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Inquadramento clinico delle convulsioni neonatali - Eurac ...

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<strong>Inquadramento</strong> <strong>clinico</strong> <strong>delle</strong><br />

<strong>convulsioni</strong> <strong>neonatali</strong><br />

Accorsi Patrizia , Giordano Lucio<br />

Unità di Neuropsichiatria Infantile<br />

Centro regionale Epilessia<br />

Spedali Civili<br />

Brescia


La Crisi è causata da una rapida, anomala e<br />

ipersincrona depolarizzazione di un gruppo<br />

di neuroni<br />

L’ Epilessia è una condizione cronica in cui le crisi<br />

epilettiche si ripresentano in modo ricorrente, non<br />

scatenate da eventi acuti.


CLASSIFICAZIONE SU<br />

BASE EZIOLOGICA Campistol<br />

Convulsioni <strong>neonatali</strong> occasionali: si manifestano in corso di patologia<br />

acuta a carico del SNC. Il 10-30% con evoluzione in quadri di epilessia<br />

secondaria. Sono le più frequenti e riconoscono un’eziologia molto varia.<br />

Epilessie <strong>neonatali</strong>: patologia cronica con episodi critici ripetuti, una<br />

clinica ben definita ed eziologia spesso sconosciuta. In questo gruppo si<br />

riconoscono sia le sindromi epilettiche del periodo neonatale<br />

(<strong>convulsioni</strong> <strong>neonatali</strong> familiari benigne, idiopatiche benigne,<br />

encefalopatia mioclonica neonatale, encefalopatia epilettica infantile<br />

precoce, stato di male convulsivo focale e idiopatico), sia le epilessie<br />

sintomatiche.


DEFINIZIONE<br />

Le crisi <strong>neonatali</strong> sono una patologia<br />

neurologica età-specifica. Per essere definite<br />

tali esse devono verificarsi entro e non oltre il<br />

28°giorno dal parto, considerando la gravidanza a<br />

termine (40 settimane gestazionali) o nei neonati<br />

pretermine entro la 44° settimana d’età concezionale.


DEFINIZIONE<br />

• Il termine di <strong>convulsioni</strong> (Kaminska 2007) che significa<br />

convulsione spasmodica interessante tutta la muscolatura<br />

corporea (Larousse) spesso utilizzato è spesso<br />

inappropriato perché si limita alle crisi <strong>neonatali</strong> che<br />

hanno manifestazioni motorie<br />

• Rappresentano un segnale di “disfunzione” neurologica.


Condotte da tenere in caso di crisi <strong>neonatali</strong>:<br />

• riconoscere le crisi, la loro origine epilettica o no, cosa che<br />

può essere difficile in ragione della loro espressione, spesso<br />

frusta o atipica: l’EEG e meglio ancora videoeeg sono<br />

indispensabili per la diagnosi<br />

• ricercare la loro causa reale ( es attribuire erroneamente<br />

un eziologia anosso-ischemica)<br />

• trattare le crisi avendo come obiettivo il miglioramento<br />

della prognosi a lungo termine<br />

• fare la prognosi considerando, la clinica, l’eeg, il quadro<br />

neuroradiologico e l’eziologia<br />

• informare la famiglia


La crisi viene sospettata in occasione di<br />

manifestazioni cliniche anormali, ripetute,<br />

stereotipate o no, di durata o più meno lunga.<br />

Le Crisi possono essere:<br />

• isolate o<br />

• all’interno di un contesto <strong>clinico</strong> di encefalopatia<br />

(anamnesi evocatrice, ipereccitabilità, ipotonia o<br />

coma, altre anomalie dell’esame neurologico).<br />

• crisi <strong>neonatali</strong> di origine “epilettica”,<br />

• crisi <strong>neonatali</strong> “non epilettiche”<br />

• manifestazioni parossistiche non epilettiche del<br />

neonato (tremori, mioclonie del sonno<br />

calmo,ipereklepsia)


Sono “epilettiche” le crisi elettrocliniche<br />

Alterazioni parossitiche <strong>delle</strong> funzioni<br />

neurologiche ( motorie, comportamentali e /o<br />

del sistema nervoso autonomo) con<br />

corrispondente attività critica all’EEG<br />

Pleb1.bat<br />

Le crisi elettriche anormale attività critica<br />

all’EEG senza correlazione clinica<br />

Si parla di Dissociazione Elettroclinica quando esistono scariche elettriche<br />

senza manifestazione clinica (scariche critiche infracliniche).<br />

Dalzovo.bat<br />

797.bat


Non sono “epilettiche” le crisi cliniche che<br />

non hanno attività critica correlata all’EEG<br />

Verz.bat<br />

Non tutti condividono questa definizione<br />

Crisi clinica<br />

comportamenti parossitici con alta specificità<br />

per crisi epilettiche senza aver potuto<br />

documentare l’evento con l’ EEG


La mancata registrazione dell’attività critica all’EEG esclude<br />

l’origine epilettica della manifestazione clinica?<br />

In bambini più grandi e in adulti fenomeni epilettici possono<br />

avvenire anche in assenza di di scariche parossitiche all’EEG e<br />

tali fenomeni possono essere generati a livelli sottocorticali (<br />

aree limbiche, diencefaliche,e del troncoencefalo)<br />

Riguardo alla fisiopatologia è noto che:<br />

Il mioclono(che spesso non ha correlato eeg in epoca neonatale)<br />

può originare a vari livelli del sistema nervoso ( dalla<br />

corteccia cerebrale , dal troncoencefalo, midollo spinale.)


Le crisi cliniche che non hanno correlato EEG (subtle e le crisi<br />

toniche generalizzate) possono essere patterns motori primitivi<br />

del tronco cerebrale e del midollo spinale liberati dalla normale<br />

inibizione esercitata dalle strutture proencefaliche e che siano<br />

dei fenomeni di liberazione del tronco( brainstem release<br />

phenomena).<br />

Dall’osservazione infatti si è visto che alcuni movimenti e alcune<br />

posture sono stimolo-sensibili ( cioè mostrano sommazione<br />

spaziale, irradiazione e sommazione temporale) e possono<br />

essere soppressi dal contenimento.<br />

I fenomeni di liberazione del tronco sono forti indicatori di<br />

severa compromissione corticale.<br />

Implicazioni immediate sono relative all’approccio terapeutico


Murray studia 51 bambini con encefalopatia ipossico ischemica<br />

solo il 34% di crisi all'EEG hanno correlato <strong>clinico</strong> osservato con<br />

videoEEG.<br />

Di questo 34% solo il 9% era riconosciuto dallo staff <strong>delle</strong> figure<br />

professionali della TIN .<br />

Sono 117 gli eventi considerati sospetti per crisi ma solo 27% erano<br />

episodi critici con correlato EEG.<br />

Quindi il 42% dei neonati riceveva un’ inappropriata terapia


La diagnosi di <strong>convulsioni</strong> <strong>neonatali</strong> è fatta spesso clinicamente senza monitoraggio EEG.<br />

Questo studio ha lo scopo di determinare la precisione e l'affidabilità <strong>delle</strong> figure<br />

professionali nel distinguere clinicamente le crisi da altri movimenti, quando<br />

presentati con la storia clinica e con il solo video.<br />

20 video con movimenti critici (11) e con movimenti non critici (9)<br />

137 professionisti da 8 TIN (91 medici e 46 infermiere)<br />

La media <strong>delle</strong> identificazioni corrette era 10/20.<br />

Le crisi cloniche erano correttamente identificate nel 66% dei casi mentre le crisi<br />

subltle erano correttamente identificate nel 32% dei casi.


