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MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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Di fatto, il regolamento scolastico, per la sua stessa natura formativa, può<br />

<strong>di</strong>ventare uno strumento dalla forte valenza educativa e ricoprire un ruolo<br />

fondamentale nella crescita e nell’orientamento dell’alunno. Va precisato,<br />

infatti, che il momento formativo e quello dell’orientamento devono essere<br />

considerati come fenomeni interrelati fra loro: ogni processo formativo determina<br />

orientamenti nuovi; orientarsi è in nuce il processo formativo stesso.<br />

La finalità educativa alla base della stesura <strong>di</strong> un regolamento scolastico è<br />

quella <strong>di</strong> far maturare “la coscienza in<strong>di</strong>viduale oltre l’in<strong>di</strong>vidualità”, per usare<br />

un’espressione <strong>di</strong> Morin, 3 orientando e impegnando la crescita dell’in<strong>di</strong>viduo<br />

nella costruzione <strong>di</strong> relazioni responsabili, improntate al principio del rispetto.<br />

Il regolamento affronta, così, il complesso problema dell’imparare e<br />

insegnare a vivere insieme, ossia interpreta la <strong>di</strong>mensione della socializzazione<br />

non come abitu<strong>di</strong>ne a stare insieme ma come possibilità <strong>di</strong> vivere la<br />

democrazia con il suo pluralismo, in cui i contrasti, le decisioni, il rispetto<br />

delle regole, la solidarietà sono saldamente impiantate nell’etica della responsabilità.<br />

Ed è proprio lo sviluppo della <strong>di</strong>mensione etica nell’agire scolastico<br />

che ci spinge ad avvalorare la stesura del regolamento in quanto<br />

strumento significativo della progettualità educativa, perché capace <strong>di</strong> promuovere<br />

l’assunzione <strong>di</strong> atteggiamenti e scelte responsabili, proiettando<br />

l’acquisizione della <strong>di</strong>mensione sociale verso l’accoglienza dell’altro, verso<br />

quella che potrebbe definirsi la “morale dell’ospitalità”.<br />

Sempre per citare Morin, “una società-mondo più equilibrata e giusta<br />

sarà possibile solo se l’etica tornerà al centro delle nostre preoccupazioni,<br />

tanto sul piano personale che su quello collettivo. L’etica, infatti alimenta i<br />

concetti <strong>di</strong> responsabilità e solidarietà”.<br />

Nell’ottica solidaristica, educare a vivere con gli altri significa insegnare<br />

e imparare a vivere nella prospettiva dell’alterità, superando gradualmente<br />

soggettivismi e in<strong>di</strong>vidualismi, per citare una nota espressione del filosofo<br />

Kant, “agire per gli altri come noi vorremmo che gli altri agissero nei nostri<br />

confronti”. Occorre, infatti, riconoscere l’altro come portatore <strong>di</strong> valori, <strong>di</strong><br />

idee, sentimenti, comprendendo le motivazioni e gli atteggiamenti dell’altro.<br />

Scrive Fernando Savater nel suo saggio Etica per un figlio: “il principio<br />

fondamentale della vita autentica è trattare le persone da persone, e cioè:<br />

essere capaci <strong>di</strong> metterci al posto dei nostri simili e <strong>di</strong> relativizzare i nostri<br />

interessi per armonizzarli con i loro. Questa virtù si chiama giustizia”. 4<br />

3 Edgar Morin, I sette saperi necessari all’educazione del futuro, Milano.<br />

4 Fernando Savater, Etica per un figlio, Laterza, Roma-Bari 2003 6 , p. 103.<br />

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