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dibattuta è che il protagonista della sua storia è un principe africano di rara bellezza, cultura e qualità etiche. Per il fatto che i suoi tratti somatici assomigliano più a quelli europei che a quelli della sua razza d’origine e che conosce l’inglese e il francese potremmo pensare che Aphra Behn fosse un po’ fuori della realtà, ma alcuni commentatori hanno fatto notare che attraverso questi espedienti la scrittrice riuscì a far immedesimare il lettore inglese più facilmente nel genere di soprusi che il personaggio di Oroonoko subisce nel corso della narrazione. Eppure, a dispetto dei meriti risaputi o sottaciuti di questa coraggiosa donna dell’età della Restaurazione, la sua reputazione non fu molto buona sia in vita che dopo morta: fu apertamente accusata di essersi attribuita cose scritte da altri, di essere stata aiutata da uomini quando scriveva le sue opere e fu criticata aspramente per aver parlato della sessualità degli uomini e delle donne nei suoi drammi – argomenti del tutto comuni tra gli scrittori maschili dell’epoca – peraltro di successo. Come ricorda Ruth Nestvold nel saggio pubblicato su Internet ‘Aphra Behn and the Beginning of a Female Narrative Voice’ “la sesta edizione della Norton Anthology of English Literature, pubblicata nel 1990, non contiene ancora una sola opera della Behn e [...] i due pesanti volumi della Norton Anthology sono l’incarnazione fisica del canone letterario in inglese”. Nella sua epoca poi fu considerata alla stregua di una prostituta, di una donna cioè che vendeva se stessa, nel suo caso scrivendo. Sebbene fosse stata sepolta a Westminster, come tutti i più grandi scrittori inglesi si ritrova questo epitaffio sulla lapide: “Questa è una prova che neppure l’Ingegno è una difesa sufficiente contro la Mortalità”. Montague Summers, che scrisse una Memoir of Mrs Behn nel 1914 ricorda il giudizio impietoso con cui un critico vittoriano, un certo Dr Doran, definì questa scrittrice: She was a mere harlot, who danced through uncleanness and dared them [the male dramatists] to follow. 20 ma è costretto poco dopo ad ammettere: ...she was never dull. 20 Montague Summers, Memoir of Mrs.Behn, 1914. Saggio reperibile su Internet. Nella prima citazione riportata da questo biografo si afferma: “Fu una pura e semplice puttana che sguazzò nella sporcizia e osò seguire le loro orme [dei drammaturghi maschili]”; nella seconda: “[...] non fu mai monotona”. – 128 –
Concludendo il profilo biografico della scrittrice il Summers le rende comunque onore, anticipando l’apprezzamento che le verrà da Virginia Woolf: In truth, Aphra Behn’s life was not one of mere pleasure, but a hard struggle against overwhelming adversity, a continual round of work. We cannot but admire the courage of this lonely woman, who, poor and friendless, was the first in England to turn to the pen for a livelihood, and not only won herself bread but no mean position in the world of her day and English literature of all time. 21 ____ ____ ____ La terza scrittrice che è stata presa in considerazione nel programma dell’anno scorso e che non è generalmente inserita nelle antologie letterarie più diffuse è Lady Mary Wortley Montague (1689-1762). Di nobili origini, come Anne Askew, perse la madre da bambina e, quantunque sembri che il padre fosse fiero della sua bellezza e del suo ingegno, non per questo la incoraggiò sulla strada di una educazione raffinata ma, fortunatamente, ci furono dei parenti e degli amici che lo fecero. Da adolescente stabilì un’amicizia intima con Edward Wortley Montague attraverso uno scambio di lettere e più tardi, all’età di ventiquattro anni, fuggì con lui lontano dalla casa paterna, dove il suo illustre genitore le aveva combinato un matrimonio da lei rifiutato. I primi anni li passò in campagna. Nel frattempo suo marito, a Londra, avanzò nella carriera politica, finché fu nominato ambasciatore a Costantinopoli. Lady Mary lo accompagnò e dalle sue Turkish Embassy Letters noi ricaviamo una miniera di osservazioni vivaci di quel mondo lontano e chiuso. Prima di tutto imparò la pratica dell’inoculazione del vaiolo e, per prevenire questa malattia, fece vaccinare i suoi figli e la diffuse una volta tornata in Inghilterra. Lei stessa ne era stata vittima e aveva perduto il fratello in seguito a questa patologia. Introdusse questa pratica tra la nobiltà, pur scontrandosi con molti pregiudizi, ma fu più tardi Edward Jenner ad essere ritenuto l’inventore del vaccino contro il vaiolo (nel 1796 aveva inviato un articolo alla Royal Society a Londra, che ne rifiutò la pubblicazione). Jenner pubblicò l’articolo a sue spese e già nel 21 In verità, la vita di Aphra Behn non fu una vita di puro piacere, ma una dura lotta contro difficoltà enormi, un lavoro incessante. Non possiamo fare a meno di ammirare il coraggio di questa donna sola, che, povera e senza amici, fu la prima in Inghilterra a guadagnarsi da vivere con la penna, e non solo si procurò il pane ma una posizione non da poco nella società del suo tempo e nella letteratura inglese di tutti i tempi. – 129 –
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intima con Edward Wortley Montague attraverso uno scambio <strong>di</strong><br />
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a Costantinopoli. Lady Mary lo accompagnò e dalle sue Turkish<br />
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mondo lontano e chiuso. Prima <strong>di</strong> tutto imparò la pratica dell’inoculazione<br />
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donna sola, che, povera e senza amici, fu la prima in Inghilterra a guadagnarsi da vivere con<br />
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e nella letteratura inglese <strong>di</strong> tutti i tempi.<br />
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