E’ quindi evidente che gli studi che riguardano<br />

le crisi <strong>neonatali</strong>(epidemiologia,eziologia ,<br />

terapia,outcome a breve e lungo termine)<br />

variano in relazione al livello di<br />

monitorizzazione (crisi cliniche, crisi<br />

elettriche, crisi elettrocliniche) e sono<br />

in relazione al contesto economico-sociale<br />

(paesi a sviluppo avanzato) e alle differenti<br />

popolazioni selezionate (pretermine e<br />

termine)


EPIDEMIOLOGIA<br />

L’incidenza varia secondo la popolazione e i criteri<br />

diagnostici (con o senza conferma EEG)<br />

Lanska MJ 1995 incidenza di 3,5 per 1000 nati vivi a Favette<br />

County , Kentucky tra 1985-89: 58 bambini con crisi in 16.428<br />

bambini<br />

Crisi cliniche e crisi viste all'EEG. Classificati come Crisi epilettiche ,<br />

Possibili crisi epilettiche, Eventi parossistici non critici<br />

15 bambini con crisi possibili 4,4/1000<br />

57,5/1000 con peso sotto i 1500 gr<br />

4,4/1000 con peso tra 1500gr e 2499 gr<br />

2,8/1000 per peso di 2500 gr e 3999 gr<br />

2,0/1000 per peso 4000 gr o più


EPIDEMIOLOGIA<br />

L’incidenza varia secondo la popolazione e i criteri<br />

diagnostici (con o senza conferma EEG)<br />

Ronen GM 1995 incidenza di 2,6 per 1000 nati vivi a Newfoundland<br />

Canada tra il 1990-95<br />

Crisi cliniche fenomeni parossistici pensati avere alta specificità per<br />

vere crisi in accordo con Mizrahi e Kellaway e Volpe<br />

2,0/1000 per i nati a termine<br />

11,1 /1000 per i pretermine<br />

13,5/1000 per i bambini con peso inferiore di 2500 gr<br />

36% dei bambini aveva inizio crisi nelle prime 24 ore di vita<br />

64% nelle prime 48 ore<br />

83% nelle prima settimana<br />

Mortalità neonatale 9%<br />

Eziologia 40% ipossico ischemica<br />

20% infettiva<br />

19% anomalie metaboliche


EPIDEMIOLOGIA<br />

L’incidenza varia secondo la popolazione e i criteri<br />

diagnostici (con o senza conferma EEG)<br />

Saliba RM 1999 incidenza di 1,8 per 1000 nati vivi a Harris<br />

County, Texas tra 1992-94<br />

Inclusione crisi cliniche definite da Volpe e Mizrahi e Kellaway, entro i 28giorni<br />

di vita o le 44W di età corretta<br />

PER PESO 19/1000 con peso inferiore a 1500 gr<br />

5/1000 con peso superiore a 1500 gr e inferiore a 1999 gr<br />

1,3 /1000 con peso superiore a 3500 gr o più<br />

PER ETA’ GESTAZIONALE 20,4/1000 per i bambini nati sotto le 28W<br />

7,4 /1000 per bambini nati tra le 29W e le 32W<br />

1,4/1000 per i bambini a termine (37W-41W)<br />

2,6/1000 per i bambini postermine(più di 42W)<br />

Esclusi 1) i casi con documentata crisi elettrica all'EEG senza corrispettivo<br />

<strong>clinico</strong>. 2) se le crisi cliniche venivano documentate all'EEG che era fatto per<br />

altri motivi ma non per crisi 3) se le crisi cliniche erano fermate dal<br />

contenimento o con il riposizionamento degli arti 4) se le crisi erano<br />

descritte come un episodio di apnee, o definite con termini imprecisi come<br />

jitteriness, shaking .


EPIDEMIOLOGIA<br />

L’incidenza varia secondo la popolazione e i criteri<br />

diagnostici (con o senza conferma EEG)<br />

Gebremariam A 13,6/1000 nati vivi con crisi nelle prime 48 ore di vita.<br />

ETIOPIA 2006<br />

Mwaniki M 2010 incidenza 39,5 /1000 nati vivi in un Distretto Rurale del Kenia<br />

2003-2007 crisi cliniche nei primi 28 giorni di vita<br />

La prevalenza <strong>delle</strong> crisi aumenta con il peso allo nascita<br />

1,5% in neonati con peso inferiore di 1,5 Kg<br />

4,4% in neonati con peso tra i 1,5 Kg e i 1,99 Kg<br />

11% in neonati con peso tra i 2,0 Kg ei 2,49 kg<br />

11% in neonati con peso superiore a 2,5 Kg<br />

La diagnosi principale: Sepsi nel 60%<br />

Encefalopatia neonatale nel 21%<br />

Meningite in 15%<br />

Queste ultime due diagnosi sono le più importanti cause associate alle crisi <strong>neonatali</strong>.<br />

Tra i neonati ammessi all'ospedale il 19,1% muore e non c'e differenza tra i bambini<br />

con crisi o senza<br />

La bassa percentuale di crisi in prematuri probabilmente è nascosta dalla alta mortalità<br />

dei bambini prematuri ( più del 30%)


Mizrhai Crisi cliniche con correlato EEG<br />

(1987)<br />

a) Crisi focali cloniche:<br />

b) Crisi focali toniche:<br />

c) Crisi miocloniche:<br />

d) Spasmi:<br />

-unifocali<br />

-multifocali alternate<br />

migranti<br />

-emiconvulsive<br />

-assiali ( lingua, diaframma..)<br />

-focali asimmetriche<br />

-deviazioni degli occhi<br />

-generalizzate<br />

-focali<br />

-flessione<br />

-estensione<br />

-flesso-estensione


Mizrhai Crisi senza stretto correlato EEG<br />

a) Crisi miocloniche:<br />

b) Crisi generalizzate toniche:<br />

c) Automatismi motori:<br />

-generalizzate<br />

-focali<br />

-frammentarie<br />

-flessione<br />

-estensione<br />

-miste estensione/flessione<br />

-movimenti oro-bucco-linguali<br />

(suzione,deglutizione)<br />

-segni oculari (movimenti oculari random, mioclonie)<br />

-movimenti degli arti (pedalamento, swimming)<br />

-movimenti complessi afinalistici


Mizrhai Eventi clinici che possono<br />

manifestarsi sia in presenza che in assenza di<br />

un correlato EEG:<br />

a) Segni autonomici:<br />

- respiratori: tachipnea, apnea<br />

- cardiaci: tachicardia, bradicardia<br />

- cardiovascolari: ipertensione, ipotensione<br />

- vasomotori: rossore, pallore<br />

- midriasi<br />

- salivazione<br />

-altre


Mizrhai Crisi elettriche non associate a<br />

manifestazioni cliniche:<br />

Tale categoria comprende il gruppo <strong>delle</strong> crisi caratterizzate da un’attività<br />

parossistica elettroencefalografia non accompagnata da alcun correlato <strong>clinico</strong>.


CLASSIFICAZIONE SECONDO<br />

VOLPE<br />

SUBTLE<br />

CLONICHE Focali<br />

Multifocali<br />

TONICHE Focali<br />

Generalizzate<br />

MIOCLONICHE Focali<br />

Multifocali<br />

Generalizzate


CLASSIFICAZIONE SECONDO<br />

VOLPE<br />

SUBTLE o ATIPICHE<br />

In generale le manifestazioni subtle sono raramente di<br />

origine epilettica se sono le sole manifestazioni presenti.<br />

Alterazioni parossitiche del comportamento, motorie o del<br />

sistema autonomo che non sono chiaramente cloniche , toniche o<br />

miocloniche<br />

Sono più frequenti nei prematuri<br />

Le manifestazioni cliniche più frequentemente associate ad attività<br />

critica all’EEG sono le manifestazioni oculari, nel pretermine<br />

apertura sostenuta degli occhi , nel bambino termine deviazione<br />

orizzontale degli occhi.


