MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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13.01.2013 Views

vivendi, ossia quel regime di vita che la scienza medica greca prescriveva per l’uomo sano piuttosto che per quello malato. Riprendiamo, così, un concetto già espresso: il regolamento non nasce con finalità sanzionatorie ma educativo-formative e come tale, dunque, non individua nello studente da punire un destinatario esclusivo ma si rivolge, al pari di ogni altro strumento proprio di un itinerario di formazione, a tutti gli studenti. Essi, infatti, non rivestono nei confronti del regolamento il ruolo passivo di chi, senza alternativa, si sottopone alle regole, ma quello di protagonisti, ossia soggetti attivi giuridicamente e presenti. Gli studenti sono resi partecipi di tutte le fasi di stesura del regolamento: dall’individuazione, definizione e condivisione consapevole dei principi ispiratori, quali presupposti al regolamento stesso, all’accettazione delle decisioni, anche in termini di sanzione che la norma comporta. È tale partecipazione che determina una delle basi della legittimità del diritto. Le norme che scandiscono la vita scolastica, in quanto radicate e sostanziate di diritto, diventano espressione, così, della realtà della vita comunitaria all’interno di una societas improntata ai valori democratici. Il regolamento è dunque in grado di integrare due dimensioni: la regolamentazione formale della comunità educativa da una parte e l’apprendimento della cittadinanza dall’altra. 2. Gli obiettivi del regolamento. Da quanto esposto possiamo evidenziare, nella redazione del regolamento, come prioritari, i seguenti obiettivi finalizzati all’acquisizione di una formazione civile, in una prospettiva pragmatica tesa a sviluppare comportamenti conformi a un sistema di valori assiologici. 1. L’iniziazione allo spazio politico. Anche se lo studente è un minore e non gode dei diritti politici, esso può farsi un’idea di ciò che rappresenta lo spazio politico attraverso i fondamenti dell’azione collettiva, i suoi obblighi e doveri, i vantaggi e gli inconvenienti. Prende avvio, così, quella che viene definita alfabetizzazione civica, che pone il suo fulcro nell’educazione del cittadino attivo e solidale. La partecipazione alla vita democratica della scuola può diventare, così, lo spazio in cui sperimentare l’appartenenza ad una communitas, luogo in cui non si scopre solo la dimensione dell’alterità ma anche quella del sé, attraverso il confronto dialettico. “Il sentimento dell’io si sviluppa pienamente solo quando gli si contrappone un tu” così scrive il Pohlenz a proposito della nascita della polis nell’antica Grecia. 7 Gli 7 Vd. Max Pohlenz, L’uomo greco, trad. di Beniamino Proto, La Nuova Italia, Firenze 1986, rist., p. 185. –16–

studenti, inoltre, percependo la responsabilità delle decisioni e dei vincoli della comunità scolastica, si rendono conto della necessità della legge. 2. La scoperta della cittadinanza. Attraverso l’individuazione dei diritti e dei doveri, il regolamento contribuisce in maniera notevole alla scoperta dei principi della cittadinanza. Quando i principi della scuola sono ispirati e strettamente legati a quelli della Repubblica lo studente in quanto tale è già un cittadino. Il regolamento diventa, così, espressione significativa, nella sua concretezza, del progetto di formazione globale dedicato all’ educazione alla cittadinanza. 3. La ricerca di una corrispondenza tra la legge della scuola e la “legge della Città”, ossia della società che circonda e vive, al tempo stesso, nella scuola. L’applicazione quotidiana del regolamento è una pratica della cittadinanza. Ciò permette di apprendere la legge e di conoscerne le sanzioni. Il regolamento diventa un oggetto di grande valore simbolico che si impone alla comunità scolastica, anzi esso stesso riveste la funzione di simbolo, secondo l’etimologia greca del termine (symbolon). Il symballein (verbo greco da cui deriva il nome symbolon) significa “legare insieme” (lett. syn-ballein). Il “simbolo” nel mondo greco era un oggetto di varia natura, ad esempio una tessera d’avorio, che denotava l’ospitalità fra famiglia e famiglia: spezzato in due consentiva ai portatori delle singole parti di riconoscersi come membri appartenenti alla stessa comunità. In analogia con il symbolon dei Greci il regolamento esprime, dunque, un duplice valore simbolico. È segno di riconoscimento e appartenenza ad una comunità scolastica dal momento che modella le norme sul contesto ambientale; ma è anche segno di riconoscimento e appartenenza ad una communitas dai confini più ampi, perché si sostanzia di diritto. 3. La natura della sanzione. Il regolamento consente allo studente di fare esperienza diretta della legge, in tutti i suoi aspetti prescrittivi e sanzionatori. “Durum hoc est sed ita lex scripta est”, leggiamo nel Digesto, 8 perché la natura della legge non può che essere severa e austera nel suo rigore. Anche la sanzione, nondimeno però, partecipa del diritto e dell’educazione. Essa comunica allo studente l’intangibilità della regola. Dopo il dialogo e le rimostranze, l’unica risorsa educativa risiede nella sanzione, che lo studente comprende e aspetta come inevitabile conseguenza. 8 Ulpiano 40,9,12,1. –17–

