MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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ANNA PAOLA BOTTONI - GREGORIO FRANZA 1 Considerazioni sulla natura del regolamento disciplinare degli studenti 1. Le ragioni di un regolamento disciplinare degli studenti. La nuova prospettiva pedagogica, affermatasi negli ultimi anni nel contesto politicoculturale ed educativo europeo, individua nella formazione civile un progetto educativo di respiro complessivo che abbraccia e pervade l’intero curricolo ed è finalizzato alla formazione dell’Uomo nel quadro storico-culturale della nuova Europa unitaria. L’itinerario formativo che, nella sua complessiva estensione (aspetti disciplinari e non dell’educazione), è volto a formare l’uomo e il cittadino, costituisce, infatti, l’intelaiatura di ogni azione didattica. Esso si propone di promuovere lo sviluppo della coscienza etico-civile dei cittadini in formazione, una sorta di alfabetizzazione civica, e accompagnare il processo della loro socializzazione civico-politica. 2 È in questo spazio educativo, rivolto alla conoscenza delle leggi che regolano la nostra società democratica e alla loro applicazione, che si inserisce la nostra riflessione sulla stesura del regolamento, quale espressione pragmatica di indicazioni comportamentali (norme) che si sostanziano di diritto. Nello scenario di una scuola sempre più documentaristica, espressione spesso di un’eccessiva tendenza a legittimare le ragioni e le modalità di ogni iniziativa scolastica, porre l’attenzione sulla funzione e sui criteri di elaborazione del regolamento scolastico può risultare, tuttavia, un’ulteriore (se non inutile) pratica di tipo burocratico e normativo. Va considerato, inoltre, che il regolamento scolastico, al pari di qualsiasi altro regolamento, è un atto formale in quanto sostanziato di diritto; esso, pertanto, individua sanzioni e ne precisa la natura nel rispetto delle leggi, stabilendo una gerarchia e una gradualità. L’aspetto prescrittivo, esplicitato soprattutto in una serie di divieti, e quello sanzionatorio rischiano di essere interpretati come modelli educativi superati, manifestazione di una realtà scolastica di tipo autoritario e gerarchico, ormai anacronistica. 1 Dirigente Scolastico del LiceoOrazio” dall’anno 2006-2007. 2 Cfr. Emilio Lastrucci, La nuova scuola delle due riforme, Anicia, Roma 2005, pp. 83 e 91. –11–

ANNA PAOLA BOTTONI - GREGORIO FRANZA 1<br />

Considerazioni sulla natura<br />

del regolamento <strong>di</strong>sciplinare degli studenti<br />

1. Le ragioni <strong>di</strong> un regolamento <strong>di</strong>sciplinare degli studenti. La nuova<br />

prospettiva pedagogica, affermatasi negli ultimi anni nel contesto politicoculturale<br />

ed educativo europeo, in<strong>di</strong>vidua nella formazione civile un progetto<br />

educativo <strong>di</strong> respiro complessivo che abbraccia e pervade l’intero curricolo<br />

ed è finalizzato alla formazione dell’Uomo nel quadro storico-culturale della<br />

nuova Europa unitaria.<br />

L’itinerario formativo che, nella sua complessiva estensione (aspetti <strong>di</strong>sciplinari<br />

e non dell’educazione), è volto a formare l’uomo e il citta<strong>di</strong>no,<br />

costituisce, infatti, l’intelaiatura <strong>di</strong> ogni azione <strong>di</strong>dattica. Esso si propone <strong>di</strong><br />

promuovere lo sviluppo della coscienza etico-civile dei citta<strong>di</strong>ni in formazione,<br />

una sorta <strong>di</strong> alfabetizzazione civica, e accompagnare il processo della<br />

loro socializzazione civico-politica. 2<br />

È in questo spazio educativo, rivolto alla conoscenza delle leggi che regolano<br />

la nostra società democratica e alla loro applicazione, che si inserisce<br />

la nostra riflessione sulla stesura del regolamento, quale espressione pragmatica<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni comportamentali (norme) che si sostanziano <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto.<br />

Nello scenario <strong>di</strong> una scuola sempre più documentaristica, espressione<br />

spesso <strong>di</strong> un’eccessiva tendenza a legittimare le ragioni e le modalità <strong>di</strong><br />

ogni iniziativa scolastica, porre l’attenzione sulla funzione e sui criteri <strong>di</strong><br />

elaborazione del regolamento scolastico può risultare, tuttavia, un’ulteriore<br />

(se non inutile) pratica <strong>di</strong> tipo burocratico e normativo.<br />

Va considerato, inoltre, che il regolamento scolastico, al pari <strong>di</strong> qualsiasi<br />

altro regolamento, è un atto formale in quanto sostanziato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto; esso,<br />

pertanto, in<strong>di</strong>vidua sanzioni e ne precisa la natura nel rispetto delle leggi,<br />

stabilendo una gerarchia e una gradualità. L’aspetto prescrittivo, esplicitato<br />

soprattutto in una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieti, e quello sanzionatorio rischiano <strong>di</strong> essere<br />

interpretati come modelli educativi superati, manifestazione <strong>di</strong> una realtà<br />

scolastica <strong>di</strong> tipo autoritario e gerarchico, ormai anacronistica.<br />

1 Dirigente Scolastico del <strong>Liceo</strong> “<strong>Orazio</strong>” dall’anno 2006-2007.<br />

2 Cfr. Emilio Lastrucci, La nuova scuola delle due riforme, Anicia, Roma <strong>2005</strong>, pp. 83 e 91.<br />

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