CLASSIFICAZIONE SECONDO<br />

VOLPE<br />

CLONICHE Sono frequentemente associate a<br />

scariche EEG critiche<br />

Focale coinvolgono la faccia , gli arti superiori e<br />

inferiori di un lato del corpo, o l’asse<br />

Multifocale sono coinvolte molte parti del corpo,<br />

spesso con andamento migratorio


CLASSIFICAZIONE SECONDO<br />

VOLPE<br />

TONICHE Le crisi toniche sono spesso non associate<br />

ad una scarica EEG<br />

Focali postura sostenuta di un arto o una postura<br />

asimmetrica del collo e del tronco, spesso con correlato EEG<br />

(Mizrahi e Kellaway considerano le deviazioni orizzontali dei globi oculari<br />

crisi toniche focali Volpe no!!!!!!)<br />

Generalizzate nella maggior parte dei casi non hanno<br />

scarica EEG correlata (tipiche del prematuro, posture<br />

decerebrata e decorticata)


CLASSIFICAZIONE SECONDO<br />

VOLPE<br />

MIOCLONICHE spesso non sono associate ad una<br />

scarica parossistica all’EEG<br />

Focali tipicamente coinvolgono i muscoli flessori degli arti<br />

superiori<br />

Multifocali sono contrazioni asincrone di più parti del corpo<br />

Generalizzate sono caratterizzate da contrazione in<br />

Flessione bilaterale degli arti superiori e talvolta anche degli arti<br />

inferiori .Possono apparire identiche agli spasmi infantili (Nella<br />

sua classificazione gli spasmi non hanno una collocazione autonoma) .<br />

Sono spesso associate ad una scarica critica all’EEG


DIAGNOSI DIFFERENZIALE<br />

Il neonato presenta molti movimenti normali che possono<br />

essere scambiati per crisi epilettiche sia in veglia che in<br />

sonno (es. parossistiche deviazioni dello sguardo verso l’alto o verso il basso, movimenti<br />

coniugati degli occhi con occasionali non sostenute scosse nistagmoidi all’estremo del<br />

movimento orizzontale , suzione, corrugazione , in sonno frammentaire scosse miocloniche a<br />

volte multiple, scosse miocloniche generalizzate quando il bambino si sveglia ).<br />

dal punto di vita <strong>clinico</strong>: osservazione…<br />

Gli episodi parossistici non epilettici si distinguono dalle crisi epilettiche<br />

• perché incrementano con stimolazioni sensoriali,<br />

• per la possibile soppressione con il contenimento posturale,o il<br />

riposizionamento<br />

• per la mancanza di sintomi di coinvolgimento del sistema nervoso<br />

autonomo.


DIAGNOSI DIFFERENZIALE<br />

Jitteriness è un disordine del movimento che può essere<br />

confuso con crisi.<br />

I movimenti sono tremori ma occasionalmente possono assumere<br />

l’aspetto del clono.<br />

In caso di iperecciabiltà non ci sono manifestazioni oculari associate , è<br />

stimolo sensibile<br />

I movimenti ritmici dell’ipereccitabilità possono essere stoppati con il<br />

contenimento, o il riposizionamento, o la flessione dell’ arto coinvolto.<br />

Non è accompagnata da sintomi che suggeriscono il coinvolgimento del<br />

sistema nervoso autonomo.<br />

Tale quadro si osserva in caso di encefalopatia ipossico-ischemica di<br />

grado lieve, di ipocalcemia, ipoglicemia, crisi da astinenza da farmaci.


DIAGNOSI DIFFERENZIALE<br />

MIOCLONO BENIGNO NEONATALE DEL SONNO<br />

E’ una sindrome non epilettica con parossimi mioclonici che avvengono<br />

durante il sonno, in particolare sonno quieto.<br />

L’inizio è nella prima settimana di vita e gli episodi parossistici<br />

includono scosse miocloniche che sono abitualmente bilaterali, sincrone,<br />

ripetitive e che coinvolgono gli arti superiori o inferiori o entrambi. Può<br />

esserci anche un inizio focale.<br />

Gli episodi durano molti minuti e non si interrompono con il<br />

contenimento ma con il risveglio del neonato.<br />

Una manovra che può provocarlo ( con un delicato scuotimento del<br />

materasso della culla in direzione testa piedi).<br />

L’EEG è negativo.<br />

Gli episodi possono essere esacerbati o provocati dal trattamento con<br />

benzodiazepine.<br />

Il quadro si risolve approssimativamente entro i primi mesi di vita (<br />

entro i 6mesi).


DIAGNOSI DIFFERENZIALE<br />

IPEREKPLEXIA<br />

Anche chiamata malattia del soprassalto ( startle)<br />

E’ un disordine non epilettico caratterizzato principalmente da 2 forme<br />

anormali di risposta a stimoli inaspettati ( visivi, acustici,somestesici)<br />

la prima chiamata risposta di startle esagerata<br />

la seconda definita da spasmo tonico sostenuto.<br />

Caratteristica aggiuntiva è la presenza di ipertono generalizzato.<br />

L’ipertono e l’esagerata risposta con startle sono presenti fin dalle prime ore di<br />

vita.<br />

La flessione forzata del tronco favorisce l’interruzione degli spasmi tonici.<br />

L’EEG non evidenzia scariche parossistiche .<br />

Il trattamento con clonazepam riduce il numero <strong>delle</strong> apnee, l’ipertono e la<br />

frequenza degli startle.<br />

Gli episodi scompaiono spontaneamente attorno ai 2 anni.<br />

E’ condizione autosomico dominante ( mutazione sul cromosoma 5 per il gene che<br />

codifica l’alfa 1 subunità del recettore della glicina).


EEG<br />

• L’EEG permette di<br />

• confermare il carattere epilettico o non<br />

epilettico <strong>delle</strong> manifestazione cliniche<br />

parossistiche.<br />

• evidenzia le crisi elettriche.<br />

• inoltre permette di valutare l’efficacia del<br />

trattamento in atto (valutare il controllo<br />

<strong>delle</strong> crisi o persistenza <strong>delle</strong> scariche<br />

critiche infracliniche.)


EEG INTERCRITICO<br />

• L’EEG intercritico permette di valutare la<br />

maturazione cerebrale .<br />

• L’EEG intercritico consente un<br />

orientamento diagnostico(sindromico e a<br />

volte eziologico ) e prognostico.<br />

I parametri elettroencefalografici di normalità<br />

nell’epoca neonatale sono età-dipendenti e per<br />

rilevarli bisogna analizzare le caratteristiche della<br />

attività di fondo, la presenza e la qualità dei cicli<br />

sonno-veglia.


