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L' Premio “Luigi Coppola” - Ordine dei Medici Lecce

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2009: 2.800 interventi<br />

di ortopedia<br />

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la vostra salute...<br />

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riabilitativi


Un commosso ricordo di Raffaele Barbano<br />

consigliere dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Medici</strong><br />

C<br />

di Luigi Pepe*<br />

iao Raffaele,<br />

ora che non sei più fra i protagonisti<br />

sul palcoscenico della vita, cominciamo a<br />

percepire la tua mancanza. Oramai da tempo<br />

non eri più presente al tavolo <strong>dei</strong> Consiglieri<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Medici</strong>. Quel ruolo lo hai<br />

sempre onorato e determinante è stato sempre il tuo<br />

impegno. Quando, alcuni mesi orsono, accennasti<br />

alla possibilità che il tuo impegno non sarebbe potuto<br />

essere costante, nessuno di noi immaginava che il<br />

destino si sarebbe potuto accanire su di te in modo<br />

così repentino.<br />

Convivevi da tempo con la malattia, che sembrava<br />

averti dato una tregua, che tutti noi speravamo duratura.<br />

Darti l’addio nello stesso luogo dove eri solito<br />

invitarci a cena all’inizio di ogni nostro nuovo impegno<br />

di Consiglieri, ci ha fatto provare una tristezza indicibile.<br />

Eri un allegro commensale, impareggiabile amico<br />

ospitale. Ci hai lasciato un vuoto incolmabile e un<br />

dolore che solo il tempo riuscirà ad alleviare. Rimarrà,<br />

comunque, quella sedia vuota nei nostri Consigli<br />

all’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Medici</strong> che riproporrà prepotentemente<br />

la tua figura che per anni è stata insostituibile, al<br />

nostro fianco. Ti rivedremo nel tuo atteggiamento<br />

sereno a discutere di caccia o di qualsivoglia futilità<br />

alla fine degli impegni istituzionali quando si era soliti<br />

intrattenerci, prima del ritorno presso le nostre<br />

famiglie.<br />

Quando ci si informava sulle condizioni di salute<br />

solevi sempre esorcizzare la malattia e i controlli<br />

periodici considerati una routinaria esigenza che<br />

lasciava una velata serenità, fino all’appuntamento<br />

successivo. Le tue prolungate assenze nei nostri<br />

3<br />

incontri istituzionali ci hanno gradualmente<br />

fatto sorgere il sospetto che quel nemico,<br />

contro il quale siamo stati educati a combattere,<br />

cominciava ad avere il sopravvento<br />

sul tuo fisico provato. Ci rendiamo conto<br />

ora di quanto sia improbo lo scontro quando<br />

le armi in possesso del sapere medico sono inefficaci.<br />

Ora che non sei più di questa vita terrena, prometterti<br />

che non ti dimenticheremo mai sembra un luogo<br />

comune. Certo è che molte circostanze ci riportano<br />

a te e tutti noi, in differente modo, ne siamo coinvolti.<br />

In quella sala riunioni dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> medici aleggerà<br />

per sempre il tuo spirito che, siamo sicuri, ci terrà<br />

compagnia.<br />

Il tuo ricordo di galantuomo, amico sincero, professionista<br />

integerrimo, padre premuroso, marito e<br />

figlio affettuoso rimarrà indelebile nelle menti e contribuirà<br />

a rendere meno doloroso il distacco. Si muore<br />

per sempre quando non si è più presente nei pensieri<br />

degli uomini; è per questo che più o meno costantemente<br />

sarai, comunque, fra di noi.<br />

Ciao Raffaele.<br />

Il Presidente, il Consiglio <strong>dei</strong> <strong>Medici</strong> e il personale<br />

sono fraternamente vicini alla moglie, alla figlia, alla<br />

mamma e ai parenti tutti per la scomparsa di Raffaele<br />

che ha lasciato un segno tangibile e indelebile della<br />

sua esistenza. Per quel suo essere professionalmente<br />

impeccabile, onesto e amorevolmente prodigo, siamo<br />

sicuri rimarrà ad imperitura memoria.<br />

Gino Pepe<br />

Presidente dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Medici</strong>


di Maurizio Muratore<br />

Patente: vietato superare gli 80...<br />

N<br />

el 2018 saremo il Paese più vecchio d’Europa,<br />

già oggi ci supera solo la Svezia. L’aspettativa<br />

di vita è di 78 anni per gli uomini e di 84 per le<br />

donne. Una buona notizia ma anche un problema.<br />

E non solo per le pensioni. Con l’età diminuisce<br />

l’attenzione, e per chi guida l’attenzione è fondamentale<br />

come la prudenza. Per questo Mario Valducci,<br />

deputato del Pdl e presidente della commissione<br />

Trasporti della Camera, lancia la sua proposta:<br />

“Si dovrebbe pensare a un’età limite, una soglia<br />

oltre la quale non è più possibile guidare. Possono<br />

essere 80 o 85 anni”, una modifica del codice della<br />

strada che dovrebbe essere approvata. Nell’attesa<br />

del testo definitivo è stata apportata la variante che<br />

del rinnovo della patente dopo il settantesimo compleanno,<br />

dovrà avvenire ogni due anni.<br />

Trovo un’assurdità penalizzare così un anziano,<br />

togliergli l’autonomia significa farlo invecchiare<br />

precocemente e male. Non trovo giusto generalizzare<br />

togliendo automaticamente la patente ad ogni ottantenne,<br />

è risaputo che l’età biologica e mentale<br />

non è sempre in relazione con l’età anagrafica, così<br />

anche l’idoneità alla guida andrebbe analizzata in<br />

modo individuale, eventualmente richiamando più<br />

spesso alle visite di controllo le persone. Oltre una<br />

certa età i riflessi per guidare vanno verificati dal<br />

medico e non dall’anagrafe. In realtà non è necessario<br />

una ulteriore legge ma uniformarsi a quelle<br />

già esistenti applicandole nel modo più rigoroso<br />

possibile e quindi lontani da comportamenti improntati<br />

a frettolosità, parzialità o indulgenza a rapporti<br />

di conoscenza o amicizia. Premesso che, al riguardo,<br />

5<br />

mi ritengo una persona che non può “scagliare la<br />

prima pietra” e mi rendo conto di come cattive<br />

abitudini, condizionamenti ambientali, pressioni e<br />

amicizie inducono, alcune volte, ad essere meno<br />

rigorosi, se ne deduce che, in tal modo, si generano<br />

rischi non solo per chi si vuole proteggere ma<br />

anche per colui che accondiscende. Come dire,<br />

quindi, che spesso il vero favore non è quello di<br />

agevolare il rinnovo della patente ma di impedirlo.


LE IMMAGINI A CORREDO DI QUESTA PUBBLICAZIONE<br />

SONO OPERE DELL’ARTISTA GEORGIA O’KEEFFE<br />

(SUN PRAIRIE, 15 NOVEMBRE 1887 – SANTA FE, 6 MARZO 1986)


editoriale<br />

Un commosso ricordo di Raffaele Barbano 3<br />

consigliere dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Medici</strong><br />

di Luigi Pepe<br />

Patente: vietato superare gli 80... 5<br />

di Maurizio Muratore<br />

focus<br />

Rischio corto circuito per il sistema pugliese 10<br />

della sanità privata accreditata<br />

di Maria Luisa Mastrogiovanni<br />

Polo oncologico del sud Salento. 14<br />

Bilancio dell’attività<br />

di Maria Luisa Mastrogiovanni<br />

RIVISTA UFFICIALE DELLʼORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI ED ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI LECCE<br />

Direzione e Redazione c/o <strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Medici</strong> - via Nazario Sauro, 31 <strong>Lecce</strong> - www.ordinemedici-lecce.it - info@ordinemedici-lecce.it<br />

Settembre-Ottobre 2010<br />

anno XXXIII<br />

Direttore Responsabile<br />

Maurizio Muratore<br />

Direttore Editoriale<br />

Luigi Peccarisi<br />

Editing e coordinamento redazionale<br />

Maria Luisa Mastrogiovanni<br />

Comitato di Redazione e Comitato Scientifico<br />

Tutti i componenti il Consiglio Direttivo,<br />

la Commissione per gli iscritti all’albo degli Odontoiatri e il Collegio <strong>dei</strong> Revisori <strong>dei</strong> Conti<br />

Concessionaria di pubblicità<br />

Nerò comunicazione - Casarano<br />

Per informazioni Dr. Mario Maffei - 393 9801141<br />

L’immagine di copertina è di Georgia O’Keefe<br />

la parola ai colleghi<br />

18 Italiani, popolo di dottori<br />

di Luigi Peccarisi<br />

22 Il perno della sanità italiana? La medicina di famiglia<br />

di Tommaso Borgia<br />

25 Il Suicidio Medicalmente Assistito: il caso della Svizzera<br />

di Francesco Marzo<br />

28 Il problema radon nella provincia di <strong>Lecce</strong>:<br />

l’esperienza del Servizio Prevenzione<br />

e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro della ASL<br />

di A. De Giorgi, G. De Filippis<br />

35 <strong>Premio</strong> <strong>“Luigi</strong> <strong>Coppola”</strong> Città di Gallipoli<br />

di Lamberto Coppola<br />

37<br />

Apnee durante il sonno. Patologia e sicurezza<br />

di Giuseppe Massari<br />

comunichiamo che<br />

Stampa:<br />

Stab. grafico della CARRA EDITRICE - Casarano (Le) - Aut. Trib. <strong>Lecce</strong> N. 3262<br />

Il termine di consegna degli articoli per il prossimo numero è il 15 novembre<br />

40


di Maria Luisa Mastrogiovanni<br />

Risanare o anche solo riorganizzare<br />

la sanità pare essere impresa titanica.<br />

In Puglia come in altre regioni sono<br />

necessari tagli, blocco del turn-over,<br />

introduzione di ticket (vedi riquadro<br />

“manovra in numeri”) e altri interventi<br />

di razionalizzazione della spesa. In<br />

questo contesto di tribolazioni per il<br />

piano di rientro e di contrasti con il<br />

Governo nazionale, la Regione ha deciso<br />

di aprire il capitolo della sanità<br />

privata attraverso la modifica <strong>dei</strong> criteri<br />

di assegnazione <strong>dei</strong> fondi per le singole<br />

strutture private accreditate. Non si<br />

tratta però di tagli, ma di una mera<br />

perequazione tra i singoli laboratori di<br />

analisi, studi radiologici, odontoiatri e<br />

oculisti, centri di terapia riabilitativa.<br />

In pratica a ciascuna delle strutture<br />

private è stato comunicato in corso<br />

d’opera e a fine d’anno (inizialmente<br />

anche retroattivamente; vedi riquadro<br />

“Ultim’ora”) il drastico mutamento del<br />

budget di spesa disponibile in aumento<br />

o in diminuzione, secondo un criterio<br />

di assegnazione totalmente rivoluzionato.<br />

Immediate sono scattate le proteste<br />

delle strutture danneggiate e <strong>dei</strong> pazienti<br />

(soprattutto coloro che beneficiano<br />

di esenzione per patologia) i quali,<br />

Rischio corto circuito<br />

per il sistema pugliese<br />

della sanità privata accreditata<br />

Modificati con delibera regionale N° 1500 del 26-06-2010 i criteri di assegnazione <strong>dei</strong> fondi ai privati<br />

accreditati di branca ambulatoriale. Non tagli, ma redistribuzione del tetto di spesa spostato da<br />

una struttura all’altra su base territoriale. Gli operatori del settore riuniti in un Comitato e l’Adusbef<br />

denunciano gravi disagi per i pazienti. Intanto l’Asl di <strong>Lecce</strong> prima si fa carico delle liste d’attesa<br />

<strong>dei</strong> privati, poi fa un parziale passo indietro con un provvedimento del 19 ottobre scorso. E’ il caos<br />

