MISCELLANEA 2005 2006.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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13.01.2013 Views

messo, si scatenarono in razzie e rappresaglie, culminanti in stragi feroci, ai danni delle popolazioni di paesi e villaggi dell’Italia settentrionale. Ma anche i russi commisero saccheggi e violenze d’ogni genere alla fine della guerra, dapprima nella Prussia orientale e poi nella Germania occupata. E vanno ricordate anche le violenze che commisero nei paesi del Sannio e del Frusinate i reggimenti di marocchini, al seguito degli alleati, guidati dal generale Juin, che papa Pio XII non volle ricevere quando Roma fu liberata. 42 8. Progetto per un recupero della memoria. In questo ultimo paragrafo vorrei suggerire una proposta di lavoro ai docenti. L’idea sarebbe quella di realizzare un progetto di recupero della memoria, con la collaborazione dei familiari degli studenti, segnatamente i nonni: una raccolta di interviste da conservare in un archivio audiovisivo, di testimonianze dirette su eventi storici avvenuti in Italia nel Novecento. Sarebbe certamente suggestivo sentire i ricordi di eventi storici dalla viva voce dei nonni degli studenti: si potrebbe anche realizzare un DVD con le interviste inframmezzate da spezzoni di filmati d’epoca, telegiornali, documentari, foto di prime pagine di giornali, bandi delle autorità militari e manifesti, tutti i documenti che possono restituire il clima dell’epoca. Questo lavoro avrebbe molteplici ricadute positive: si otterrebbe anzitutto, con poca spesa, una notevole documentazione di testimonianze dirette su eventi storici, sarebbe poi un modo per far interessare, e forse appassionare, gli studenti alla metodologia della ricerca storica. Infine un’iniziativa del genere potrebbe valorizzare i nonni degli alunni (tirati in ballo, in genere, e sia detto senza polemica, soltanto per fornire comode giustificazioni d’ogni sorta), recuperandone il patrimonio della memoria e facendoli sentire anch’essi membri di questa nostra grande comunità dalle molteplici componenti. Infine, un’ultima considerazione: viviamo in una società che privilegia il presente, l’effimero, il precario ad ogni livello, professionale e anche esistenziale. La memoria del passato è, forse, l’eredità più importante lasciata alle nuove generazioni da chi ha già percorso o sta terminando di percorrere il difficile cammino della vita. Non sprechiamo i ricordi e le testimonianze di chi è nato prima di noi, non lasciamo che l’incuria distrugga per sempre quelli che possono diventare punti fermi di nuove esistenze e occasioni di stimolo all’impegno civile. 42 Tali episodi ispirarono, com’è noto, il romanzo di Alberto Moravia La ciociara (1957), che nella storia delle avventure di due donne, madre e figlia, nel basso Lazio tra il 1943 e il 1944 denuncia la violenza profanatoria della guerra. – 102 –

Concludo con un ricordo personale: avevo un nonno e uno zio materni, che conobbero entrambi la travagliata esperienza dell’ultima guerra. L’uno fu prigioniero degli inglesi in Kenya per cinque anni, l’altro scampò miracolosamente, con pochissimi altri, all’eccidio di Cefalonia, dopo aver visto fucilare dai tedeschi tutti i suoi compagni d’armi. Avrebbero avuto molto da dirmi e rimpiango di non aver potuto fissare sulla carta i loro ricordi, anche se per ragioni non del tutto dipendenti dalla mia volontà. Se non un atto di riparazione, vorrei che questo mio lavoro fosse un affettuoso tributo alla loro memoria. – 103 –

messo, si scatenarono in razzie e rappresaglie, culminanti in stragi feroci, ai<br />

danni delle popolazioni <strong>di</strong> paesi e villaggi dell’Italia settentrionale. Ma<br />

anche i russi commisero saccheggi e violenze d’ogni genere alla fine della<br />

guerra, dapprima nella Prussia orientale e poi nella Germania occupata. E<br />

vanno ricordate anche le violenze che commisero nei paesi del Sannio e del<br />

Frusinate i reggimenti <strong>di</strong> marocchini, al seguito degli alleati, guidati dal generale<br />

Juin, che papa Pio XII non volle ricevere quando Roma fu liberata. 42<br />

8. Progetto per un recupero della memoria. In questo ultimo paragrafo<br />

vorrei suggerire una proposta <strong>di</strong> lavoro ai docenti. L’idea sarebbe quella <strong>di</strong> realizzare<br />

un progetto <strong>di</strong> recupero della memoria, con la collaborazione dei familiari<br />

degli studenti, segnatamente i nonni: una raccolta <strong>di</strong> interviste da conservare<br />

in un archivio au<strong>di</strong>ovisivo, <strong>di</strong> testimonianze <strong>di</strong>rette su eventi storici avvenuti<br />

in Italia nel Novecento. Sarebbe certamente suggestivo sentire i ricor<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> eventi storici dalla viva voce dei nonni degli studenti: si potrebbe anche<br />

realizzare un DVD con le interviste inframmezzate da spezzoni <strong>di</strong> filmati<br />

d’epoca, telegiornali, documentari, foto <strong>di</strong> prime pagine <strong>di</strong> giornali, ban<strong>di</strong> delle<br />

autorità militari e manifesti, tutti i documenti che possono restituire il clima<br />

dell’epoca. Questo lavoro avrebbe molteplici ricadute positive: si otterrebbe<br />

anzitutto, con poca spesa, una notevole documentazione <strong>di</strong> testimonianze <strong>di</strong>rette<br />

su eventi storici, sarebbe poi un modo per far interessare, e forse appassionare,<br />

gli studenti alla metodologia della ricerca storica. Infine un’iniziativa<br />

del genere potrebbe valorizzare i nonni degli alunni (tirati in ballo, in genere,<br />

e sia detto senza polemica, soltanto per fornire comode giustificazioni d’ogni<br />

sorta), recuperandone il patrimonio della memoria e facendoli sentire anch’essi<br />

membri <strong>di</strong> questa nostra grande comunità dalle molteplici componenti.<br />

Infine, un’ultima considerazione: viviamo in una società che privilegia<br />

il presente, l’effimero, il precario ad ogni livello, professionale e anche esistenziale.<br />

La memoria del passato è, forse, l’ere<strong>di</strong>tà più importante lasciata<br />

alle nuove generazioni da chi ha già percorso o sta terminando <strong>di</strong> percorrere<br />

il <strong>di</strong>fficile cammino della vita. Non sprechiamo i ricor<strong>di</strong> e le testimonianze<br />

<strong>di</strong> chi è nato prima <strong>di</strong> noi, non lasciamo che l’incuria <strong>di</strong>strugga per sempre<br />

quelli che possono <strong>di</strong>ventare punti fermi <strong>di</strong> nuove esistenze e occasioni <strong>di</strong><br />

stimolo all’impegno civile.<br />

42 Tali episo<strong>di</strong> ispirarono, com’è noto, il romanzo <strong>di</strong> Alberto Moravia La ciociara (1957),<br />

che nella storia delle avventure <strong>di</strong> due donne, madre e figlia, nel basso Lazio tra il 1943 e il 1944<br />

denuncia la violenza profanatoria della guerra.<br />

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