EEG CRITICO<br />

L’EEG CRITICO<br />

• In modo arbitrario una convulsione neonatale registrata<br />

all’EEG è definita come un improvviso e transitorio<br />

cambiamento dell’attività di fondo<br />

secondi .<br />

di durata minima di 10<br />

• La sua più frequente osservazione è di brevi sequenze di onde<br />

puntute o spikes di variabile frequenza e durata o onde delta e<br />

theta più o meno monomorfe. Più raramente si possono invece<br />

osservare sequenze di onde alfa o fasi di transitorio appiattimento<br />

del tracciato.<br />

• Durante una data scarica parossistica, la frequenza e l’ampiezza del<br />

pattern elettrico può cambiare o rimanere uguale. Le scariche<br />

possono essere focali o generalizzate<br />

• La crisi può essere isolata o ripetuta in maniera subentrante<br />

provocando così uno stato epilettico o <strong>convulsioni</strong> ricorrenti e in<br />

caso di scariche ripetute, la morfologia e la sede dell’attività<br />

elettrica possono cambiare. (Lamblin1999)


• Nell’adulto e nel bambino la definizione di stato epilettico (SE) è di crisi<br />

cliniche continue che durano più di 30 minuti o 2 o più crisi senza ripresa<br />

dello stato di coscienza di base in fase intercritica .<br />

• In precedenti studi una comune definizione citata riguardo lo stato<br />

epilettico è la registrazione EEgrafica di attività critica > del 50% della<br />

lunghezza del tempo di registrazione. Ovviamente se il tempo di<br />

registrazione può variare può variare anche il carico di crisi<br />

• Nel neonato non c’è definizione accettata di stato epilettico.<br />

Inoltre le crisi nel neonato spesso avvengono in un contesto di encefalopatia<br />

( >85%) così è una sfida riconoscere il ritorno allo stato mentale di base tra<br />

le crisi.<br />

• Kaminska A. 2007. parla di stato epilettico, se la manifestazione clinica, l’eeg<br />

o la manifestazione elettroclinica dura o ricorre per più di 15 minuti<br />

• Russel Lawrence 2010 evita questo termine in favore di crisi ricorrenti e<br />

prolungate


Esistono <strong>delle</strong> linee guida, presentate da Lamblin, per l’indicazione<br />

all’esecuzione dell’EEG che è riservato solo a gruppi selezionati di neonati:<br />

NATO A TERMINE<br />

1 In caso di anomalie neurologiche: EEG all’insorgenza dei sintomi<br />

possibilmente con video e va ripetuto ogni 4 o 6 giorni fino alla<br />

2<br />

normalizzazione o stabilizzazione dell’EEG o più frequentemente in funzione<br />

dei sintomi clinici o dei risultati EEG.<br />

In caso di crisi epilettiche: EEG se possibile prima dell’inizio della terapia<br />

sedativa e prolungato se possibile per tutto il trattamento anticonvulsivante<br />

o sedativo. La registrazione va ripetuta in funzione dell’evoluzione clinica e<br />

dei risultati dell’EEG.<br />

3 In caso di Encefalopatia ipossico-ischemica: il primo tracciato deve essere<br />

eseguito tra le 12 e le 48 h di vita, un controllo deve essere fatto al 4° e all’<br />

8° giorno di vita o più precocemente in funzione dei segni clinici e dei<br />

risultati dell’EEG precedente. Dopo l’ 8° giorno i controlli sono raccomandati<br />

in funzione dell’evoluzione elettroclinica del bambino<br />

NATO PRETERMINE<br />

1 Con età gestazionale inferiore a 29W: la sorveglianza EEG è sistematica.<br />

2 Tra la 29 W e la 32 W: la sorveglianza EEG è raccomandata nella prima<br />

settimana di vita.


DIAGNOSI EZIOLOGICA<br />

LA DIAGNOSI EZIOLOGIA SI BASA<br />

ANAMNESI (analisi degli antecedenti familiari, la storia della gravidanza,<br />

il parto e il periodo neonatale)<br />

ESAME NEUROLOGICO INTERCRITICO<br />

PRESENZA DI COMPROMISSIONE DI ALTRI ORGANI E APPARATI<br />

ESAMI EMATICI (glicemia, calcemia, ioni, equilibrio acido-base, lattato, esami<br />

coagulazione-CID, bilancio epatico)<br />

EEG ED ECOGRAFIA TRANSFONTANELLARE, LA TC E LA RM ENCEFALO<br />

E’ necessario completare, a volte, il bilancio con gli esami per malattia<br />

genetica o metabolica.


CRISI OCCASIONALI<br />

• Encefalopatia anosso-ischemica(EAI)<br />

• Disturbi cerebro-vascolari(ACV)<br />

• Infezioni cerebromeningee<br />

• Emorragia intracranica<br />

• Disturbi metabolici transitori<br />

• Disturbi metabolici congeniti<br />

• Difetti sviluppo SNC<br />

SINDROMI EPILETTICHE NEONATALI<br />

1. Ad evoluzione benigna (Crisi <strong>neonatali</strong> benigne familiari/ Crisi <strong>neonatali</strong> benigne idiopatiche )<br />

2. Con tracciato tipo Suppression Burst (Sindrome di Ohtahara/EEME)<br />

EPILESSIA INFANTILE CON CRISI MIGRANTI<br />

GENE ARX, CDKL5, STXBP1


Crisi occasionali:<br />

ENCEFALOPATIA ANOSSO-ISCHEMICA(EAI)<br />

. E’ la più importante causa di <strong>convulsioni</strong> <strong>neonatali</strong> ( 40-65%)<br />

La frequenza è di 1,8 a 7,7 neonati su 1000.<br />

La diagnosi di EAI esige degli stretti criteri.<br />

L’esame <strong>clinico</strong> permette di valutare il grado di severità dell’EAI:<br />

1. stato I vigilanza normale, tono normale, ipereccitabilità<br />

2. stato II coscienza alterata, riflessi primari e tono diminuiti, RT<br />

vivaci, crisi epilettiche<br />

3. stato III coma, ipotonia, areflessia, stato di male epilettico,<br />

disturbi vegetativi<br />

E’ importante non misconoscere una patologia familiare e il<br />

conseguente rischio di ricorrenza (deficit di solfito-ossidasi) che può<br />

simulare una encefalopatia anossico-ischemica, e riconoscere una<br />

patologia che è possibile trattare specificatamente come la Piridossina<br />

dipendenza.


Crisi occasionali:<br />

ENCEFALOPATIA ANOSSO-ISCHEMICA<br />

LE CRISI<br />

Le crisi e soprattutto lo stato di male sono segni di gravità<br />

Avvengono con una dilazione di qualche ora ( il 60% dei bambini ha crisi<br />

nelle prime 12), al massimo entro 24 ore nella maggior parte dei casi.<br />

Non ci sono tipi di crisi specifiche; ci possono essere crisi toniche o<br />

cloniche, sono spesso multifocali, asimmetriche, possono interessare<br />

successivamente più arti, o presentarsi senza alcuna manifestazione<br />

motoria e avere una forma frusta. Uno stato epilettico non è raro.<br />

Secondo Volpe tutti i bambini con crisi hanno anche crisi subtle.<br />

Non esiste un pattern eeg critico tipico dell’EAI; L’aspetto <strong>delle</strong><br />

scariche critiche dipende dal tipo di crisi (appiattimento nelle crisi toniche,<br />

punte ripetitive nelle crisi cloniche)


Crisi occasionali:<br />

ENCEFALOPATIA ANOSSO-ISCHEMICA<br />

EEG INTERCRITICO<br />

Molti studi hanno mostrato il valore prognostico dell’EEG intercritico nel EAI,<br />

soprattutto quando è fatto precocemente e prima del trattamento.<br />

Esistono elementi eeg detti “gravemente alterati” (inattivo, povero di<br />

theta,parossistico) che permettono una prognosi molto grave.<br />

Un tracciato, vicino alla normalità (presenza di grafoelementi<br />

fisiologici, e di differenti stati di vigilanza) permette di fare una<br />

prognosi favorevole.<br />

Esistono aspetti eeg “intermedi” la cui l’evoluzione nella prima settimana di<br />

vita è molto importante e di buon valore prognostico se c’è un recupero<br />

del tracciato eeg tra i 3 e 7 giorni.


Crisi occasionali:<br />

ENCEFALOPATIA ANOSSO-ISCHEMICA<br />

IMMAGINI<br />

L’ esame indispensabile per la prognosi è la RM encefalo.<br />

PROGNOSI<br />

La prognosi dell’EAI nei neonati a termine resta severa e negli studi<br />

sull’ipotermia solo il 38-55 % dei bambini sopravvivono senza sequele.