non potendo più fare ricorso ai medici<br />

e laboratori di loro fiducia, hanno dovuto<br />

rinunciare alla continuità assistenziale<br />

oppure hanno pagato di tasca<br />

propria il servizio, creando peraltro un<br />

pericoloso vulnus riguardo alla possibile<br />

richiesta di rimborsi di massa.<br />

Quali sono dunque questi nuovi<br />

criteri di redistribuzione del budget? Il<br />

calcolo è piuttosto complesso e si basa<br />

su indici di consumo delle prestazioni<br />

su base distrettuale, poi perequato sul<br />

numero di abitanti <strong>dei</strong> singoli Comuni.<br />

Tecnologie e professionalità presenti<br />

in azienda sono valutate in base a criteri<br />

minimali che non richiedono alcuna<br />

particolare qualità o capacità diagnostica.<br />

Il risultato è un budget spalmato<br />

su tutte le strutture.<br />

Lo stesso assessore al ramo Tommaso<br />

Fiore ha chiarito che l’obiettivo<br />

prevalente della riforma è di ridurre la<br />

mobilità da paese a paese e favorire<br />

un’equa distribuzione delle risorse tra<br />

tutte le numerose aziende private presenti<br />

sul territorio pugliese. Sembrerebbe<br />

una sorta di “togliere al ricco per<br />

dare al povero” se non fosse che tale<br />

criterio appiattisce in basso le eccellenze<br />

del territorio e le capacità specialistiche.<br />

L’effetto pratico è che labora-<br />

10<br />

tori, studi radiologici e di fisiokinesiterapia<br />

che hanno investito negli anni in<br />

strutture e personale devono interrompere<br />

gli investimenti e licenziare.<br />

Le piccole strutture che invece si<br />

ritrovano con budget raddoppiati o<br />

triplicati non potranno comunque rispondere<br />

adeguatamente alle prestazioni<br />

più complesse, che richiedono<br />

investimenti di medio-lungo periodo.<br />

Inoltre è da rilevare che tutto quanto<br />

deciso dalla Regione Puglia è antitetico<br />

a quanto previsto nelle recenti linee


guida ministeriali e già attuato da alcune<br />

regioni virtuose: ovvero lo sforzo di<br />

ridurre la frammentazione del servizio<br />

sanitario privato in tante microstrutture,<br />

rispetto a forme più efficienti ed efficaci<br />

di organizzazione in strutture che superino<br />

la massa critica di prestazioni<br />

(per i laboratori analisi circa 300.000<br />

test all’anno) dal di sotto della quale la<br />

letteratura scientifica mondiale fissa un<br />

limite di guardia in termini di qualità.<br />

La revisione <strong>dei</strong> tetti di spesa per i<br />

privati accreditati ha provocato nelle<br />

scorse settimane un enorme caos:<br />

migliaia di esami, prenotati sulla base<br />

del vecchio budget non sono stati<br />

eseguiti. L’Asl ha richiamato le liste<br />

d’attesa <strong>dei</strong> pazienti fino al 31 dicembre<br />

2010 ?tentando di limitare i disagi agli<br />

utenti; ma in una situazione già satura,<br />

risulta difficile credere che le strutture<br />

pubbliche riescano a soddisfare ulteriori<br />

richieste.<br />

Il comitato per la libera<br />

scelta del cittadino<br />

in sanità<br />

Le strutture private di eccellenza e<br />

i loro dipendenti parlano di violazione<br />

della libertà sul “come curarsi” e si<br />

sono costituiti in un comitato spontaneo.<br />

“Il nostro settore - fanno sapere<br />

dal Comitato - incide per meno del 3%<br />

sulla spesa sanitaria totale pur contribuendo<br />

molto in termini di prestazioni<br />

erogate. Le medie e grandi strutture<br />

rappresentano un esempio di efficienza<br />

che favorisce lo spostamento della<br />

<strong>Medici</strong>na sul territorio con riduzione<br />

della spesa ospedaliera e del fenomeno<br />

<strong>dei</strong> falsi ricoveri”.<br />

“La giunta regionale – continuano<br />

i medici del comitato – dopo aver accreditato<br />

numerose nuove strutture<br />

senza reali giustificazioni di necessità,<br />

ha deliberato, unica tra tutte le Regioni<br />

italiane, di ridistribuire le già insufficienti<br />

risorse in modo medio uniforme, con<br />

un meccanismo che comprime indebitamente<br />

la produttività e la riconosciuta<br />

Non si tratta di tagli, ma di una mera<br />

perequazione tra i singoli laboratori di analisi,<br />

studi radiologici, odontoiatri e oculisti,<br />

centri di terapia riabilitativa<br />

professionalità di alcune strutture già<br />

operanti sul territorio, applicando a<br />

esse <strong>dei</strong> tagli di budget di circa il 50-<br />

70% e riversando le somme così ottenute<br />

su una miriade di piccole strutture<br />

di nuovo accreditamento o già esistenti<br />

che non raggiungono la dimensione<br />

critica per assicurare la qualità della<br />

prestazione secondo quanto indicato<br />

dalla letteratura internazionale e le linee<br />

guida del Ministero. Tale operazione è<br />

solo una ridistribuzione di budget e<br />

non prevede alcun risparmio per la<br />

Regione. Si tratta di una decisione<br />

assunta senza la preventiva concertazione<br />

con i sindacati, che, se non mo-<br />

11<br />

dificata con urgenza, metterà la sanità<br />

ambulatoriale pugliese in una situazione<br />

senza precedenti di assoluta emergenza<br />

provocando:<br />

1) un inevitabile disagio per i cittadini<br />

bisognosi di cure;<br />

2) una grave crisi occupazionale;<br />

3) una decisa riduzione della qualità,<br />

provocata da un meccanismo che di<br />

fatto ingessa ogni possibilità di crescita<br />

e di libera concorrenza;<br />

4) una dispersione di un patrimonio<br />

di conoscenze e di professionalità di<br />

assoluta eccellenza accumulato negli<br />

anni”.<br />

La mappa degli ospedali<br />

salentini<br />

Nel piano di rientro sanitario della<br />

Regione Puglia è compresa anche la<br />

riorganizzazione delle strutture ospedaliere<br />

che prevede chiusure e accorpamenti<br />

di reparti, riconversione di<br />

piccoli ospedali, tagli <strong>dei</strong> posti letto.<br />

La conseguenza è quella di una forte<br />

riduzione di servizi per il territorio. Tutto<br />

ciò sta creando preoccupazione nei<br />

paesi che sono interessati dai provvedimenti.<br />

Il passaggio dunque non è<br />

indolore. Monta infatti la polemica nei<br />

territori in cui sono previste le modifiche<br />

stabilite dal piano di rientro della Giunta<br />

regionale. Nella provincia di <strong>Lecce</strong>, gli<br />

ospedali interessati preparano le barricate:<br />

Maglie, Gagliano e Poggiardo,<br />

saranno trasformati in presidi sanitari<br />

territoriali. In merito all’ospedale di<br />

Poggiardo, molte sono state le spese<br />

per ristrutturarlo: 5 miloni di euro, di<br />

cui 1 milione per due sale operatorie,<br />

2 per l’ammodernamento e messa a<br />

norma delle sale da ricovero, uno per


focus<br />

la ristrutturazione della farmacia e per<br />

l’impiantistica generale e 1 ancora per<br />

la riorganizzazione della dialisi, per il<br />

laboratorio analisi e di radiologia e per<br />

le sale d’attesa. Perché spendere tanti<br />

soldi per un ospedale che è destinato<br />

alla chiusura? Tra l’altro, quello di Poggiardo<br />

è l’unico ospedale con bilancio<br />

in attivo (300mila euro di attivo). Campi<br />

e Nardò, in una prima fase, saranno<br />

soggetti alla riduzione <strong>dei</strong> posti letto.<br />

In un secondo momento (entro la fine<br />

del 2012) diverranno presidi sanitari<br />

territoriali. A Nardò si è, invece, costituito<br />

un comitato di difesa accanto al<br />

quale si muovono anche i politici, di<br />

entrambi gli schieramenti, tutti contrari<br />

alla chiusura. Per Campi Salentina,<br />

l’appello alla mobilitazione generale<br />

del Nord Salento contro i tagli<br />

all’ospedale San Pio è stata riproposta<br />

con forza da Fsi Sanità (Sindacato<br />

Autonomo Sanità) che chiede il coinvolgimento<br />

anche <strong>dei</strong> consiglieri regionali<br />

della provincia di <strong>Lecce</strong>, <strong>dei</strong> consiglieri<br />

provinciali del Nord Salento, <strong>dei</strong><br />

consiglieri comunali dell’Unione <strong>dei</strong><br />

Comuni del Nord Salento, di tutti sin-<br />

daci facenti parte dell’Ambito zonale<br />

del distretto Socio Sanitario di Campi<br />

Salentina e di tutte le associazioni di<br />

categoria. A San Cesario, invece, dovrebbe<br />

nascere un centro di riabilitazione<br />

e soppiantare il noto ospedale<br />

specializzato in malattie polmonari.<br />

Dimissioni e barricate minacciate anche<br />

a Gagliano del Capo.<br />

Sintesi della manovra<br />

in numeri<br />

• Contenimento della spesa per il personale:<br />

Blocco del turn-over per tre<br />

anni.<br />

• Previsti risparmi per 18 milioni nel<br />

2010, 32 milioni nel 2011 e 52 milioni<br />

nel 2012.<br />

• 2.200 posti-letto da tagliare entro il<br />

2012.<br />

• Di questi oltre 1.400 saranno tagliati<br />

quest’anno (1.224 per acuti e 197<br />

per post-acuti) e riguarderanno strutture<br />

pubbliche.<br />

• Dei restanti, altri 370 saranno tagliati<br />

ancora pubblico, 300 nelle cliniche<br />

privato e 130 in strutture ecclesiastiche<br />

convenzionate.<br />

• Ticket di un euro “su ogni ricetta<br />

per disincentivare il ricorso<br />

all’acquisto di farmaci non<br />

indispensabili”. Risparmio previsto:<br />

88 milioni.<br />

Il parere dell’Adusbef<br />

Tra le associazioni a tutela <strong>dei</strong> consumatori,<br />

la prima reazione è dell’ Adusbef<br />

che all’indomani del provvedimento<br />

dell’ASL <strong>Lecce</strong> scrive: “Senza alcun<br />

preavviso ufficiale, dopo una serie di<br />

modifiche apportate dalla Regione agli<br />

accordi contrattuali della specialistica<br />

ambulatoriale, sono stati resi noti i nuovi<br />

budget per le singole strutture convenzionate<br />

nelle branche specialistiche<br />

ambulatoriali per l’anno 2010 con un<br />

evidente ritardo di circa un anno (Delibera<br />

dell’ASL <strong>Lecce</strong> n. 2855 del 30-<br />

09-2010). E, sorpresa, vi sono abbat-<br />

12<br />

timenti per le grosse e le medie strutture,<br />

variabili dal 50 al 70%. Decurtazioni<br />

che verranno riversate a favore<br />

delle piccole strutture e <strong>dei</strong> neoconvenzionati;<br />

una sorta di redistribuzione.<br />

Le nuove regole per<br />

l’assegnazione <strong>dei</strong> budget, però, non<br />

sono meritocratiche in quanto tengono<br />

solo marginalmente conto <strong>dei</strong> requisiti<br />

strutturali, tecnologici e organizzativi.<br />

Si parla di programmazione sanitaria,<br />

ma come può un’azienda organizzare<br />

il lavoro e a pianificare gli investimenti<br />

tecnologici quando i contratti arrivano<br />

con enorme ritardo e improvvisamente<br />

sono ridotti i fondi? Si prospetta un<br />

autentico caos, con conseguenze gravi<br />

per i pazienti che, in virtù del nuovo<br />

contratto, non potranno più beneficiare<br />

delle prestazioni sanitarie nelle strutture<br />

dove l’avevano prenotata. I pazienti<br />

non sono pacchi che si spostano secondo<br />

logiche numeriche. Si provi ad<br />

immaginare, per esempio, cosa significhi<br />

per un paziente oncologico che<br />

ha prenotato un’indagine di alta specialità,<br />

magari 6-7 mesi prima, apprendere<br />

che non potrà più farla presso il<br />

suo medico di fiducia ma che dovrà<br />

spostarsi presso un’altra struttura<br />

aspettando altri 2-4 mesi!! E per il futuro<br />

sarà lo stesso: un paziente con grave<br />

o sospetta patologia, non potrà eseguire<br />

in tempi accettabili una indagine<br />

di alta specialità, mentre potrà ad<br />

esempio eseguire in tempi rapidi<br />

l’ecografia muscolare chi avrà avuto<br />

uno strappo durante la partitella della<br />

domenica.<br />

Conseguenza sarà che aumenteranno<br />

i ricoveri e le prestazioni fuori<br />

Regione (la Mobilità passiva extra Regione<br />

con il suo trend di crescita costante<br />

nel tempo) con un incremento<br />

della spesa sanitaria regionale e <strong>dei</strong><br />

disagi per i pazienti con patologie gravi,<br />

potenziale aumento <strong>dei</strong> danni biologici<br />

per ritardi di diagnosi e successivi e<br />

consequenziali trattamenti terapeutici.<br />

Ma la vera domanda è: perché questo<br />

improvviso cambio regolamentale?


Ultim’ora: l’ASL ammette<br />

l’irretroattività<br />

Il 18 ottobre l’Azienda Sanitaria<br />

Locale di <strong>Lecce</strong> ha aggiustato il tiro<br />

rispetto alle precedenti delibere chiarendo<br />

che: “il nuovo sistema introdotto<br />

per la remunerazione delle strutture<br />

ambulatoriali private provvisoriamente/istituzionalmente<br />

accreditate ha richiesto<br />

una complessa istruttoria, con<br />

numerose verifiche ed incontri con le<br />

organizzazioni di categoria, che non<br />

ha consentito di pervenire alla quantificazione<br />

delle remunerazioni <strong>dei</strong> tetti<br />

di spesa in tempo utile per garantire la<br />

programmazione delle attività delle<br />

strutture sanitarie private per i primi<br />

nove mesi dell’anno 2010”.<br />

“In applicazione <strong>dei</strong> principi generali<br />

in materia di irretroattività <strong>dei</strong> provvedimenti<br />

amministrativi, - prosegue il<br />

documento a firma <strong>dei</strong> direttori generale,<br />

sanitario e ammistrativo - la giurisprudenza<br />

del Giudice Amministrativo<br />

ha chiarito, proprio nella materia della<br />

fissazione <strong>dei</strong> tetti di spesa, che i<br />

relativi adempimenti devono essere (a<br />

pena di illegittimità) solleciti in modo<br />

da offrire a tutti gli operatori del settore<br />

un quadro di riferimento certo sul quale<br />

ciascuno possa tempestivamente effettuare<br />

le rispettive scelte<br />

imprenditoriali”.<br />

“La disciplina e la quantificazione<br />

della remunerazione spettante alle strutture<br />

ambulatoriali private accreditate,<br />

a valere per l’anno 2010, risulta del<br />

tutto innovativa – continuano i direttori<br />

Scoditti, Sanapo e Ciannamea – ed ha<br />

determinato una distribuzione delle<br />

risorse disponibili che, in alcuni casi,<br />

determina modifiche sostanziali che gli<br />

operatori privati non potevano in alcun<br />

modo prevedere all’inizio dell’anno<br />

2010 e che, pertanto, tali operatori non<br />

sono stati posti nelle condizioni di programmare<br />

correttamente la propria<br />

attività se non con il generale riferimento<br />

alle remunerazioni già assegnate per<br />

l’anno 2009”.<br />

Quanto deciso dalla Regione è antitetico<br />

a quanto previsto nelle recenti linee guida<br />

ministeriali, ovvero lo sforzo di ridurre<br />

la frammentazione del servizio sanitario privato<br />

in tante microstrutture<br />

Viste queste premesse l’ASL opera<br />

una parziale marcia indietro, dichiarando<br />

l’inapplicabilità della riforma fino a<br />

settembre (in particolare fino alla data<br />

della comunicazione alle aziende), mentre<br />

la nuova quantificazione per ottobrenovembre-dicembre<br />

viene quantificate<br />

in ragione <strong>dei</strong> corrispondenti dodicesimi<br />

dell’anno 2010.<br />

Il timore che, in caso di contenzioso<br />

con i privati l’Asl sarebbe<br />

“verosimilmente soccombente con<br />

13<br />

conseguenze economiche tali da incidere<br />

pesantemente sul bilancio aziendale<br />

e da non consentire il dovuto<br />

controllo della spesa sanitaria” ha spinto<br />

l’Azienda a non forzare sulla retroattività.<br />

Tuttavia la delibera chiarisce che “per<br />

il resto viene confermata in ogni sua<br />

parte e disposizione la nova quantificazione<br />

<strong>dei</strong> tetti di spesa”.<br />

Da oggi in poi, quindi gli utenti <strong>dei</strong><br />

privati accreditati dovranno fare i conti<br />

con i nuovi budget.