studenti, inoltre, percependo la responsabilità delle decisioni e dei vincoli<br />

della comunità scolastica, si rendono conto della necessità della legge.<br />

2. La scoperta della citta<strong>di</strong>nanza. Attraverso l’in<strong>di</strong>viduazione dei <strong>di</strong>ritti<br />

e dei doveri, il regolamento contribuisce in maniera notevole alla scoperta<br />

dei principi della citta<strong>di</strong>nanza. Quando i principi della scuola sono ispirati e<br />

strettamente legati a quelli della Repubblica lo studente in quanto tale è già<br />

un citta<strong>di</strong>no. Il regolamento <strong>di</strong>venta, così, espressione significativa, nella<br />

sua concretezza, del progetto <strong>di</strong> formazione globale de<strong>di</strong>cato all’ educazione<br />

alla citta<strong>di</strong>nanza.<br />

3. La ricerca <strong>di</strong> una corrispondenza tra la legge della scuola e la<br />

“legge della Città”, ossia della società che circonda e vive, al tempo stesso,<br />

nella scuola. L’applicazione quoti<strong>di</strong>ana del regolamento è una pratica della<br />

citta<strong>di</strong>nanza. Ciò permette <strong>di</strong> apprendere la legge e <strong>di</strong> conoscerne le sanzioni.<br />

Il regolamento <strong>di</strong>venta un oggetto <strong>di</strong> grande valore simbolico che si<br />

impone alla comunità scolastica, anzi esso stesso riveste la funzione <strong>di</strong> simbolo,<br />

secondo l’etimologia greca del termine (symbolon). Il symballein<br />

(verbo greco da cui deriva il nome symbolon) significa “legare insieme”<br />

(lett. syn-ballein). Il “simbolo” nel mondo greco era un oggetto <strong>di</strong> varia natura,<br />

ad esempio una tessera d’avorio, che denotava l’ospitalità fra famiglia<br />

e famiglia: spezzato in due consentiva ai portatori delle singole parti <strong>di</strong> riconoscersi<br />

come membri appartenenti alla stessa comunità. In analogia con<br />

il symbolon dei Greci il regolamento esprime, dunque, un duplice valore<br />

simbolico. È segno <strong>di</strong> riconoscimento e appartenenza ad una comunità<br />

scolastica dal momento che modella le norme sul contesto ambientale; ma<br />

è anche segno <strong>di</strong> riconoscimento e appartenenza ad una communitas dai<br />

confini più ampi, perché si sostanzia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto.<br />

3. La natura della sanzione. Il regolamento consente allo studente <strong>di</strong><br />

fare esperienza <strong>di</strong>retta della legge, in tutti i suoi aspetti prescrittivi e sanzionatori.<br />

“Durum hoc est sed ita lex scripta est”, leggiamo nel Digesto, 8<br />

perché la natura della legge non può che essere severa e austera nel suo<br />

rigore.<br />

Anche la sanzione, non<strong>di</strong>meno però, partecipa del <strong>di</strong>ritto e dell’educazione.<br />

Essa comunica allo studente l’intangibilità della regola. Dopo il<br />

<strong>di</strong>alogo e le rimostranze, l’unica risorsa educativa risiede nella sanzione,<br />

che lo studente comprende e aspetta come inevitabile conseguenza.<br />

8 Ulpiano 40,9,12,1.<br />

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