Crisi occasionali:<br />

ACCIDENTI CEREBRO-VASCOLARI(ACV)<br />

Gli ACV rappresentano 1-12% <strong>delle</strong> cause <strong>delle</strong> CN.<br />

Questa frequenza elevata nei neonati(10 volte superire a quelle dei<br />

bambini più grandi) si manifesta per più fattori:<br />

1. ipercoagulabilità fisiologica del neonato<br />

2. trombofilia della madre o del neonato<br />

3. patologia placentare<br />

4. assunzione materna di cocaina.<br />

La diagnosi è sospettata dalla clinica:<br />

crisi motorie e non, spesso monofocali, strettamente unilaterali, a<br />

localizzazione spesso centrale, ma anche frontale o occipitale, di breve<br />

durata, con una semiologia clinica corrispondente al territorio<br />

interessato.<br />

Le crisi si presentano entro 12 ore, caratterizzate da Punte ritmiche<br />

a frequenza variabile, focali, diffuse talvolta alla regione<br />

controlaterale, ma molto raramente interessato l’altro emisfero..


Crisi occasionali:<br />

ACCIDENTI CEREBRO-VASCOLARI<br />

Il tracciato eeg è normale sull’emisfero controlaterale,<br />

l’emisfero interessato dalle anomalie intercritiche ovviamente<br />

presenta le scariche critiche in presenza <strong>delle</strong> crisi.<br />

(ANOMALIE FOCALI)<br />

La Tc , a condizione di attendere almeno 12 ore, è facilmente<br />

realizzabile, ma non è utile per piccole ACV.<br />

La RM è indispensabile e permette di visualizzare le ACV di<br />

piccola taglia e di quantificarne l’importanza.<br />

La prognosi è più favorevole di altre patologie, perchè la<br />

mortalità è del 10% e la sopravvivenza senza sequele è del 50%.


Crisi occasionali:<br />

INFEZIONI CEREBROMENINGEE<br />

Le infezioni cerebromeningee sono responsabili dal 5 al 20% <strong>delle</strong> CN,<br />

si manifestano abitualmente entro il decimo giorno di vita.<br />

I meccanismi sono molteplici:<br />

edema cerebrale<br />

trombosi vascolari<br />

vasospamo<br />

Liberazione dei mediatori dell’infiammazione(radicali liberi e<br />

aminoacidi come il glutammato).<br />

Le crisi sono presenti nel 20-55% dei casi di meningite neonatale; esse<br />

aggravano in maniera considerevole la prognosi con una mortalità<br />

che passa dal 4,3 %al 12,3% e da un tasso di sequele dal 4,3% al<br />

41,8%.<br />

La diagnosi si effettua con puntura lombare dopo la stabilizzazione<br />

del neonato che presenta crisi in un contesto infettivo.


Crisi occasionali:<br />

INFEZIONI CEREBROMENINGEE<br />

L’eeg non presenta aspetti specifici ma l’esistenza di anomalie<br />

focali può orientare verso la diagnosi di un ascesso cerebrale, e<br />

l’importanza <strong>delle</strong> anomalie EEG è legata all’estensione <strong>delle</strong> lesioni.<br />

L’Herpes neonatale nella sua forma disseminata precoce con interessamento<br />

multiviscerale o con encefalite più tardiva è una causa meno frequente di CN.<br />

Per la diagnosi, la storia materna è spesso poco utile e le lesione cutanee sono<br />

incostanti: la febbre può mancare, e compare in casi di necrosi estesa del SNC.<br />

La diagnosi si effettua sul LCR(predominanza di linfociti, a volte emorragico),<br />

sulla Neuroradiologia e sulla ricerca del virus (PCR e cultura del liquor) su liquor<br />

e la ricerca in altri siti.<br />

Nell’attesa dei risultati una terapia un trattamento antivirale deve essere<br />

iniziata.<br />

All’inizio della malattia le anomalie eeg intercritiche e critiche possono non<br />

essere specifiche ed evocare ad esempio una EAI.


Crisi occasionali:<br />

INFEZIONI CEREBROMENINGEE<br />

L’utilizzazione precoce dell’aciclovir modifica gli aspetti EEG <strong>delle</strong><br />

meningoencefaliti erpetiche e i classici complessi periodici multifocali<br />

che non si osservano generalmente prima di qualche giorno<br />

dell’evoluzione non devono essere attesi per sospettare la diagnosi e<br />

iniziere la terapia.<br />

La prognosi è pessima con, nelle forme precoci, decesso del 60% e<br />

sequele nel 50% dei sopravissuti e nelle forme encefalitiche tardive<br />

una mortalità del 14% e sequele del 60% dei sopravissuti.<br />

Altre meningoencefalite virali, in particolare da enterovirus, possono<br />

essere all’origine <strong>delle</strong> CN che si accompagnano a lesione cerebrali.


Crisi occasionali:<br />

EMORRAGIA INTRACRANICA<br />

Volpe : il 15% dei neonati a termine hanno come causa di crisi un emorragia<br />

intracranica, il doppio circa è la percentuale dei neonati pretermine che hanno<br />

come causa un emorragia intracranica<br />

EMORRAGIA SUBARACNOIDEA<br />

Causa di crisi nel neonato a termine, che esordiscono nel secondo giorno di vita<br />

se l’emorragia subaracnoidea si associa ad un encefalopatia ipossico-ischemica le<br />

crisi possono esordire nel primo giorno di vita . Se l’emorragia subaracnoidea è<br />

primitiva il neonato appare spesso in buone condizioni.<br />

EMORRAGIA SUBDURALE<br />

E’ spesso associata con un evento traumatico .Le crisi in questo caso sono<br />

spesso focali si presentano nel 50% dei neonati e compaiono nelle prime 48 ore<br />

di vita


Crisi occasionali:<br />

EMORRAGIA INTRACRANICA<br />

EMORRAGIA INTRAVENTRICOLARE – MATRICE GERMINALE<br />

Questa condizione è prevalentemente dei prematuri è avviene al 3 giorno di<br />

Vita.<br />

Le crisi avvengono in caso di emorragie intraventricolari severe o in caso di<br />

coinvolgimento parenchimale. Il più frequente tipo di crisi è la crisi tonica<br />

generalizzata che si accompagna ad un quadro <strong>clinico</strong> grave. Le crisi subtle sono<br />

spesso di accompagnamento.<br />

L’Emorragia della matrice germinale è accompagnata da segni neurologici minori<br />

e raramente si associa a crisi.<br />

La difficoltà a distinguere le crisi toniche generalizzate con la postura<br />

decerebrata e la scarsità di sintomi nelle emorragie della matrice germinale<br />

spiega l’ampia differenza nella percentuali riportate relativa alle crisi associata<br />

a questa patologia (dal15% al 50%). La presenza di crisi toniche generalizzate è<br />

comunque associata ad una cattiva prognosi . Poichè le crisi sono associate più<br />

spesso al coinvolgimento parenchimale si presentano nell’ultima parte della<br />

prima settimana di vita.