Bilancio dell’attività<br />

SONO CIRCA 250 LE DONNE CHE OGNI ANNO SI RIVOLGONO AL GRUPPO<br />

MULTIDISCIPLINARE DI DIAGNOSI E CURA DELLE NEOPLASIE MAMMARIE DIRETTO<br />

DA GIUSEPPE SERRAVEZZA<br />

di Maria Luisa Mastrogiovanni<br />

Il polo oncologico del sud Salento<br />

presenta i risultati dell’attività della<br />

“Breast unit”, e lo fa in occasione del<br />

lancio di un vasto progetto di respiro<br />

internazionale firmato dalla multinazionale<br />

farmaceutica Roche.<br />

Si tratta dell’iniziativa “I Trust You -<br />

Mi fido di voi”, che attraverso una<br />

massiccia campagna di informazione<br />

e sensibilizzazione, vuole spingere le<br />

donne ad essere strumento attivo nella<br />

prevenzione e diagnosi del tumore al<br />

seno.<br />

Come? Presso l’Ospedale Sacro<br />

Cuore di Gesù di Gallipoli e l’Ospedale<br />

F. Ferrari di Casarano, i due ospedali<br />

su cui è dislocato il “Polo oncologico<br />

Sud Salento”, diretto dall’oncologo<br />

Giuseppe Serravezza, saranno presenti<br />

degli info point per la distribuzione di<br />

brochure e volantini con indicazioni utili<br />

alle donne sulla prevenzione e cura<br />

delle neoplasie alla mammella. Un pratico<br />

“doccino”, poi, cioè un vademecum<br />

da appendere alla doccia,<br />

servirà per ricordare che<br />

l’autopalpazione è semplice, veloce e<br />

soprattutto necessaria.<br />

focus Polo oncologico del sud Salento.<br />

Come la Breast unit dell’ospedale<br />

Vito Fazzi di <strong>Lecce</strong>, diretta da Vito<br />

Lorusso, i cui risultati di un anno di<br />

attività sono stati presentati lo scorso<br />

Il Polo oncologico diretto da Serravezza<br />

propone, tra le altre terapie, la target therapy,<br />

che consente di curare anche forme molto<br />

aggressive, come l’HER2 positiva,<br />

che rappresenta il 20-25% di tutti i carcinomi<br />

della mammella<br />

mese, in occasione di un convegno<br />

internazionale sulle neoplasie, anche<br />

la Breast unit degli ospedali di Casarano<br />

e Gallipoli, diretta da Giuseppe Serravezza<br />

è una struttura di eccellenza per<br />

il trattamento del tumore al seno in<br />

grado di offrire alle pazienti<br />

un’assistenza completa che va dalla<br />

diagnosi alla cura.<br />

In totale nella provincia di <strong>Lecce</strong> si<br />

contano 600 nuove pazienti ogni anno.<br />

Di queste 200-250 si rivolgono ogni<br />

anno al Polo oncologico del Sud Salento<br />

e altrettante a quello del Vito<br />

Fazzi.<br />

Sono oltre 18mila le donne pugliesi<br />

colpite dal tumore alla mammella. La<br />

Regione Puglia, con oltre 1.700 nuovi<br />

casi ogni anno, è al nono posto in Italia<br />

e al terzo posto, fra le regioni del Mezzogiorno,<br />

dopo Campania e Sicilia.<br />

14


Il Polo oncologico diretto da Serravezza<br />

propone, tra le altre terapie, la<br />

target therapy, che consente di curare<br />

anche forme molto aggressive, come<br />

l’HER2 positiva,<br />

che rappresenta il 20-25% di tutti<br />

i carcinomi della mammella e che oggi<br />

può essere trattata efficacemente grazie<br />

all’uso di trastuzumab, terapia mirata<br />

e innovativa,<br />

indicata sia nelle fasi iniziali sia in<br />

quelle avanzate della malattia.<br />

Il trastuzumab infatti è un anticorpo<br />

monoclonale di ultima generazione che<br />

colpisce in modo mirato le cellule tumorali<br />

che iperesprimono sulla loro<br />

superficie il recettore HER2, consentendo<br />

di curare forme gravi di tumore<br />

al seno anche molto piccole.<br />

“Trastuzumab può essere considerato<br />

una pietra miliare nella storia della<br />

ricerca oncologica e per molte donne<br />

ha rappresentato un cambiamento del<br />

destino – afferma Giuseppe Serravezza<br />

- non v’è dubbio che la possibilità di<br />

caratterizzare la malattia dal punto di<br />

vista genetico, biologico, immunologi-<br />

Le donne che si rivolgono alla Breast Unit<br />

di Casarano e Gallipoli possono contare<br />

su un‘organizzazione d’eccellenza in termini<br />

di prestazioni e servizi sanitari e su competenze<br />

plurispecialistiche dedicate<br />

co, permette di personalizzare il trattamento,<br />

un approccio questo che si<br />

traduce per la donna in possibilità significativamente<br />

maggiori di controllo<br />

e guarigione della patologia”.<br />

Le donne che si rivolgono alla Breast<br />

Unit di Casarano e Gallipoli possono<br />

contare su un‘organizzazione adeguata<br />

in termini di prestazioni e servizi sanitari<br />

e su competenze plurispecialistiche<br />

dedicate: oncologia, radiologia diagnostica,<br />

anatomia patologica, chirurgia,<br />

medicina nucleare, radioterapia, psiconcologia.<br />

“È un percorso diagnostico-terapeutico<br />

condiviso – dichiara<br />

Guido Scoditti, direttore generale Asl<br />

15<br />

<strong>Lecce</strong> - reso possibile dal confronto e<br />

dall’interazione tra le diverse<br />

competenze”.<br />

Fondamentale poi è l’attenzione<br />

agli aspetti psicologici della malattia,<br />

per i quali la paziente può contare sulla<br />

competenza di esperti psicologi di<br />

sesso femminile: “Nella Breast Unit la<br />

paziente è posta al centro dell’agire<br />

dell’intera équipe. Una modalità di intervento<br />

– aggiunge Franco Sanapo,<br />

direttore sanitario della Asl <strong>Lecce</strong> – che<br />

coglie un duplice obiettivo: migliorare<br />

l’efficacia delle cure ma anche la qualità<br />

della vita delle donne che si rivolgono<br />

alle nostre strutture”.<br />

Tumore al seno. Lo scenario in Italia<br />

di Maria Luisa Mastrogiovanni<br />

Ogni anno in tutto il mondo vengono<br />

diagnosticati più di un milione di<br />

nuovi casi di tu- more al seno e<br />

400.000 donne muoiono per questa<br />

malattia.<br />

Nei Paesi ad economia avanzata,<br />

1 donna su 100 si ammala entro i 45<br />

anni, 2 su 100 entro i 50 anni e altre<br />

7-8 su 100 fra i 50 e gli 80 anni, cioè<br />

entro la speranza di vita attuale di questi<br />

Paesi.<br />

In Italia ogni anno si ammalano di<br />

tumore al seno circa 40.000 donne,<br />

corrispondenti al 20- 25% di tutti i<br />

tumori maligni femminili, e ne muoiono<br />

8.000, mentre sono circa 450.000 le<br />

donne che hanno avuto in passato una<br />

diagnosi di cancro mammario, di cui<br />

quasi la metà negli ultimi 5 anni.<br />

Complessivamente in Italia si stimano<br />

ogni anno circa 250.000 nuove<br />

diagnosi per tutti i tipi di tumore (dieci<br />

anni fa erano 225.000) con oltre<br />

122.000 decessi dovuti a malattie oncologiche,<br />

in calo rispetto ai valori di<br />

10 anni fa (130.000).<br />

Ogni anno in Italia si registrano<br />

40mila nuovi casi l’anno di tumore al<br />

seno mentre circa ottomila sono i<br />

decessi. Le neoplasie al seno sono<br />

quelle più diffuse tra la Copolazione<br />

femminile.<br />

I tumori femminili più diffusi<br />

in Italia<br />

(percentuali rispetto al totale)<br />

Numero complessivo 122.200<br />

di casi<br />

Mammella 24,9%<br />

Cute 15,1%<br />

Colon retto 11,9%<br />

Polmone 5%<br />

Stomaco 4,1%


focus<br />

In Puglia<br />

Con oltre 4 milioni di abitanti, di cui<br />

più della metà donne, la Puglia è<br />

l’ottava regione ita- liana per popolazione,<br />

dopo l’Emilia Romagna e prima<br />

della Toscana, e si colloca al nono<br />

posto nella graduatoria regionale italiana<br />

per l’incidenza di diagnosi del tumore<br />

al seno, con oltre 1.700 nuovi<br />

casi registrati nel 2008.<br />

Nel 2008 il tasso d’incidenza standardizzato<br />

è stato il più basso in Italia,<br />

con 65 casi su 100.000 abitanti, anche<br />

se la patologia presenta una diffusione<br />

irregolare, a macchia di leopardo.<br />

Anche dal punto di vista della prevalenza<br />

di casi la Puglia è al nono posto<br />

in Italia, con 18.651 donne residenti<br />

che hanno ricevuto, nel corso della<br />

vita, una diagnosi di cancro della mammella.<br />

Il numero è destinato a crescere<br />

e si stima che arriveranno a oltre 19.600<br />

nel corso del 2010. Le stime di mortalità,<br />

secondo la Banca Dati “I Tumori<br />

in Italia”, hanno registrato, nel 2008,<br />

486 decessi per carcinoma mammario.<br />

Il numero di esiti infausti del tu-more<br />

alla mammella in Puglia è salito dal<br />

minimo di 417 rilevato nel 1981 al<br />

massimo di 681 nel 2005, quando il<br />

programma di screening mammografico<br />

a livel-lo regionale non era stato<br />

ancora attivato.<br />

Con 486 decessi nel 2008, la mortalità<br />

per tumori alla mam-mella nelle<br />

donne di età compre- sa tra i 35 e i 64<br />

anni ha raggiun-to un livello di poco<br />

superiore a quello che aveva all’inizio<br />

degli anni ‘80.<br />

Nelle donne pugliesi di quella fascia<br />

d’età la mortalità per tumori maligni<br />

della mammella è stata dunque in crescita<br />

fino alla seconda metà degli anni<br />

’80 e in diminuizione negli anni successi-vi<br />

fino al 2005.<br />

Tale declino è in gran parte attribuibile<br />

al miglioramento <strong>dei</strong> trattamenti e<br />

solo in seconda battuta alla diffusione<br />

della dia-gnosi precoce, dal momento<br />

che in Puglia il programma di screening<br />

mammografico è stato attivato solo<br />

nel 2007.<br />

Il tumore al seno in Puglia<br />

• oltre 1.700 nuovi casi l’anno<br />

• oltre 18.600 donne attualmente<br />

diagnosticate<br />

• 486 decessi ogni anno<br />

Lo screening in Puglia<br />

I programmi di screening mammografico<br />

sul territorio nazionale sono<br />

presenti sin dagli inizi degli anni ’90;<br />

ciononostante, nella Regione Puglia<br />

l’attività è iniziata solo nel 2007.<br />

Nel primo anno di attivazione sono<br />

state circa 28.000 le donne pugliesi<br />

invitate, che corrisponde solo al 12%<br />

delle aventi diritto. Nel 2008 il numero<br />

delle donne invitate è sensibilmente<br />

aumen-tato, arrivando a 92.300, con<br />

un estensione corretta dell’invito del<br />

37,1%, una percentuale che comunque<br />

colloca la Puglia, insieme a Campania<br />

e Calabria, agli ultimi posti nella<br />

graduatoria nazionale.<br />

• Donne invitate nel 2008: 92.300<br />

• Estensione corretta: 37,1%<br />

• Tasso di adesione 33,4%<br />

agli inviti<br />

Il bilancio delle campagne<br />

di screening regionale<br />

Nella Provincia di <strong>Lecce</strong> l’attività di<br />

screening mammografico ha preso<br />

avvio nel novembre 2007 presso il<br />

Distretto provinciale; la maggior parte<br />

degli altri Distretti si sono attivati nel<br />

2008, mentre Gallipoli, Nardò e Galatina<br />

sono partiti nel 2009. Attualmente,<br />

quindi, in tutto il territorio della ASL di<br />

<strong>Lecce</strong> è stato garantito il servizio di<br />

screening.<br />

La procedura di attivazione ha previsto<br />

l’invio delle lettere d’invito innanzitutto<br />

alle donne<br />

comprese nella fascia d’età 50- 69,<br />

per poi passare a quelle di maggiore<br />

età e proseguire con le donne dai 40<br />

ai 49 anni.<br />

16<br />

Il risultato medio delle adesioni è<br />

stato incoraggiante: il 48,30%, con<br />

punte addirittura di quasi il 77% a<br />

Maglie-Martano, del 66,1% a Poggiardo<br />

e del 58,6% a Casarano.<br />

Per l’esecuzione dello screening<br />

sono stati stabilizzati sette tecnici e si<br />

prevede un miglioramento delle prestazioni<br />

con l’attribuzione di altri due medici<br />

lettori all’Unità Operativa Complessa<br />

di Radiologia del “F. Ferrari” nel<br />

Distretto socio-sanitario di Casarano,<br />

al momento l’unica disponibile, e con<br />

l’acquisto già programmato di una<br />

risonanza magnetica dedicata.<br />

Circa 25.000 le mammografie eseguite<br />

e 228 i casi di carcinoma mammario<br />

riscontrati, con una percentuale<br />

dello 0,91%.


la parola ai colleghi<br />

Italiani, popolo di dottori<br />

a quando siamo stati definiti un popolo di santi,<br />

di eroi e di navigatori ne è passata di acqua<br />

sotto i ponti e il nostro profilo è decisamente cambiato.<br />

Ci siamo trasformati in un popolo di aspiranti dottori.<br />

E’ sicuramente un fenomeno che bisogna studiare<br />

per capire come sia possibile una crescita esponenziale<br />

nel numero <strong>dei</strong> partecipanti ai test all’accesso<br />

programmato per <strong>Medici</strong>na. Il considerevole aumento<br />

rispetto all’anno precedente, che già aveva fatto<br />

registrare un record rispetto al passato, ha richiamato<br />

l’attenzione degli esperti. Fra gli aspiranti 80mila si<br />

sono prenotati anche ultra quarantenni che fanno già<br />

adombrare il sospetto che non mancheranno sotterfugi,<br />

brogli, ricorsi e scandali come accade di consueto.<br />

I controlli durante le prove non sono, infatti,<br />

così rigorosi e i candidati sono a stretto contatto fra<br />

loro.<br />

Conseguita la laurea, le scelte sono rappresentate<br />

dalla specializzazione, sempre più appannaggio di<br />

pochi, e dalla possibilità di accedere alla medicina<br />

territoriale dopo la conclusione del triennio di formazione<br />

professionale. I più, che non rientreranno nel<br />

novero <strong>dei</strong> fortunati, cercheranno in tutti i rivoli della<br />

pratica sanitaria, la scelta per un decoroso inserimento<br />

nel mondo del lavoro. Come potrebbe un ultra quarantenne<br />

superare indenne il lungo percorso che<br />

porta alla laurea e la necessaria gavetta prima<br />

dell’inserimento nel mondo produttivo?<br />

di Gino Peccarisi<br />

SONO 80MILA GLI ASPIRANTI DOTTORI CHE QUEST’ANNO HANNO PARTECIPATO AI<br />

TEST. SOLO IL 10 PER CENTO RIUSCIRÀ AD ACCEDERE ALLA FACOLTÀ DI MEDICINA<br />

D<br />

18<br />

Il grande business <strong>dei</strong> test<br />

d’ingresso frutta introiti<br />

alle università private e genera<br />

un sottobosco di società<br />

specializzate nella preparazione<br />

ai test, con tanto di manuali<br />

su cui “studiare”. Anche prima<br />

di superare l’esame di maturità<br />

Da ogni parte si chiede la possibilità che sia cambiato<br />

il metodo di selezione perché ritenuto non<br />

idoneo a scegliere chi sarà destinato in futuro a<br />

prendersi cura <strong>dei</strong> pazienti. “I test sono troppo nozionistici.<br />

