

Francesca De Rosa - Ilaria De Rosa - Flaminia Di Iorio - Andrea Farace - Noemi Fasano<br />

Paolo Giacomino - Veronica Giulianelli - Benedetta Lombar<strong>di</strong> - Marta Mancuso<br />

Letizia Martella - Fabiana Mattia - Flaminia Micheli - Michele Mura - Beatrice Saccone<br />

Clau<strong>di</strong>a Tagliaferri - Simone Trementini.<br />

INTRODUZIONE<br />

Prima <strong>di</strong> affrontare il tema della Resistenza italiana, è necessario che<br />

venga posta una questione pregiu<strong>di</strong>ziale sollevata a più riprese con intenti <strong>di</strong><br />

polemica politica oltre che <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento storiografico. Come tutti gli<br />

avvenimenti storici, infatti, la Resistenza può assumere i caratteri <strong>di</strong> leggenda,<br />

essendo sempre in agguato una pericolosa retorica, che porta inevitabilmente<br />

ad una conoscenza <strong>di</strong>storta del reale. Le ragioni <strong>di</strong> questo pericolo risiedono<br />

in una specifica <strong>di</strong>fficoltà che la cultura italiana incontra nell’inserire la<br />

conoscenza della Resistenza in onde <strong>di</strong> lungo periodo della storia nazionale;<br />

nella tendenza della nostra cultura a pensare la storia per catastrofi e per<br />

illuminazioni. Dunque per non costruire un <strong>di</strong>scorso astratto, è opportuno<br />

cercare <strong>di</strong> cogliere le caratteristiche della Resistenza italiana nell’ambito <strong>di</strong><br />

un fenomeno che non fu solo italiano, e al tempo stesso cercare <strong>di</strong> definire la<br />

natura <strong>di</strong> un movimento che si iscrive nella storia della liberazione nazionale<br />

e sociale del popolo italiano.<br />

Al momento della svolta decisiva della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, segnata<br />

sul piano militare dalle gran<strong>di</strong> battaglie <strong>di</strong> Stalingrado e <strong>di</strong> El Alamein,<br />

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