Crisi occasionali:DISTURBI METABOLICI<br />

TRANSITORI<br />

• IPOGLICEMIA<br />

•IPOCALCEMIA<br />

• L’IPOMAGNESEMIA PRIMARIA<br />

•IPONATREMIA<br />

• IPERNATREMIA


Crisi occasionali:DISTURBI METABOLICI<br />

• I disturbi metabolici come una ipoglicemia, una ipocalcemia o una<br />

iponatremia severa, possono essere responsabili di CN e devono<br />

essere ricercate.Tuttavia esse sono , nella maggior parte dei casi,<br />

associate ad altre patologie.<br />

• Se la prognosi di una ipocalcemia isolata è eccellente, non è così per<br />

la stessa ipoglicemia severa che può essere all’origine <strong>delle</strong> crisi<br />

(50% dei sopravvissuti senza sequele).<br />

• Le crisi associate a una ipoglicemia legate ad un iperinsulinismo, ad<br />

una malattia congenita del metabolismo glucidico o della betaossidazione<br />

hanno una prognosi particolarmente grave in ragione<br />

<strong>delle</strong> lesioni cerebrali che esse provocano.


Crisi occasionali: ALTRE EZIOLOGIE<br />

• INTOSSICAZIONE DI<br />

ANESTETICI LOCALI<br />

• ASTINENZA DA FARMACI


Crisi occasionali:DISTURBI METABOLICI<br />

CONGENITI<br />

• DISTURBO DEL METABOLISMO DEGLI<br />

AMINOACIDI O DEGLI ACIDI ORGANICI<br />

• DISTURBI MITOCONDRIALI E<br />

PEROSSISOMIALI<br />

• DEFICIT DI PIRIDOSSINA<br />

• DEFICIT DI PIRIDOSSALFOSFATO<br />

• DEFICIT DI BIOTINA<br />

• CRISI RESPONSIVE AL ACIDO FOLINICO<br />

• DISORDINE DEL TRASPORTO DI GLUCOSIO<br />

(GLUT 1)


Crisi occasionali:MALATTIE METABOLICHE AD<br />

INIZIO NEONATALE<br />

• Negli errori innati del metabolismo ad esordio neonatale, quelle da<br />

deficit del ciclo dell’urea, leucinosi o acidurie organiche<br />

(metilmalinica, isovalerica e proprionica)il contesto <strong>clinico</strong> è<br />

evocatore e le crisi non sono in primo piano.<br />

• Esiste un intervallo libero dopo un parto a termine senza difficoltà,<br />

poi compare un rifiuto di bere, difficoltà di suzione, coma<br />

progressivo e in seguito movimenti anormali (pedalage, boxe nella<br />

leucinosi, o tremori ampi su una ipertonia per le acidurie organiche).<br />

• Questi movimenti anormali si riferiscono a crisi non epilettiche , le<br />

autentiche crisi epilettiche possono essere associate.


DIFETTI DI SVILUPPO del SNC<br />

• I difetti di sviluppo possono essere causa di crisi <strong>neonatali</strong><br />

che insorgono in ogni momento del periodio neonatale<br />

• Per VOLPE sono responsabili del 5%-10% <strong>delle</strong> crisi ad<br />

esordio neonatale . I disordini più frequenti che danno crisi<br />

<strong>neonatali</strong> sono la lissencefalia, pachigiria, polimicrogiria.<br />

• Difetti dello sviluppo del SNC,compresa la Sclerosi tuberosa,<br />

sono causa di epilessie <strong>neonatali</strong> sintomatiche.<br />

• La presenza di crisi stereotipate in un neonato con spasmi o<br />

no, senza antecedenti perinatali e segni di sofferenza<br />

neurologica, corrisponde ad una epilessia focale sintomatica.


SINDROMI EPILETTICHE NEONATALI: AD<br />

EVOLUZIONE BENIGNA<br />

• Le crisi neonati benigne familiari<br />

• Crisi <strong>neonatali</strong> benigne idiopatiche<br />

SINDROMI EPILETTICHE NEONATALI:con<br />

tracciato tipo suppresion Burst<br />

• Encefalopatia mioclonica precoce.<br />

• Sindrome di Ohtahara<br />

EPILESSIA INFANTILE CON CRISI MIGRANTI<br />

GENE ARX, CDKL5, STXBP1<br />

marti 1.2.07.bat<br />

scut 09.bat


TERAPIE FARMACOLOGICHE<br />

• Anticonvulsivanti<br />

Fenobarbital<br />

Fenitoina<br />

Midazolam, Lorazepam, Diazepam<br />

Lidocaina


• EFFICACIA<br />

• Lavoro di Painter (1999)<br />

Al PB risponde 42% <strong>delle</strong> crisi<br />

Alla PHT il 43% <strong>delle</strong> crisi<br />

A PB + PHT il 57% <strong>delle</strong> crisi<br />

A PHT + PB il 62% <strong>delle</strong> crisi<br />

• Effetto dannoso della terapia<br />

anticonvulsivante sul Sistema Nervoso<br />

in via di sviluppo<br />

Particolare preoccupazione destano gli studi su ratti neonati che mostrano aumento di<br />

apoptosi nelle prime 24 ore dopo somministrazione di fenobarbital, fenitoina, diazepam,<br />

clonazepam, valproato. La combinazione di più farmaci produce un incremento degli<br />

effetti negativi.


MANAGMENT<br />

• Trattamento <strong>delle</strong> crisi <strong>neonatali</strong><br />

• Le crisi epilettiche devono essere trattate per gli effetti<br />

sulla funzione ventilatoria, sulla circolazione , sul<br />

metabolismo cerebrale, e sul conseguente sviluppo cerebrale.<br />

TRATTAMENTO ADEGUATO<br />

• Una terapia adeguata è quella che interrompe le crisi.<br />

La risoluzione <strong>delle</strong> crisi cliniche non garantisce la risoluzione<br />

<strong>delle</strong> crisi elettriche<br />

• Sebbene lo scopo della terapia è di risolvere le crisi in alcuni<br />

casi le dosi necessarie possono indurre pericolosi disturbi<br />

cardiaci, o in alcuni bambini con patologie multiorgano devono<br />

essere tenuti presente anche i potenziali effetti dannosi<br />

collaterali dei farmaci.


USUALE SEQUENZA DI TERAPIA<br />

• SUPPORTARE VENTILAZIONE E PERFUSIONE.<br />

• Se ipoglicemia GLUCOSATA al 10% ev 2 ml/Kg( 0,2 gr /kg ) e poi<br />

per il matenimento 8mg/kg/minuto), ELETTROLITI<br />

• Se è presente ipocalcemia si somministra calcio gluconato al 5% IV<br />

alla dose di 4ml/kg ( 200 mg/Kg) , deve essere monitorato il ritmo<br />

cardiaco. Il fenobarbital può sopprimere le crisi da ipocalcemia.<br />

• Se è presente ipomagnesemia viene dato magnesio solfato per via<br />

intramuscolo come soluzione al 50% a una dose di 0,2 ml / Kg<br />

• Le crisi correlate ad infezioni necessitano ovviamente di approcci<br />

specifici con associata somministrazione di farmaci<br />

anticonvulsivanti<br />

• Le crisi correlate a altri disturbi del metabolismo necessitano di<br />

approcci dietetici specifici oltre che alla somministrazione di<br />

farmaci anticonvulsivanti


USUALE SEQUENZA DI TERAPIA<br />

• Altrimenti FENOBARBITAL bolo a 20 mg/Kg ev somministrata<br />

approssimativamente in 10-15 minuti.<br />

• Se non si ha risoluzione <strong>delle</strong> crisi dosi aggiuntive di 5 mg/kg di<br />

FENOBARBITAL fino a cessazione <strong>delle</strong> crisi o fino ad un massimo<br />

di 40mg/kg ( per ottenere una concentrazione plasmatici di 40-50<br />

ug/mL)<br />

• Se i bambini continuano a presentare crisi si somministra bolo di<br />

FENITOINA a 20 mg/kg.<br />

La fenitoina deve essere somministrata ad una velocità di 1 mg/kg/minuto per evitare disturbi del ritmo cardiaco. Deve<br />

essere somministrato direttamente in via endovenosa perché è relativamente insolubile in soluzione acquosa e precipita in<br />

glucosata. Il PH della soluzione parenterale è 12 ed è irritante per le vene e i tessuti circostanti così la dose deve essere<br />

seguita da pochi ml di soluzione salina.Un bolo di 20 mg/Kg da un livello plasmatici di 15-20 ug7kg.<br />