La predisposizione a indossare il camice bianco<br />

non è presa in considerazione: così com’è, il test è<br />

un ostacolo che non seleziona i futuri bravi medici.<br />

Un buon modello potrebbe essere quello francese<br />

che non prevede selezione all’ingresso ma una scrematura<br />

dopo il primo anno, in base ai risultati<br />

raggiunti”. Chi parla è un chirurgo intervistato sulle<br />

pagine del “Corriere della sera” che dichiara di avere<br />

dato qualche consiglio al ministro, in una cena a casa<br />

di amici, prospettando, fra le altre possibilità, quella<br />

di un test attitudinale che verifichi la reazione <strong>dei</strong><br />

candidati dinanzi alla sofferenza. Lo stesso chirurgo


confessa, essendosi cimentato nelle domande <strong>dei</strong><br />

test degli anni precedenti, che non sarebbe stato in<br />

grado di superare la prova.<br />

Eugenio Gaudio, alla guida della conferenza <strong>dei</strong><br />

Presidi che riunisce le facoltà di medicina a livello<br />

italiano, evidenzia il limite, secondo il suo parere più<br />

importante, rappresentato dall’esclusione del voto<br />

del diploma di scuola media superiore e del curriculum<br />

degli ultimi due/tre anni di liceo. E quando anche<br />

dovesse essere considerato questo come variante,<br />

il voto di maturità in un istituto privato può essere<br />

sempre equiparato a quello ottenuto in un liceo<br />

statale? Oggi conta di più allenarsi per superare le<br />

domande che essere stato un alunno modello. Ivano<br />

Dionigi, rettore dell’Università di Bologna, paventa la<br />

possibilità che molti giovani rischiano di vanificare di<br />

colpo un percorso scolastico eccezionale, demandato<br />

a due ore di test, dove innumerevoli variabili condizionano<br />

la riuscita. E che dire <strong>dei</strong> punteggi minimi di<br />

accesso alla facoltà di <strong>Medici</strong>na? A Campobasso è<br />

stato sufficiente raggiungere 38 mentre a Milano 48.<br />

19<br />

I meno fortunati ma più ricchi,<br />

andranno all’estero: le facoltà<br />

di mecidina di Spagna, albania,<br />

Paese dell’Est pullulano di studenti<br />

italiani<br />

Il destino <strong>dei</strong> ragazzi sembra affidato più ad una<br />

lotteria condizionata dalla scelta della sede dove<br />

affrontare i test che alla reale bravura.<br />

L’enorme boom d’iscrizioni testimonia come sia,<br />

comunque, necessario limitare il numero degli accessi.<br />

Capire il fenomeno è altresì imperativo. In un periodo<br />

d’incertezze essere medico sembra garantire una<br />

tranquillità maggiore. Così molte altre professioni non<br />

sono prese nella giusta considerazione. A pilotare le<br />

scelte contribuiscono sicuramente i mass media;<br />

sempre più precari nella scuola soffrono situazioni di<br />

disagio e le prospettive per laureati in altri settori non<br />

giustificano l’impegno intellettuale ed economico da<br />

affrontare per giungere alla meta. Così alla fine, come<br />

nella “corsa all’oro” e nell’improbabile vincita milionaria<br />

a un Superenalotto, che aumenta settimanalmente il<br />

montepremi, sono sempre di più i concorrenti destinati<br />

nella maggior percentuale <strong>dei</strong> casi a rimanere delusi.<br />

E, tuttavia, si segue la regola che l’importante è,<br />

comunque, partecipare. Padre Agostino Gemelli<br />

continua a rivoltarsi nella tomba; lui che ha contribuito<br />

a creare un’importante struttura ospedaliera, centro<br />

di accoglienza umana prima che sanitaria, nella quale<br />

pensiero cristiano e pratica dovevano cancellare il<br />

denominatore comune rappresentato esclusivamente<br />

dal profitto.<br />

Le frustrazioni della miriade di giovani, in migliaia<br />

in fila all’ingresso della speranza, devono fare riflettere.<br />

Il non riuscire a garantire una visione globale del<br />

mondo del lavoro, il non riuscire a individuare le loro<br />

attitudini, il non riuscire ad aiutarli a cercare la giusta<br />

posizione nella società, alla quale dovranno garantire


la parola ai colleghi<br />

il futuro, deve fare riflettere i responsabili di questo<br />

disagio sociale.<br />

E c’è da chiedersi a che servono i licei se già ad<br />

aprile si fanno i concorsi per l’accesso alle università<br />

private, prima ancora degli esami di maturità che,<br />

inevitabilmente perdono di significato. Rivestono un<br />

ruolo più importante dell’insegnamento tradizionale<br />

quello garantito da organizzazioni nate allo scopo di<br />

superare i test, organizzati da Alpha test, Cepu e<br />

affini i cui libri sono l’unico riferimento per i concorsi<br />

in oggetto. Per chi ha vissuto l’iter per l’accesso alle<br />

Università a numero chiuso, con amarezza, pensa<br />

che mai nulla cambierà. E’ troppo grande l’indotto<br />

creato. L’acquisto <strong>dei</strong> libri per superare i test, la<br />

partecipazione ai corsi di preparazione nati come<br />

funghi in ogni dove, alberghi che nei giorni delle prove<br />

raddoppiano i prezzi del soggiorno, corse in auto per<br />

le autostrade per raggiungere la sede dove la probabilità<br />

di superare la prova è maggiore, pasti consumati<br />

in fretta. Un vero salasso per le famiglie. Non tutti<br />

d’altra parte possono sopportare tante spese che,<br />

aggiunte a quelle che si sommeranno per mantenere<br />

i figli nelle università e l’impossibilità di garantirsi<br />

agevolmente il futuro sperato, mettono una seria<br />

20<br />

ipoteca al sacrosanto diritto allo studio che pure la<br />

Costituzione garantisce.<br />

Per il test di ammissione si sono presentati in 80<br />

mila e solo 8.750 ce la faranno. I test, da tutti definiti<br />

inadeguati, saranno solo una pratica evasa con qualche<br />

rimpianto per un potenziale bravo medico che<br />

potrebbe essere rimasto fuori per non conoscere<br />

bene la musica dodecafonica o il significato del<br />

termine mallevadore. Il ministro Gelmini ha annunciato<br />

modifiche che non cancelleranno il supplizio di tante<br />

famiglie in giro per l’Italia fra innumerevoli disagi.<br />

Dovrebbe essere possibile fare domanda in più di<br />

una università per lo stesso corso e la possibilità di<br />

un solo concorsone nazionale, da dividere in macroaree<br />

regionali. Se si potrà pensare anche ad una<br />

graduatoria unica nazionale, un piccolo passo verso<br />

l’argine di tante speculazioni e ingiustizie sarà compiuto.<br />

Per ora alla fine della prova a tutti gli studenti sono<br />

stati offerti volantini. Alcuni proponevano scelte rappresentate<br />

dalla possibilità di intraprendere professioni<br />

sanitarie quali ostetricia o fisioterapia a Lugano, altri<br />

un ricorso al negato diritto allo studio, organizzato<br />

da avvocati consorziati.<br />

E se si è ostinati a perseguire gli obiettivi che in<br />

patria sono negati? Negli ultimi anni il ricorso alle<br />

università all’estero è oramai consuetudine. Spagna,<br />

Paesi dell’Est, Albania e, chi può permetterselo aggira<br />

l’ostacolo. Bisogna proprio arricchire le Università<br />

straniere? Certo è che quelle nostrane, hanno aumentato<br />

la tassa d’iscrizione per l’accesso ai test. 150<br />

euro erano richiesti ai quasi 4.000 del San Raffaele<br />

di Milano e 120 agli oltre 5.000 della Cattolica di<br />

Roma.<br />

Da qualunque punto di vista si affronti il problema<br />

siamo oramai fuori tempo massimo per la sua risoluzione<br />

ed è imperativo porre rimedi. Non possiamo<br />

generare giovani depressi e sfiduciati, senza la percezione<br />

di un futuro in cui riconoscersi. Sono loro<br />

che garantiranno il progresso della nostra Nazione<br />

ed è a loro che dobbiamo le nostre attenzioni.


la parola ai colleghi<br />

Il perno della sanità italiana?<br />

La medicina di famiglia<br />

UN EXCURSUS STORICO-SOCIOLOGICO SULLA FIGURA DEL MEDICO DI FAMIGLIA<br />

E DEL SUO GRADIMENTO TRA I CITTADINI ITALIANI<br />

di Tommaso Borgia*<br />

C<br />

he il medico di <strong>Medici</strong>na Generale abbia sempre<br />

avuto un certo carisma, autorevolezza e fascino,<br />

credo sia un fatto scontato, nonostante che cause<br />

politiche, sociali, culturali e sindacali, hanno determinato<br />

la decadenza sociale, culturale, professionale ed<br />

economica di tutta la classe medica, come si evince<br />

analizzando, sia pur brevemente, la storia dal 1968<br />

ad oggi.<br />

In particolare sono tre gli elementi che hanno<br />

determinato tutto ciò: il primo <strong>dei</strong> quali è stata la diretta<br />

conseguenza del 68 che si manifestò con il varo, nel<br />

1969, della Legge Codignola, per mezzo della quale<br />

fu possibile che geometri,periti commerciali, industriali,<br />

agrari e titolari di diplomi tecnici si potessero scrivere<br />

in massa alla facoltà di medicina. Mentre prima si<br />

poteva accedere solo con la maturità classica o<br />

scientifica.<br />

Per cui in pochi anni il numero <strong>dei</strong> medici salì in<br />

modo vertiginoso ed in breve tempo si assistette alla<br />

degradante situazione della pletora medica, con conseguente<br />

disoccupazione o sottoccupazione per via<br />

di un rapporto di 1 medico ogni 110-120 abitanti. Il<br />

secondo avvenimento fu l’approvazione nel 1978 della<br />

convezione unica che determinò, attraverso la quota<br />

capitaria, il compenso <strong>dei</strong> medici di famiglia. Senza<br />

contare che la categoria ha perso, nel corso degli<br />

anni, alcuni decenni di contrattazione, in quanto circa<br />

22<br />

In pochi anni il numero <strong>dei</strong> medici<br />

è salito in modo vertiginoso<br />

ed in breve tempo si è assistito<br />

alla degradante situazione<br />

della conseguente disoccupazione<br />

o sottoccupazione per via<br />

di un rapporto di 1 medico<br />

ogni 110-120 abitanti<br />

3-4 convenzioni sono state rinnovate nel periodo<br />

stesso della loro decadenza.<br />

Terzo ed ultimo avvenimento,fallimentare per la<br />

sanità tutta, fu l’entrata delle forze politiche nella<br />

sistema sanitario nazionale.<br />

In effetti fino al 1978 l’assistenza sanitaria in Italia<br />

era basata su una varietà di Enti mutualistici, che<br />

procuravano una serie di disequilibri, riconducibili in<br />

una sorta di disparità nel tipo di assistenza e di sperequazione<br />

tra diverse realtà socio economiche ( ad<br />

esempio chi era impiegato non usufruiva dell’assistenza<br />

mutualistica).<br />

Fatta questa sintetica premessa, ora vediamo quale<br />

sia,dopo oltre tre decenni di sanità pubblica, la valutazione<br />

ed il giudizio degli italiani sul “ medico di base”,


e segnatamente la qualità dell’assistenza garantita dal<br />

proprio Mmg. Secondo le varie indagini condotte da<br />

Istat,Doxa e dalla Società SWG gli italiani si dichiarano<br />

per l’11% “molto soddisfatti”,per il 56% “soddisfatti”,<br />

con un risultato, quindi, di piena positività, che raggiunge,<br />

nella media nazionale, il 67%.<br />

L’assistenza medica di base, infatti,mette praticamente<br />

d’accordo sia il Nord sia il Sud del paese.<br />

Chi garantisce una maggiore vicinanza, una prossimità<br />

a bisogni quotidiani <strong>dei</strong> propri assistiti è soprattutto<br />

il Mmg. E’ in gran parte per questo che il medico<br />

di famiglia ottiene alte percentuali di gradimento per<br />

l’assistenza medica di base su tutto il territorio nazionale.<br />

In ogni caso, vi sono ancora passi avanti da compiere<br />

per migliorare la capacità <strong>dei</strong> medici di comunicare<br />

con i pazienti ed, in generale, per “umanizzare” maggiormente<br />

l’assistenza offerta dal Servizio sanitario<br />

nazionale.<br />

L’umanizzazione è la possibilità di occuparsi degli<br />

ammalati, dedicando loro del tempo.<br />

Nei piani di studio universitari, oggi come oggi, non<br />

c’è attenzione a questo argomento.<br />

Bisogna essere formati alla comunicazione con i<br />

pazienti,mentre gli atenei tendono a formare soltanto<br />

super tecnici.<br />

23<br />

Gli italiani si dichiarano per l’11%<br />

“molto soddisfatti”, per il 56%<br />

“soddisfatti”, con un risultato,<br />

quindi, di piena positività,<br />

che raggiunge, nella media<br />

nazionale, il 67%<br />

Meno male che adesso nei corsi triennali regionali<br />

di formazione alla medicina generale, sono previste<br />

delle lezioni in tal senso.<br />

In generale, quindi, i medici italiani sono bravi e<br />

competenti, stando a come li vedono i loro pazienti.<br />

Gli episodi di malasanità, per ciò che viene ascoltato<br />

in TV o letto sui giornali, non dipendono generalmente<br />

dai comportamenti del Mmg, ma dal servizio ospedaliero,<br />

dai servizi territoriali carenti e soprattutto dalle<br />

lunghe liste di attesa, a causa di errate decisioni<br />

politico-amministrative.<br />

Concludendo, possiamo con una semplice frase,<br />

fotografare,allo stato attuale, lo stato di soddisfazione<br />

<strong>dei</strong> cittadini utenti del servizio sanitario in italia: “medici<br />

OK,servizi KO”.<br />

* Specialista in <strong>Medici</strong>na Generale


Il Suicidio Medicalmente Assistito:<br />

il caso della Svizzera<br />

LA COMPLESSITÀ DI UN ARGOMENTO MOLTO DIBATTUTO CHE CHIAMA IN CAUSA<br />

DIRETTAMENTE IL RUOLO E LA DEONTOLOGIA DEL MEDICO<br />

di Francesco Marzo<br />

L’<br />

analisi bio-giuridica sul suicidio medicalmente<br />

assistito risulta essere assai complessa; anzitutto<br />

sarebbe opportuno che la classe medica avesse una<br />

chiara idea <strong>dei</strong> diritti di cui godono i malati, ossia il<br />

potere, garantito dalla Costituzione agli art. 2, 12, 32<br />

di autodeterminarsi nelle scelte di fine vita. In questo<br />

studio, un grande rilievo lo assume il concetto di<br />

“proporzionalità <strong>dei</strong> mezzi” che fa chiarezza sul come<br />

intendere determinate azioni, rispettivamente attive/passive,<br />

volontarie/involontarie, dirette/indirette. Il<br />

problema di quest’ultima coppia è, per esempio, legata<br />

alla difficoltà di stabilire in base a quale criterio valutare<br />

la diretta dipendenza di un effetto dall’atto considerato;<br />

cioè bisogna capire se “l’atto considerato è rispetto<br />

all’azione una causa materiale oppure lo è rispetto<br />

all’intenzione o ancora rispetto principio dell’ultimo ad<br />

agire”. Da un punto di vista giuridico, la distinzione<br />

diretto/indiretto cambia significato in ciascuna delle<br />

tre ipotesi. Questo giudizio, ad esempio, sulle cure<br />

palliative cambia notevolmente a seconda che consideriamo<br />

la morte del paziente come un effetto diretto<br />

della somministrazione <strong>dei</strong> medicinali analgesici, oppure<br />

come effetto indiretto dell’atto che ha solo l’intenzione<br />

di alleviare il dolore del paziente. Le linee guida di<br />

bioetica, sul suicidio medicalmente assistito, fanno<br />

leva sul criterio dell’ultimo ad agire. Consideriamo due<br />

ipotesi: quella di un medico che somministra delle<br />

25<br />

I malati godono del diritto,<br />

ossia del potere, garantito<br />

dalla Costituzione agli articoli 2, 12,<br />

32 di autodeterminarsi nelle scelte<br />

di fine vita<br />

cure palliative con degli oppiacei ad un malato terminale<br />

- nonostante la prevedibile conseguenza della riduzione<br />

della vita - oppure la prescrizione di barbiturici, da<br />

parte dello stesso medico, ad un paziente che abbia<br />

chiesto assistenza al suicidio; secondo il giudizio<br />

maggioritario della dottrina giuridica e medica, la prima<br />

di queste pratiche sarebbe ammessa, l’altra no.<br />

Invece, prendendo in considerazione il criterio c.d.<br />

dell’ultimo ad agire, risulterebbe più facile accettare<br />

questo tipo di trattamento di fine vita rispetto ad altre<br />

forme di eutanasia; molti giuristi, infatti, considerano<br />

determinante il fatto che l’azione di fornire materialmente<br />

il medicinale letale, non avrebbe alcun effetto<br />

senza un’ultima azione compiuta dal paziente stesso.<br />

La responsabilità del medico, dunque, sarebbe certamente<br />

meno “diretta” ed “invasiva” rispetto alle conseguenze<br />

mortali dovute alla somministrazione diretta<br />

di farmaci, ad esempio per endovena. Risulta anche<br />

difficile, a mio avviso, capire “perché al medico do-


la parola ai colleghi<br />

vrebbe essere permesso di ignorare la scelta di suicidio<br />

da parte di un paziente” considerando il caso in cui<br />

il consenso informato è stato validamente espresso.<br />

Se, da un lato, ciò permetterebbe di tenere legate nel<br />

giudizio etico differenti ipotesi di intervento medico sul<br />

corpo del malato terminale, non sarebbe assolutamente<br />

difficile “distinguere la condizione di chi richiede l’ausilio<br />

da parte del medico per potersi suicidare, da quella<br />

richiesta, paradossale ma non certamente autocontraddittoria,<br />

di un malato terminale che cercasse<br />

di ottenere dal medico un abbandono terapeutico”.<br />

Una situazione particolare è quella della Svizzera. Qui<br />

vi è “Dignitas”, un’associazione per il Suicidio Medicalmente<br />

Assistito, fondata il 17 maggio 1998 dall’avvocato<br />

Ludwig Minelli, per otto anni con sede legale a Forch,<br />

nel Canton Zurigo. L’associazione, di circa cinquemila<br />

iscritti, accetta richieste di pazienti di ogni nazionalità e<br />

aiuta al suicidio le persone con gravi malattie fisiche e<br />

mentali non curabili. Dal ‘98, sono state aiutate a morire<br />

quasi 1000 persone: tedeschi (57,43%), inglesi (10,40%),<br />

francesi (8,17%) italiani (1,24%).<br />

Da principio, i pazienti che chiedevano aiuto al<br />

suicidio, parcheggiavano in un bosco del comune di<br />

Maur (Svizzera), di fronte ad un ristorante chiuso da<br />

anni, l’infermiera posava il medicinale letale sul cruscotto<br />

della vettura ed il paziente lo prendeva e lo ingoiava;<br />

da due a cinque minuti per perdere la conoscenza e<br />

da venti minuti a un’ora per far cessare il battito<br />

cardiaco. Questa “dolce morte”, così come viene<br />

chiamata alla Dignitas, piuttosto che gestire il suicidio,<br />

lo prepara: l’infermiera, la più fidata di Minelli, Erika<br />

Luley, lo aiuta a fare tutto. Il suicidio assistito è consentito<br />

solo se il paziente compie l’atto finale autonomamente.<br />

Nessuno può aiutarlo a bere la dose di<br />

sodio pentobarbital diluito con acqua. E fino all’ultimo<br />

momento, il paziente può ripensarci. Quando tutto è<br />

finito, l’infermiera controlla il polso ed il battito cardiaco,<br />

chiama Minelli per dirgli l’ora della morte. Dignitas oggi<br />

si trova in un loft. Non vi è nessuna scritta al secondo<br />

piano di Ifanstrasse n.12A, un enorme magazzino di<br />

26<br />

Risulta difficile capire “perché<br />

al medico dovrebbe essere permesso<br />

di ignorare la scelta di suicidio<br />

da parte di un paziente”<br />

considerando il caso in cui<br />

il consenso informato è stato<br />

validamente espresso<br />

negozi di fronte alla ferrovia nella periferia industriale<br />

di Schwerzenbach, un villaggio a 20km da Zurigo.<br />

Dignitas si prende cura dell’assistenza legale, <strong>dei</strong><br />

documenti, del cocktail di barbital, cremazione del<br />

cadavere, spedizione dell’urna in casa o, se lo si<br />

desidera, le ceneri vengono gettate nel lago.<br />

A mio avviso, per il paziente che chiede il consenso<br />

del medico al suicidio, tramite la somministrazione di<br />

farmaci letali, l’atto si potrebbe perfezionare anche<br />

sotto il profilo etico-morale, oltre che giuridico, con il<br />

consenso del medico stesso in una forma di cooperazione,<br />

che potrebbe essere intesa come il completamento<br />

della precedente alleanza terapeutica.


