MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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The woman speaking is complaining about her beauty, her existence. She hasn’t an independent life. She is forced to consider her life as something imagined by man. She doesn’t know who she is. She hasn’t a real image of herself, but only a feeble reflection. Simona Petrungaro 9 * * * [...] she isn’t satisfied because of the condition of subordination of women to men that cause a sort of lack of conscience in women’s mind. Women can’t develop their own personalities. They have to behave and appear in the way that men want. Valerio Romamazzo 10 * * * This woman doesn’t know who she is, because she knows only the way her man imagines her. The condition of this woman is still similar psychologically to women’s condition in the 16 th century. Women have always been represented by man and so they are the result of man’s thought. Valerio Spallitta 11 * * * [...] the woman figure appears as something that man writes about. In particular in this short poem, it’s clear that she knows herself only through the attributes that a man gives her. She feels like a product of man’s imagination. Eleonora Toiati 12 9 La donna che parla si lamenta della sua bellezza, della sua esistenza. Non ha una vita indipendente. È costretta a considerare la sua vita come qualcosa immaginata dall’uomo. Non sa chi è. Non ha una vera immagine di se stessa, ma solo un debole riflesso. 10 [...] lei non è soddisfatta della condizione di subordinazione delle donne nei confronti degli uomini che provoca una sorta di assenza della percezione di sé nella mente delle donne. Le donne non possono sviluppare le loro personalità. Si devono comportare e apparire come le vogliono gli uomini. 11 Questa donna non sa chi è, perché sa solo come la immagina il suo uomo. La condizione di questa donna è ancora simile psicologicamente alla condizione delle donne nel XVI secolo. Le donne sono sempre state rappresentate dall’uomo e perciò sono il risultato del pensiero dell’uomo. 12 [...] la figura della donna appare come qualcosa di cui scrive l’uomo, In particolare in questa breve poesia è chiaro che lei conosce se stessa solo attraverso gli attributi che un uomo le conferisce. Si sente il prodotto dell’immaginazione dell’uomo. – 122 –

V. Woolf ci fa notare, inoltre, che esisteva una divaricazione tra la rappresentazione delle donne nelle opere letterarie scritte dagli uomini e la loro vita reale. Queste donne apparivano più indipendenti e libere di quanto non fossero in realtà. Ancora una volta erano donne “idealizzate”. Se il percorso letterario alternativo nella classe IV E si fosse limitato a rivivere la situazione di emarginazione delle donne del Cinquecento, che impediva loro di emergere nella scrittura e nelle altre arti, sarebbe stato rilevante, ma la parte più singolare di questa ricerca è stata scoprire che ci sono state, nonostante tutto, donne che si sono distinte “culturalmente” in quel secolo. I Women’s Studies si sono sviluppati dall’epoca di V. Woolf, che sentiva lei stessa di essere emarginata persino dai suoi amici per ciò che andava dicendo, e sono state effettuate scoperte interessanti. Colpisce, a livello simbolico, che nel Cinquecento in Inghilterra abbia governato una donna, Elisabetta I. Si era consumato uno scisma con la Chiesa di Roma per avere un monarca di sesso maschile, come richiedevano le regole della successione, ma alla fine l’unico figlio di Enrico VIII, Edoardo VI, non regnò che per un breve periodo. Fu merito di una donna ricordata sommariamente come l’ultima moglie di Enrico VIII, Katherine Parr, aver svolto funzioni di consigliera segreta del re ormai malato e debole e di aver seguito con sollecitudine l’educazione dei tre figli di Enrico, Edward, Mary e Elizabeth, tentando di ricostruire quella che di fatto era una famiglia. Ella dovette esercitare queste funzioni con estrema cautela perché come donna e come convinta protestante era invisa ai consiglieri più potenti della corte del secondo monarca Tudor. Ilaria Geronzi ha trovato su Internet queste parole di K. Parr, che risalgono a un periodo in cui Enrico VIII era già morto: They curse and ban my words everyday and all their thoughts be set to do me harm. I am so vexed that I am utterly weary. [Katherine Parr nel 1554 a proposito dei tentativi cattolici di screditarla] 13 L’esponente più prestigiosa del circolo protestante che si era formato intorno a questa regina durante il regno di Enrico VIII fu Anna Askew, una donna del Lincolshire di nobile estrazione sociale, che era stata costretta a sposare il papista Thomas Kyme in giovanissima età per sostituire la sorella morta poco prima del matrimonio. Per le notevoli differenze religiose il ma- 13 Maledicono e vietano le mie parole tutti i giorni e tutti i loro pensieri mirano a danneggiarmi. Sono così irritata da essere completamente stanca. – 123 –

The woman speaking is complaining about her beauty, her existence.<br />

She hasn’t an independent life. She is forced to consider her life as something<br />

imagined by man. She doesn’t know who she is. She hasn’t a real<br />

image of herself, but only a feeble reflection.<br />

Simona Petrungaro 9<br />

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[...] she isn’t satisfied because of the con<strong>di</strong>tion of subor<strong>di</strong>nation of<br />

women to men that cause a sort of lack of conscience in women’s mind.<br />

Women can’t develop their own personalities. They have to behave and<br />

appear in the way that men want.<br />

Valerio Romamazzo 10<br />

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This woman doesn’t know who she is, because she knows only the<br />

way her man imagines her. The con<strong>di</strong>tion of this woman is still similar psychologically<br />

to women’s con<strong>di</strong>tion in the 16 th century. Women have always<br />

been represented by man and so they are the result of man’s thought.<br />

Valerio Spallitta 11<br />

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[...] the woman figure appears as something that man writes about.<br />

In particular in this short poem, it’s clear that she knows herself only<br />

through the attributes that a man gives her. She feels like a product of man’s<br />

imagination.<br />

Eleonora Toiati 12<br />

9 La donna che parla si lamenta della sua bellezza, della sua esistenza. Non ha una vita<br />

in<strong>di</strong>pendente. È costretta a considerare la sua vita come qualcosa immaginata dall’uomo. Non sa<br />

chi è. Non ha una vera immagine <strong>di</strong> se stessa, ma solo un debole riflesso.<br />

10 [...] lei non è sod<strong>di</strong>sfatta della con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> subor<strong>di</strong>nazione delle donne nei confronti<br />

degli uomini che provoca una sorta <strong>di</strong> assenza della percezione <strong>di</strong> sé nella mente delle donne.<br />

Le donne non possono sviluppare le loro personalità. Si devono comportare e apparire come le<br />

vogliono gli uomini.<br />

11 Questa donna non sa chi è, perché sa solo come la immagina il suo uomo. La con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> questa donna è ancora simile psicologicamente alla con<strong>di</strong>zione delle donne nel XVI secolo. Le<br />

donne sono sempre state rappresentate dall’uomo e perciò sono il risultato del pensiero dell’uomo.<br />

12 [...] la figura della donna appare come qualcosa <strong>di</strong> cui scrive l’uomo, In particolare in<br />

questa breve poesia è chiaro che lei conosce se stessa solo attraverso gli attributi che un uomo le<br />

conferisce. Si sente il prodotto dell’immaginazione dell’uomo.<br />

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