• La fosfenitoina ( estere fosfato della fenitoina) ha alcuni vantaggi ( alta solubilità in acqua e un valore di PH vicino al<br />

neutro)( 1,5 mg di fosfenitoina produce 1,0 di fenitoina)<br />

• LORAZEPAM ( dose 0,05-0,10 mg /kg ev):utilizzato da alcuni<br />

autori come farmaco di seconda scelta


• USUALE SEQUENZA DI TERAPIA<br />

• MIDAZOLAM bolo di 0,2 mg/kg seguito da infusione continua a<br />

0,1-0,4 mg/kg/ora ( VOLPE) in quei bambini in cui prevede la<br />

necessità di infusione continua ad esempio in bambini con<br />

encefalopatia ipossico ischemico e con malformazioni cerebrali che<br />

presentano all’inizio stato di male e con un attività EEG di fondo<br />

molto alterata.<br />

• LIDOCAINA Bolo iniziale 4mg/kg seguito da infusione di 2<br />

mg/kg/ora. ( BOYLAN 2004), nei prematuri la dose usata è<br />

lievemente più bassa dei neonati a termine. Ci può essere l’effetto di<br />

accumulo del farmaco e quindi l’infusione va gradualmente ridotta ( tra gli effetti<br />

collaterali osservati in bambini più grandi: aritmia, crisi e ipotensione nei neonati solo la<br />

ricorrenza <strong>delle</strong> crisi è stata osservata con la riduzione del dosaggio). Non deve essere<br />

somministrata con fenitoina.


• USUALE SEQUENZA DI TERAPIA<br />

• ALTRI ANTICONVULSIVANTI<br />

• PRIMIDONE,TIOPENTONE,PARALDEIDE,ACIDO VALPROICO<br />

CARBAMAZEPINA<br />

• TOPIRAMATO<br />

• LEVETIRACETAM<br />

• BUMETANIDE Questo farmaco è stato usato come diuretico nei<br />

neonati ed è disponibile una preparazione endovenosa.Sembra che la<br />

bumetanide usata insieme al fenobarbital possa essere<br />

particolarmente efficace


MANTENIMENTO<br />

• FENOBARBITAL 3-5 mg/kg/die IV, IM , OS in 2 somministrazioni<br />

da iniziare 12 ore dopo in carico<br />

• FENITOINA 3-5 mg/Kg /die IV in 2-4 somministrazioni da iniziare<br />

12 ore dopo il carico<br />

• Il mantenimento con fenitoina è particolarmente problematico per<br />

la cinetica non lineare e la rapida riduzione nella velocità di<br />

eliminazione nelle prime settimane di vita. ( mezza –vita da 57 ore<br />

nella 1° settimana di vita a 20 ore nella 4° settimana di vita)<br />

• Alcuni lavori indicano la CARBAMAZZEPINA come farmaco da<br />

usare come mantenimento invece del fenobarbital o della dintoina.<br />

Dosi di 10-15 mg/Kg davano buon controllo <strong>delle</strong> crisi


DURATA DELLA TERAPIA<br />

ASPETTI DA TENERE IN CONSIDERAZIONE<br />

1) valutazione neurologica<br />

2) eziologia <strong>delle</strong> crisi<br />

3)EEG<br />

VOLPE suggerisce di sospendere alla dimissione la terapia nei<br />

bambini con valutazione neurologica normale,<br />

Se l’esame neurologico è patologico ( sospendere la fenitoina<br />

sempre!!!! ) suggerisce di valutare l’eziologia e l’EEG .<br />

Se l’eziologia è un disturbo metabolico transitorio o se l’EEG non è<br />

parossitico sospendere il fenobarbital, in caso contrario proseguire<br />

con la terapia.<br />

Al controllo a 1 mese se lo stato neurologico si è normalizzato<br />

sospendere il barbiturico ( in 2 W);<br />

Se il quadro neurologico è anormale e l’EEG non è chiaramente<br />

parossitico sospendere il farmaco gradualmente; se non è stato<br />

sospeso controllo a 3 mesi con lo scopo di sospenderlo.


• Questionario Pediatri neurologi 65% e<br />

neonatologi 59% israeliani<br />

• Farmaco di 1° scelta è il fenobarbital<br />

2° scelta è la fenitoina<br />

3° benzodiazepine<br />

• La durata del trattamento era simile nei 2<br />

gruppi ( 1-52W). I neurologi pediatri<br />

raccomandano un trattamento più lungo in<br />

caso di asfissia o emorragia<br />

• I farmaci antiepilettici per le crisi<br />

intrattabili sono VPA e TPM per i neurologi<br />

e Lidocaina e Benzodiazepina per i<br />

neonatologi


• Questionario a 20 istituti<br />

• Tutti fanno la puntura lombare se le crisi non sono causata<br />

da encefalopatia ipossico ischemica o da infarto per analisi<br />

biochimiche e microbiologiche<br />

• Tutti usano CFM in associazione a EEG multicanali<br />

sequenziali<br />

• Tutti fanno eco cerebrale , e RM encefalo è fatta nella<br />

maggior parte dei casi<br />

• Viene stressato che l'uso di lidocaina necessita di uno<br />

stretto monitoraggio per l'alto rischio di aritmia<br />

ventricolare.<br />

• Inoltre va segnalato che in corso di ipotermia il dosaggio dei<br />

farmaci antiepilettici va modificato e attentamente<br />

monitorato il livello plasmatici degli stessi.<br />

• In europa è raro l'utilizzo dei farmaci off-label


Epilessie <strong>neonatali</strong> da errori<br />

congeniti del metabolismo<br />

N. Bahi Buisson 2006<br />

Epilessie vitaminosensibili<br />

Deficit del metabolismo della biotina ( deficit<br />

di olocarbossilasi e biotinidasi)<br />

Deficit del trasporto del glucosio-GLUT 1<br />

Deficit di sintesi della serina


EPILESSIE NEONATALI DA<br />

ERRORI CONGENITI DEL<br />

METABOLISMO<br />

• Piridossina 30 mg / Kg / die<br />

• Piridossal-fosfato per os a 30 mg/kg<br />

/die.(10-50 mg/kg/die)<br />

• Acido folinico per os a 10 mg /die.<br />

• Biotina 10-50 mg /die<br />

N. Bahi Buisson 2006


• S. Stockler-Ipsiroglu, B Plecko 2009<br />

Neonatali trattabili epilessia piridossino dipendente<br />

epilessia piridossalfosfato dipendente<br />

deficit di biosintesi della serina<br />

1-6 mese trattabili deficit del GLUT 1 e deficit Biotinidasi<br />

1 >6 mesi e oltre trattabili deficit di sintesi della creatina (<br />

deficit AGAT arginina-glicina amidinotransferasi, GAMT<br />

guanidinoacetato metiltransferasi)


IMPATTO SUL SNC E PROGNOSI<br />

A LUNGO TERMINE<br />

Non è possibile stabilire se le crisi <strong>neonatali</strong> possono indurre da sole<br />

<strong>delle</strong> sequenze neurologiche. Gli studi clinici retrospettivi indicano che i<br />

fattori prognostici più importanti sono l’eziologia e l’entità della<br />

lesione cerebrale al momento <strong>delle</strong> crisi<br />

I dati sperimentali negli animali suggeriscono che in risposta ad un<br />

evento acuto il cervello immaturo avrebbe una maggiore tendenza a<br />

generare crisi rispetto a quello maturo, ma che sarebbe meno sensibile<br />

alle lesioni indotte da queste ultime.<br />

E’ stato dimostrato negli animali immaturi che le crisi ricorrenti<br />

aumentano il rischio di epilessia nell’età adulta e determinano un<br />

deficit d’ apprendimento e di memoria.