la parola ai colleghi<br />

Il problema radon nella provincia di <strong>Lecce</strong>:<br />

l’esperienza del Servizio Prevenzione<br />

e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro della ASL<br />

PUBBLICHIAMO IN ANTEPRIMA L’ABSTRACT DI UNO STUDIO SUL GAS RADON<br />

NEL SALENTO<br />

di A.De Giorgi*; G. De Filippis**<br />

L<br />

a radioattività è una componente fondamentale<br />

dell’ambiente in cui viviamo provenendo da diverse<br />

sorgenti (1):<br />

1. raggi cosmici costituiti da radiazioni emesse dal<br />

sole e dai corpi stellari che raggiungono la Terra;<br />

2. radioisotopi originati dall’interazione <strong>dei</strong> raggi<br />

cosmici con l’atmosfera e la superficie terrestre;<br />

3. i radionuclidi presenti nelle rocce della crosta<br />

terrestre fin dalla formazione del nostro pianeta (radionuclidi<br />

primordiali);<br />

4. il radon;<br />

5. i radionuclidi che vengono assunti con<br />

l’alimentazione.<br />

Il radon è un elemento chimicamente inerte (in<br />

quanto gas nobile), naturalmente radioattivo, a temperatura<br />

e pressione standard il radon è inodore e<br />

incolore (2) ed è prodotto dal decadimento radioattivo<br />

del radio, che a sua volta è generato dal decadimento<br />

dell’uranio, elementi che sono presenti, in quantità<br />

variabile, nella crosta terrestre.(3) Diversamente dai<br />

suoi precursori – tutti elementi solidi – il radon è un<br />

gas, pertanto una volta formatosi, tende a salire in<br />

superficie trasportato dai fluidi del sottosuolo.<br />

Nell’atmosfera il radon si diluisce rapidamente per cui<br />

28<br />

Il radon è un gas naturalmente<br />

radioattivo presente nella crosta<br />

terrestre e in alcuni materiali<br />

da costruzione<br />

la sua concentrazione nell’aria esterna è generalmente<br />

irrilevante.<br />

Quando si sviluppa radon nel sottosuolo di un<br />

edificio, in presenza di crepe, fessure o aperture in<br />

genere, il gas penetra all’interno degli ambienti (radon<br />

indoor) ove tende ad accumularsi, raggiungendo<br />

talvolta concentrazioni dannose per la salute.<br />

Infatti il radon, una volta inalato, raggiunge i polmoni<br />

ed attraverso l’emissione di particelle radioattive a da<br />

origine ad una serie di processi responsabili del danneggiamento<br />

fisico-chimico delle cellule.<br />

Nel 1988 l’Agenzia Internazionale di Ricerca sul<br />

Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della<br />

Sanità ha classificato il radon come cancerogeno<br />

del gruppo 1, ossia come sostanza per la quale è<br />

accertata la cancerogenità non solo sperimentale sugli<br />

animali ma anche negli esseri umani, collocandolo al<br />

secondo posto come causa di tumori polmonari,<br />

dopo il fumo di tabacco, è evidente che la sua perico-


losità aumenta notevolmente per i fumatori a causa<br />

degli effetti combinati radon-tabacco.<br />

Il radon penetra all’interno degli edifici risalendo<br />

dal suolo, secondo un meccanismo determinato dalla<br />

differenza di pressione tra l’edificio e l’ambiente circostante<br />

(il cosiddetto”effetto camino“).<br />

La pressione all’interno dell’edificio, infatti, a causa<br />

della temperatura interna più elevata, è spesso inferiore<br />

a quella esterna.<br />

La presenza di impianti di riscaldamento nel periodo<br />

invernale aumenta la differenza di temperatura lo,<br />

accrescendo l’effetto camino<br />

Da: Una scuola senza radon (3)<br />

Anche i materiali da costruzione possono rappresentare<br />

una fonte di radon che è però di secondaria<br />

importanza rispetto al suolo, a rischio sono i materiali<br />

da costruzione ricchi di uranio-238, ovvero quelli di<br />

origine vulcanica quali ad esempio le pozzolane, i<br />

peperini, i basalti, alcuni graniti, gneiss ed i tufi .<br />

Il rischio per la salute aumenta al crescere della<br />

concentrazione del gas radioattivo nell’aria degli<br />

ambienti interni e del tempo di permanenza.<br />

La conoscenza della quantità di radon presente<br />

nell’aria di un ambiente consente di stabilire la necessità<br />

o meno di azioni di rimedio, per valutare tale rischio<br />

è necessario eseguire misure della concentrazione di<br />

29<br />

Il territorio della provincia di <strong>Lecce</strong><br />

presenta zone con alte percentuali<br />

di concentrazioni Radon.<br />

Soprattutto a nord di <strong>Lecce</strong><br />

e Casarano<br />

radon in aria (espressa in Bq/m 3 ) mediante opportuna<br />

strumentazione.<br />

Il Bequerel esprime il numero di trasformazioni<br />

(decadimenti) di una sostanza radioattiva in un secondo.<br />

In Bq/m 3 si misura la concentrazione di una sostanza<br />

radioattiva in un volume, nel nostro caso la concentrazione<br />

di radon o <strong>dei</strong> suoi prodotti di decadimento<br />

in aria.<br />

La presenza del radon in un locale varia continuamente<br />

sia nel tempo (tra giorno e notte e stagionalmente)<br />

che nello spazio (tra diversi locali, tra un piano<br />

e l’altro) a causa delle caratteristiche del terreno,<br />

dell’edificio e del clima.<br />

Un’accurata valutazione del rischio, pertanto, richiede<br />

una misura per tempi lunghi (da alcuni mesi<br />

fino in genere un anno solare). In questi casi, la<br />

strumentazione più idonea è rappresentata dai dispositivi<br />

passivi, detti dosimetri, (sono contenitori di<br />

materiale plastico, di piccole dimensioni e di varia<br />

forma, dove trova alloggio un elemento sensibile al<br />

radon (rivelatore). Le particelle ? producono danni<br />

permanenti alla superficie del rivelatore (simili a graffi).<br />

I danni, una volta sviluppato il rivelatore, diventano<br />

delle tracce visibili al microscopio ottico. Il numero di<br />

tracce per superficie è direttamente proporzionale alla<br />

concentrazione media di radon nell’ambiente).<br />

Le azioni per ridurre la presenza del radon in un<br />

edificio sono fondamentalmente orientate a limitare<br />

l’ingresso del gas radioattivo dal suolo o la sua fuoriuscita<br />

dai materiali da costruzione: le soluzioni tecniche


la parola ai colleghi<br />

più praticate si basano sulla deviazione del radon<br />

prima che entri nell’edificio, sull’uso di barriere tra la<br />

sorgente e l’ambiente interno, sulla ventilazione, ecc.<br />

Ovviamente la strategia da adottare va individuata di<br />

volta in volta sulla base della sorgente prevalente,<br />

della tipologia dell’edificio, della gravità del problema.<br />

In Italia il problema del radon è rilevante a causa della<br />

natura geologica del territorio e del tradizionale impiego<br />

di materiali da costruzione di provenienza locale, come<br />

pozzolana e tufo, ma non il tufo leccese che è una<br />

calcarenite.<br />

(La pietra leccese (in dialetto salentino leccisu) è<br />

una roccia calcarea appartenente al gruppo delle calcareniti<br />

marnose e risalente al periodo miocenico) Il tufo<br />

(in latino: tofus o tophus) è una roccia magmatica, in<br />

particolare è la più diffusa delle rocce piroclastiche.)<br />

(11)<br />

Un’indagine nazionale (4) sulla radioattività naturale<br />

nelle abitazioni condotta all’inizio degli anni ‘90 ha<br />

stimato l’esposizione della popolazione italiana al radon<br />

in una media di 70 - 75 Bq/m 3 e quella della popolazione<br />

pugliese in 51 Bq/m 3 con punte notevolmente più alte<br />

nel territorio salentino, intorno ai 400 Bq/m 3 (5).<br />

Quest’ultima è la soglia che la Comunità Europea<br />

consiglia per le costruzioni esistenti e costituisce l’80%<br />

del livello di esposizione <strong>dei</strong> lavoratori, stabilito dal D.<br />

Lgs 241/2000 (7) “Attuazione della direttiva 96/29<br />

Dati di riferimento nazionali<br />

Conc di Rn media nazionale 75<br />

(Bq/m3)<br />

Conc di Rn media regione 40 -60<br />

Puglia (Bq/m3)<br />

Percentuale di edifici con conc. 5<br />

> 200 Bq/m3<br />

Percentuale di edifici con conc. 1<br />

> 400 Bq/m3<br />

30<br />

EURATOM in materia di protezione sanitaria della<br />

popolazione e <strong>dei</strong> lavoratori contro i rischi derivanti<br />

dalle radiazioni ionizzanti”, al di sopra del quale si<br />

impongono misure di controllo ed eventualmente di<br />

contenimento.<br />

Tale Decreto ha infatti fissato un livello di azione<br />

medio annuo di 500 Bq/m 3 di concentrazione di<br />

radon per i luoghi di lavoro sotterranei e per tutti i<br />

luoghi di lavoro situati in zone ad elevata probabilità<br />

di alte concentrazioni, che le regioni e province<br />

autonome devono individuare ai sensi dell’art.10<br />

sexies.<br />

Ciò non è stato realizzato nella Regione Puglia, ma<br />

neppure la sopra citata stima di esposizione della<br />

popolazione pugliese è adeguata per l’estrema<br />

variabilità della presenza di radon tra zone anche<br />

molto vicine, per cui era necessario integrare i dati<br />

disponibili con una più estesa campagna di indagine.<br />

Il Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti<br />

di Lavoro (SPESAL) della AUSL <strong>Lecce</strong>, cui compete<br />

tra l’altro concedere deroghe al divieto di utilizzare<br />

luoghi di lavoro interrati e seminterrati per attività<br />

lavorative (D.Lgs 81/08, Art. 65. locali sotterranei o<br />

semisotterranei) (6), ha ritenuto opportuno intraprendere<br />

alcune iniziative tese ad approfondire la conoscenza<br />

della situazione nel territorio di competenza. (ex ASL<br />

<strong>Lecce</strong> 1 attuale ASL <strong>Lecce</strong> Area Nord) non avendo a<br />

Indagine nazionale<br />

sulla radioattività<br />

naturale nelle abitazioni<br />

(1989 - 1997)<br />

da Bochicchio et al.<br />

1999 (4)


disposizione la mappatura del territorio così come<br />

previsto dal D.Lgs 241/00 (7)<br />

Alla fine del 2002 il Servizio ha collaborato con la<br />

Facoltà di Fisica dell’Università di <strong>Lecce</strong> nel monitoraggio<br />

del radon in 10 siti, rilevando in tutti i casi una<br />

concentrazione media di radon superiore a quella<br />

nazionale ( 70 - 75 Bq/m 3 ); nella seconda metà del<br />

2004 ha inoltre effettuato direttamente controlli della<br />

radioattività naturale da prodotti di decadimento del<br />

radon in 48 ambienti di lavoro e di vita del territorio di<br />

competenza, i risultati sono riassunti nella tabella<br />

sottostante.<br />

Conc di Rn media Bq/m 3 133,6± 13<br />

Range di concentrazioni Bq/m 3 26 - 700<br />

Percentuale di edifici con conc. 15%<br />

> 200 Bq/m 3<br />

Percentuale di edifici con conc. 8,3%<br />

> 400 Bq/m 3<br />

Media conc. invernale attesa 202,4<br />

(Bq/m 3 )<br />

(Fattore stagionale 0,66)<br />

Range di concentrazioni 30 - 1060<br />

Legenda:<br />

• celeste fino a 148 Bq/m3<br />

• giallo fino a 500 Bq/m3<br />

• rosso >500 Bq/m3<br />

31<br />

Il riscontro di valori ambientali che, per quanto non<br />

preoccupanti, si discostano per eccesso ed in misura<br />

rilevante dalla media nazionale, hanno spinto ad<br />

estendere l’indagine all’intero territorio provinciale.<br />

A tal fine nel settembre 2005 si è avviato una<br />

campagna di misure della radioattività da radon nelle<br />

scuole pubbliche, della durata di un anno promossa<br />

dal Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti<br />

di Lavoro (SPESAL) della ex ASL LE/1 in collaborazione<br />

con: Provincia di <strong>Lecce</strong>, Dipartimento di Igiene del<br />

Lavoro ISPESL e la Facoltà di Fisica dell’Università<br />

degli Studi di <strong>Lecce</strong>.<br />

La scelta <strong>dei</strong> siti da controllare è ricaduta sulle<br />

scuole in quanto tali edifici sono distribuiti capillarmente<br />

sul territorio ed hanno caratteristiche edilizie comuni.<br />

I risultati di tale studio, già comunicati ai responsabili<br />

delle scuole, saranno resi pubblici attraverso un convegno<br />

che si pensa di organizzare entro la fine<br />

dell’anno 2010 inizi 2011.<br />

La realizzazione del progetto sopra illustrato, oltre<br />

che costituire una preziosa banca dati, anche per la<br />

Regione, ai fini di assolvere a specifici obblighi di legge<br />

(Art. 10-sexies) (7), è un esempio di prevenzione che<br />

concretizza la collaborazione di più enti territoriali e di<br />

ricerca concretizzando quanto previsto al punto 2.2.1<br />

del “Piano Regionale di Salute 2008-2010” e dallo<br />

stesso Piano Attuativo Locale (PAL) della ASL di <strong>Lecce</strong>.<br />

Il progetto pur avendo avuto costi economici irrisori<br />

rispetto a quelli impegnati quotidianamente dalla<br />

collettività a livello provinciale nella diagnosi e terapia<br />

delle neoplasie, può consentire di raggiungere rilevanti<br />

risultati in materia di prevenzione del tumore polmonare,<br />

peraltro con l’applicazione di misure di contenimento<br />

entro limiti di sicurezza della concentrazione del gas<br />

radon nei luoghi di vita e di lavoro, di facile ed economica<br />

attuazione.<br />

Attualmente il data base relativo alla presenza del<br />

gas radon sul territorio provinciale di competenza,<br />

viene alimentato anche dai valori rilevati all’interno di<br />

ambienti interrati o seminterrati sottoposti a controllo<br />

o autorizzati da parte dello SPESAL.


