MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

possibilità concrete piuttosto che a velleitarie aspirazioni e smodate ambizioni,
espressione di una società che vede nel superamento della “cultura del
limite” (e le norme hanno un aspetto limitante) l’affermazione del singolo.
La complessa fenomenologia dell’adolescenza non può essere considerata
solo come un periodo iniziatico, ma come una stagione della vita in cui
la scoperta di sé è ostacolata, spesso, dalla mancata percezione e accettazione
dei propri limiti. Gli atteggiamenti provocatori e di aperto conflitto nei
confronti di adulti, soprattutto se investiti del ruolo di educatori, esprimono
insofferenza verso qualsiasi forma di giudizio ma al tempo stesso palesano
la richiesta di modelli referenziali e linee guida comportamentali oggettive
e razionali (norme), capaci di porre ordine nelle loro esperienze sregolate e
spesso autolesive.
È superfluo, al riguardo, fare riferimento alla vasta letteratura sui “no
che aiutano a crescere”. Essa, però, se ben manifesta la necessità delle
regole, quali punti di riferimento e linee guida di formazione individuale per
lo sviluppo della dimensione sociale, intesa come il rapporto del singolo all’interno
della comunità, non evidenzia, tuttavia, un altro aspetto peculiare di
una società multiculturale e democratica che è quello dell’etica solidaristica.
Concludendo, possiamo dunque affermare che aspetto connotativo del
regolamento (ed è qui tutta la pregnanza della sua “sfida educativa”) è
quello di rivestire una funzionalità ambivalente: modello organizzativo e
strumento educativo. L’aspetto giuridico e quello educativo sono imprescindibilmente
interconnessi fra loro. Già da un’attenta riflessione sul significato
della regola stessa in ambito giuridico ne comprendiamo la finalità
etica. Secondo l’affermazione del giurista Paolo (“ex iure quod est, regula
fiat”) la regola nasce dal diritto vigente e non viceversa; essa si configura
quale textus legis e va considerata come norma di legge, quale espressione
dell’interesse generale tradotto dal legislatore nelle forme dell’ordinamento
giuridico. Essa indica e guida il comportamento dei singoli, conformemente
al diritto e non in sostituzione di esso, in modo che esso non contrasti con
l’interesse generale della collettività, come scrive, attraverso una similitudine
significativa, il filosofo Francesco Bacone “Regula enim legem (ut
acus nautica polos) indicat, non statuit”. Non è la regola a creare la legge
(nessuna regola può istituire una legge ex novo) ma è la regola il riflesso di
leggi preesistenti (ossia essa deve ispirarsi a norme costituite o a costumanze,
tradizioni, usi): essa indica il comportamento legittimo, ossia conforme
alla legge (ma anche a un codice etico), così come l’ago della bussola indica
il polo.
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