IMPATTO SUL SNC E PROGNOSI<br />

A LUNGO TERMINE<br />

A distanza esiste un rischio aumentato di epilessia in<br />

rapporto alla popolazione generale che riguarda il 10<br />

30% dei bambini, i principali fattori di rischio sono<br />

l’esistenza di uno stato epilettico prolungato per più<br />

di 48 ore, una lesione estesa, un tracciato EEG di<br />

fondo alterato, e un esame <strong>clinico</strong> anormale alla<br />

dimissione.


LA PROGNOSI<br />

La prognosi per i bambini con crisi <strong>neonatali</strong> è migliorata .<br />

Volpe segnala nei neonati a termine:<br />

prima del 1969 mortalità 40%<br />

e dopo il 1969 mortalità 15%.<br />

L’incidenza <strong>delle</strong> sequele nei sopravvissuti invece varia da 25%<br />

al 35%.<br />

Per i prematuri con crisi l’outcome dipende dall’età gestazionale<br />

e dalla sottostante patologia.<br />

Negli studi prospettici di Scher . 6 anni dopo le CN, la<br />

mortalità è più elevata nel prematuro (58%) in rapporto al<br />

neonato a termine (30%). Non esistono differenze sulle sequele<br />

neurologiche.


Prognosi Volpe<br />

outcome<br />

normale decesso sequele<br />

Termine 60% 10% 30%<br />

Prematuro


Prognosi su base eziologica<br />

Eziologia Outcome normale (%)<br />

Emorragia subaracnoidea 90<br />

Ipocalcemia precoce 50<br />

Ipocalcemia tardiva 100<br />

Ipoglicemia 50<br />

Encefalopatia<br />

ipossicoischemica<br />

50<br />

Emorragia intraventricolare 10<br />

Meningite batterica 50<br />

Malformazioni 0


Pediatrics. 1991 Sep;88(3):583-96.<br />

Neurologic outcome after electroencephalographically proven neonatal<br />

seizures.<br />

Legido A, Clancy RR, Berman PH.<br />

40 neonati con crisi confermate all’EEG<br />

Mortalità 33%<br />

Outcome sfavorevole del 70% nei sopravvissuti con<br />

Epilessia postnatale nel 56%<br />

PCI 63%<br />

Ritardo di sviluppo ne 67%


OUTCOME OF ELECTROCLINICAL,ELECTROGRAPHIC,AND<br />

CLINICAL SEIZURES INTHE NEWBORN INFANT<br />

Boylan GB 1999<br />

24 bambini con crisi erano studiati<br />

17 avevano crisi elettroclinche o elettriche<br />

7 avevano solo crisi<br />

cliniche.<br />

I 3 tipi di crisi erano studiati con videoEEG e lo<br />

sviluppo psicomotorio era valutato ad un anno quando<br />

possibile con esame neurologico di Amile Tison e con<br />

test di Griffiths.


OUTCOME 7 bambini con crisi cliniche<br />

5 erano normali, 1 aveva lieve diplegia e deficit di attenzione e<br />

1 anomalie gravi.<br />

I bambini sani con solo crisi cliniche cloniche che coinvolgono gli<br />

arti possono avere dei fenomeni benigni e l'EEG deve essere<br />

fatto per evitare un trattamento non necessario.<br />

I bambini con crisi sovrimposte ad una attività di fondo con<br />

pattern anormale hanno un outcome povero<br />

OUTCOME dei 17 bambini con crisi registrate<br />

La valutazione dello sviluppo psicomotorio rivelava un poor<br />

outcome in 14 su 17 in questo gruppo.<br />

3 deceduti<br />

6 avevano severa compromissione neurologica<br />

5 avevano lieve e o moderata compromissione neurologica<br />

3 erano normali.<br />

Tutti i bambini con grossolane alterazioni all'Eeg o morivano o<br />

avevano grave compromissione neurologica.


Bambini nati a termine ( >37W) tra il gennaio 1997 e il marzo del 2000.<br />

Crisi cliniche diagnosticate da un neurologo dell’infanzia<br />

EEG e neuroimmagini ( tc o RM in epoca neonatale e a 12 mesi )<br />

La diagnosi di crisi si basa sull’ossevazione diretta della clinica e/o sull’EEG o sulla revisione<br />

dell’osservazione fatta dal neonatologo<br />

Poor outcome : bambini con moderato o severo deficit neurologico o deficit visivo a 12 o 18 mesi o se<br />

presentavano significativo ritardo psicomotorio ( score alla Bayley


LA MORTALITA’ ASSOCIATA ALLE CRISI NEONATALI E’ DEL 7%<br />

Il 28% DI PREVALENZA DI OUTCOME AVVERSO E IL 20% DI EPILESSIA<br />

SUCCESSIVA E’ ESSENZIALMENTE INVARIATO RISPETTO AI PRECEDENTI<br />

LAVORI<br />

il danno ipossico ischemico che rimane la principale causa di crisi epilettiche <strong>neonatali</strong><br />

(40%)<br />

Sono ridotte le <strong>convulsioni</strong> da disturbi metabolici transitori ( ridotti di 10 volte rispetto ai<br />

lavori di 30 anni fa), come sonno ridotte le crisi da infezioni del SNC.<br />

I più forti predittori dell’outcome rilevati dallo studio sono la sottostante eziologia e il<br />

patterns EEG dell’attività di fondo<br />

L’eziologia associata a outcome sfavorevole è la malformazione cerebrale (sequele nel<br />

100% dei casi) e la compromissione globale da danno ipossico-ischemico (sequele 50%).<br />

Il danno ipossico ischemico focale, i disturbi metabolici transitori e le crisi idiopatiche<br />

hanno outcome favorevole<br />

Non trova relazione tra il tipo di crisi predominante e l’outcome mentre in altri studi<br />

riportano outcome sfavorevole in caso di crisi toniche generalizzate e crisi subtle.<br />

L’esame neurologico è un elemento prognostico attendibile se normale in periodo<br />

neonatale e nei primi mesi di vita in quanto è correlato a esito favorevole a 12 e 18<br />

mesi , non è invece attendibile se è patologico


Reclutamento fatto sulla presenza di crisi cliniche (CLNESZ)<br />

88 bambini (62 erano a termine e 26 erano pretermine )<br />

follow-up in età scolare ( seguiti per 7 anni o più a lungo)<br />

La prognosi è migliore nei bambini a termine che nei pretermine<br />

Termine: 45% normali, 16% deceduti, 39% con sequele neurologiche<br />

Pretermine: 12% normali, 42% deceduti, 46% con sequele neurologiche<br />

Tra i sopravvissuti il 17% sviluppava epilessia 25% paralisi cerebrale,<br />

20% ritardo mentale, 27% disturbi di apprendimento<br />

Associato a evoluzione sfavorevole: sarnat III o encefalopatia<br />

equivalente, malformazioni cerebrali, emorragia intraventricolare<br />

complicata , infezioni nel pretermine, EEG anormale, necessità di<br />

pluriterapia per il trattamento <strong>delle</strong> crisi.<br />

Le crisi cloniche pure senza coinvolgimento del volto in bambini a<br />

termine suggerisce outcome favorevole, mentre le crisi generalizzate<br />

miocloniche nei pretermine sono associate a mortalità


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