la parola ai colleghi<br />

Nella cartina sottostante sono indicati i valori massimi<br />

riscontrati sul territorio <strong>dei</strong> 19 comuni in cui insistono<br />

locali interrati o seminterrati (8) destinati ad attività<br />

lavorative per i quali è stata richiesta la deroga allo<br />

SPESAL Area Nord nel periodo febbraio 05 – giugno<br />

2010. Come si può osservare il valore massimo lo si<br />

trova in un’area a nord della città di <strong>Lecce</strong> e ciò<br />

conferma quanto rilevato negli studi precedenti da noi<br />

condotti.<br />

Conc di Rn media ± d.s. (Bq/m 3 ) 103±103<br />

Range di conc. Bq/m 3 2–548<br />

Max 548 Bq/m 3<br />

Il Decreto 241/00 art. 10 bis, prevede inoltre che<br />

il campo di applicazione possa essere esteso a<br />

“…b) attività lavorative durante le quali i lavoratori<br />

e, eventualmente, persone del pubblico sono esposti<br />

a prodotti di decadimento del radon o del toron, o a<br />

32<br />

radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in luoghi<br />

di lavoro diversi da quelli di cui alla lettera a) in zone<br />

ben individuate o con caratteristiche determinate...”<br />

Pertanto lo SPESAL sta provvedendo a disporre<br />

anche quanti intendano avviare un nuovo insediamento<br />

produttivo nei comprensori accreditati per valori superiori<br />

a 500 Bq/mc la valutazione del gas radon a<br />

prescindere che il locale sia interrato o meno.<br />

Per quanto concerne gli ambienti di vita l’Europa<br />

ha emanato la “Raccomandazione 90/143/Euratom<br />

del 21/02/90”,(9) che in Italia non è ancora stata<br />

recepita per cui allo stato attuale non esiste una legge<br />

specifica sulla tutela della popolazione negli edifici<br />

residenziali. La Raccomandazione di cui sopra consiglia<br />

come soglia d’intervento per gli edifici residenziali<br />

esistenti il valore di 400 Bq/mc, mentre per quelli in<br />

progettazione il valore di 200 Bq/mc.<br />

Per quanto riguarda l’acqua potabile la Raccomandazione<br />

2001/928/Euratom (10) consiglia di intraprendere<br />

delle azioni correttive nel caso in cui si superi un<br />

livello limite di 1000 Bq/litro.<br />

Pare opportuno evidenziare che nelle abitazioni la<br />

gente passa la gran parte del tempo per cui il livello<br />

di esposizione a radon, nelle zone dove questo raggiunge<br />

valori significativi, è senz’altro maggiore rispetto<br />

ad un luogo di lavoro, per cui il rischio per la salute<br />

può diventare inaccettabile specialmente se congiunto<br />

a quello del fumo attivo e/o passivo che come è noto<br />

non è vietato in casa.<br />

Pertanto si ritiene che anche i progettisti debbano,<br />

pur in assenza di specifiche disposizioni normative,<br />

adottare misure di prevenzione specialmente in quelle<br />

zone dove i dati disponibili evidenziano valori elevati<br />

di radon.<br />

In chiusura si ritiene opportuno richiamare gli obblighi<br />

previsti dalla normativa sul Radon (1)<br />

“Come già accennato, la normativa di riferimento<br />

è il D. Lgs. 241 del 26 maggio 2000. Tale decreto<br />

affronta l’argomento in esame al Capo III-bis, nel quale<br />

prima di tutto identifica e classifica le situazioni lavorative


nelle quali si può verificare il rischio da radon (art. 10<br />

bis).<br />

In particolare ai fini del rischio da radon si prendono<br />

in considerazione<br />

- tutte le attività lavorative svolte in luoghi di lavoro<br />

in sotterraneo (attività a)<br />

- tutte le attività svolte in luoghi di lavoro in superficie,<br />

collocati in zone ben identificate o con caratteristiche<br />

determinate (identificazione delle aree a rischio radon)<br />

(attività b)).<br />

In entrambi i casi la normativa prevede che<br />

l’esercente – figura nella quale si identifica il datore di<br />

lavoro - effettui la misura della concentrazione di radon<br />

in aria negli ambienti di lavoro, avendo come riferimento<br />

il valore di 500 Bq/m3, detto livello di azione, inteso<br />

come concentrazione media annua di radon in aria.<br />

Questo valore consente di identificare le situazioni (o<br />

i locali) nelle quali è necessario prevedere delle misure<br />

di prevenzione azioni di bonifica degli ambienti) e/o<br />

delle misure di protezione <strong>dei</strong> lavoratori, qualora il<br />

risanamento non sia possibile oppure si sia dimostrato<br />

poco efficace. In particolare, nel caso in cui:<br />

1. il valore di concentrazione di radon nei locali sia<br />

inferiore a 400 Bq/m 3 (80% del livello di azione) il<br />

datore di lavoro non ha nessun obbligo;<br />

2. il valore di concentrazione di radon nei locali sia<br />

risultato tra 400 e 500 Bq/m 3 (superiore all’80% del<br />

livello di azione) il datore di lavoro ha l’obbligo di<br />

ripetere la misura entro un anno;<br />

3. l valore di concentrazione di radon nei locali sia<br />

superiore a 500 Bq/m 3 l’esercente ha una serie di<br />

obblighi di legge, primo fra tutti quello di avvalersi di<br />

un Esperto Qualificato ai fini del risanamento degli<br />

ambienti e della protezione <strong>dei</strong> lavoratori da questo<br />

agente di rischio.”<br />

Bibliografia<br />

1. Una scuola senza radon a cura di: Rosabianca<br />

Trevisi Dipartimento di Igiene Lavoro – ISPESL; Anna<br />

Paola Caricato, Francesco Romano Dipartimento di<br />

33<br />

Fisica – Università di <strong>Lecce</strong>; Giovanni De Filippis e<br />

Antonio De Giorgi ASL/LE1 Servizio di Prevenzione e<br />

Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (S.P.E.S.A.L.).<br />

2. http://it.wikipedia.org/wiki/Radon; accesso del<br />

09/09/10 ore 10.19)<br />

3. (http://www.arpa.veneto.it/agenti_fisici/htm/radon_2.asp<br />

accesso del 09/09/10 ore 10.04)<br />

4. Indagine nazionale sulla radioattività naturale<br />

nelle abitazioni (1989 - 1997) Bochicchio et al. 1999.<br />

5. Indagine Radon nelle abitazioni della Regione<br />

Puglia O. LATTARULO, V. MARTUCCI, L. VITUCCI.<br />

6. Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81<br />

“Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007,<br />

n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza<br />

nei luoghi di lavoro” (Gazzetta Ufficiale n. 101, 30 aprile<br />

2008, Suppl. Ord. n. 108/L)<br />

7. Decreto Legislativo 26 maggio 2000, n. 241<br />

“Attuazione della direttiva 96/29/EURATOM in<br />

materia di protezione sanitaria della popolazione<br />

e <strong>dei</strong> lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni<br />

ionizzanti” Gazzetta Ufficiale n. 203 del 31<br />

agosto 2000 - Supplemento Ordinario n. 140<br />

8. “Linee guida per le misure di concentrazione<br />

di radon in aria nei luoghi di lavoro sotterranei“,<br />

approvato nel febbraio 2003 dalla Conferenza <strong>dei</strong><br />

Presidenti delle Regioni e delle Province autonome di<br />

Trento e Bolzano<br />

9. Raccomandazione della Commissione del 21<br />

febbraio 1990 sulla tutela della popolazione contro<br />

l’esposizione al radon negli ambienti chiusi<br />

(90/143/Euratom). G.U.C.E. - L80 del 27 marzo 1990.<br />

10. Raccomandazione della Commissione del 20<br />

dicembre 2001 sulla tutela della popolazione contro<br />

l’esposizione al radon in acqua potabile<br />

(2001/928/Euratom). G.U.C.E. – L344 del 28 dicembre<br />

2001.<br />

11. http://it.wikipedia.org/wiki/Pietra_leccese. Accesso<br />

del 04/10/10, ore 12.00.<br />

* Dirigente Biologo ASL <strong>Lecce</strong> – SPESAL Area Nord<br />

** Direttore Dipartimento Prevenzione ASL <strong>Lecce</strong>


la parola ai colleghi<br />

Lista nera delle sostanze chimiche da evitare nei prodotti<br />

di bellezza (a cura della Lilt)<br />

1,4-BENZENE<br />

(benzenediamine, benzenediol,<br />

1,4-dioxane)<br />

ALUMINUM<br />

(chloride, hydrochloride, chlorohydrate,<br />

hydroxybromide, oxide, zirconium)<br />

AMMONIUM LAURYL SULFATE<br />

AMMONIUM PERSULFATE<br />

BENZALKONIUM CHLORIDE<br />

BORIC ACID<br />

BRONOPOL<br />

(alka 2-bromo-2-nitropropane-1,3-diol)<br />

BUTYLCARBAMATE<br />

BUTYLATED HYDROXYANISOLE (BHA)<br />

BUTYLATED HYDROXYTOLUENE<br />

BUTYLPARABEN<br />

CETEARETH<br />

CHLOROACETAMIDE<br />

COAL TAR<br />

COCAMIDE DEA<br />

COCAMIDE<br />

DEA<br />

D&C RED 30 LAKE<br />

D&C VIOLET 2<br />

DEA OLETH-3PHOSPHATE<br />

DEA-CETYL-PHOSPHATE<br />

DAIZOLINIDYL UREA<br />

DIBUTYL PHTHALATE<br />

DIHYDROXYBENZENE<br />

DISODIUM EDTA<br />

DMDM HYDANTOIN<br />

ETHYLPARABEN<br />

EUGENOL<br />

FD&C DYES<br />

FICUS CARICA o FIG EXTRACT<br />

FORMALDEHYDE<br />

FORMALIN<br />

FORMIC ALDEHYDE<br />

FRAGRANCE<br />

HOMOSALATE<br />

HYDROQUINONE<br />

HYDROXYBENZOATE<br />

HYDROXYBENZOIC ACID<br />

HYDROXYPHENOL<br />

IMIDAZOLIDINYL UREA<br />

IODOPROPYNYL<br />

ISOBUTYLPARABEN<br />

LAURAMIDE DEA-CETYL-PLANOLIN<br />

LAURETH-7<br />

LEAD ACETATE<br />

LECITHIN<br />

LIGHT LIQUID PARAFFIN<br />

MANGANESE SULFATE<br />

METHYL ALDHYDE<br />

METHYLBENZENE<br />

METHYLPARABEN<br />

MINERAL OIL<br />

MONOETHANOLAMINE (MEA)<br />

MYRISTAMIDE DEA-CETYL-<br />

PNONOXYNOL<br />

OCTINOXATE<br />

OCTOXYNOL<br />

OCTYL-METHOXYCINNAMATE<br />

OLEAMIDE DEA<br />

OXYBENZONE<br />

PABA<br />

PADIMATE-O<br />

PARAFFIN<br />

PARFUM<br />

PEG<br />

A V V I S O<br />

PERFUME<br />

PETROLATUM<br />

PETROLEUM DISTILLATE<br />

PHENOL<br />

PHENOXYETHANOL<br />

PLACDENTAL EXTRACT<br />

POLYETHYLENE<br />

POLYETHYLENE TEREPHTHALATE<br />

POLYOXYETHYLENE<br />

POLYSORBATE-80<br />

POTASSIUM PERSULFATE<br />

P-PHENYLENEDIAMINE<br />

PROPYL ACETATE<br />

PROPYLENE GLICOL<br />

PROPYLPARABEN<br />

QUATERNIUM-15<br />

RESORCINOL<br />

SACCHARIN<br />

SODIUM LAURETH SULFATE<br />

SODIUM LAURYL SULFATE<br />

SODIUM METABISULFATE<br />

SODIUM METHYLPARABEN<br />

STEARAMIDE MEA<br />

STODDAR SOLVENT<br />

TALC<br />

TEFLON<br />

TEA LAURYL SULFATE<br />

TRETRASODIUM EDTA<br />

THIMEROSAL<br />

THIOGLYCOLIC ACID<br />

TOLUENE<br />

TRICLOSAN<br />

TRIETHANOLAMINE<br />

TRIPHENOLPHOSPHATE<br />

SI COMUNICA CHE LA COMMISSIONE ORDINISTICA DI QUEST’ORDINE “ATTIVITA’ SCIENTIFICHE<br />

E FORMAZIONE CONTINUA (E.C.M.)” SI STA ATTIVANDO PERCHE’ POSSA SVOLGERSI, ENTRO L’ANNO,<br />

IL “CORSO SICURE” ACCREDITATO E.C.M. PER N. 20 CREDITI.<br />

I MEDICI INTERESSATI POTRANNO RIVOLGERSI AGLI UFFICI DI SEGRETERIA DELL’ORDINE PER<br />

ULTERIORI INFORMAZIONI ED EVENTUALE ADESIONE. SEGUIRANNO ULTERIORI DETTAGLI SUL<br />

SITO DELL’ORDINE (www.ordinemedicilecce.it)<br />

IL COORDINATORE<br />

(DOTT. GERARDO RICCHIUTO)


L’<br />

evento biennale, la cui prima<br />

edizione fu organizzata nel<br />

1997, è stato istituito per ricordare<br />

la figura Luigi Coppola, ginecologo<br />

gallipolino, il quale<br />

nell’immediato dopoguerra (1946),<br />

creò presso l’Ospedale della città<br />

ionica la Divisione di Ostetricia e<br />

Ginecologia, prima in assoluto di<br />

ruolo ospedaliero in Puglia. Attraverso il conferimento<br />

del <strong>Premio</strong> vengono riconosciute la professionalità e<br />

l’impegno scientifico e sociale di medici, ricercatori<br />

e studiosi che si sono distinti nel campo della medicina<br />

e della biologia, nonché ad associazioni a vocazione<br />

sociale. Quest’anno, il comitato scientifico e quello<br />

organizzatore hanno ritenuto opportuno estendere<br />

l’assegnazione del <strong>Premio</strong> anche a personalità che<br />

hanno dedicato il proprio impegno alla collettività.<br />

La precedente edizione del <strong>Premio</strong>, tenutasi a<br />

Padova nel febbraio 2008, nella prestigiosa cornice<br />

del “Palazzo del Bo”, sede storica dell’Ateneo patavino,<br />

fu un grande successo soprattutto grazie<br />

alla presenza del <strong>Premio</strong> Nobel Rita Levi Montalcini.<br />

In quel-l’occasione, la ricercatrice centenaria fu<br />

insignita del <strong>Premio</strong> <strong>“Luigi</strong> <strong>Coppola”</strong> insieme alla<br />

Dr.ssa Chiara Castellani, ginecologa missionaria in<br />

Congo, ed al Prof. Domenico Fedele, endocrinolgo<br />

dell’Università di Padova. Anche quest’anno, la<br />

Prof.ssa Levi-Montalicni ha onorato la manifestazione<br />

in qualità di “Madrina” dell’evento.<br />

Dopo l’edizione 2008 del <strong>Premio</strong>, l’impegno del<br />

comitato scientifico del <strong>Premio</strong> <strong>“Luigi</strong> <strong>Coppola”</strong> è<br />

stato rivolto alla formazione del Dr. Moise Batekedi,<br />

<strong>Premio</strong> <strong>“Luigi</strong> <strong>Coppola”</strong><br />

Città di Gallipoli<br />

di Lamberto Coppola<br />

35<br />

direttore del laboratorio di analisi del Hôpital Général<br />

di Kimbau, in Congo, diretto dalla Dr.ssa Chiara<br />

Castellani. Grazie a questa iniziativa, il Dr. Batekedi<br />

ha trascorso un periodo di formazione ed approfondimento<br />

scientifico in Italia, tra i laboratori di Patologia<br />

Clinica del Policlinico Universitario Agostino Gemelli<br />

di Roma e quello del Centro Medico-Biologico Tecnomed<br />

di Nardò. All’ospedale di Kimbau diretto dalla<br />

della Dr.ssa Castellani, inoltre, sono state fornite<br />

attrezzature e supporti informatici.<br />

Nell’edizione di quest’anno, attraverso la manifestazione<br />

<strong>Premio</strong> <strong>“Luigi</strong> <strong>Coppola”</strong>, il comitato scientifico<br />

si è impegnato nel raccogliere contributi da devolvere<br />

alla Fondazione Rita Levi Montalcini che tanto si<br />

prodiga per la formazione <strong>dei</strong> giovani nei Paesi in via<br />

di sviluppo.<br />

Il prof. Lamberto Coppola, andrologo - ginecologo - sessuologo.<br />

Coordinatore del Comitato Scientifico <strong>Premio</strong> <strong>“Luigi</strong> <strong>Coppola”</strong> – Città<br />

di Gallipoli. Sullo sfondo un momento dell’incontro con il Nobel Rita<br />

Levi Montalcini


Sabato 16 ottobre 2010 a Francavilla Fontana (Br) presso il Teatro Italia si è svolta l’edizione 2010<br />

del “<strong>Premio</strong> Luigi Coppola – Città di Gallipoli”, organizzata in collaborazione con l’ Accademia<br />

