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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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1913-1914 (IV Governo Giolitti) e Sottosegretario <strong>di</strong> Stato per il Tesoro nel<br />

1919 (Governo Orlando), ricoprì poi l’ufficio <strong>di</strong> Presidente della Giunta<br />

delle elezioni (1919-1920). Fu eletto Presidente della Camera dei Deputati<br />

il 26 giugno 1920. La Camera era ormai <strong>di</strong>fferente dalle precedenti, infatti i<br />

partiti politici <strong>di</strong> massa, socialisti e popolari, detenevano la maggioranza a<br />

causa della nuova legge elettorale proporzionale approvata dal governo<br />

Nitti. De Nicola, ricoprendo la carica <strong>di</strong> Presidente della Camera dei Deputati,<br />

creò e garantì un patto <strong>di</strong> pacificazione tra fascisti e socialisti fino al<br />

1924, anno del delitto Matteotti. La presidenza <strong>di</strong> De Nicola durante la<br />

XXV legislatura ebbe grande rilevanza per la profonda riforma dei regolamenti<br />

parlamentari che avvenne sotto la sua guida: la riforma fu volta a<br />

consentire un <strong>di</strong>battito più or<strong>di</strong>nato in Assemblea e ad adattare la struttura<br />

della Camera alla nuova realtà rappresentata dal sistema proporzionale e dai<br />

partiti organizzati. Rilevanza ancora maggiore ebbero le riforme sulla struttura<br />

degli organi interni della Camera, in particolare i gruppi parlamentari e<br />

le Commissioni legislative permanenti. Durante il fascismo, rimase comunque<br />

prigioniero della logica comune anche ad altri esponenti della democrazia<br />

liberale, <strong>di</strong> fiancheggiatore neutrale, perdendo molti dei consensi<br />

iniziali. Tergiversò a lungo prima <strong>di</strong> aderire alla lista nazionale <strong>di</strong> cui infine<br />

fu capolista per il collegio <strong>di</strong> Napoli e, alla vigilia delle elezioni, il 3-4<br />

aprile 1924, con una lettera a “II Mattino”, annunciò il suo ritiro dalla competizione,<br />

senza negare solidarietà alla Lista, ma con un’irrevocabile uscita<br />

<strong>di</strong> scena. Eletto comunque deputato, non prestò giuramento, tenendosi lontano<br />

dagli eventi che portarono alla definitiva stabilizzazione del regime<br />

fascista, ritirandosi dalla vita politica attiva e de<strong>di</strong>candosi esclusivamente<br />

all’esercizio della professione forense. Nominato Senatore del Regno nel<br />

1929, non prese mai parte ai lavori dell’Assemblea. Dopo la caduta del<br />

fascismo, tornò a far sentire la sua voce con un articolo su II Mattino del<br />

25 agosto 1943 intitolato “Parlamento e Governo” dove esprimeva la sua<br />

preferenza per il sistema elettorale uninominale, al fine <strong>di</strong> favorire maggioranze<br />

stabili e garantire la soli<strong>di</strong>tà dei Ministeri; riprese ad occuparsi <strong>di</strong> politica<br />

e fu autore del compromesso con cui venne istituita la Luogotenenza.<br />

Venne nominato componente della Consulta Nazionale ed in seguito eletto<br />

Capo provvisorio dello Stato il 28 giugno 1946 (al primo scrutinio con 396<br />

voti su 501). La sua elezione fu il frutto <strong>di</strong> un lavoro “<strong>di</strong>plomatico”, mirato<br />

ad ottenere un Presidente che riscuotesse il maggior consenso possibile tra la<br />

popolazione, perché il passaggio istituzionale fosse moderatamente traumatico.<br />

IL Capo provvisorio doveva sod<strong>di</strong>sfare determinate esigenze: doveva<br />

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