Imperiali, libero sodalizio letterario, scientifico e di volontariato.<br />

Nel corso della manifestazione il<br />

riconoscimento è stato assegnato a:<br />

• Progetto AVIS Dona Salute,<br />

progetto di ricerca per il monitoraggio<br />

preventivo delle variazioni <strong>dei</strong><br />

biomarcatori del tumore alla prostata<br />

e all’ovaio in 15.000 persone sane<br />

per 4 anni.<br />

Il <strong>Premio</strong> <strong>“Luigi</strong> Coppola – Città<br />

di Gallipoli”, inoltre, è stato conferito<br />

anche a medici e studiosi figli della<br />

Puglia che si sono distinti nel campo<br />

della scienza e della “umanizzazione”<br />

della tecnologia:<br />

• al Prof. Luigi Fedele, Ordinario<br />

di Clinica Ostetrico-Ginecologica<br />

e Direttore del Dipartimento per la<br />

Salute della Donna, del Bambino e<br />

del Neonato dell’Ospedale Maggiore<br />

Policlinico a Milano;<br />

• al Prof. Giuseppe De Laurentiis,<br />

Docente di Ginecologia ed Ostetricia<br />

dell’Università di Padova;<br />

• al Prof. Francesco Libero Giorgino,<br />

Presidente dell’Associazione<br />

Ginecologi Extra-Ospedalieri, Past<br />

President della Federazione Italiana<br />

Ostetricia e Ginecologia e Grand’Accademico<br />

Imperiali;<br />

• al Prof. Ing. Alessandro Ortis,<br />

Presidente dell’Autorità per l’Energia<br />

elettrica e il gas, Vice Presidente del<br />

Council of European Energy Regulators<br />

e Presidente del Mediterranean<br />

Working Group on Electricity<br />

and Natural gas Regulation (ME-<br />

DREG).<br />

Inoltre, prendendo spunto dagli<br />

insegnamenti e dalla missione quotidiana<br />

di Rita Levi Montalcini che<br />

attraverso la sua Fondazione si impegna<br />

fattivamente per dare “il futuro<br />

ai giovani”, e credendo come Lei nel<br />

valore <strong>dei</strong> giovani ricercatori, il comitato<br />

scientifico ha voluto riconoscere<br />

e premiare anche le capacità di una<br />

giovane ricercatrice italiana.<br />

Il “<strong>Premio</strong> Luigi Coppola –<br />

Giovani Ricercatori” è stato quindi<br />

assegnato alla Dr.ssa Roberta Mag-<br />

36<br />

giulli, biologa pugliese, originaria di<br />

Mesagne, che dopo un lunghissimo<br />

periodo di formazione negli in Italia<br />

e negli Stati Uniti, è approdata nella<br />

nostra capitale per proseguire la ricerca<br />

nel campo della biologia della<br />

riproduzione umana.<br />

Anche quest’anno, quindi, come<br />

nelle precedenti edizioni, il<br />

<strong>Premio</strong> <strong>“Luigi</strong> <strong>Coppola”</strong> ha puntato<br />

sul valore della ricerca scientifica,<br />

che non deve avere limiti né<br />

ostacoli di ordine politico, di razza<br />

o di religione, poiché rivolta<br />

all’umanità in toto.<br />

Da sinistra Alessandro Ortis, Francesco Imperiali di Francavilla, il rettore Domenico Laforgia,<br />

Francesco Coppola, Raffaele Coppola, il sindaco di Francavilla Vincenzo Della Corte e<br />

Lamberto Coppola


Apnee durante il sonno.<br />

Patologia e sicurezza<br />

LA SINDROME DELLE APNEE OSTRUTTIVE DURANTE IL SONNO TRA LE MALATTIE<br />

POLMONARI È SECONDA SOLO ALL’ASMA BRONCHIALE<br />

di Giuseppe Massari*<br />

L<br />

a Sindrome delle Apnee Ostruttive durante il<br />

sonno (OSAS) colpisce circa il 2% della popolazione<br />

femminile e il 4% di quella maschile. Statisticamente<br />

tra le malattie polmonari è seconda solo<br />

all’Asma bronchiale. È una Sindrome che può essere<br />

trattata con successo, e i medici dovrebbero ricordare<br />

che la mancata diagnosi comporta un grave peggioramento<br />

della qualità della vita e a volte anche delle<br />

morti evitabili.<br />

Un sintomo molto comune in questa sindrome è<br />

il russamento. Esso è prevalentemente un rumore<br />

inspiratorio prodotto dalla vibrazione del palato molle<br />

e dai pilastri posteriori delle fauci dovuto ad un restringimento<br />

ipnogenico delle vie aeree superiori.<br />

Specifichiamo, però, che essere russatori non<br />

necessariamente significa essere anche portatori di<br />

tale sindrome. Perché il sospetto della OSAS (Obstructive<br />

Sleep Apnea Syndrome) possa farsi largo è<br />

necessario che siano più o meno presenti altre manifestazioni<br />

cliniche quali un sonno non ristoratore con<br />

conseguente sonnolenza diurna di vario grado, che<br />

può essere tanto grave da rovinare la vita <strong>dei</strong> pazienti,<br />

una cefalea mattutina, a volte una sensazione di<br />

soffocamento durante il sonno tanto da determinare<br />

il risveglio, disturbi di memoria e dell’attenzione durante<br />

il giorno, riduzione della libido negli uomini (la sindrome<br />

37<br />

Le apnee notturne se durano a lungo,<br />

determinano una diminuzione<br />

dell’ossigeno nel sangue arterioso<br />

che può essere causa di gravi<br />

conseguenze soprattutto a carico<br />

dell’apparato cerebrocardiovascolare<br />

determina un decremento del testosterone), nicturia<br />

(si ha anche un incremento dell’ormone natriuretico),<br />

nei bambini un decremento dell’ormone della crescita<br />

(STH), in tutti i pazienti una diminuizione della glicogenolisi.<br />

La maggior parte <strong>dei</strong> pazienti, abbiamo visto, è<br />

rappresentata da uomini; circa la metà ha un peso<br />

corporeo che supera almeno del 30% il peso corporeo<br />

ottimale. Si ritiene che l’obesità possa provocare la<br />

sindrome attraverso l’infarcimento adiposo delle strutture<br />

muscolari striate delle prime vie respiratorie<br />

(soprattutto a livello del velofaringe), le quali, perdendo<br />

in questa maniera tono muscolare, diventano collassabili<br />

soprattutto nelle fasi di sonno più profonde . È<br />

importante ricordare, comunque, che l’OSAS si può


la parola ai colleghi<br />

riscontrare anche nei soggetti magri per la presenza<br />

di alterazioni scheletriche facciali o <strong>dei</strong> tessuti molli<br />

che possono determinare un certo grado di ostruzione<br />

a livello delle vie aeree superiori. A volte sono i partner<br />

che indirizzano verso la diagnosi, riferendo una storia<br />

di russamento rumoroso, spesso intermittente e con<br />

apnee.<br />

Ricordiamo che per “APNEA” durante il sonno si<br />

intende la cessazione del flusso aereo sia attraverso<br />

il naso che attraverso la bocca per almeno 10 secondi.<br />

Comunque, un certo numero di apnee durante il<br />

sonno sono fisiologiche; fino a 10 apnee per ora di<br />

sonno negli adulti si può considerare una normalità.<br />

Per quanto riguarda il periodo di insorgenza bisogna<br />

ricordare che l’ OSAS si manifesta a tutte le età, ma<br />

è più comune al termine dell’età media. Nei bambini,<br />

dove spesso è associata ad ipertrofia adeno-tonsillare,<br />

può essere causa di scarso rendimento scolastico.<br />

Le apnee compaiono quando le vie aree superiori<br />

(faringe posteriore) si occludono perché vengono in<br />

un certo qual modo “risucchiate” durante la respirazione<br />

nel sonno, soprattutto a causa di una forte negativizzazione<br />

della pressione intratoracica.<br />

Quando il paziente è sveglio, la tendenza<br />

dell’occlusione è contrastata dall’attività <strong>dei</strong> muscoli<br />

dilatatori delle vie aeree superiori (genioglosso e palatini)<br />

ma, poiché il sonno induce ipotonia, le vie aeree<br />

superiori si possono collassare e quindi restringere.<br />

In alcuni casi il restringimento determina soltanto<br />

un flusso d’aria turbolento nel segmento ristretto che<br />

provoca il fenomeno del russamento. In altri casi,<br />

invece, le vie aeree possono occludersi (provocando<br />

un’apnea) o sub occludersi (provocando un’ ipoapnea).<br />

Questo fenomeno si mantiene finché il cervello, a<br />

seguito dell’ipercapnia e dell’ipossiemia post apnoica,<br />

non interviene attraverso <strong>dei</strong> micro risvegli cerebrali<br />

(arousal), molto più raro è il risveglio cosciente del<br />

paziente, quale espressione dell’intervento dell’attività<br />

simpatica, atta a ripristinare la pervietà delle vie aeree<br />

superiori attraverso l’intervento <strong>dei</strong> muscoli orofaringei.<br />

38<br />

Rilevante l’aspetto della sicurezza<br />

sociale: la sonnolenza patologica<br />

e la fatica aumentano l rischio<br />

di errori umani, incidenti stradali<br />

e sul lavoro. Gli incidenti stradali<br />

sono in genere più gravi<br />

e comportano una percentuale<br />

di mortalità quasi doppia rispetto<br />

agli incidenti dovuti ad altre cause<br />

Questa situazione che ciclicamente può verificarsi<br />

centinaia di volte per notte (nel nostro Centro abbiamo<br />

trovato diversi pazienti con un indice di apnea/ipoapnea<br />

superiore a 100 eventi per ora di sonno) determina<br />

un’ alterazione dell’architettura del sonno che si<br />

concretizza in una stanchezza o sonnolenza diurna<br />

fino anche, col tempo, a disturbi di memoria e di tipo<br />

cognitivo.<br />

Le apnee notturne, soprattutto se durano a lungo,<br />

determinano una diminuzione dell’ossigeno nel sangue<br />

arterioso (desaturazione arteriosa, che può essere<br />

causa di gravi conseguenze soprattutto a carico<br />

dell’apparato cerebro-cardiovascolare (ischemia o<br />

addirittura infarto del miocardio, aritmie cardiache, in<br />

particolar modo bradicardie sino, anche, all’ asistolia<br />

completa, ipertensione arteriosa).<br />

Pertanto è importante riuscire a riconoscere la<br />

malattia quanto prima. Ciò è possibile attraverso<br />

la polisonnografia notturna (PSG) o un monitoraggio<br />

cardiorespiratorio completo o ridotto (il livello<br />

dell’esame strumentale viene deciso dal medico<br />

esperto dopo un propedeutico colloquio col paziente<br />

e coll’ eventuale partner) cioè esami che,<br />

attraverso la registrazione di alcuni parametri (saturazione<br />

ossiemoglobinica arteriosa, movimenti<br />

toraco-addominali, flusso oro-nasale, traccia ECG<br />

, russamento, postura, ecc.) interpretati da medici


esperti, consentono di fare diagnosi.<br />

Il trattamento può essere chirurgico da parte di<br />

specialisti ORL e/o ventiloterapico con CPAPn<br />

(Continuous Positive Pressure Airways ) o BiPAPn<br />

soprattutto nelle Overlap Syndrome (OSAS + generalmente<br />

BPCO).<br />

Inoltre, considerato che l’ obesità può essere in<br />

diversi casi una concausa importante, la dieta dimagrante,<br />

associata ai su citati presidi terapeutici, può<br />

contribuire alla risoluzione della Sindrome.<br />

Vorrei per un attimo tornare sull’aspetto sicurezza<br />

che, patologia a parte, è purtroppo il valore (ahimè)<br />

aggiunto di questa categoria di pazienti.<br />

Dati della letteratura mostrano come la sonnolenza<br />

patologica e la fatica aumentino il rischio di errori<br />

umani, incidenti stradali e sul lavoro. Gli incidenti<br />

stradali comportano costi pubblici e privati di enorme<br />

entità. Inoltre, sono in genere più gravi e comportano<br />

una percentuale di mortalità quasi doppia rispetto agli<br />

incidenti dovuti ad altre cause (11,4% contro il 5,62%),<br />

proprio perché il colpo di sonno o il ridotto regime di<br />

vigilanza non consente la benché minima reazione.<br />

Attualmente la terapia più diffusa delle apnee ostruttive<br />

è l’applicazione di dispositivi ventilatori come la<br />

CPAP durante il sonno: il trattamento con CPAP riduce<br />

39<br />

progressivamente il rischio di infortuni stradali degli<br />

autisti con apnee sino ad essere paragonabile a quello<br />

<strong>dei</strong> soggetti normali.<br />

In Italia, recentemente, sono stati stimati i costi<br />

socio-sanitari causati da incidenti stradali dovuti a<br />

pazienti portatori di OSAS (Centro Ricerca in Economia<br />

e Management in Sanità; Istituto Superiore di Sanità;<br />

IRCCS San Raffaele di Milano e IRCCS Fondazione<br />

Maugeri Veruno) che ammontano a circa 37 milioni<br />

di euro.<br />

Per concludere l’OSAS è una malattia di rilevanza<br />

sociale. Ogni medico di base, oltre a considerare<br />

l’OSAS quale possibile primum movens di patologie<br />

cardio-vascolari, dovrebbe periodicamente fare queste<br />

domande ad ogni assistito: - Ti addormenti di giorno<br />

quando non sei a letto ? – Ti riferiscono che russi in<br />

modo rumoroso e intermittente?<br />

Una richiesta di Visita Pneumologica per Russamento<br />

presso il nostro Centro della ASL LE è il primo<br />

approccio a questa importante e sempre più attuale<br />

tematica.<br />

*Responsabile del Centro <strong>dei</strong> Disturbi<br />

Respiratori durante il sonno<br />

c/o Stabilimento “A.Galateo”<br />

San Cesario di <strong>Lecce</strong><br />

Annuncio a pagamento


Corte di Appello di <strong>Lecce</strong><br />

Tel.: 0832.660607 – fax.: 0832.244419<br />

e.mail: ca.lecce@giustizia.it<br />

Prot. N. F217 <strong>Lecce</strong>, 20 luglio 2010<br />

AI SIGG. PRESIDENTI ORDINE – AVVOCATI<br />

BRINDISI – LECCE – TARANTO<br />

AI SIGG. PRESIDENTI<br />

CONSIGLI ORDINI E COLLEGI PROFESSIONALI<br />

BRINDISI – LECCE – TARANTO<br />

AI SIGG. CUSTODI<br />

aventi titolo a liquidazioni da imputarsi a spese di giustizia<br />

OGGETTO: Avvio del nuovo programma delle Spese anticipate dall’Erario SIAMM. Modalità di deposito delle istanze di liquidazione<br />

A partire dal 20 settembre 2010 lo scrivente Ufficio adotterà l’applicativo ministeriale Siamm – già in uso per quanto riguarda la<br />

liquidazione e il successivo pagamento delle Spese anticipate dall’Erario – anche per la ricezione delle relative istanze di liquidazione.<br />

Il programma permette anche l’inoltro telematico delle istanze prodotte dai consulenti, ausiliari, custodi e altri beneficiari (avvocati,<br />

interpreti, ecc.), cosa che permetterà un notevole risparmio di tempo ai beneficiari e all’ufficio ai fini dell’evasione della pratica.<br />

Affinché il beneficiario possa generare l’istanza di liquidazione informatica è necessario che questi installi sul proprio p.c. un<br />

applicativo denominato “istanza stand alone”, scaricabile tramite il sito www.corteappellolecce.it unitamente ad una guida al suo<br />

utilizzo. Di seguito registrerà i propri dati anagrafici, i dati del procedimento per il quale ha svolto la sua prestazione e le richieste<br />

economiche circa le spese sostenute e i compensi richiesti.<br />

Al termine della registrazione il programma produrrà un file che il beneficiario dovrà inviare via email in cancelleria – prima del<br />

necessario deposito nello stesso ufficio della richiesta cartacea e della documentazione giustificativa – affinché possa essere preso in<br />

carico sull’applicativo Siamm ARSPG dell’Ufficio, stampato e firmato dall’interessato.<br />

È importante che l’istanza indichi nell’oggetto il numero di RG del procedimento cui si riferisce l’istanza e, se si tratta di procedimento<br />

penale, anche il numero di RNR e la parte, agli indirizzi di posta elettronica di seguito indicati:<br />

– cancelleria penale<br />

I e II sezione: pantaleo.bianco@giustizia.it<br />

Sezione promiscua e minorenni: milena.morino@giustizia.it<br />

Corte d’Assise d’Appello: giovanna.fattizzo@giustizia.it<br />

– cancelleria civile<br />

I sezione: ippazio.ferraro@giustizia.it<br />

II sezione: mariolina.bruno@giustizia.it<br />

Volontaria giurisdizione: daniela.garrisi@giustizia.it<br />

– cancelleria lavoro<br />

laura.gravina@giustizia.it<br />

romano.russo@giustizia.it<br />

– esecuzione penale<br />

vincenza.bolognese@giustizia.it<br />

giuseppe.giancane@giustizia.it<br />

Prego pertanto le SS.LL. di voler sensibilizzare i propri iscritti affinché procedano all’autenticazione Siamm e comincino ad inviare<br />

le istanze in forma telematica a partire dal 20 settembre 2010.<br />

È importante ancora tenere presente che il nuovo applicativo ministeriale prevede tre tipologie di anagrafiche: persone fisiche,<br />

persone giuridiche e studi associati. Un soggetto può essere inserito all’interno di una sola di queste categorie, senza alcuna possibilità<br />

di rettificare l’informazione in seguito. Non dovrà, pertanto, essere presentata un’istanza di liquidazione con l’indicazione di una persona<br />

fisica, se ad emettere fattura saranno ad es. uno studio legale associato, o una ditta.<br />

La rigidità del programma preclude molte correzioni; dall’istanza, pertanto, deve essere immediatamente chiaro il soggetto fiscale<br />

perché, una volta registrata, non sarà più modificabile.<br />

Per ottenere informazioni circa le modalità di autenticazione al Siamm e l’invio delle istanze è possibile prendere contatto con<br />

l’ufficio che si occupa della liquidazione delle spese di giustizia (dr.ssa Pansini 0832.660427 email. lia.pansini@giustizia.it o dr. Franco<br />

0832.660436 email. luigi.franco@giustizia.it).<br />

IL PRESIDENTE DELLA CORTE<br />

(dr. Mario BUFFA)


CORSO MULTIDISCIPLINARE DI PATOLOGIA TORACICA<br />

Corso ECM per <strong>Medici</strong> e Infermieri<br />

PRESIDENTE: GAETANO DI RIENZO - U.O. Chirurgia Toracica – Ospedale “V. Fazzi”, <strong>Lecce</strong><br />

LECCE, CASTELLO CARLO V, SALONE MARIA D’ENGHIEN - 6 e 7 Dicembre 2010<br />

Lunedì 6 dicembre 2010 ore 8<br />

8.15 Registrazione<br />

8.30: Saluto del Presidente del Corso<br />

I^ SESSIONE<br />

NUOVE TECNOLOGIE IN ENDOSCOPIA<br />

Moderatori: P. Barone, G. Di Rienzo<br />

8.45 New technological developments in<br />

Autofluorescence Endoscopy H.D. Becker<br />

9.00 TBNA e ruolo del Broncoscopista nella diagnostica<br />

estemporanea <strong>dei</strong> prelievi endoscopici<br />

S. Gasparini<br />

9.15 Il Patologo e lo studio della citologia in<br />

estemporanea - M.P. Trisolini<br />

9.30 EBUS: stato dell’arte – F. Falcone<br />

9.45 EBUS: the past and the future – H.D. Becker<br />

Discussione<br />

NUOVE TECNOLOGIE IN CHIRURGIA TORACICA<br />

Moderatori: G. Di Rienzo, C. Manca<br />

10.15 La Robotica in chirurgia dell’esofago M. Taurchini<br />

10.30 La Robotica nelle resezioni polmonari F. Melfi<br />

10.45 La coagulazione a freddo nel trattamento del<br />

pneumotorace spontaneo A. Mussi<br />

11.00 Novità tecnologiche nell’aerostasi ed emostasi<br />

chirurgica P. Sardelli – B. Barrettara<br />

11.15 Quali sono le novità tecnologiche in chirurgia<br />

toracica? A. Lococo<br />

Discussione<br />

II^ SESSIONE<br />

CHIRURGIA TRACHEO-BRONCHIALE<br />

Moderatori: F. Carpagnano, G. Monaco<br />

11.45 The role of the operative endoscopy in tracheal<br />

stenoses H.D. Becker<br />

12.00 Novità anestesiologiche in chirurgia della trachea<br />

N. Oreste<br />

12.15 Indicazioni alla chirurgia della trachea M. Loizzi<br />

12.30 Resezioni tracheali F. Puma<br />

12.45 Resezioni di carena R. Sacco<br />

13.00 Sleeve bronchiali e vascolari A. D’Andrilli<br />

13.15 Intervento preordinato: G. Di Rienzo<br />

13.30 Discussione<br />

14.00 Brunch<br />

Lunedì 6 Dicembre ore 15.00<br />

III^ SESSIONE<br />

IL NODULO POLMONARE<br />

Moderatori: F. Carpagnano, G. Di Rienzo<br />

15.00 Inquadramento nosologico: A.M. Moretti<br />

15.15 Diagnostica radiologica: M. Torsello<br />

15.30 PET: G. Rubini<br />

15.45 Agoaspirato sotto guida TAC vs. diagnostica<br />

con EBUS: F. Falcone<br />

16.00 VATS vs. open surgery R. Crisci<br />

16.15 Indicazioni e tecnica del trattamento ablativo<br />

con radiofrequenza: C. Gadaleta<br />

16.30 Indicazioni e tecnica del trattamento<br />

radioterapico stereotassico G. Silvano<br />

Discussione<br />

IV^ SESSIONE<br />

INFEZIONI IN PNEUMOLOGIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Moderatori: G. Di Rienzo, S. Scoditti<br />

17.00 Polmoniti nosocomiali: inquadramento<br />

nosologico M. Toraldo<br />

17.15 Infezioni polmonari e insufficienza respiratoria<br />

L. Mandurino<br />

17.30 Quadri radiologici T. Pirronti<br />

17.45 L’endoscopia tracheobronchiale S. Stomeo<br />

18.00 Infezioni micotiche: T. Santantonio<br />

18.15 Polmoniti e antibioticoterapia: M. Bisconti<br />

18.30 Terapia attuale della tubercolosi polmonare:<br />

S. Della Tommasa<br />

18.45 Infezioni pleuro-polmonari di interesse chirurgico:<br />

F. Sollitto<br />

19.00 Discussione<br />

Ore 19.00 INAUGURAZIONE DEL CONVEGNO<br />

Saluto delle Autorità<br />

Martedì 7 Dicembre 2010, ore 9<br />

I^ SESSIONE<br />

LE PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI<br />

Moderatori: G. Di Rienzo, G. Viesti<br />

9.00 Epidemiologia e inquadramento nosologico<br />

P. Toma<br />

9.15 Strategia diagnostica P. Bracciale<br />

9.30 BAL nella diagnostica delle pneumopatie<br />

interstiziali L.Refolo<br />

9.45 Diagnostica invasiva chirurgica G. Greco<br />

10.00 Strategia terapeutica: S. Scoditti<br />

10.15 Riabilitazione e assistenza domiciliare. Un<br />

modello di pneumologia territoriale - E. Sabato<br />

10.30 Discussione<br />

II^ SESSIONE - 10.45 – 13.15<br />

CASI CLINICI MULTIDISCIPLINARI<br />

Moderatori: C. Surrente, G. Valerio<br />

A cura di:<br />

D. Brunetti<br />

O. Filieri<br />

G. Lazzari<br />

C. Lopez<br />

M. Lovecchio<br />

G. Pancosta<br />

R. Quercia<br />

G. Romano<br />

A.L. Urgese<br />

13.30 Brunch<br />

Martedì 7 Dicembre 2010, ore 15<br />

III^ SESSIONE<br />

RECENTI ACQUISIZIONI IN ONCOLOGIA POLMONARE<br />

Moderatori: S. Cinieri, G. Palmiotti<br />

15.00 Il Registro tumori della Provincia di <strong>Lecce</strong><br />

A. Melcarne<br />

15.15 Classificazione istopatologica <strong>dei</strong> tumori<br />

polmonari E. D’Ambrosio<br />

15.30 Biologia molecolare e neoplasie polmonari<br />

G. Leo<br />

15.45 Problematiche internistiche in Oncologia<br />

D. Muci<br />

16.00 I nuovi farmaci biologici nel trattamento<br />

del NSCLC. V. Lorusso<br />

16.15 Terapia personalizzata sulla base dell’istotipo<br />

A.Rinaldi<br />

16.30 Come è cambiato l’approccio oncologico<br />

nel tumore del polmone? F. Musca<br />

Discussione<br />

17.00 Chemioterapia di induzione S. Mancarella<br />

17.15 Chemioterapia adiuvante nell’early stage lung<br />

cancer E. Durini<br />

17.30 Chemioterapia di 2^ linea S. Pisconti<br />

17.45 Indicazioni al trattamento radioterapico<br />

M. Santantonio – A. Papaleo<br />

18.00 Il ruolo del chirurgo nell’approccio<br />

multidisciplinare C. Lequaglie<br />

18.15 Qualità dell’assistenza e appropriatezza delle<br />

cure in Oncologia Toracica. G. Serravezza 18.30<br />

Discussione<br />

18.45 CONCLUSIONI E CONSEGNA<br />

QUESTIONARIO ECM<br />

ELENCO MODERATORI E RELATORI<br />

Pasquale Barone – Tricase (Le)<br />

Barbara Barrettara - Bari<br />

Heinrich D. Becker - Heidelberg<br />

Mario Bisconti – <strong>Lecce</strong><br />

Pierluigi Bracciale – S. Pietro Vernotico (Br)<br />

Domenico Brunetti – Mandria (Ta)<br />

Saverio Cinieri - Brindisi<br />

Roberto Crisci – L’Aquila<br />

Enrico D’Ambrosio – <strong>Lecce</strong><br />

Antonio D’Andrilli - Roma<br />

Davide Dell’Amore - Forlì<br />

Salvatore Della Tommasa - <strong>Lecce</strong><br />

Giuseppe Di Paola - <strong>Lecce</strong><br />

Gaetano Di Rienzo - <strong>Lecce</strong><br />

Ernesto Durini – Tricase (Le)<br />

Franco Falcone - Bologna<br />

Fulvio Fanelli – Taranto<br />

Orazio Filieri – Gallipoli (Le)<br />

Cosimo Gadaleta - Bari<br />

Stefano Gasparini - Ancona<br />

Gaetano Greco - <strong>Lecce</strong><br />

Grazia Lazzari - Taranto<br />

Giuseppe Leo - <strong>Lecce</strong><br />

Cosimo Lequaglie – Rionero in Vulture (Pz)<br />

Achille Lococo - Pescara<br />

Michele Loizzi - Bari<br />

Camillo Lopez - <strong>Lecce</strong><br />

Vito Lorusso - <strong>Lecce</strong><br />

Monica Lovecchio - Taranto<br />

Corrado Manca - <strong>Lecce</strong><br />

Sergio Mancarella – Galatina (Le)<br />

Luciano Mandurino – Gallipoli (Le)<br />

Anna Melcarne - <strong>Lecce</strong><br />

Franca Melfi - Pisa<br />

Guglielmo Monaco – Napoli<br />

Anna Maria Moretti - Bari<br />

Dario Muci - Nardò (Le)<br />

Fabio Musca – Campi Salentina (Le)<br />

Alfredo Mussi – Pisa<br />

Nico Oreste - Bari<br />

Gennaro Palmiotti – Bari<br />

Gianfranco Pancosta – <strong>Lecce</strong><br />

Antonella Papaleo - <strong>Lecce</strong><br />

Tommaso Pirronti - Roma<br />

Salvatore Pisconti - Taranto<br />

Francesco Puma - Perugia<br />

Lia Refolo – Gallipoli (Le)<br />

Rosatea Quercia – <strong>Lecce</strong><br />

Erino Rendina - Roma<br />

Antonio Rinaldi – Castellaneta (Ta)<br />

Giampiero Romano - <strong>Lecce</strong><br />

Giuseppe Rubini - Bari<br />

Eugenio Sabato - Brindisi<br />

Rocco Sacco - Chieti<br />

Mario Santantonio - <strong>Lecce</strong><br />

Teresa Santantonio - Foggia<br />

Paolo Sardelli - Bari<br />

Sergio Scoditti - <strong>Lecce</strong><br />

Giuseppe Serravezza – Casarano (Le)<br />

Giovanni Silvano - Taranto<br />

Francesco Sollitto - Foggia<br />

Silvio Stomeo - <strong>Lecce</strong><br />

Corrado Surrente - <strong>Lecce</strong><br />

Paolo Toma - <strong>Lecce</strong><br />

Maurizio Toraldo - <strong>Lecce</strong><br />

Massimo Torsello - <strong>Lecce</strong><br />

Anna Lucia.Urgese – <strong>Lecce</strong><br />

Giuseppe Valerio – S. Pietro Vernotico<br />

Gennaro Viesti - Taranto<br />

Segreteria Scientifica: dott. L. Garrisi<br />

U.O. Chirurgia Toracica, Ospedale “V. Fazzi”, <strong>Lecce</strong><br />

Tel. 0832/661319<br />

Segreteria Organizzativa: Priority - <strong>Lecce</strong>


SALENTO MEDICO SI RINNOVA<br />

Grazie alla collaborazione tra Carra Editrice e Dinamica Scarl, la rivista ufficiale dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Medici</strong> della provincia<br />

di <strong>Lecce</strong>, da quasi trent’anni un punto di riferimento per la categoria, propone ai suoi lettori alcune novità:<br />

- un maggior numero di pagine,<br />

- il miglioramento di veste grafica,<br />

- la periodicità bimestrale (il giorno 15, a mesi alterni),<br />

- l’aumento delle copie stampate,<br />

- una più capillare distribuzione,<br />

- l’introduzione di alcuni articoli di taglio divulgativo.<br />

A fronte di tante innovazioni, il tariffario per le inserzioni pubblicitarie subirà un lieve ritocco.<br />

Questi i costi per singola uscita:<br />

• mezza pagina: € 230 + Iva<br />

• pagina intera: € 400 + Iva<br />

• seconda/terza di copertina: € 550 + Iva<br />

• quarta di copertina: € 700 + Iva<br />

Sono previsti sconti significativi nel caso di contratti annuali. Dai prezzi sono esclusi: esecutivi bozzetti, fotolito,<br />

fotografie, che verranno forniti dal committente o fatturati a parte, al costo, se eseguiti a parte.<br />

Concessionaria di pubblicità: Dinamica Scarl – piazza Diaz 5 Casarano - tel/fax 0833 599238.<br />

Responsabile: dr. Mario Maffei (339 6562204)<br />

Liberatoria<br />

Copie<br />

Per motivi tecnici non possono essere<br />

forniti estratti <strong>dei</strong> lavori pubblicati.<br />

Saranno inviate copie del Bollettino,<br />

fino ad un massimo di 30,<br />

agli Autori che ne faranno espressa<br />

richiesta al momento dell’invio <strong>dei</strong><br />

lavori. Gli Autori dovranno far pervenire<br />

alla Direzione fotocopia della<br />

ricevuta del versamento su: Iban:<br />

IT22 A010 1004 1971 0000 0301<br />

010 presso Banco di Napoli Spa-<br />

<strong>Lecce</strong>, intestato a “<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Medici</strong><br />

della Provincia di <strong>Lecce</strong>” pari<br />

al numero delle copie richieste per<br />

l’importo dovuto, tenuto conto che<br />

il costo di una copia è di € 2,60.<br />

Foto e profilo<br />

Gli autori, a corredo dell’articolo, devono<br />

inviare anche una propria foto a colori<br />

insieme ad un breve profilo professionale.<br />

L’invio degli articoli vale come tacita liberatoria per eventuali tagli nel testo e/o modifiche nella titolazione proposta qualora il comitato di redazione e il<br />

direttore responsabile della rivista Salento Medico (ai sensi della legge 47/48 sulla stampa) lo ritenessero necessario a fini redazionali.<br />

Il termine di consegna degli articoli per il prossimo numero è il 15 novembre<br />

Gli articoli vanno firmati con nome e cognome per esteso


CENTRO DEL PIEDE DIABETICO E DELLE ULCERE CRONICHE

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